Edgar M. Villchur è mancato all'affetto dei suoi cari lunedì scorso, all'età di 94 anni, nella sua casa di Woodstock, New York. Il link vi porta sulla pagina di Wikipedia che fa un elenco abbastanza dettagliato dell'opera di questo pioniere dell'audio di qualità, delle sue invenzioni, brevetti e contributi fondamentali al progresso della riproduzione audio.
È pressoché impossibile fare un elenco esaustivo di tutti i suoi geniali contributi, all'interno di una carriera lunghissima e costellata di tanti successi, pertanto mi limiterò a ricordare solo due cose che lo hanno reso immortale: l'invenzione della sospensione pneumatica nei diffusori acustici (brevetto del 1954) e la realizzazione del primo giradischi a cinghia e a telaio sospeso.
Prima del 1953 i diffusori acustici erano enormi, pesanti e incredibilmente ingombranti tanto da essere quasi inutilizzabili in ambito domestico. Facevano uso di caricamenti in bass-reflex (il cui brevetto risale al 1932, per merito di Albert Thuras) a baffle infinito oppure a tromba. Nonostante fossero grossi come armadi non riuscivano a produrre bassi al di sotto dei 40 Hz che fossero poco distorti. Nel periodo, però, le elettroniche erano già in grado di riprodurre l'intero spettro audio, pertanto l'anello debole di una qualunque catena audio erano i diffusori. Sentendo la necessità di un diffusore di dimensioni domestiche che potesse anche riprodurre un bel basso profondo, Edgar Villchur inventò il caricamento in sospensione pneumatica ovvero un box chiuso e sigillato all'interno del quale l'aria funzionava da molla (e quindi controllo) per i movimenti dell'altoparlante.
Il suo primo prototipo faceva uso di un driver da 12" della Western Electric e riusciva a riprodurre un basso più profondo e meno distorto dello stesso altoparlante montato in un baffle infinito. Conoscendo quanto male reagisca il mondo dell'audio alle rivoluzioni (ora e allora) il progetto di Villchur fu completamente snobbato dall'industria, bollato come assolutamente inutile. Nell'Università di New York, dove Villchur insegnava, c'era un suo studente piuttosto sveglio, tal Henry Kloss, il quale trovò invece l'idea estremamente affascinante. I due si accordarono con l'idea di mettere in produzione il primo diffusore al mondo in sospensione pneumatica.
Insieme fondarono la Acoustic Research Inc., più nota con le iniziali AR (la compagnia ha chiuso i battenti nel 2004, dopo varie traversie). Il primo diffusore prodotto fu il modello AR-1 che sfortunatamente non incontrò i favori della critica al New York Audio Show del 1954. Il basso che riproduceva era straordinariamente esteso e pulito, ma l'efficienza era bassissima, per cui i critici relegarono il piccolo diffusore all'utilizzo in piccoli ambienti. La qualità della gamma bassa non fu sufficiente a far dimenticare la bassa efficienza. Simultaneamente, però, iniziarono ad affacciarsi sul mercato amplificazioni sempre più potenti e meno costose: fu quello l'inizio della riscossa dell'AR-1 e della sospensione pneumatica. Seguirono i modelli AR-2 e AR-3 che diventarono ben presto dei best seller, proiettando AR nell'Olimpo dei Costruttori HiFi e rendendola vera icona del sound americano degli anni '70.
Ben presto i critici audio dovettero riconoscere in quella tecnologia una vera e propria rivoluzione e una pietra miliare nel cammino verso l'audio di alta qualità in ambiente domestico.
Oggi la sospensione pneumatica non è più in voga come lo era negli anni '70: la necessità di ottenere un basso potente ed esteso, insieme a una sensibilità ragionevole, da diffusori e woofer sempre più piccoli ha costretto i progettisti a virare verso il caricamento reflex. In ogni caso la sospensione pneumatica resta un eccellente modo per caricare un woofer: niente rinforzi gommosi in gamma bassa causati dall'emissione del tubo reflex e, soprattutto, una pendenza della curva di risposta verso le basse frequenze decisamente meno ripida di quella tipica del reflex.
Nel 1961 Edgar Villchur, stufo di sopportare i difetti tipici dei giradischi dell'epoca (rumore di fondo e feedback acustico) cominciò a ripensare all'intero sistema di lettura e inventò un giradischi - tra l'altro di prezzo ragionevole - dove il motore fosse isolato dal piatto e dal braccio di lettura. Una cinghia in gomma - e non più una rumorosa puleggia - trasmetteva il moto dall'alberino del motore al piatto del giradischi, mentre quest'ultimo, insieme con il braccio, era montato in maniera elasticamente sospesa e indipendente dal resto del cabinet. I vantaggi furono immediati: acoustic feedback quasi inesistente - nelle dimostrazioni Villchur picchiava con un martello sul cabinet mentre il giradischi era in funzione! - e grande immunità dai disturbi prodotti dal motore. Il braccio di lettura, poi, era a bassa bassa e smorzato, in maniera tale da poter seguire anche i solchi più difficili dei dischi ondulati.
In questo modo l'AR Turntable esibiva le migliori misure di rumore e di wow & flutter che si fossero mai viste sul mercato, indipendentemente dal costo. Il suo design avvenieristico e a tutt'oggi copiato in quanto molto attuale gli fece conquistare un award dell'Industrial Design magazine. Oggi molti gradischi moderni si basano sulle idee di Villchur.
Edgar Villchur era inoltre famoso per il suo atteggiamento critico nei confronti del soggettivismo in audio e delle follie dell'high end in generale. Potete sentire cosa pensa del concetto di source-first ("I think it is nonsense...") tanto caro a certa stampa britannica. Si tratta di un documento straordinario lasciatoci da uno dei più geniali e leggendari progettisti audio di questi ultimi 100 anni. E quando un genio come Villchur parla, noi umani dovremmo solo stare zitti e ascoltare. E magari riascoltare.
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