Autore: Werner Ogiers
Sound & Vision, tenutasi all'Hotel Marriot di Bristol, è in ordine di importanza la seconda mostra audio inglese, dopo il London Hi-Fi Show di settembre. Ma mentre la mostra londinese ha ormai assunto dimensioni gigantesche ed è diventata eccessivamente affollata, con crescente insoddisfazione sia del pubblico che degli espositori, Bristol è una mostra di dimensioni più umane, più accessibile, e quindi gradevole.
Suono. E Video. Anzi: Suono e Video. Non c'è modo di arginare l'espansione dell'home theatre, a scapito dell'audio puro. Tra l'altro, l'edizione di quest'anno della mostra avrebbe potuto chiamarsi tranquillamente Il Convegno Annuale sulle battaglie tra barbari e Romani, dal momento che ogni sala proiettava la scena iniziale della battaglia del film Gladiator.
E quasi ogni sala che proiettava Gladiator usava il nuovo Arcam DVD DV88 della serie Diva, i lettori CD92 e '72, e il sintonizzatore AVR100. Queste elettroniche sembrano di ottima costruzione, oltre che esteticamente apprezzabili, e ad esse credo sia da attribuire la sempre ottima qualità sonora di riproduzione.
In generale considero i sistemi audio-video economici pretenziosi oltre che poco musicali. Tuttavia sono stato felice di imbattermi in alcune eccezioni a questa regola. Acoustic Energy presentava la nuova serie di diffusori Aesprit: un modello da pavimento, due modelli da stand, un diffusore centrale, un sub amplificato, e dei minuscoli diffusori per i canali posteriori. Sfornavano colonne sonore con energia, equilibrio, ed un bilanciamento tonale piacevolmente caldo.
Un suono di qualità assai simile l'ho trovato in una delle molte sale B&W con la completamente nuova serie CM. Il CM4, da pavimento (900 Sterline, 1400 Euro), il CM2 da scaffale (550 Sterline, 850 Euro), e il diffusore centrale CMC sono il risultato di progetti nuovi caratterizzati del ben noto tweeter Nautilus a cupola metallica e dal woofer in Kevlar® e alluminio. Ma ancora più attraente, anzi bellissimo, è il loro look con il frontale grigio in metallo spazzolato (il colore si specchiava nel cono dell'altoparlante!) ed il mobile in acero o palissandro. Assolutamente da favola, e fortunatamente questi diffusori hanno un suono all'altezza (quanto meno in video, purtroppo non sono riuscito a sentirli in configurazione solo audio).
All'estremo inferiore del catalogo il DM302 è stato rimpiazzato dal DM303 (180 Sterline..., 280 Euro), che ha l'aspetto di un diffusore ben più costoso ed è anch'esso dotato del tweeter Nautilus.
Cyrus esibiva il catalogo di elettroniche in un attraente look color argento. C'era anche una serie di diffusori a sottolineare il recente scisma dalla Mission. Alcuni di questi diffusori hanno però un aspetto assai poco Cyrus!
Passiamo invece alle note dolenti. Assieme ad una coppia di diffusori bookshelf, piccoli e carini, Cyrus ha finalmente tolto i veli ai grossi diffusori da pavimento Icon con i pannelli NXT per medi ed alti, supportati da un convenzionale woofer a cono. Il suono? Stentatello e granato. La tecnologia NXT ha ancora parecchia strada da fare.
Una tecnologia simile è quella impiegata nei diffusori AV surround a pannelli piatti SCAV-F100 della Denon, ma anche il risultato è simile, sebbene il costo assai più contenuto li renda tutto sommato più accettabili. Tra l'altro la gran parte dei sistemi AV di prezzo simile suonava altrettanto male (a parte le notevoli eccezioni dei JBL XTi, accoppiati ad elettroniche Rotel, e della serie Reference di Klipsch: davvero niente male...)
Michel Engineering e la sua emanazione dedicata alle elettroniche Trichord Research proponeva qualche novità. Come forse saprete, le ultime versioni dei giradischi GyroDec e Gyro SE ora dispongono di un motore DC di qualità superiore, al posto del defunto motore sincrono Papst dell'anno scorso. Il che significa che anche il famoso 'upgrade' dell'alimentatore QC non c'è più, ma non fatevi prendere dal panico: ora c'è il VC, esternamente molto simile, per il motore DC. Un Gyro con motore DC, a quanto dicono, dovrebbe avere prestazioni assai vicine a quelle di una combinazione AC/QC, mentre un Gyro con DC/VC pare che si avvicini alle prestazioni dell'Orbe.
Qui sotto potete notare, sotto il preamplificatore fono Delphini, il nuovo "piccolo" Dino (300 Sterline, 460 Euro), uno stadio fono mid-end per testine MM and MC che riprende molto dei circuiti del Delphini, compresi i condensatori di segnale MCap, e include persino uno stadio di uscita a transistore discreto in classe A. Normalmente alimentato da un trasformatore toroidale da 40VA, il Dino può essere migliorato con l'alimentatore HR, oppure può essere alimentato dall'HR PSU dell'Orca.
Infine c'era in uso un prototipo del condizionatore di rete Ace common-mode: un filtro di linea piccolo e dal prezzo accessibile con un aspetto esteriore che mostra chiaramente la mano di John Michell.
Logicamente, a poca distanza dalla sala Michell c'era ProAc (in passato di solito si mettevano vicino). Qui esponevano due modelli, l'entry-level Studio 125, da pavimento (suonava davvero bene per il suo prezzo di 1000 Sterline, 1500 Euro), ed il nuovissimo Future .5. Si tratta naturalmente del fratellino minore dei Future 1 e 2, costa la metà dell'1 e ne condivide il progetto basato sul tweeter a nastro, midrange dipolare con apertura posteriore e woofer con reflex.
Un altro amico di casa Michell presente alla mostra era la relativamente sconosciuta Timbrestage con i suoi strani e massicci tavolini portaelettroniche in alluminio e vetro che richiamano il controtelaio del GyroDec. Timbrestage presentava anche un nuovo stand in alluminio per diffusori. I prezzi non sono per i deboli di cuore, ma tutti quelli che hanno visitato la loro sala ne sono usciti sbavando.
Sempre a proposito di giradischi, l'Avid Acutus ha dimostrato di abbinarsi bene al nuovo ampli Chapter e ai diffusori da pavimento ART. Il suono era pieno, dinamico e a tratti assai accattivante. Il Chapter Two e' un amplificatore a stato solido da 200 Watt dotato di un'ampia banda passante e con alimentazione ad impulso e a doppia regolazione. Chapter sta lavorando su un amplificatore di linea e su uno stadio fono da abbinare al Chapter Two.
Buona musica proveniva anche dalle sale Audio Note. In una erano esposti il giradischi AN-TT1 derivato dal Systemdek, elettroniche della serie Zero, e i diffusori Zero. Oltre a questi c'erano anche due nuovi modelli piccoli di diffusori AN. Nella seconda sala Audio Note un silenzioso Peter Qvortrup stava suonando dischi su un sistema level-5 completo e, in un certo senso, quella sala era un'oasi...
Tutt'altra cosa era l'esposizione Meridian. Le loro "dimostrazioni", ad ore prefissate, avevano più l'aria di presentazioni pubblicitarie del loro marchio. Hanno suonato alcuni brevi brani nel formato DVD-A, usando i top di gamma DSP-8000 come diffusori frontali e piccoli diffusori digitali per gli altri canali. Purtroppo, nessun esempio con registrazioni di qualità di musica classica, ma solo brani hard-rock classici degli anni '70 rimixati. Non mi pare che questo sia il modo migliore per convincere il pubblico a intraprendere la strada del multicanale nell'audio. Peccato. La buona notizia, però, è che ho trovato il suono Meridian assai più caldo e più musicale che in passato.
Nella sala Beauhorn si potevano sentire i grossi diffusori Virtuoso basati su driver Lowther. Non avevo mai sentito prima dei Lowther in azione e devo dire che è stata un'esperienza interessante. Assenti gli alti, basso profondo compresso e midrange, per quanto morbido, piuttosto cartaceo. Eppure, sono bastate poche manciate di secondi per riuscire a concentrarmi completamente sulla musica e sul messaggio musicale. Strano effetto, i fondamentali dell'"hi-fi" sembrano perdere di validità...
La grossa sorpresa della manifestazione era la sala Rega Research, con la loro prima presenza assoluta (a quanto mi risulta) in una mostra audio. L'intera nuova linea 2001 di elettroniche rinnovate nell'aspetto era in mostra, assieme al piccolo e carino subwoofer amplificato Vulcan!
La rivista Hi-Fi World esibiva la sua vasta gamma di kit per l'autocostruzione di amplificatori a valvole e di diffusori, questi ultimi spesso basati su altoparlanti Audax con coni in aerogel ed il divertente tweeter piezo ovale dorato. La sorgente era un Gyro SE con testina Ortofon.
Un tantino eccessiva mi è parsa la pretesa di Tube Technology di essere i primi a livello mondiale a presentare un DAC a 64 bit nel loro CD-player a valvole Fusion CD64. Sia perchè pochi metri più in là Chord Electronics stava facendo lo stesso, sia anche perchè 64 bit sono un nonsenso del calibro del teletrasporto o del viaggio nel tempo (forse non impossibili, certo non ora, e quasi certamente non nell'universo che conosciamo, Jim). Qualcuno di voi saprà sicuramente che qualunque cosa al disopra dei 24 o 25 bit è fisicamente impossibile a causa della presenza del rumore termico in tutti i circuiti e John Franks della Chord ha ammesso che nel loro DAC 64 l'architettura è stata studiata in questo modo per consentire un migliore controllo digitale del volume (il che mi ha lasciato ancora piuttosto scettico). Questo DAC 64 è frutto di un progetto assolutamente originale non basato su un filtro commerciale o su un chip DAC. Chord ha progettato una propria circuiteria digitale e di conversione e l'ha implementata in un gruppo di 4 FPGA Actel e Xilinx. Il 64 è alloggiato nello stesso piccolo cabinet di ottima lavorazione che contiene lo stadio fono bilanciato che già conosciamo, e nel cui coperchio è alloggiata una divertente finestra con effetto lente ottica che permette una facile visione dell'interno hi-tech. Costa 1900 Sterline (3000 Euro): abbastanza accessibile in confronto ai soliti prezzi delle elettroniche Chord.
Le
elettroniche Chord erano esposte accanto a giradischi e diffusori Wilson
benesch. Tra questi ultimi il più appariscente è sicuramente il "piccolo"
Discovery: ha l'aspetto di un mezzo vescovo messo sopra uno stand integrale, con
due woofer Tactic sotto il fondo. Appariscente, e senza dubbio mooolto costoso.
Ma torniamo a qualcosa di più economico e divertente. Klipsch ha sorpreso con una sala "demo" in cui si trovava un PC da tavolo con un DVD player interno (non loro, naturalmente), e il piccolo sistema di altoparlanti attivi ProMedia 2.1. Questo è costituito da un cubo woofer con finali di potenza a 3 canali, e due satelliti con tweeter a tromba. Uno dei satelliti è dotato di manopole di controllo e funziona anche da preamplificatore. Di solito queste cose non le guardo nemmeno, ma le piccole Klipsch hanno sorpreso e divertito per la loro buona dinamica e presenza, per il suono pieno ed esteso, e per l'ottimo basso profondo. Niente male davvero per 200 Sterline (300 Euro): i visitatori lasciavano invariabilmente la sala con un sorriso da orecchio a orecchio!
I piani inferiori dell'hotel erano stati trasformati in una specie di mercato dove piccoli costruttori di accessori, mercanti di vinile, e riviste specializzate facevano i loro affari. C'era una fervente attività di compra-vendita e persino gli espositori "regolari" sono stati notati aggirarsi con scatole in mano o scrivere frettolosamente ordini. Tutto questo ha contribuito a creare una gaia atmosfera da mercato, alla quale il sole che splendeva attraverso le finestre non ha mancato di contribuire!
Come avrete capito non si trattava di una mostra esclusivamente dedicata all'audio o all'hi-end. Ma il numero di visitatori era notevole e sono convinto che abbiano avuto di che divertirsi. Questo reportage non copre tutto il materiale che si poteva vedere ed ascoltare alla mostra ma sinceramente non ci ho nemmeno provato: anch'io in fondo mi sono divertito, e spero che non me ne vorrete..
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Traduzione e HTML Editing: Aldo Polettini
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