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Visitatore: Carlo Iaccarino
La mostra si è svolta dal 18 al 21 maggio 2023 presso il M.O.C., centro fieristico di Monaco di Baviera, in Germania
Scritto: Maggio, 2023
Sito web ricco di informazioni: High End Society
Eccoci ai fieri rappresentanti dell'HiFi nostrana.
Iniziamo dal mio amico e conterraneo d'adozione Luca Chiomenti.
Lui e Silvio Delfino, con la loro Riviera Audio Laboratories erano molto indaffarati con il loro pubblico internazionale, specialmente orientale.
Come sapete, Riviera produce amplificatori.
Molto successo, anche presso la stampa estera, ha riscontrato il loro integrato Levante, da circa EUR 20.000 (indico i loro prezzi indicativi, IVA esclusa), esposto, come molti altri apparecchi, in versione naked.
Il grosso della produzione riguarda, ovviamente, pre e finali. Qui di seguito, vediamo l'orgoglioso papà che mostra la coppia top APL 01 Special Edition/AFM 100 Special Edition, da circa EUR 112.000 (il finale è monofonico, quindi ce ne vogliono due...).
Riviera produce anche amplificatori per cuffia: qui una foto del modello AIC 10 Bal, da circa EUR 16.000 che, come suggerisce il nome, pilota anche cuffie con segnale bilanciato; ciò che il nome non dice, ma che molti sanno, è che questo piccolo mostriciattolo ha anche due uscite per pilotare diffusori: infatti, così me lo ricordo collegato ad una delle sue prime "uscite ufficiali", che spingeva due diffusori a (nemmeno tanto) alta efficienza.
Chiudo con una "primizia": il nuovo preamplificatore di linea Levante C1, che si caratterizza per avere ingressi e uscite sia bilanciati che sbilanciati, ed un trasformatore di uscita. È un progetto in via di sviluppo che si prevede disponibile per fine 2023.
Sempre fiero nocchiero della sua Trinaudio, l'Ing. Martorana viene qui ritratto fra le sue creature: in primo piano la coppia Keleyma Beta e Dynamis Theta 70 (beh, essendo un finale monofonico, la coppia in realtà è un trio).
Ed ecco una panoramica delle loro elettroniche esposte in fiera.
Ci penso solo ora che scrivo queste note, ma ci sono molti punti in comune fra queste due aziende: entrambe sono sotto la guida tecnica di un singolo ingegnere, ed entrambi questi ingegneri sono di dichiarata scuola Aloiana (ed infatti entrambi usano alimentazioni induttive...); in più entrambe le aziende sono radicate nella Magna Graecia, ed entrambe tanto indicano anche nel nome (nonostante Luca nulla abbia detto in proposito, nessuno mi leva dalla mente che abbia voluto rendere un omaggio alla Riviera di Chiaia, dove aveva il primo laboratorio...).
Vebbé, abbandono le mie personalissime elucubrazioni e, con esse, il Regno delle due Sicilie per approdare in terra Sabauda, a far visita alla Torinese Audiodinamica.
Mi spiace di non avere delle foto ben riuscite dei protagonisti, ma so che non se ne avranno a male se mi concentro sul loro ultimo sforzo produttivo.
Come si vede dalla foto, non hanno abbandonato i loro famosi "cubi", ma hanno inteso sviluppare un nuovo pre-phono a valvole di livello maggiore che, per tale sua caratteristica, non ha potuto striminzirsi nel volume tradizionale occupato degli apparecchi della casa. Infatti, è l'apparecchio dal frontale silver con il logo della casa, che occupa da solo il piano inferiore del mobiletto, a destra.
Il progetto prevede, in sequenza, un primo stadio ibrido J-FET/valvole (E88CC), uno stadio di deenfasi RIAA passivo ed uno stadio di uscita bilanciato interamente a valvole con trasformatori di uscita, nel quale è possibile cambiare le valvole (purché con zoccolo noval), così da permettere sia il tube rolling, sia di cambiare il guadagno. Questo pre-phono si chiamerà HBPA (che, poi, è l'acronimo di Hybrid Balanced Phono Amplifier...) ed il prezzo previsto dovrebbe attestarsi intorno agli EUR 6.500.
Ah, si tratta di un pre-phono con ingresso solo MM. Perché, già che c'erano, non hanno previsto anche l'ingresso per le testine MC? Semplice: per quello basta interporre i loro famosissimi SUT n.2 e n.3 ;-)
Infine, mi hanno detto che stanno sviluppando un amplificatore integrato ed un DAC, senza ulteriori precisazioni.
In effetti, un loro DAC era presente e funzionante (nella foto, sta al piano di sopra del HBPA), ma - come la scarna estetica suggerisce - si tratta di una loro macchina di riferimento interno, da laboratorio. E che ci faceva un DAC fra gli apparecchi di un costruttore saldamente votato all'analogico?
A parte che gli amplificatori cubici di Audiodinamica sono indifferenti al tipo di sorgente che invia loro il segnale, i nostri quest'anno esponevano con un altro costruttore nazionale, invece nativo digitale, NOHTA, che produce il rinomato STR@MBO.
Si tratta di un piccolo streamer basato su architettura hardware Intel e, soprattutto, sul grande lavoro di software della casa; si pilota con l'immancabile apposita app ed è configurabile in diversi modi, per facilitarne l'inserimento nei diversi impianti degli utenti. Una volta connesso alla LAN (che a sua volta acceda a internet...) può sintonizzarsi sulle radio web, può accedere agli stream dei principali fornitori, ha funzionalità Roon Bridge, Spotify Connect e Air Play 2; e, naturalmente, legge qualsiasi vostro file musicale memorizzato su una vostra risorsa di rete, come un NAS, un PC, o altro.
A Monaco ne esponevano la nuova e più sofisticata versione, che si distingueva già dall'esterno, per il bel mobile ligneo, lontano anni luce dall'originario scatolotto metallico nero. Purtroppo non ho molti altri appunti circa le migliorie apportate; me ne ricordo solo il prezzo, che dovrebbe aggirarsi attorno agli EUR 3.000.
Anche quest'anno gli Italiani di NEW HORIZON erano presenti con il loro ottimo stand ecosostenibile, formato da elementi di cartone componibili, e che non sfigurava affatto rispetto ai gigantismi degli spazi di altri espositori, come ad esempio quello di Rose che avevano di fronte, molto bello, ma chiaramente messo su con un dispendio di risorse che molti, oggi, potrebbero trovare eccessivo.
Mi è parso anche brillante affidare agli elementi di sostegno dei modelli esposti anche la funzione di illustrarne nome e prezzo, per dare un completo colpo d'occhio (e di foto...).
Davvero un bell'esempio di sensibilità ecologica e di ingegno Italico. Qualità, però, di non immediata percezione - specialmente in presenza di una tale sovrabbondante offerta di espositori - e quindi che, forse, avrebbero meritato una maggiore "pubblicizzazione". Io, qui come per gli anni precedenti, spero di fare la mia parte.
Venendo alla mercanzia in esposizione, New Horizon produce autarchicamente giradischi 100% made in Italy: per non tediarvi, Vi rimando pigramente ai miei report delle precedenti edizioni della mostra e qui mi soffermo ad evidenziare ancora una volta la possibilità di un infinitamente maggiore controllo della produzione di ogni "pezzo", nonché una migliore flessibilità nella produzione stessa.
Ecco un trittico di modelli 190, con prezzi a partire da EUR 890
Qui un dettaglio di un 190 con finitura Pecan scuro dark, dove si vede bene il braccio, pure autoprodotto, ed il piatto in metacrilato (estruso) da 10mm col bordo svasato per meglio accogliere e ritenere la cinghia di trasmissione.
E chiudiamo con un primo piano del loro modello maggiore, che resta il GDS II, con prezzo ancora a partire da poco meno di EUR 5.500. Si nota il plinto a doppio strato disaccoppiato ed il braccio, questo con canna e contrappeso in ottone e con cuscinetti ceramici; sempre bella e ben eseguita la laccatura lucida.
Un'altra azienda italiana molto apprezzata anche all'estero è la vicentina PATHOS, diventata famosa per i propri amplificatori costruiti secondo la circuitazione INPOL (INseguitore a POmpa Lineare) originariamente ideata dal compianto Ing. Borinato e poi sviluppata nella versione attualizzata a doppio INPOL.
Qui vediamo il Patrón Gaetano Zanini che orgogliosamente illustra le virtù dell'integrato top di gamma, il modello INPOL Legacy. Ho dimenticato di appuntarmi il prezzo, ma direi che siamo nel range di quelli che "se devi chiedere..." :-)
Naturalmente, è presente anche un integrato più abbordabile, no, facciamo meno inarrivabile, il modello INPOL Heritage, da soli EUR 17.000 (al netto dell'IVA).
Si tratta di un integrato da 80 W/ch, nel quale si può montare un modulo DAC integrato opzionale, abilitando così gli ingressi digitali, che si aggiungono a quelli analogici, sia bilanciati che sbilanciati; per sintesi, mi affido alla foto del retro dell'integrato, con tutto il suo parco connessioni.
Naturalmente, avevano potato in esposizione tutta la produzione: molti apparecchi si vedono sullo sfondo delle foto su postate, qui aggiungo solo questo diffusore, il modello Frontiers Legacy, con gruppo medioalti centrale che può ruotare per correggere l'emissione in funzione del punto d'ascolto. Se non ho capito male, una specie di toe-in, senza costringervi a muovere tutta l'imponente cassa, ma solo gli altoparlanti che emettono le frequenze più direzionali che, quindi, possono risentire di questa regolazione fine di posizionamento. Vi metto la foto nonostante sia venuta particolarmente male, persino per i miei standard, perché mi pare renda bene l'idea dell'ingombro di questi spilungoni. Ah, la foto non lo mostra, ma sul retro c'è un ulteriore altoparlante per rendere bipolare l'emissione del diffusore, almeno nella gamma medioalta gestita da questo driver.
Veniamo ora ai Pisani (vabbé l'Ing.Manunta è conterraneo del Diretùr, ma, insomma...) M2TECH.
Ecco un bel trittico per un ascolto in cuffia di elevato livello, con apparecchi della serie "Rockstars", dalle caratteristiche dimensioni non convenzionali.
Come fondazione, non solo metaforicamente, il VAN DER GRAAF MkII, ovviamente un alimentatore; come DAC (sia PCM fino a 764/32 che DSD fino a 512x; decodifica MQA) lo Young MKIV e come ampli cuffie il Marley MKII. DAC e ampli cuffia svolgono anche funzioni da preamplificatore, quindi si potrebbe anche attaccarvici un diffusore amplificato per ottenere un sistema desktop di tutto rispetto...
Poi c'erano anche le elettroniche della linea MANUNTA by M2TECH, di dimensioni ancora più compatte, ma molto più economiche e commercializzate solo con vendita diretta.
"Sì, ma una cosa regolare, di dimensioni normale, non la fate?"
Certo! In esposizione c'era la novità di quest'anno: la serie "Classic".
Come prima uscita sta per arrivare uno Stereophonic Integrated Amplifier, di dimensioni standard, da 50 W/ch (potenza dinamica dichiarata: 150 W/ch). Ha 1 ingresso linea bilanciato, 3 ingressi linea sbilanciati e 1 ulteriore ingresso sbilanciato commutabile fra linea e phono MM/MC; uscita cuffia sul frontale e telecomando.
Era esposto "senza veli": spero la mia foto renda giustizia dell'ordinato sviluppo della PCB, con le varie sezioni geograficamente distinte, e della sua impostazione, appunto, classica, con sezione di alimentazione (caratterizzata da un massiccio trasformatore toroidale, sembrerebbe incapsulato) separata dalle sezioni dove transita il segnale, mediante la lunga aletta raffreddatrice dove sono montati i transistor di potenza.
La commercializzazione è prevista per ottobre 2023, per un prezzo che non dovrebbe superare gli EUR 3.500. La serie si completerà con un DAC ed un finale (visto che l'integrato ha anche un'uscita linea...).
Alla mostra ho visto e sentito tantissima roba, ma sarebbe un'impresa ciclopica (e inutile) riportarvela tutta.
Preferisco darvi alcuni brevi highlights episodici e senza un particolare ordine, proprio come me li ricordo.
Iniziamo da un paio di casse che ero molto curioso di ascoltare.
In una saletta all'ultimo piano degli "Atrium" era stato allestito un impianto con elettroniche MSB che pilotavano a dovere una coppia di bellissime Mingus Orchestra della MARTEN, da circa EUR 230.000 la coppia. Suono, manco a dirlo, bellissimo, e ci mancherebbe altro.
Ma io ero lí perché lo stesso distributore esponeva anche le nuove torri di PS AUDIO, il modello ASPEN FR 20, da circa EUR 30.000 la coppia. Irretito dal marketing di nonno Paul McGowan e dalle sue entusiastiche presentazioni online, volevo almeno vederle da vicino. Avevo previamente chiesto a McGowan (Scott) se le FR 20 fossero state lasciate suonare da qualche parte, ricevendo la risposta che sarebbero state solo in esposizione statica dove le ho trovate. Italianamente noncurandomene, ho sfrontatamente chiesto - era il primo giorno della mostra - al seriosissimo responsabile di sala se le avrebbero anche connesse per farle suonare, ricevendo, dopo un iniziale tentennamento, un assenso, ma rimandandomi alla chiusura, verso le 18 - più che equo, direi, anzi, un insperato successo :-).
Ritornato in loco con un po' di anticipo rispetto all'orario stabilito, per pregustarmi un ascolto non dico dedicato, ma quasi, ho trovato gli addetti che stavano staccando i giganti Marten e attaccando le Aspen, posizionate di fianco. E, soprattutto, ho trovato una saletta gremita, segno che non dovevo essere stato il solo a farsi venire questa curiosità.
Beh, vi dico che le FR 20 suonavano davvero bene e, cosa non scontata, non lasciavano rimpiangere quasi nulla degli ascolti fatti con le Marten. Certo, le Mingus Orchestra suonavano meglio, sotto ogni parametro e, certo, la sproporzionata qualità dell'elettronica a monte avrà senz'altro contribuito al buon risultato finale. Ma non c'era nulla di "sbagliato" nel suono delle PS AUDIO, anzi, a dirla tutta, forse potevano diventare anche un po' più coinvolgenti. Segno che, probabilmente, erano meno neutre delle Mingus Orchestra, forse con una sonorità "americana", non dico loudness, ma comunque con una risposta, come si dice, a sorriso.
Anche il serioso distributore tedesco mi pareva apprezzare il risultato, anche meravigliato di come suonassero anche se piazzate lì alla bell'e meglio, "a orecchio" e senza provare; mentre, per confronto, il posizionamento delle Mingus aveva richiesto ore e misurazioni.
Nei giorni successivi sono tornato, sempre verso chiusura, e ho sempre trovato la saletta affollata, con le FR 20 piazzate in modo solo minimamente diverso (segno che qualche prova fuori orario l'avranno fatta... ritenendo che la cassa lo meritasse).
Bel diffusore, terreno e compatibile con gli ambienti domestici normali, mi pare chiaro che sia indirizzato verso un pubblico "normale", non gli impallinati all'ultimo stadio. Peccato che costi ancora tanto; e non sono neppure il modello maggiore della serie. Immagino che, per numeri e capacità produttiva (ma sono sempre fatte in Cina...), PS Audio non sappia realizzarle per un prezzo inferiore e mantenerle economicamente sostenibili.
Proseguiamo con un altro espositore che volevo visitare: MAGNETAR.
Si tratta di un marchio Francese che realizza i propri prodotti in Cina.
E che c'è di nuovo? Nulla, infatti si propongono all'attenzione proprio per avere "recuperato" uno spazio improvvisamente lasciato vuoto. Si tratta di un'azienda che dichiara una lunga militanza come realizzatori OEM Audio e Video di alto livello, che ha deciso di soddisfare la domanda del popolo audiofilo rimasto orfano dei lettori OPPO, realizzando due modelli di lettore universale, uno votato al solo audio stereo, un altro che copre anche il multicanale. Ovviamente, non potendo contare sulla potenza economica della corazzata Oppo e sulle sue economie di scala, i prezzi sono maggiori di quelli ai quali ci aveva abituato quel costruttore.
Questo è il modello UDP 800, da circa EUR 1.600.
Come dice il nome, è un Universal Disc Player che legge qualsiasi disco ottico gli diate in pasto (sí, anche i SACD e i Blu-Ray 4K). Presenta uscite audio solo stereo, sia bilanciate che sbilanciate, oltre che digitali ottica e coassiale. Ha anche due uscite HDMI (di cui una solo audio e l'altra audio e video); ha pure un ingresso USB per attaccarci un hd esterno (fino a 16 Tb!) e una presa Ethernet, per leggere i vostri file (decodifica anche i Matroska...) residenti in una qualsiasi risorsa della vostra LAN.
Tutta la gestione audiovideo è devoluta - come accadeva con gli Oppo - ad un integratone Mediatek, qui usano il modello 8581, mentre la decodifica stereo la fanno due chip Burr Brown PCM 1795 (uno per canale) con stadio di uscita affidato a degli integrati MUSE 8920, che pare godano di fama audiofila.
Ovviamente, decodifica qualsiasi standard, compreso il Dolby Vision, lo HDR 10+, il Dolby Atmos e il DTS-X.
Tuttavia, a differenza degli Oppo, non è presente anche una entrata HDMI, molto comoda in molte installazioni, che faceva diventare il lettore la principale sorgente multimediale dell'impianto (e consentiva anche di beneficiare dell'elaborazione video, coi nuovi standard non più necessaria...). A mia specifica richiesta hanno risposto di non averla prevista perché la varietà di standard e di autorizzazioni necessarie rendeva la cosa troppo complicata, specialmente per un'azienda europea. Non è neppure possibile installare applicazioni: secondo loro, gli utenti interessati si sono già attrezzati e non dipendono dal lettore di dischi per avere le funzionalità di streaming, sia generalista (come Youtube), sia dedicato (come la Digital Concert Hall della Filarmonica di Berlino).
Qui, invece, il modello di punta, di costruzione sicuramente più complessa, ma, forse, per "noi" meno interessante, perché votato al multicanale: lo UDP 900, da circa EUR 3.000.
Oltre al frontale, direi bruttino, vi mostro il retro, col nutrito parco connessioni. Se ne intuiscono le maggiori potenzialità rispetto al modello inferiore.
Oltre all'uscita analogica stereo, anche qui sia bilanciata che sbilanciata, posta a valle di un circuito che si affida al chip DAC ESS 9038 PRO, si aggiunge l'uscita analogica per 7.1 canali, posta a valle di una separata sezione multicanale con decodifica affidata al chip DAC ESS 9028 PRO. Inoltre, compare un ingresso USB (affidato ad un onnipresente stadio di ricezione XMOS), che consente di utilizzare la macchina come DAC connesso, per esempio, al PC o ad un'altra macchina dotata di uscita USB, dove può girare il software di streaming... torniamo al discorso visto prima.
Ve ne mostro anche gli interni: la macchina era esposta con un coperchio trasparente che recava le didascalie per identificare le varie sezioni, facilmente identificabili grazie all'ordinatissimo layout.
Oltre a questi due modelli, oramai già "noti" e disponibili sul mercato, Magnetar sta sviluppando un lettore SACD, il modello SACD 600, per un prezzo previsto di circa EUR 2.000.
Per renderlo appetibile anche a chi non ha una collezione di SCAD tale da giustificare l'investimento, la macchina potrà leggere i file audio, DSF e DFF compresi, anche da un ingresso USB. Inoltre avrà uscite analogiche stereo sia bilanciate che sbilanciate e uscite digitali ottica, coassiale e HDMI. Il circuito di conversione si baserà anche per questo modello sul chip DAC ESS 9038 PRO.
Un altro stand che mi è parso interessante è stato quello di NEUTRINO.
E` un'azienda croata, di Zagabria, che produce amplificatori in Classe D - monofonici, stereo e multicanale - basati sui moduli Hypex; produce anche uno streamer con DAC basato sul chip ESS 9038Q2M, sia "puro" che amplificato, sempre con moduli Hypex, da 2 x 150 W o da 2 x 350 W. Tutti in un case di dimensioni ridotte, ed anche, a richiesta, colorato secondo lo standard RAL.
In ogni caso, qui i prezzi sono decisamente abbordabili, anche senza raffrontarli con le esagerazioni presenti alla mostra.
Si parte dallo streamer, "puro" da circa EUR 500 o amplificato da circa EUR 800 o 1.200, si passa per i finali, stereo - fra circa EUR 500 e 900 - e mono - fra circa EUR 1.000 e 1.500, e si arriva ai finali multicanale, fra circa EUR 1.000 e 1.300; ah, tutto IVA inclusa (ma quale? Immagino quella tedesca, al 19%).
Ecco una panoramica di streamer e finali stereo e mono,
Qui, invece, una parata di finali stereo e mono.
Infine, una parata di altri finali, stavolta colorati. Mi spiace, ma i cubotti di Audiodinamica sono più carini :-) Ma non così potenti.
Un'altra esibizione che vi voglio segnalare è quella di CLARISYS AUDIO.
Appena passato davanti alla vetrata che separava la loro saletta dal corridoio, ho intravisto questo impianto, e non ho potuto fare a meno di entrare.
È inutile nasconderlo: ho subito pensato ad Apogee. E i gentilissimi addetti alla sala me lo hanno confermato, nel senso che sono partiti dall'impostazione classica, ma sono andati oltre le vecchie Duetta e Scintilla, superandone il progetto con materiali moderni e con soluzioni tecniche all'epoca non pensabili. Questo ha portato alla creazione di diffusori a nastro a gamma intera che suonavano davvero bene (immagino che lo spiegamento di forze della loro conterranea Soulution in uso facesse la sua parte...) e che, ci tenevano a precisare, non costituiscono più un carico impossibile per gli amplificatori. Anzi, la brochure dedica un'intera pagina al grafico dell'argomento dell'impedenza del modello esposto, che reca rassicuranti linee dritte, tutte al di sopra dei 3 Ohm, con picchi localizzati e tutti di elevato valore. Insomma, nessun rischio di friggere i finali per eccessiva richiesta di corrente.
Naturalmente quello esposto era il top del catalogo, il modello Auditorium, da appena EUR 147.000.
Si tratta di un diffusore a tre vie, tutte a nastro, con crossover esterno nel quale orgogliosamente dicono di avere utilizzato il top dei condensatori della Jantzen e bobine e resistenze realizzate in proprio; il tutto racchiuso in uno scatolotto metallico (credo fosse alluminio).
Clarisys produce anche modelli meno irraggiungibili, entrambi a due vie: Le Studio Plus da EUR 76.000 e le Minuet Neodymium, da EUR 46.000. Ah, nel prezzo è inclusa anche la possibilità di personalizzarle, ordinandole nel colore che volete.
D'accordo, costano un botto, ma il modello esposto suonava proprio bene: possiamo augurarci che, se trovano riscontro commerciale, realizzino un modello più accessibile...
Un altro costruttore che, quest'anno, ha esposto un diffusore con il quale l'impianto suonava, sempre a mio avviso, particolarmente bene, era ESTELON, con un suo modello finalmente terreno, Aura, da EUR 17.500 la coppia.
Si tratta di una slanciata torre a tre vie in sospensione pneumatica, di dimensioni e, soprattutto, forma assolutamente compatibile con un normale ambiente domestico; forse la bellissima finitura bianca smussa un po' le già stondate forme del diffusore che, in ogni caso, ha un'estetica immediatamente riconducibile a quella tipica di questo costruttore.
I tre altoparlanti che si vedono esauriscono solo due delle tre vie; il woofer è montato all'interno della base, con la faccia che emette verso il basso, caricata dallo spazio che si crea fra fondo del mobile, distanziali e base di appoggio del diffusore. Il costruttore reclama l'efficacia di questa soluzione per ottenere un basso profondo e meglio smorzato che non con una normale radiazione diretta: mi perdoneranno se mi viene in mente l'ottimo Murace? :-)
Bel suono, quest'anno, nella saletta di TAD, con l'ultima versione dei loro apprezzati monitor da stand, CE 1 TX, da EUR 34.000. Qui si vedono attaccati a due finali monofonici M 700, da EUR 97.000 la coppia.
Il resto dell'impianto, sempre ultraterreno: trasporto D 100 TX, da EUR 20.000, DAC D 700, da EUR 49.000, Pre C 600, da EUR 42.000.
Se ne vede parte alle spalle di questi due signori, che sono Jim Anderson e Ulrike Schwarz, che hanno tenuto un interessantissimo incontro usando questo impianto per far suonare le tracce digitali originali ad alta risoluzione dei lavori di Patricia Barber, da loro prodotti e registrati. Sala gremita, naturalmente. Hanno anche anticipato che sta per uscire una riedizione di Modern Cool in multicanale 5.1: anche questo classico audiofilo sta piegandosi alla moda dall'audio immersivo...
Anche quest'anno PRO-JECT ha allestito il solito enorme spazio espositivo; qui vi voglio segnalare solo qualche particolare.
Innanzitutto, la divertente esposizione degli accessori, come fosse un kaiten sushi.
Poi il giradischi T2 W, da EUR 1.000. Solo apparentemente un classico della casa.
Il particolare delle sue uscite dice tutto:
direi che non mi aspettavo di trovare una connessione Ethernet sotto un piatto... E non finisce qui, perché abbiamo anche la trasmissione WiFi, anche multiroom, da gestire tramite apposita app e determinati streamer della casa.
Altra cosa particolare era il modello Automat A2, da EUR 1.200, completamente automatico.
Se, come me, avete pensato "Dual", forse è perché esce proprio dalla ex-fabbrica dei giradischi Dual, che la Società ha da poco acquistato.
Non poteva mancare la solita parata di giradischi di alta gamma di EAT, della Sig.ra Pro-Ject, che si intravede in fondo, nel suo sgargiante tailleur rosa.
Qui una particolare versione del modello Fortissimo, che mostra la qualità delle finiture con le quali lo si può personalizzare.
Altra esibizione che vi vorrei segnalare è quella di MOBILE FIDELITY, MoFi per gli amici.
Ho potuto godere di un ospite di eccezione: Peter Madnick, che mi ha illustrato la versione definitiva e attualmente disponibile del "suo" pre-phono Master Phono, da circa EUR 6.500, che l'anno scorso era esposto senza veli.
Mi ha anche confermato che continua la collaborazione di MoFi con Allen Perkins: suo è il progetto del giradischi top Master Deck, da circa EUR 6.500.
Madnick ha tenuto a sottolineare che uno dei punti forti di questo giradischi è il suo braccio. Ovviamente, ho compreso poco dei dettagli tecnici, ma non vi risparmio una sua foto.
Faceva bella mostra di sé l'immancabile Precision Deck, realizzato in collaborazione con la Fender, da EUR 3.750.
Infine, ho potuto immortalare anche il diffusore Source Point 8, da circa EUR 3.000, l'ultima fatica di Andrew Jones. Era così grande l'interesse per questa versione più abbordabile di questo diffusore che non sono mai riuscito a trovare uno slot libero per un ascolto...
Ancora, bell'allestimento e bella dimostrazione da parte di John De Vore per la sua DEVORE FIDELITY.
Solito suono corretto e corposo, proprio della casa, dai nuovi diffusori O/baby, da EUR 6.750, i più grandi in foto, ma di dimensioni comunque accettabili e compatibili con parecchi saloni domestici.
Ma quelli che davvero mi hanno sorpreso sono stati i piccolini micr/O, da EUR 4.750. In sospensione pneumatica, questo diffusore ha saputo suonare correttamente e ha riempito l'ambiente - non enorme, come avete visto - di musica, nonostante le sue dimensioni, e nonostante fosse posto su stand, mentre DeVore aveva detto di averli sviluppati pensando a piazzarli all'interno della sua libreria, fra i dischi (se seguite i suoi interventi su Youtube, conoscete la parete alle sue spalle, densa di dischi).
Vi lascio con la segnalazione di una delle salette dove ho ascoltato uno dei suoni che più mi è piaciuto: quella di VTL, la Vacuum Tube Logic di Luke Manley e Bea Lam.
Non sono mai stato un fan delle elettroniche del marchio, ma questa stanzetta mi ha stregato. Era senza fronzoli, apparentemente senza trattamento, ma con un signor impianto, che prevedeva anche cavetteria e accessoristica Nordost e, soprattutto, le Wilson Alexia, spinte dai prototipi dei nuovi finali VTL. Musica posta con garbo, non affaticante, ma viva, dinamica, tutt'altro che moscia. Non mi spiego perché la sala non fosse sempre pienissima; certo non era un suono che "si faceva notare": ma non è questa l'essenza di tutto il gioco?
OK, è una chiusura un po' da nerd, però penso dia l'idea.
Avrei moltissimo altro da dire e mostrare, ma sono certo che saprete già tutto per avere letto e/o visto gli svariati report istituzionali dei giornalisti "veri", quindi chiudo qui questa mia relazione dalla mostra del 2023.
Ma non senza la solita esortazione ad organizzarvi per venire a Monaco a visitare la mostra High End. È divertente, magnificamente organizzata, ha un respiro davvero internazionale, vorrei dire ecumenico. Resta, per noi appassionati, un immenso paese dei balocchi, e finalmente potete passeggiare fra gli espositori lanciando occhiate indiscrete ad amplificatori nudi che nemmeno nelle peggiori vetrine di Amsterdam, senza sentirvi "strani". Anzi, quasi quasi ci si sente fra amici - vabbé, è troppo: diciamo in un innocuo gruppo di appassionati. Per poche ore (al giorno...) ci ritroviamo tutti accomunati dallo stesso entusiasmo e dalla stessa idea. Forse l'ultima Utopia? Mah, non saprei; ma, almeno, potete venire facilmente a verificare. La prossima edizione della mostra si terrà dal 9 al 12 maggio 2024: come quest'anno, le prime due giornate sono riservate agli operatori, ma sabato e domenica potete unirvi alle festanti fila del pubblico generalista. E non dimenticate che alle 18 la mostra chiude, quindi c'è tempo di concludere degnamente la giornata in un biergarten davanti ad una fresca birra e una delle "leggere" pietanze bavaresi: io non mi farei mancare (almeno) una kaiserschmarrn ;-)
Vi metto i link alla prima parte e alla seconda parte.
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