Inter.Vista con l'Ing. Vincenzo Fratello, proprietario e progettista della SAP (Strumenti Acustici di Precisione)

by Lucio Cadeddu

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LC >
Potresti presentare la Strumenti Acustici di Precisione ai nostri lettori? Quando è nata l'idea e con quali principi cardine?

VF >
Give voice to the best tube amps è la mission della SAP e descrive perfettamente quale è stata - contemporaneamente - l'occasione per la nascita e l'idea iniziale (cardine) dell'azienda. Quando abbiamo iniziato la nostra attività, nell'ormai "lontano" 1994, eravamo già in pieno revival dell'amplificazione valvolare, almeno nell'ambito dell'high end, ma esistevano pochissimi diffusori adatti a "dar voce" ai migliori amplificatori, solitamente di potenza molto bassa. Gli unici diffusori adeguati erano progetti risalenti ai golden years dell'audio (Klipschorn, Altec la voce del teatro, i modelli maggiori della gamma classica di Tannoy) e con qualche difetto non più accettabile per i gusti nel frattempo modificati (non ho detto evoluti !) degli audiofili.
I nostri diffusori nascono con l'intenzione di colmare questa lacuna, evitando alcune limitazioni "timbriche" dei progenitori, con un prezzo ed un ingombro più accettabili.
Oggi la situazione non è poi molto diversa, i concorrenti continuano a ... non essere numerosi e la nostra gamma di prodotto si è molto estesa, sia verso il basso (dimensioni più piccole ed altoparlanti full range), sia verso l'alto, con il picco raggiunti dal nostro sistema "la voce" e proprio in questi giorni superato dal nuovissimo "gran coro".

La SAP oggi offre oggi al mercato anche il suo primo amplificatore valvolare (un OTL assolutamente non convenzionale), cavi, sia di segnale che di potenza e .... giradischi, ricondizionando il celebre EMT 948, purtroppo non più in produzione. Stiamo lavorando anche ad un sistema Home teather che - nei nostri programmi - sarà disponibile per il Top Audio '99.

LC >
I prodotti SAP sembrano orientati verso l'alta efficienza accoppiata ad elettroniche valvolari di bassa potenza. Quali sono, in sostanza, i vantaggi di questo approccio?

VF >
Per rispondere è necessario un chiarimento delle nostre opinioni ed esperienze complessive.
"No valve, no music" è la semplice opinione dell'azienda per quanto riguarda la tecnologia dell'amplificazione. La presenza di valvole è condizione necessaria ma non sufficiente per una corretta riproduzione della musica. Non siamo khomeinisti per quanto riguarda la topologia circuitale dell'amplificatore, esistono ottimi esempi di push-pull, così come esistono (molti) pessimi esempi di single-ended.
Per dirla tutta, pochissimi amplificatori che utilizzano sua maestà la 300 B o la principessa 2A3 suonano bene. Ancora meno sono i finali basati su 211 o su 845 che ci piacciono, e di solito sono estremamente costosi e mai realizzati dall'artigiano di turno.
Non siamo neanche oltranzisti sulla "quantità" di valvole in parallelo per lo stadio finale, ne' sul numero totale di stadi. Arriviamo (perfino !) a pensare che un'alimentazione a stato solido possa funzionare molto bene, almeno fino ad un certo livello di costo, e che un integrato possa suonare meglio di una coppia pre + finali mono.
Per quanto riguarda la potenza, riteniamo che la potenza, a valvole e di qualità, sia estremamente costosa ma non che 1,5 W suonino necessariamente meglio di 50 W: naturalmente in quest'ultimo caso è fondamentale la qualità del "primo watt", quello maggiormente usato nei sistemi di sensibilità "adeguata".
Se mi chiedono di fornire una spiegazione "tecnica" della nostra assoluta predilezione per la valvola come elemento amplificatore per usi audio, rispondo onestamente: NON LO SO.
Il mio background di ingegnere elettronico e la relativa deontologia professionale non mi consentono di arrampicarmi sugli specchi per trovare una spiegazione pseudo-scientifica, come fanno in moltissimi.
Naturalmente col tempo ho sviluppato delle idee in proposito, ma non sono "provate", quindi le tengo per me.

Supponiamo dunque di avere a disposizione una potenza tra 10 e 20 W che - sotto l'aspetto dei costi - già richiede per essere realizzata con tecnologia valvolare e con la qualità adeguata, un discreto esborso di quattrini.
Un sistema di altoparlanti con sensibilità di 95 dB per Watt e per metro produce da 105 a 108 dB. Inserito in un ambiente di dimensioni ragionevoli (fino a 35 - 40 mq), in coppia con l'altro diffusore di un sistema stereo e considerando le riflessioni delle pareti è chiaramente in grado di generare livelli sonori tali da soddisfare qualunque richiesta.
Inoltre quasi tutti gli altoparlanti di qualità ragionevole sono in grado di smaltire tranquillamente questa potenza e di non generare una significativa compressione dinamica.
Ma queste considerazioni - sia pure molto significative - non bastano ed il motivo principale della nostra preferenza a sistemi da 95 dB in sù di sensibilità deriva da un'altra fondamentale considerazione.

Il suono e la musica sono variazioni di pressione dell'aria: un sistema in grado di seguire con maggiore velocità e "naturalezza" queste variazioni, senza sforzo, sarà certamente in grado di approssimare maggiormente l'evento originario. In particolare se il sistema è poi "alimentabile" da un amplificatore a tecnologia valvolare (l'unica capace di adeguate prestazioni musicali) invece di richiedere 1 KW di amplificazione a stato solido per mettere efficacemente in movimento l'aria, risulterà infinitamente più vicino alla musica.

LC >
Quali sono i problemi principali da affrontare nel progetto e nella realizzazione di un altoparlante a larga banda?

VF >
Tutti conosciamo per averlo sperimentato almeno una volta, il problema della coperta corta. Progettare un altoparlante a larga banda è lo stesso tipo di problema.
Ipotizziamo per semplicità che il cestello siano già stato progettato adeguatamente. Si lavora, con esigenze spesso fortemente contrastanti, su cinque variabili: magnete, traferro, bobina mobile, membrana e sospensione.
Per estendere la risposta alle frequenze più elevate è necessario alleggerire le parti in movimento (membrana e bobina mobile) ed irrigidire la sospensione.
Al contrario, per ottenere una risposta estesa alle basse frequenze, occorre diminuire la frequenza di risonanza, quindi aumentare la massa mobile ed ammorbidire la sospensione.
Tuttavia è possibile ottenere miglioramenti in alto, senza peggiorare la frequenza di risonanza, modificando la forma della membrana (senza modificarne la massa) o sostituendo al parapolvere un ogiva di profilo opportuno.
Oppure si può migliorare la risposta alle basse frequenze utilizzando un magnete di caratteristiche diverse, senza deterioramenti della risposta alle frequenze più elevate.
Considerando che - come per tutti gli altoparlanti - è necessario stabilire quale sia il comportamento richiesto al crescere della potenza applicata, quindi il suo intervallo di escursione lineare e nuovamente agire opportunamente sulla bobina mobile e del traferro, il problema si trasforma nella scelta del miglior bilanciamento tra sensibilità, frequenza di risonanza e potenza sopportata.
Come per tutti i trasduttori (oggetti che trasformano un tipo di energia in un altro) il progetto di un altoparlante ed in particolare di un larga banda, è un delicato esercizio di conoscenza, esperienza, equilibrio tra fenomeni fisici in apparente, insanabile contrasto tra loro.

LC >
La riscossa della tecnologia valvolare è ormai davanti agli occhi di tutti: moltissimi sono i nuovi Costruttori ed i nuovi apparecchi nel mercato. Quanto ci può essere ancora di realmente nuovo ed originale in un progetto a tubi quando molti apparecchi commerciali sono solo piccole varianti di schemi degli anni '50? Prevedi un ridimensionamento o una ulteriore espansione del fenomeno valvolare?

VF >
E' sempre possibile innovare, indipendentemente dall'età delle tecnologie di base impiegate. Nel caso specifico oggi sono disponibili e diffusi strumenti di calcolo e misura molto diversi rispetto a quelli degli anni 30 (o 50) e grandi progressi sono stati fatti nella componentistica passiva (questo nonostante il nostro amore per i condensatori carta e olio che usiamo praticamente in tutti i cross-overs dei nostri diffusori).
L'amplificatore integrato SAP Anniversary è - per quanto ne sappiamo - l'unico amplificatore al mondo OTL, single-ended, zero feedback. Nel nostro piccolo abbiamo certamente realizzato un prodotto innovativo che - oltretutto - è particolarmente innovativo anche sotto l'aspetto del risultato sonoro.
Comunque è mia opinione che il fenomeno valvolare non sia destinato ne' a crescere, ne' a ridimensionarsi nei prossimi anni: la mia previsione è per un mantenimento della situazione attuale.
Il mutamento sarà certamente uno spostamento delle quote di mercato verso le aziende e i prodotti che realmente hanno qualcosa da dire in proposito di componenti per l'audio di qualità.

Il crollo che prevedo (ed auspico) è quello degli esperti improvvisati, soli depositari del "vero" e del "giusto", che avvolgono trasformatori d'uscita solo nelle notti di luna piena coincidenti con gli equinozi, usando il platino trafilato a mano (sinistra) dalla sorella nubile ....!

LC >
Per quanto riguarda i diffusori ad alta efficienza, partners ideali per elettroniche valvolari di bassa potenza, spesso si deve ricorrere a caricamenti a tromba ingombranti e complessi. Questo, in qualche senso, limita l'accettabilità domestica di prodotti di questo tipo. Ci risulta che avete un progetto di un diffusore a tromba di dimensioni compatte. Quali sono stati i compromessi e quali i vantaggi di un simile approccio?

VF >
In accordo con le leggi della fisica abbiamo dovuto accettare una minore capacità di emettere energia alle frequenze basse, rispetto ad un woofer da 15". Credo sia l'unico compromesso accettato nel progetto di Anniversary.
I vantaggi sono quelli tipici dei sistemi a tromba di alto lignaggio: sensibilità, facilità di pilotaggio, emissione molto naturale, dinamica e microcontrasto, bassi da "tromba", cioè realistici.
Per bassi realistici intendo ..... esattamente il contrario di quelli generati dal 95% dei sub woofer per home theater commerciali ! Chiarisco che Anniversary è completamente a tromba, anche il tweeter, un componente a cono da noi sviluppato, è caricato da una piccola tractrix in legno massello. La tromba delle frequenze basse ha un cut-off di progetto teorico a 40 Hz ed una lunghezza di quasi 2 metri.

LC >
Come mi capita spesso di dire, a malincuore, è che "nemo profeta in patria", che, tradotto nel linguaggio del mondo dell'HiFi, significa che un costruttore (o una rivista, come nel nostro caso) per guadagnarsi il rispetto in patria deve prima farsi apprezzare all'estero. Da questo punto di vista la Rete Internet ofree possibilità fino a qualche anno fa impensabili e TNT-Audio ne è la dimostrazione più evidente. Quali sono le possibilità, per un marchio italiano, di affermarsi all'estero, quali le difficoltà e le strategie?

VF >
Grazie al lavoro di tantissime aziende, all'estero l'Italia è ormai entrata nel ristretto club dei paesi produttori di high end. La qualità sonora, progettuale e - non ultima - delle finiture e del design è ormai data per scontata.

Le possibilità di affermazione all'estero sono significative ma occorre essere fortemente competitivi come "sistema azienda" e non solo come prodotti. Questo in un settore avaro di numeri e di profitti non è facile anche se, devo dire, molte aziende italiane sono già pienamente competitive su scala planetaria sui prodotti ed alcune anche per "sistema azienda".
Le difficoltà sono legate agli elevati investimenti necessari a promuovere il prodotto ed alla lentezza esasperante con la quale questi investimenti tornano. Bisogna ragionare almeno a medio periodo e non avere fretta di raccogliere ed avere "le spalle" sufficientemente robuste dal punto di vista finanziario per reggere alle spese dei primi anni di attività.
Si ci deve aspettare l'inizio del rientro degli investimenti (diciamo un cash-flow a break even) tra il terzo ed il quinto anno dall'inizio dell'attività all'estero. Altre attività sono da questo punto di vista molto più allettanti !

La strategia SAP è abbastanza semplice: ampia gamma di diffusori, sempre però bene in linea con la filosofia dell'azienda, aggiunta prudente di altri componenti come l'amplificazione ed i cavi, sviluppo di un sistema (amplificazione più diffusori) per home teather.
Quest'ultimo punto è divenuto ormai indispensabile perchè molti distributori pongono come condizione per trattare il marchio la disponibilità di componenti home theater. All'estero i distributori tendono a trattare meno marchi, rispondenti ad una loro precisa strategia aziendale, con una forte promozione e con maggior fatturato per marchio.
L'esatto contrario di alcuni grossi distributori italiani .... i cosiddetti onnivori, con decine di marchi, senza una strategia e con inconsistenti fatturati per marchio .... tanto per vedere cosa va!
Dal punto di vista geografico, l'interesse dell'azienda si sta spostando dai mercati americani ed asiatici, ai mercati europei ed - in particolare - al nostro nuovo mercato domestico: l'unione europea.

LC >
Quali i sogni del cassetto?

VF >
Le aziende sane non hanno sogni ma programmi, piano di sviluppo e strategie per far sì che i sogni accadano.
Tuttavia abbiamo un sogno anche noi: che il nostro mercato - trascorso questo lungo periodo di malattia - guarisca attraverso un ricambio generazionale degli appassionati e la definitiva scomparsa - non rimpianta - di tutti quanti hanno contributi a ridurlo nelle condizioni attuali dopo averne per anni tratto profitti miliardari.

La S.A.P. ha sede in Salerno, Largo Plebiscito, 6, CAP 84125. Telefono e fax: +39 089 250979. E-Mail: sapmkt@tin.it ed è tradizionalmente e costituzionalmente ben felice di rispondere ad ogni richiesta degli appassionati.

Cortesemente Vincenzo Fratello per TNT-Audio.

Copyright © 1999 Lucio Cadeddu