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Reportage dal 10° Bari Hi-End

Questa volta lasciamo perdere

Quest' anno poteva essere la volta buona per vedere qualche azienda in più fra quelle che nelle ultime edizioni erano assenti: la mancanza di due mostre (Umbria e Roma) poteva senza dubbio creare uno spazio nella realizzazione di un "polo" centro-meridionale per arrivare ad una situazione che teoricamente sarebbe ideale: Milano con il Top Audio e Bari per coprire le esigenze (anche logistiche) della nostra lunga penisola.

Perciò, fiducioso in queste considerazioni, parto e faccio le due ore di strada che mi separano da Bari. La collocazione delle sale d'esposizione nelle stanze e nei saloni dell'Hotel Ambasciatori è la stessa delle passate edizioni.
Subito però comincio a notare una cosa: una presenza di pubblico scarsissima; sarà l'orario, penso, ma il dato non migliorerà nel corso della giornata.
Dato uno sguardo al catalogo noto alcune "abolizioni" di programma rispetto al solito: la sezione dedicata agli strumenti musicali in primis, e quella dedicata ai concerti dal vivo.

Fatta la foto di prammatica dell'ingresso della mostra inizio l'esplorazione: aspettandomi naturalmente molto H.T. decido di fare, sfruttando il poco affollamento, un rapido giro, saltando le sale con video per trovarne qualcuna in cui ascoltare con calma qualche impianto solo audio.

Salto la prima, salto la seconda, salto la terza e comincio a rendermi conto di quale era la situazione: "solo audio" solo in quattro sale. Nessuna suonava in maniera minimamente decente, specie in rapporto alla quantità di soldi esposti. Tutto sembrava buttato lì, approssimato.

Il SACD in dimostrazione e qualche divagazione "filosofica"

Fortunatamente nella saletta Marantz capito giusto giusto per una dimostrazione comparativa di SACD vs. CD con le incisioni Fone', condotta da Giulio Cesare Ricci.

A prescindere dalle virtù del SACD in quella sala c'era il miglior suono della mostra, titolo conquistato a spese, e questo dovrebbe dirvela tutta sul livello generale, di altri impianti che, se ben ottimizzati, lo avrebbero surclassato.

Poi il nuovo standard: funziona, le differenze sulla stessa esecuzione in commutazione A - B sono sensibili e percepibili anche in un ambiente non silenziosissimo (i tum-tum delle sale accanto) e affollato da una trentina di persone.

Maggior dettaglio, ampiezza di scena; molto convincente, ma pensate anche al fatto che il solo lettore SACD in uso costava diciassette milioni: un cd-player di tutto rispetto ne costa due. Fate un po' i conti voi: sicuramente uno standard da tener d'occhio nei prossimi anni quando le cifre in ballo si saranno calmate.

Cui prodest

Resta però un grande enigma, che ho proposto in domanda pubblica a G.C.Ricci che abilmente ha dribblato tre volte la risposta. Perchè l'industria vuole un nuovo standard?
Proviamo a vedere le cose in questi termini: pensiamo, oltre che da audiofili, da industriali: il passaggio dall'analogico al CD è stata una rivoluzione. Ha cambiato le abitudini musicali della gente e ha portato un indubbio aumento della qualità media d'ascolto. Provate a immaginare un mondo senza il cd musicale. Immaginate quanta gente oggi continuerebbe ad arare i vinili con i pronipoti del giradischi di Selezione (pietra miliare nella storia dell'ascolto musicale), ad ascoltare in auto solo cassette.
Stesso discorso per il video: il DVD è una rivoluzione reale perchè innalza la qualità media rispetto al VHS in maniera drammatica, oltre che la durata nel tempo e la maneggevolezza.

Di certo c'è che è solo una pia illusione credere che i nuovi standard audio siano rivolti agli audiofili, all'innalzamento della qualità: gli occhi dell'industria sono sui grandi numeri e allora chi sarà il primo beneficiario delle nuove tecnologie?
Il mercato stesso in primis: ogni novità o prodotto innovativo genera movimenti di denaro e indotto.

La pirateria come partner industriale

Altra motivazione la lotta alla pirateria, rappresentata ufficialmente come il demonio del momento, ma partner effettivo dell'industria (pensate alle vendite dei dischi vergini, dei masterizzatori dei computer) che vogliono farci credere eliminabile con i nuovi standard.

Spiegatemi allora quale successo avrebbe avuto la PlayStation senza la pirateria. La facile reperibilità dei giochi a basso costo (copiati) ha fatto moltiplicare per n volte il numero di apparecchi e degli accessori (volanti , joypad, stecche da biliardo virtuale e addirittura tappeti interattivi con sensori per ballare) venduti, stracciando la concorrenza che si basava su sistemi di software non duplicabili (Sega, Nintendo, etc).

Credete ancora che il fine ultimo delle multinazionali planetarie sia il buon suono ricercato da quattro gatti spelacchiati, assillati dalle prestazioni di un cavo e perennemente insoddisfatti quali noi siamo?

Oggi la pirateria paga poco all'industria, i cd vergini costano mille lire, i masterizzatori solo 400.000 e il consumatore compra un gioco a 7-8 mila lire. Con il nuovo standard ritorneranno i "bei tempi" dei masterizzatori da due milioni, i dischi vergini da diecimila lire etc...

Diciamocelo chiaro: dato che il denaro non si crea dal nulla, se siamo in tre e abbiamo cento lire a testa e dopo qualche manovra io me ne ritrovo duecento, agli altri due, cento lire mancheranno di certo. Per questo meccanismo fra industria tecnologica, proprietari dei diritti intellettuali e pirati, chi fa il vero business è l'industria che indirettamente li sottrae ai legittimi proprietari dei diritti, non certo il nigeriano all'angolo o il negoziante di dischi che sottobanco smercia anche copie illegali.
Ma guarda caso è proprio l'industria che strilla di dolore, che si indigna, politically correctly, quando invece a lamentarsi dovrebbero essere SOLO gli autori che molto spesso sono daccordo sul fatto che i supporti costano troppo.

La rivoluzione dell'MP3

Rivoluzionario in termini di costume invece, vedo l'MP3 (escludendo il discorso qualitativo): offrirà ancora nuovi modi per fruire, in situazioni inconsuete, di musica, con una barretta silicea che contiene 50 cd e pesa 10 grammi: sarà bello portarla in viaggio, facendo jogging o andando in bici o come portachiavi.

Torniamo comunque a Bari, ora e scusate la divagazione: continuo un po' depresso il "giro di ispezione"; anche Chario, ospite fisso della sala più grande, va in video. Sull'analogico Audio Note UK con elettroniche Zero Level il nome parla da sè e dà la cifra del livello, sulla dimostrazione di Dynaudio con elettroniche Aloia penso che, se ci fosse stato il Bart con una mazza da baseball in mano...

Salgo su ed entro nel Luna Park allestito da Sony-di-tutto-di-più: almeno 15 impianti HT (alcuni molto belli e ben suonanti -parlando di HT-) e gran parata di lucine di compatti da libreria, tutti sovrastati da un videoproiettore e sistema audio JBL Pro con "Il Gladiatore" che imperversava.
Scanso qualche sciabolata e un colpo di tridente ed entro nella saletta SACD Sony, anche questa ben suonante solo perchè qualcuno si era sforzato di sistemare decentemente l'impianto in ambiente. Ho detto ben suonante a un impianto tutto Sony: immaginate il resto.

Sono sinceramente scocciato e irritato: recupero un po' solo nella bella e grande sala in cui, come sculture di arte moderna, ci sono gli impianti Bang&Olufsen: che bellezza! Una bellezza spudorata almeno quanto i cartellini dei prezzi ben esposti. Veri oggetti di desiderio. Roba da esibizionisti?   Può darsi, ma uno di quelli nel mio salone farebbe un figurone!

Scambio due parole con l'organizzatore e sentendolo quasi entusiasta della riuscita complessiva, gli suggerisco di chiamare la prossima edizione Bari Hi-Tech e di esporre home entertainement (giochi, e telefonini inclusi, videocamere computer e case automatizzate) e di lasciar perdere l'audio o decidere di farlo seriamente, giusto per una questione di onestà e per non far fare a tanta gente tanta strada inutile.

Mi metto il cappotto e vado via con una sensazione: questa mostra è finita. Per sempre.

Spero di sbagliarmi e di essere smentito ma ne dubito.

© Copyright 2000 Mimmo Cacciapaglia - http:/www.tnt-audio.com

HTML Editing: Paolo Saggese

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