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Il furbo ed i fessi
La soluzione
L'accusa che viene rilevata in capo all'acquirente in questione suggerisce di fare chiarezza in tema di ricettazione e di incauto acquisto (definito dal codice penale "acquisto di cose di sospetta provenienza"), due distinte figure di reato presenti nell'ordinamento giuridico penale italiano.
Si tratta di due figure di reato molto simili che si differenziano però tra di loro, per diversità di elementi sia soggettivi (cioè l'intenzionalità, se così si può dire, di chi li compie) sia oggettivi (cioè a dire gli stessi elementi costitutivi che danno vita ai due reati).
Per quanto concerne la ricettazione si tratta di un delitto, previsto dall'art.648 cod. pen.
E' commesso da chi acquista, riceve, occulta danaro ovvero qualunque altra cosa proveniente da qualunque delitto al fine di procurarsi un profitto, sapendo che la cosa che acquista, riceve ecc., è frutto di un delitto (furto, rapina ecc.).
Con questo delitto la legge mira a colpire l'attività di coloro che, con minore rischio di quello corso dal ladro o rapinatore ,"piazzano la refurtiva", assicurando così un profitto economico a se stessi e a chi commette i reati in prima persona.
Il detto comune che senza ricettatori non vi sarebbero ladri, o rapinatori, contiene un fondo di verità, in quanto difficilmente l'autore di un furto o di una rapina dispone anche dei canali necessari per vendere la refurtiva, e comunque correrebbe grossi rischi a occuparsene direttamente.
Non di rado poi è lo stesso ricettatore a commissionare il furto di determinate merci, in relazione alle "richieste di mercato" e alle concrete possibilità di vendere con profitto la refurtiva.
In considerazione della notevole pericolosità sociale della ricettazione la pena arriva ad un massimo di 8 anni di reclusione e di 20 milioni di multa.
Il delitto minore di "acquisto di cose di sospetta provenienza" (art. 712 cod. pen.) è, in qualche modo affine alla ricettazione.
La differenza (in realtà non secondaria) consiste nel fatto che la seconda presuppone che il ricettatore sia dolosamente a conoscenza della provenienza delittuosa del denaro delle altre cose che egli acquista o riceve, mentre l'incauto acquisto sussiste quando l'acquirente, per semplice colpa, cioè per negligenza o imprudenza, non ha accertato la legittima provenienza di cose che, per la loro qualità o per il prezzo eccessivamente basso, si abbia motivo di sospettare provengano da un reato.
La pena in tal caso è dell'arresto fino a sei mesi ovvero dell'ammenda non inferiore a ventimila lire.
Dunque: se siete dei ricettatori, ossia se comprate una cosa che sapete che è rubata, siete dei delinquenti ed è giusto e sacrosanto che andiate in galera, anche per non costringerci a respirare la stessa vostra aria.
Analogo è il discorso se siete solo "furbi", ossia se non vi sorge alcun dubbio se uno sconosciuto vi offre un oggetto ad un quarto del suo reale valore o, meglio, se il dubbio vi sorge ma lo reprimete per non perdere l'"affare". In tal caso siete delinquenti di mezza tacca e, tutto sommato, un po' squallidi. Un po' di carcere vi farebbe bene lo stesso per abituarvi a riflettere.
A questo punto, però, ci si chiede: ma allora, a scanso di equivoci, che devo fare? Devo evitare di comprare cose usate? Le devo comprare solo da persone conosciute?
La risposta è no. Comprate pure cose usate da persone che non conoscete ma, se le cose hanno un valore di mercato non trascurabile, adottate le opportune cautele e cioè:
scrivete due righe di questo tenore:
"Il sottoscritto ecc. ecc. CEDE IN PROPRIETA' al signor (il vostro nome e cognome) l'apparecchio modello X, matricola n° ABC, del quale dichiara per ogni fine di legge di essere il legittimo proprietario, al prezzo di Lire Y.
(già che ci siete potete aggiungere che: il venditore dichiara che l'apparecchio è perfettamente funzionante compatibilmente con il suo stato d'uso, ovvero, se ha qualche difetto, specificatelo chiaramente).
Data e firma di entrambi
Fate la dichiarazione in duplice copia e tenetene una per voi (l'altra la date al venditore).
Per serietà fate questa dichiarazione anche se siete voi a vendere: un po' di civiltà e correttezza non hanno mai fatto male a nessuno.
Se siete voi a vendere non mancate di inserire la specificazione sullo stato d'uso dell'apparecchio che vendete. Se l'apparecchio ha qualche difetto fatelo presente e specificatelo per iscritto. Vi risparmierete grane in futuro.
Se non conoscete il venditore personalmente non mancate e non vergognatevi di chiedergli un documento di identità e di farne fotocopia che allegherete alla dichiarazione e conserverete insieme agli altri documenti dell'apparecchio.
Se alle vostre richieste viene opposto un diniego, comunque motivato, evitate l'affare, anche a costo di perdere un Krell nuovissimo a centomila lire.
Un'ultima cosa: non guardate necessariamente in cagnesco il vostro venditore come se fosse un bandito. Spesso è una persona onesta quanto voi che, se ha un minimo di intelligenza, capirà che certe precauzioni tutelano anche lui e non hanno nulla di ridicolo.
© Copyright 1999 Avv. Paolo Del Manzo
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