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Prodotto: Amplificatore per cuffie Acoustic Research UA1
Produttore: Acoustic Research - USA
Tipo di dispositivo: DAC e amplificatore per cuffie
Prezzo: 400 sterline (Convertitore di valuta) - (il prezzo può variare)
Recensore: Andy Norman - TNT UK
Data della recensione: Dicembre, 2015
Traduttore: Roberto Felletti
Acoustic Research è un marchio con un lungo pedigree, fondato nel 1952 per promuovere le innovazioni dei fondatori riguardo la progettazione di diffusori, principalmente i modelli a sospensione acustica. Conosciuta soprattutto per i suoi diffusori AR-3, immancabili negli anni '60 per l'uso hi-fi e per quello professionale, l'azienda è altresì rinomata per i suoi giradischi, molto apprezzati, i quali, specialmente quelli degli anni '80, forniscono buone prestazioni ancor oggi.
Il vecchio marchio Acoustic Research fu acquistato, nel 2003, da Voxx International, azienda americana che possiede anche i marchi Klipsch e RCA. A quanto pare, la produzione è stata estesa al settore dell'intrattenimento domestico, anche se l'azienda, attualmente, sta cercando di riacquistare credibilità come marchio hi-fi, grazie a una serie di componenti pensati per gli audiofili, particolarmente per l'ascolto in mobilità. Ha iniziato l'anno scorso con l'E1, un lettore portatile di qualità. Un progetto simile, ma privo del lettore, ha dato vita al DAC/amplificatore per cuffie UA1.
L'UA1 è stato commercializzato a marzo di quest'anno e TNT si è attivata per ottenerne un esemplare da recensire, sebbene abbiamo potuto tenerlo solo per due settimane, un periodo di tempo decisamente inferiore a quello che noi preferiamo; di conseguenza, questo articolo contiene un maggior numero di prime impressioni rispetto al solito. Ciononostante, ho avuto tutto il tempo per analizzarlo accuratamente e per farmi un'idea abbastanza precisa delle sue potenzialità.
La prima impressione è stata quella di un prodotto di stile, e parecchio. L'imballo, imbottito, è di un nero elegante; il CD, contenente il software, e i cavi in dotazione sono ordinatamente disposti, separati dal resto. Estraendo l'UA1, si ha la sensazione che sia stato scolpito da un blocco di metallo. L'apparecchiatura non è eccessivamente pesante, poiché non è molto grande; tuttavia, non la si può definire proprio “tascabile”. Comunque, il peso trasmette una sensazione di sicurezza in grado di far fronte al logorio che un uso quotidiano comporta. Tutte le connessioni sembrano di qualità adeguata. I connettori RCA sono in ottone rivestito in rame e hanno funzionato bene. Il dispositivo resta appoggiato saldamente sulla scrivania, senza essere tirato eccessivamente dai cavi.
Il CD allegato contiene i driver, installati senza problemi, e una copia, senza limitazioni d'uso, di JRiver Media Centre. Già solo JRiver costa circa 50 dollari, per cui è un bel valore aggiunto. Ovviamente, ne avrete bisogno (o vi servirà un software analogo) per riprodurre file DSD o con frequenze di campionamento superiori; Media Centre è perfetto per questo scopo.
Gli ingressi e le uscite sono adeguati al compito principale del dispositivo, benché limitanti, considerato che si tratta di un DAC indipendente (maggiori dettagli a seguire). C'è un unico ingresso, di tipo USB; le uscite comprendono un connettore per cuffie dotate di uno spinotto da 6,35 mm e una coppia di connettori linea RCA, oltre a un'uscita ottica per collegare l'UA1 ad altri convertitori (anche se, talvolta, mi domando: perché farlo?). Avrei preferito disporre di un ingresso coassiale, poiché ho scoperto che il flusso di dati in uscita dal mio portatile trae benefici dal riallineamento del clock prima di arrivare al DAC, mentre altri potrebbero voler utilizzare l'UA1 come amplificatore per cuffie collegandolo a lettori CD che già possiedono. Comunque sia, in questo caso c'è solo il collegamento USB.
L'apparecchiatura è alimentata via USB, per cui non c'è bisogno di collegarla a un alimentatore o di ricaricarla. Però, questo implica tenerla collegata a un computer, il che significa che non può essere usata con lettori portatili. Ci sono pro e contro, come si dice. Diciamo che è un prodotto pensato per un uso più da scrivania o in abbinamento a un portatile.
I punti chiave da sottolineare, esaminando il sito Internet del produttore, sono l'utilizzo di un (tantino insolito) convertitore digitale-analogico Burr-Brown PCM1794a, di un amplificatore per cuffie Texas Instruments TPA6120A2 e di due operazionali Burr-Brown OPA2134 (presumibilmente uno per ciascun canale). Le frequenze di campionamento supportate sono: 44,1 - 48 - 88,2 - 96 - 176,4 e 192 kHz (con l'uscita analogica solo a quest'ultima frequenza). Le specifiche tecniche affermano che il dispositivo è in grado di gestire frequenze «superiori a 192 kHz» e DSD64/DSD128; però, ciò è ottenuto tramite «una conversione di alta precisione che avviene in JRiver Media Centre». Questo significa, in realtà, che l'UA1 non può riprodurre i file in formato DSD né frequenze superiori a 192 kHz. La natura del supporto di questi formati risiede nella funzione di conversione integrata in JRiver Media Centre, la quale converte i file DSD o altri flussi di dati ad elevata frequenza in formato PCM, con valori che l'UA1 può gestire. Personalmente, utilizzo poco questi file ad altissima risoluzione e, inoltre, molti, probabilmente, sono stati dei PCM, a un certo punto; comunque sia, va detto chiaramente che questo è un DAC che, al massimo, supporta i 192 kHz.
Ho collegato il mio PC all'UA1, via USB, e a una cuffia Sennheiser HD650 che rappresenta un carico abbastanza pesante per l'amplificatore e che, a detta di alcuni, è caratterizzata da un certo equilibrio timbrico tendente al cupo. Ogni tanto passavo all'ascolto della mia vecchia preferita Sony MD-CDR1700 e della più recente AKG K550. L'UA1 si è comportato egregiamente, da subito.
In cuffia, un buon palcoscenico dovrebbe disporre gli strumenti correttamente, dentro e tutt'intorno alla testa, non ammassati al centro né distanti e arretrati. L'UA1 ha ricreato un'immagine molto corretta, dal timbro naturale. Ho ascoltato la mia musica abituale, apprezzandola nel vero senso della parola. Mi piacciono molto gli album della metà degli anni '70 dello scomparso John Martyn; il vibrafono e la chitarra acustica di One World erano riprodotti con tutti i dettagli, mentre la calda voce cantava tranquilla. Il fruscio del nastro c'era tutto, ma sembrava dare il suo contributo all'insieme sonoro, anziché essere un elemento di disturbo. Ascoltando una serie di riferimenti audiofili, il timbro del DAC era diventato più aperto, senza evidenziare completamente i dettagli, che tuttavia erano presenti se si ascoltava con maggiore attenzione. Mi sembrava che fosse l'incarnazione del concetto di imparzialità; non c'era asprezza in gamma alta (perfino con cuffie meno disposte a perdonare), ma nemmeno il ritmo scendeva a compromessi. Il basso andava in profondità, con abbondanza di dettagli.
Ho ascoltato parecchi album a risoluzioni superiori, pensando di riscontrare un aumento di risoluzione, sebbene lieve; la differenza non è mai stata così marcata come mi aspettavo. Tuttavia, non credo che dipenda dall'UA1, è più una questione di tecnologia e di aspettative personali. Quando provo le apparecchiature, mi piace ascoltare la versione a 88 kHz dell'album Age of Swing di Dick Hyman; c'è molto pianoforte, la batteria è vivace, c'è il contrabbasso e anche un'ampia escursione dinamica quando gli ottoni attaccano. Sono rimasto molto colpito dalla prestazione dell'UA1. Nel complesso, il suono, in cuffia, non era differente da quello del mio impianto abituale, e ciò può essere, in parte, il motivo per cui questo prodotto mi è piaciuto. Recentemente, il mio ascolto in cuffia è stato costituito da una sorgente collegata via USB a un Arcam rDAC collegato, a sua volta, a un vecchio amplificatore per cuffie a valvole Musical Fidelity X-Can. Malgrado la presenza delle valvole nel circuito, il suono non è morbido, ma è piacevole da ascoltare, anche per lungo tempo. L'UA1 ha fornito una prestazione differente, ma simile come qualità.
In pratica, come amplificatore per cuffie l'UA1 ha funzionato bene, tenendo conto dell'evidente limite causato dalla presenza di un unico ingresso USB. Non c'è mai stata carenza di volume, nemmeno con la Sennheiser. L'avversario che più gli si avvicina, e che ho usato di recente, è il Centrance HiFi-M8. Per quanto mi ricordi, quest'ultimo aveva un suono più pieno e più aperto ed era caratterizzato da maggiori opzioni e funzioni; però, al doppio del prezzo e con una dimensione quasi doppia (anche se, onestamente, devo dire, a favore del Centrance, che la sua maggiore dimensione è dovuta a una consistente batteria che lo rende, a tutti gli effetti, un dispositivo davvero portatile).
A questo punto, volevo provare l'UA1 nel mio impianto principale, in qualità di DAC. La mia catena audio, normalmente, comprende un portatile collegato a un DAC Marantz tramite un KingRex UC384; l'uscita è costituita da un amplificatore integrato Cambridge Audio 851A e da diffusori Usher BE718 collocati su supporti. La prima impressione è stata la delicatezza immediata che l'ascolto trasmette. È stato subito evidente che si tratta di un DAC molto valido per la sua fascia di prezzo, oltre ad essere un buon amplificatore per cuffie.
Ho ascoltato un po' di musica, di genere simile, per un paio di piacevolissime ore. Il palcoscenico era ampio e profondo, e si estendeva ben oltre i diffusori. Il basso scendeva in profondità, senza rimbombi. Le voci non erano così in primo piano come con il DAC Marantz. In generale, definirei il suono meno “diretto”. Ho notato che le percussioni venivano riprodotte correttamente, con precisione ma senza estremizzazioni. Anche la musica classica complessa e ad alta risoluzione sembrava particolarmente ben rappresentata; si aveva l'impressione, per così dire, di trovarsi in terza fila. Non certo in mezzo all'orchestra, ma nemmeno al fondo della sala; diciamo, in un punto ottimale. La musica rock più energica (le solite sonorità rock-chitarristiche di Satriani, Timmons e Vai) era leggermente meno corretta, poiché rende meglio con un approccio più diretto. Personalmente, considerato il prezzo, la mia scelta non cadrebbe sull'UA1, come DAC in sé, però potrebbe andare bene per qualcuno, grazie alla possibilità di essere utilizzato come amplificatore per cuffie. Considerato come DAC nella fascia tra 200 e 300 sterline, e considerato anche il valore come amplificatore, è molto valido dal punto di vista della qualità sonora, anche se, per ovvie ragioni, è carente in quanto a caratteristiche.
Tutto considerato, è davvero un buon prodotto. Il prezzo mi sembra ragionevole, l'apparecchiatura è solida e suona alla grande. Tuttavia, ha funzionalità limitate, aspetto da tenere presente rispetto all'uso che si intende farne. Il limite dei 192 kHz potrebbe essere un problema per alcuni e il modo in cui viene spiegato nelle specifiche potrebbe, teoricamente, confondere le idee. Comunque, suona molto bene. Nonostante il suo punto di forza come amplificatore per cuffie, sicuramente non merita di essere relegato nella categoria “Accessori”, poiché, visto il prezzo, ha diritto di essere tenuto in considerazione come DAC per un semplice impianto composto da computer e diffusori amplificati.
© Copyright 2015 Andy Norman - andy@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com
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