Nel novembre dell'anno scorso scrivevo un editoriale dal titolo Una bella sorpresa dal Giappone, affrontando ancora una volta lo spinoso argomento dei prezzi italiani dell'HiFi, gonfiati a dismisura rispetto al resto del mondo. Parlavo allora delle incredibili differenze di prezzo relative ad una testina Shelter (+ 180% rispetto allo street price giapponese ed ancora il 40 % in più rispetto al prezzo in UK). Non torno sull'argomento, almeno per ora, però vi voglio raccontare di un mio recente acquisto esattamente nel Sol Levante, stando comodamente seduto a casa come il più inveterato ed imbolsito dei sofa surfers.
Mi piace la Rete, è stato amore a prima vista. Già in quell'ormai lontano 1993 mi ero lasciato affascinare dalla potenza del nuovo mezzo di comunicazione, tanto da cominciare a scrivere di HiFi online tra la fine del 1994 e l'inizio del 1995. L'acquisto online era ancora una realtà tutta da costruire, ma le premesse erano invitanti. Nel frattempo ci si scambiava idee e non beni di consumo. Con l'avvento del dot com un mondo nuovo di possibilità si è spalancato davanti agli occhi dei navigatori di tutto il mondo: la possibilità di acquistare qualunque cosa ovunque, stando comodamente seduti alla propria scrivania, era assolutamente irresistibile.
Amo il Sol Levante, la sua filosofia, i suoi prodotti. Circa un anno fa acquistai così gli zafu da meditazione Zen, che ora fanno bella mostra di sé su un "tatami" in una parte del mio salone "del viaggiatore virtuale", insieme a pezzi d'artigianato indonesiano, africano, cinese (un violino 4/4), thai, cubano (un guiro) e nepalese, quasi tutti acquistati nei Paesi d'origine proprio grazie alla Rete.
Il Sol levante, dicevo. Amo la loro passione sfrenata per la tecnologia. Amo la loro incredibile capacità di coniugare abilità artigianali di altissimo livello (si pensi, appunto, alle testine HiFi) con innovazione e talento industriale di caratura assoluta (HiFi ma anche automobili, moto etc.). Così, un paio di mesi fa, acquistavo online direttamente dalla Casa madre in Giappone un accessorio che avevo visto solo online, in quanto non distribuito in Italia. In cinque giorni esatti, come dichiarato dal sito del Costruttore, la scatolina magica era alla dogana milanese, altri 3-4 giorni sono stati necessari per le operazioni di sdoganamento e spedizione al mio domicilio. Meno di 10 giorni da Naha (Okinawa) a casa...non male davvero. Tutto perfetto: pagato con carta di credito, seguito la spedizione tramite tracciatura online del corriere internazionale EMS e finalmente avevo tra le mani l'oggetto del desiderio (diciamo così).
Il pacchetto presentava il bollino "Oneri doganali SDA" (che ho dovuto pagare al corriere italiano alla consegna) ed una serie di ideogrammi misteriosi. All'interno, avvolta in un foglio di pluriball, si celava un'altra scatolina, molto elegante, nera e rossa con ideogrammi, arricchita da foto di metropoli giapponesi illuminate nella notte e di un bellissimo dragone dorato.
Aperto con trepidazione anche questo secondo scrigno ecco finalmente, protetto da un guscio di gommapiuma bianca...l'accessorio! Ma come? Non è un accessorio HiFi? Forse, ma certamente è l'orologio più audiophile che conosca! E fra poco vi spiegherò perché.
Non credo di aver mai confessato di coltivare - seppur a fasi alterne - l'hobby degli orologi. Ne possiedo diversi, alcuni rari e vintage, altri solo "particolari". E questo TokyoFlash "Pimpin' ain't easy" (si chiama proprio così) è senza dubbio quello più bizzarro di tutta la collezione. Leggere l'ora non è semplice, come per tutti gli orologi TokyoFlash, anzi, direi che questo forse è quello più semplice dell'intera loro produzione. Si tratta di un quadrante con una matrice di 72 led blu, sull'asse delle ascisse (in orizzontale) si leggono i minuti, su quello verticale le ore. All'inizio non si capisce niente, dopo qualche tentativo si fa pratica. Nell'uso normale l'orologio resta spento, per visualizzare l'ora è sufficiente premere un tasto, come nei mitici Hamilton/Pulsar dei primi anni '70. Nella foto sono le 8:22.
Dopo una breve animazione generata dall'accensione sequenziale di tutti i led, viene visualizzata l'ora, con una seconda pressione giorno e mese, con la stessa impostazione grafica. Perché lo ritengo un orologio audiophile? Per tante ragioni.
Cominciamo con l'aspetto, un tripudio di inox finemente lavorato a specchio con un livello di finitura assoluto (le foto non rendono giustizia!), abbinato a luminosissimi led blu, esattamente come tantissimi apparecchi HiFi moderni, dove l'accoppiata silver/inox con led blu è ormai un must. E non dimentichiamo che questo abbinamento e le modalità d'utilizzo, oltre che ricordare gli orologi a led degli anni '70, ricorda moltissimo certi apparecchi HiFi degli anni '70-'80, ad esempio alcune serie Pioneer come questo rarissimo espansore di dinamica RG-2 (basato sull'apprezzata tecnologia professionale RG) che fa parte della mia piccola collezione privata di apparecchi HiFi dei tempi che furono. A ben pensarci, coi dischi ipercompressi che girano al giorno d'oggi, con la gamma dinamica schiacciata tutta verso l'alto, un espansore di dinamica potrebbe pure non essere una cattiva idea :-)
L'espansione della gamma dinamica era regolabile tra +6dB e +16 dB e, a parte qualche lieve sensazione di "pompaggio" all'estremo del range di espansione, il beneficio con dischi "piatti" non era trascurabile. Certo che è pazzesco che a 30 anni di distanza possa avere un senso parlare ancora di queste cose. Gli espansori di dinamica infatti sparirono dal mercato via via che i dischi offrivano gamme dinamiche sempre più ampie. La loro morte definitiva fu poi l'avvento del CD con la sua gamma dinamica praticamente illimitata. Peccato che tali potenzialità non siano mai state sfruttate a dovere ed oggi ci ritroviamo con dischi dove la dinamica è stata annientata dalla loudness war.
Torniamo alle somiglianze tra questo orologio e un componente HiFi. Ad esempio, esso è decisamente sovradimensionato, coi suoi 130 grammi di peso ed una cassa di 54 x 31 mm, spessa ben 12 mm. Sovradimensionato, appunto, come tanta HiFi di oggi. Spesso inutilmente sovradimensionata.
Ancora, esso è inutilmente complicato: deve svolgere una funzione semplice (far leggere l'ora, parafrasando...far sentire Musica) e lo fa con un sistema cervellotico, come cervellotici sono molti componenti HiFi, separati in due-tre telai, con cavi di collegamento di ogni tipo, sincronismi tra meccanica e DAC, filtri e stabilizzatori di tensione, punte, contropunte ed una pletora di accessori talvolta oltre il limite del buonsenso.
Come tanti apparecchi HiFi ha dalla sua una certa voglia di apparire. Di sicuro non passa inosservato. Anche perché, ogni 2 minuti, tra le sei del pomeriggio e l'una del mattino, il quadrante si illumina creando una breve ma molto visibile spirale. Questa fascia oraria è chiamata appunto la "Pimp Hour". Il verbo "to pimp", nello slang americano, si può tradurre con "farsi notare". Il nome dell'orologio, Pimpin' ain't easy, sta a significare che non è mai banale riuscire a distinguersi. Tra le apparizioni celebri, non possiamo non citare il film "Fast & Furious II: the Tokyo drift" che gli appassionati di auto ben conoscono.
Dal punto di vista "musicale" il Pimp si può vedere nel video "I can't stop my feet" di Amos ed indosso ai componenti del gruppo rock Simple Plan agli MTV Music Awards Japan.
Per fortuna, a differenza di tanta HiFi di oggi, il Pimp non è parimenti costoso: 12600 YEN (circa 170 €) sono un prezzo assolutamente in linea con la qualità della realizzazione.
N.B. Per farlo arrivare in Italia ci sono da aggiungere un po' di oneri doganali e basta, in quanto la spedizione è compresa nel prezzo. Diciamo che, tra tasso di cambio euro/yen della carta di credito e dogana, il giocattolo costa poco meno di 200 € all inclusive.
Tra le caratteristiche tecniche una resistenza all'acqua di 3 ATM, l'utilizzo di due batterie CR2032, cassa e bracciale in acciaio inox di eccellente qualità. Nonostante il peso e le dimensioni si indossa con estrema facilità e comodità: la maniacale cura nella realizzazione del cinturino inox, dove ogni spigolo è stato accuratamente ammorbidito, rende la sua permanenza al polso decisamente confortevole. Per qualche tempo è stato disponibile anche in una improbabile finitura gold con led rossi (molto Japanese HiFi anche questa). Per avere un'idea della popolarità di questo oggetto, basta cercare su YouTube i video ad esso dedicati dai suoi possessori (così si ha un'idea migliore della visualizzazione).
Il Pimp è uno dei più semplici orologi di TokyoFlash, la produzione è molto varia e nuovi modelli vengono messi a catalogo frequentemente. Alcuni molto belli purtroppo sono già usciti di produzione (guardate il Watch Museum sul sito), un po' perché tutti gli orologi TokyoFlash sono "Limited Edition". Il "Pimp" è di fatto il precursore del revival degli orologi a led. Qualcosa di analogo e molto HiFi pure esso è lo ScopeWatch, un orologio che indica le ore ed i minuti tramite un sistema di assi cartesiani che si spostano su un display da, appunto, oscilloscopio. Se il "Pimp" è forse l'orologio audiophile per gli appassionati del prodotto "luxurioso", lo ScopeWatch è quello ideale per gli appassionati di autocostruzione :-)
Lo so che ve lo state chiedendo: perché un editoriale su di un orologio così particolare? Sempre per non dimenticare che Tutto nel mondo è burla. L'uom è nato burlone (Falstaff, Atto III, Giuseppe Verdi). I nostri hobby sono sempre, in fondo, un modo per tornare bambini con giocattoli nuovi.
Gli audiofili tendono a dimenticarlo troppo spesso.
Prodotto: orologio a led Pimpin' ain't easy
Costruttore: TokyoFlash - Giappone
Prezzo: circa 200 € (spedizione e dogana comprese)
Disponibilità: direttamente dal sito del Costruttore
© Copyright 2008 Lucio Cadeddu - www.tnt-audio.com