[Editoriale] Diffusori elettrostatici per l'HiFi car!

I diffusori elettrostatici, come i leggendari Quad ESL nelle diverse incarnazioni, i Martin Logan CLS e tanti altri, hanno da sempre popolato i sogni degli audiofili più esigenti, per via del loro suono trasparente, dettagliato, e a bassissima distorsione. Hanno i loro punti deboli, specie sulle basse frequenze, ma certamente sono qualcosa da ascoltare con attenzione, almeno una volta nella vita.

Come funzionano? Il principio è semplice: un diaframma molto sottile, di solito di materiale plastico ricoperto da uno strato conduttivo, si trova in mezzo, tipo sandwich, tra due armature caricate elettricamente, a una distanza molto piccola da queste. Il diaframma in genere è di poliestere, dallo spessore infinitesimo (parliamo di 2-20 um) ed è tenuto a una differenza di potenziale di diversi kV rispetto alle armature. Queste sono pilotate dal segnale audio e di conseguenza un campo elettrostatico uniforme proporzionale al segnale causa una forza motrice sul diaframma che è dunque costretto a muoversi e vibrare, esattamente come il cono di un altoparlante. Non si sono né magneti né bobine mobili, il diaframma si muove in maniera omogenea e uniforme stimolato dal segnale audio.

Per questi motivi i pannelli elettrostatici sono estremante leggeri, occupano poco spazio in termini di profondità e sono ecologici, perché non ricorrono a terre rare come accade per potenti magneti degli altoparanti tradizionali, pertanto sono anche a basso impatto ambientale. Per queste ragioni sembrerebbero ideali per un utilizzo sostenibile negli abitacoli delle auto moderne.

Questo è ciò che hanno pensato alla Warwick Audio, un'azienda produttrice di cuffie elettrostatiche situata in Nuneaton, Warwickshire, UK. Così, hanno deciso di estendere la loro produzione a un sistema integrato in ambito automobilistico.

I loro pannelli elettrostatici sono dichiarati avere un peso del 75% inferiore a quello degli altoparlanti tradizionali (meno peso = migliori prestazioni e consumi) e, in più, possono essere modellati come si vuole, per seguire qualunque profilo (si vedano le foto, cruscotto e pannelli porta), senza occupare alcuno spazio in profondità. Gli EST (così si chiamano) sono distesi su una strutura a celle tipo nido d'ape che crea tante piccole unità audio che trasmettono il suono a diverse frequenze.

Il modulo vibrante degli EST è una sottile (15um) membrana pluristrato tesa tra due statori conduttivi, che vengono pilotati dal segnale audio. I pannelli sono pilotati da un modulo chiamato EDM (ElectroAcoustics Drive Module) che porta il potenziale della membrana a un voltaggio compreso tra 1,300V e 2,000V a seconda delle necessità del sistema e del livello del segnale d'uscita. Questo può variare tra 100mV e 2.2V, in pratica il solito standard per una qualunque sorgente audio di uso car. Se state pensando a problemi di sicurezza, visti i voltaggi elevati, considerate il sistema è connesso alle centraline di controllo dell'auto, in maniera tale da interrompere immediatamente l'alimentazione in caso di necessità o di urti.

Sarà questo lo standard del futuro? Diciamo che molte caratteristiche lo rendono estremamente appetibile, il fattore green a basso impatto ambientale sta diventando sempre più rilevante. La massima customizzazione delle forme, la mancanza di pesanti e ingombranti magneti e, perché no, il coolness factor della raffinata tecnologia elettrostatica possono fare la differenza. Noi staremo a guardare.

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Editoriale di Novembre 2022

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