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Produttore: Venture Electronics - Cina
Prodotto: auricolari Monk Plus
Prezzo: $ 5 - (Convertitore di valuta) - (Il prezzo può variare)
Recensore: David Hoehl - TNT USA e Lucio Cadeddu - TNT Italia
Pubblicato: Agosto, 2020
Traduttore: Roberto Felletti
Che ne direste della possibilità di acquistare una coppia di auricolari in grado di mettere in imbarazzo delle cuffie tradizionali? Inoltre, che ne direste se gli auricolari costassero solo 5 dollari, ben meno di un decimo del prezzo delle cuffie? Troppo bello per essere vero? Non è così. Una piccola azienda cinese, la Venture Electronics, ha messo in commercio proprio un set di auricolari a quel prezzo, sebbene le spese di spedizione ammontino a circa il doppio del costo degli auricolari stessi che vi arrivano dopo un viaggio a bordo di un'imbarcazione lenta proveniente da... ehm, avete capito. Sono comunque sorprendenti, ma continuate a leggere per altre reazioni dettagliate.
Solitamente non ascolto molto in cuffia, e non ascolto auricolari da quando ho avuto alcune esperienze insoddisfacenti all'epoca del Walkman. A casa, il mio impianto comprende una vecchia Stax Electret di fascia bassa; diversamente sono andato sulle Grado, nello specifico una SR60e, principalmente per l'elaborazione di file audio sul mio laptop, e una SR80i per musica di sottofondo quando sono al lavoro. Ho sempre ritenuto che le Grado suonassero sufficientemente bene per i miei scopi a fronte di un prezzo contenuto e, cosa più importante, che fossero comode per l'uso prolungato finché, a un certo punto, non ho dato maggiore importanza al comfort più che all'assoluta qualità del suono.
Pertanto, quando il nostro impavido direttore Lucio ha chiesto se qualcuno fosse stato disposto a provare questi piccoli auricolari da cestone delle offerte, il mio primo pensiero è stato: “Io non ascolto quegli orrendi auricolari metallici.” Ma poi ho pensato che 5 dollari sono niente, persino per degli auricolari, e che se fossero stati quantomeno tollerabili avrei potuto darli a mia figlia, che come molti adolescenti ascolta musica con nient'altro che piccoli auricolari. E così, il 4 febbraio ho ordinato una coppia di auricolari Monk Plus. L'azienda mi è piaciuta subito per le sue istruzioni relative all'ordine: irriverenti, chiare e personali in maniera affascinante; sostanzialmente dicono che la procedura di spedizione farà arrivare la merce al compratore, ma non in tempi rapidi.
Quanti giorni di attesa ci vogliono?
Ecco qui le fasi della spedizione:
Se pagate con il credito di Paypal o Aliexpress, c'è un periodo di tempo prima che il vostro pagamento venga accreditato, di solito 48 ore, per cui noi non spediamo subito dopo che avete pagato, dobbiamo attendere che il pagamento venga accreditato; in realtà è una procedura abbastanza standard.
Dovremo preparare il pacco, il che può avvenire soltanto quando Miss Peach è al lavoro.
Dovremo portare il pacco al nostro spedizioniere, che si trova molto, molto lontano, a Shenzhen (la mia città è Shenyang, e Shenzhen potrebbe sembrare simile, invece servono 4-5 giorni affinché il pacco arrivi a Shenzhen per poi essere preso in carico).
Lo spedizioniere, in caso di posta aerea, dovrà recapitarlo all'ufficio postale di inoltro a Hong Kong o Singapore.
Soltanto dopo che il pacco sarà stato accettato dall'ufficio postale di inoltro sarà possibile tracciarlo.
[ecc.]
Avevano ragione! Gli auricolari Monk sono arrivati il 19 aprile; a dire il vero me n'ero dimenticato. Quando ho aperto la scatola, con mia grande sorpresa, divertimento e gioia, non solo ho trovato gli auricolari, ordinatamente confezionati in un piccolo sacchetto di plastica sigillato, ma anche due mascherine (in omaggio) contrassegnate con il testo che potete vedere nella foto a destra. Di nuovo irriverenti, di nuovo alquanto affascinanti, in maniera un po' impertinente. E anche “sul pezzo”, ma questo è argomento per un altro articolo o editoriale. Per inciso, l'azienda ora dichiara di spedire almeno una o due mascherine con ciascun ordine e di rendere le mascherine disponibili in grandi lotti per ordini diretti, tutto al prezzo di costo. Un gesto piuttosto carino e tempestivo.
Nella scatola ci sono anche quattro paia di spugnette in schiuma di vari colori. Sono sottili, fragili e non facili da montare -- ne ho rotta una provando a metterla -- ma una volta a posto servono allo scopo. Gli auricolari Monk, la cui forma ricorda dei funghi tozzi con un manico alla base, hanno all'incirca la dimensione di una moneta da 10 centesimi USA. Mi hanno colpito per la loro larghezza, e quando ho consultato mia figlia, l'esperta di auricolari, lei si è dichiarata d'accordo. La loro dimensione e forma è un problema: non sono riuscito ad inserire saldamente i Monk nelle orecchie. Se stavo seduto immobile riuscivo, insistendo un po', a farli stare a posto, ma non riesco a immaginare come sia possibile farli stare nelle orecchie mentre ci si allena o ci si muove. D'altra parte mia figlia ha scoperto come inserirli saldamente, se non in maniera tradizionale.
Purtroppo, affinché i Monk suonino al loro considerevole meglio, devono necessariamente essere sistemati bene nel canale uditivo. Se ballano, il loro suono diventa molto simile a quello metallico e inconsistente che mi viene sempre in mente quando sento la parola “auricolari”. Tuttavia, se correttamente inseriti, sono facilmente all'altezza dello scopo dichiarato dall'azienda, vale a dire dimostrare che «non c'è bisogno di spendere molto per ascoltare un suono veramente ad alta fedeltà.» Andando dritti al punto, ogni volta, se inseriti correttamente, questi auricolari hanno battuto la mia fidata cuffia tradizionale Grado SR60e.
Per la prova, tutti i miei ascolti sono stati effettuati tramite l'uscita cuffia del portatile Lenovo X220, con Windows 7 e il software audio WinAmp. La maggior parte degli ascolti è stata effettuata con file archiviati in un NAS, compressi senza perdite nel formato .ape di Monkey's Audio, riprodotti via WiFi. Ho cominciato i test d'ascolto con una delle mie scelte standard: Tleyeantimo, di Gaspar Fernandez, in un'esecuzione degli Hespèrion XXI di Jordi Savall (AliaVox AV 9853), registrata in maniera vivida. La prima impressione è stata che la Grado avesse più corpo rispetto ai Monk, ma poi mi sono reso conto che i Monk erano più trasparenti e meglio bilanciati. Le voci, che con la Grado quasi si perdevano nell'insieme, si distinguevano chiaramente con i Monk, sia nei passaggi vocali degli ensemble sia quando le voci si univano agli strumenti; e si distinguevano così tanto che, se parlassi spagnolo, sarei riuscito a capire tutte le parole. Nei passaggi puramente strumentali il suono degli strumenti a corda spiccava relativamente alle percussioni e ai fiati, mentre il basso gonfio della Grado tendeva a inghiottirlo, a oscurare le voci e a smussare i transienti rispetto agli auricolari Monk.
Poi sono passato alla traccia 4 del CD Diminuito, due opere di compositori del XVI secolo eseguite da Rolf Lislevand e un ensemble misto voce/strumenti (ECM 2088): Petit Jacquet, di Giovanni Antonio Terzi, e Quinta pars, di Diego Ortiz. Anche in questo caso gli auricolari Monk hanno offerto un basso più pulito e una maggiore chiarezza del testo, mentre il basso voluminoso della Grado sovrastava le voci.
La grande Pasqua russa: Ouverture su temi della Chiesa russa per grande orchestra, op. 36, di Rimsky-Korsakoff, in contrasto ai piccoli ensemble delle selezioni musicali precedenti, è un capolavoro per le grandi orchestre di epoca romantica. Nella registrazione di Leopold Stokowski (febbraio 1968), con la Chicago Symphony Orchestra (RCA Victor 09026-68335-2), ho avuto la sensazione che gli auricolari Monk conferissero ai fiati più carattere rispetto alla Grado, continuando a produrre un basso più pulito e teso e nel complesso a presentare la musica in maniera più trasparente.
Ho provato anche alcuni brani non di classica. Prima, da YouTube, Katie Herzig con Best Day of Your Life. Fin dall'inizio gli auricolari Monk hanno mostrato i dettagli meglio della Grado: le note di sintetizzatore in apertura si sono rivelate qualcosa dello stesso carattere di quelle del sintetizzatore del vecchio motivetto Popcorn. Il basso pesante della Grado oscura quel carattere. Anche le voci sono più chiare e articolate con i Monk, specialmente verso la fine quando l'accompagnamento diventa più denso.
Passando a Doc Watson and the Nitty Gritty Dirt Band, in Tennessee Stud (da Will the Circle Be Unbroken, United Artists UAS 9801), la fondamentale chitarra di Watson è meglio definita con gli auricolari Monk, piuttosto vaga con la Grado.
Stan Rogers, in Barrett's Privateers, offre la combinazione di solista maschile ed ensemble a cappella (registrazione di un concerto da YouTube). All'inizio pensavo che la Grado riproducesse le voci in maniera più naturale e che i Monk fossero deboli, tendenti in alto e un po' striduli. Avevo scoperto che i Monk erano usciti dalla loro sede; rimetterli saldamente nel canale uditivo ha migliorato immensamente il loro suono, dimostrando decisamente l'importanza di un buon inserimento nelle orecchie per trarne il meglio.
Nell'ottica di avere il punto di vista di una utente abituale di auricolari, ho chiesto a mia figlia adolescente di provare i Monk e di valutarli. Mi ha detto che i suoi ascolti comprendevano, tra gli altri, vari brani di Girl In Red, Panic! At The Disco e Alan Walker, tutti in streaming da Spotify. La sua reazione immediata, quando ha ascoltato i Monk per la prima volta, è stata «Quanto sono buoni!» Dopo averli ascoltati per un po' ha dichiarato che la qualità del suono è molto buona per degli auricolari, particolarmente il basso, molto migliore di quello dei suoi simil-Airpod (il cui prezzo è circa il doppio di quello dei Monk), paragonabile a quella del set Dodocool che le ho regalato un paio di anni fa e che poi ha fatto la fine di tutti gli auricolari. Tuttavia lei pensa che la cuffia tradizionale Harman Kardon, che le ho regalato per Natale due anni fa, suoni di fatto meglio. Come me, lei ritiene che la trasparenza degli auricolari Monk sia una delle loro virtù cardinali. Tuttavia, non è una virtù il modo in cui gli auricolari Monk calzano. Mia figlia lo ha descritto come “strano” e ha aggiunto che dopo un po' i Monk avevano cominciato a farle male.
Le mie Monk Plus hanno impiegato due mesi in più per arrivare, senza motivo apparente, ma in ogni caso preparatevi a una probabile lunga attesa. Ho confrontato le Monk Plus con tutte le cuffiette della stessa tipologia che avevo a casa (e, avendo una figlia adolescente, ne ho veramente tante), partendo da Philips, passando per AKG e Dodocool e poi infine gli Apple AirPods e tante altre. Come sorgenti ho utilizzato sia il mio smartphone OnePlus che l'iPhone di mia figlia, più il mio sistema HiFi di riferimento, collegato a diversi ampli cuffia: il nuovo NuPrime Alita (recensione a breve), un AudioGD R2R 11 e un ProJect Headbox Digital S2. Per un confronto non troppo “cattivo” ho utilizzato delle Grado SR80e, cuffie aperte da circa 170€ di listino.
Ebbene, questi giocattolini sono fenomenali! Hanno semplicemente umiliato ogni altra cuffietta con la quale le ho confrontate (ed erano tutte più costose) e senza alcuna fatica. Innanzitutto la gamma bassa: potente, profonda e controllata. A seguire la dinamica e per finire la trasparenza generale, tutte su un altro livello. E non di poco. Naturalmente, la qualità delle basse frequenze dipende molto - come per tutte le cuffiette di questa tipologia - dalla posizione all'interno dell'orecchio. Fate qualche esperimento fino a trovare il compromesso migliore, le differenze - da posizione a posizione - non sono piccole.
Confrontate senza pietà con le Grado SR80e le Monk Plus hanno perso la sfida, il suono appare più confuso e meno definito in gamma medio-alta, con accenni di distorsione e una minore quantità di particolari estratti dalle incisioni, ma la gamma bassa, sorprendentemente, è su un livello simile (parametro nel quale le Grado SR80 non eccellono). Anzi, direi che forse come impatto e potenza in basso queste Monk Plus fanno persino meglio delle Grado. Abbastanza incredibile, direi, visto il costo.
Il test con mia figlia, tipicamente libera da pregiudizi, e refrattaria ad abbandonare il suono dei suoi Apple AirPods, è stato sorprendente: ha dovuto ammettere, senza problemi, che le Monk Plus suonano meglio sul suo iPhone. Ora, inutile rimarcare quanto sia imbarazzante la differenza di costo tra gli AirPods e le Monk Plus...180€ contro 10€.
Gli auricolari Venture Electronics Monk Plus sarebbero un affare incredibile se si riuscisse a farli stare fermi nelle orecchie. Essi offrono un suono chiaro e pulito, con un piacevole equilibrio e un basso pulito, decisamente buono. Eccellono particolarmente con musica di piccoli ensemble e nella definizione delle voci. Se riuscite a pazientare un po' per i tempi di spedizione e volete scommettere 15 dollari (prezzo più spedizione) per vedere se riuscite a sistemarli correttamente nelle orecchie, non posso che parlarne positivamente. Notate, però, che il modo in cui calzano è cruciale. Questi auricolari, semplicemente, non rivelano l'eccellente suono di cui sono capaci se non sono inseriti correttamente nei canali uditivi, il che può o non può essere possibile a causa della loro conformazione fisica.
A parte l'eccellenza del prodotto, la Venture Electronics deve essere elogiata per il suo altruismo e perché evita gli stereotipi contorti. Mi piace questa azienda. Mi piacciono il suo approccio fresco, il suo rifiuto di abbellire la verità, la sua voce irriverente e la sua disponibilità a mettersi in gioco e a contribuire per risolvere l'attuale crisi, anziché limitarsi a spronare il resto di noi ad agire. Vorrei che tante altre aziende fossero così dirette.
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