Testo: Giordana Cuscuna' & Lucio Cadeddu
"Si trattava di un CD particolarmente difficile da riprodurre, contraddistinto com'era da un'elevata dinamica e con quei picchi improvvisi di emissione, quando l'interprete arrivava alla sua massima espressione vocale... Il mio maggior divertimento era passare di sala in sala e consegnare con aria ingenua il summenzionato CD anche dove (innocente cattiveria) il povero amplificatore evidentemente non aveva l'energia necessaria per riprodurlo in modo corretto, godendone invece genuinamente l'ascolto, quando incontravo un'impianto all'altezza del compito...".
Quel giorno, Sabato 9 novembre, ho partecipato al primo Roma Hi-End. È da poco meno di un anno che mi sono avventurata, passetto dopo passetto, nel mondo dell'audiofilia ed ancora ho tantissimo da imparare, tanto da conoscere ed apprezzare, e quest'evento è stato per me una sorta di battesimo, dove ho potuto si ascoltare e confrontare numerosi impianti, ma anche e soprattutto conoscere o incontrare nuovamente persone che, come me, apprezzano il "buon ascolto".
Da profana posso affermare che mi è sembrata una manifestazione discretamente organizzata, ma ad onor del vero si sarebbe potuto far di meglio. Nella hall dell'albergo utilizzato per l'evento, c'erano delle gentilissime signorine che offrivano ai visitatori un depliant con il programma delle due giornate e la descrizione della disposizione delle sale con i relativi espositori. La cosa che mi ha immediatamente stupito è stata la disposizione di numerosi stand lungo i corridoi: personalmente non mi son dispiaciuti, ma forse ad alcuni possono aver dato l'idea, non proprio piacevole in quell'ambiente e per quell'evento, di mercatino.
Le salette generalmente erano un po' troppo piccole e poco trattate per permettere un corretto giudizio degli impianti esposti e quelle che facevano eccezione erano al contrario molto grandi e ridondanti. Alcuni espositori avevano ovviato al problema come potevano, ma la maggior parte di loro sono intervenuti ben poco sulle condizioni non favorevoli dell'ambiente d'ascolto penalizzati, a loro dire, dal poco tempo che avevano avuto a disposizione. Ricordo con piacere molti di questi personaggi, sempre disponibili e cortesi anche dopo ore e ore di lunga e stressante attività in quella che, per me, è stata una giornata molto piacevole e divertente, ma per loro, evidentemente, un lungo rincorrersi di ore e di estenuante lavoro.
Se vogliamo andare a vedere le pecche maggiori, dobbiamo cercarle sicuramente nella carenza di strutture predisposte per i disabili: l'esposizione era disposta su due piani collegati tramite una lunga scalinata priva di strutture portanti per carrozzelle. Nonostante la presenza di un ascensore, non sempre praticabile, consentisse di spostarsi da un piano all'altro, nell'ambito degli stessi si era comunque ostacolati da scalette che collegavano due livelli sfalsati, ed usando il verbo "collegare", come ho appena fatto, commetto anch'io un grave errore: per chi si muove su una sedia a rotelle, pochi scalini non sono un collegamento ma un'insormontabile barriera!
Voglio infine concludere questo mio scritto con una considerazione: per sentito dire so che molte donne non vedono di buon occhio la passione dei loro uomini per l'Alta Fedeltà. Il Roma Hi-End è stato, infatti, visitato da pochissime rappresentanti del mondo femminile. Perché? Mie compagne d'avventura, proviamo ad andare oltre ciò che inizialmente possiamo non capire ed apprezzare e lasciamoci coinvolgere dal fascino di un bel brano ascoltato con un impianto che ci faccia apprezzare al meglio i suoi pregi al pari dei suoi difetti, cercando di cogliere quelle sfumature che fanno la differenza: l'intensità e l'espressività di una voce, il respiro dell'interprete, lo sfregare di un archetto sulle corde del violino, la magia di un organo che risuona all'interno della vostra casa con il realismo di quando lo si ascolta in una chiesa, e divertiamoci, durante questi eventi quali il Roma Hi-End, a cercare di capire le diversità tra i vari impianti ricordandoci che, dietro tutto questo, c'è la passione e l'amore di molte persone per questo meraviglioso universo che è il mondo dell'Alta Fedeltà.
Giordana Cuscuna'
Chi mi conosce un po', sa con quanta difficoltà sia disposto a viaggiare. Non è una questione di pigrizia, quanto di allergia agli aerei. Le compressione e la decompressione al decollo ed all'atterraggio mi causano molto spesso dei fastidiosi problemi alle orecchie ed ogni volta è un calvario. Per il primo Roma Hi End ho voluto fare un'eccezione e puntualmente i problemi si sono ripresentati. Comunque sia, posso senz'altro dire che ne sia valsa la pena.
La mostra, per essere neonata, ha offerto qualche spunto interessante, anche dal punto di vista folkloristico. Lo dico subito: le mostre, di qualunque tipo quesse siano, mi mettono addosso una tristezza infinita. Non chiedetemi perchè, è così e basta. Può essere la Sagra delle Mele Cotogne o dell'Hi End più voluttuoso...l'effetto è sempre lo stesso.
Dato per scontato che alle mostre HiFi non si va certo per ascoltare buoni impianti (evento rarissimo) almeno si deve tentare di indorare la pillola. Nel mio caso, il bagno di folla e la full-immersion di varia umanità audiofila in genere sono sufficienti a mettermi di buon umore (beh, non sempre). Confesso che a furia di sentirmi tirare la giacchetta, alla fine sono rientrato a casa con un tre quarti ;-) ...comunque...
L'Audiofilo, nel suo ambiente naturale (la Mostra) si esprime meglio che in cattività (in casa) e può finalmente scatenare tutte le sue ansie represse.
E' divertente vedere come molti si accalorino e si impegnino nel disprezzare il tal impianto o il tal componente mentre altri - in estasi mistica - ne decantino le lodi più sperticate.
E' una varia umanità che fa sorridere e che, purtroppo, spesso si prende un po' troppo sul serio.
La mostra, dicevo. Come vedete, non abbiamo incluso foto delle salette. Ogni tanto ci piace cambiare, quindi abbiate pazienza. Avrei voluto invece fare una galleria fotografica di "facce audiofile", ben più interessanti ed eloquenti degli impianti in mostra ma poi avrei avuto problemi con la legge sulla privacy. Avrei voluto pubblicare le foto delle visitatrici più carine (la palma della migliore va senz'altro alle moglie del distributore inglese di Von Schweikert...ooops l'ho detto) ma anche in questo caso avrei avuto non pochi problemi.
La palma per gli espositori più "brutti" va invece senz'altro agli amici di VideoHiFi.com che per fortuna erano in fondo al corridoio, vicino all'ingresso...quindi c'era modo di prendere una boccata d'aria fresca subito dopo (Giuliano, Igor e Marco, scherzo naturalmente ma chi li ha visti dal vero sa di cosa parlo :-)).
Quindi? Beh, intanto faccio tanto di cappello agli organizzatori, non tanto per l'organizzazione in sè, quanto per il coraggio di riportare una mostra di HiFi nella capitale. Speriamo sia solo l'inizio di un roseo futuro.
Note stonate? Mah, le solite di una qualunque mostra HiFi: sale non del tutto adeguate, impianti mal suonanti (parecchi) per evidenti errori di installazione (elettrica e....geometrica), ed espositori non sempre disponibilissimi con i visitatori. Ad esempio, non capisco perchè rifiutarsi di far suonare i dischi che gli audiofili si portano con sè. Non mi sembra una strategia di vendita lungimirante. Oltrettutto, i dischi "prova" che gli audiofili si portano appresso sono più o meno i soliti, generalmente di buona qualità, dubito che farebbero "sfigurare" gli impianti in mostra. Semmai il contrario.
Comunque sia, siccome alcuni dei prodotti esposti possono di fatto essere ascoltati SOLO in occasione delle mostre (se non direttamente dal Costruttore!) non dare la possibilità di ascoltarli con la "propria" Musica non mi pare una mossa molto astuta. Ognuno è libero di impiccarsi con la corda che preferisce, e non sarò io a tenere fermo lo sgabello. Al massimo posso aiutare con una fornitura gratuita di sapone.
C'è anche da dire che, comunque male suoni un impianto, trovi sempre qualcuno disposto a dire che suona benissimo. Mi è capitato di sentire delle cose inenarrabili e di vedere audiofili bearsi di cotanta distorsione. Ho visto ampli in clipping pauroso spernacchiare sui pedali furiosi della Sinfonia per organo di Saint Saens (ed. Dorian), e gli espositori non battere ciglio, bloccati in una smorfia paresica di autocompiacimento (ma de che, poi?).
Ho sentito impianti che dal dentista si sta meglio (e come rumori di "trapano" più o meno uguali) ma niente, ci sono audiofili che restano lì inchiodati alla seggiola come se li avessero pagati come squallidi figuranti di un reality show televisivo. E già che sono in tema... "Al posto tuo"...io mi alzerei...ed infatti così facevo, rifugiandomi nei corridoi, per un po' di sano gossip sull'ambiente.
Eh si, perchè nel settore il gossip la fa da padrone "Ma hai visto la moglie di tizio? Sarà ingrassata 10 chili!" "Hai saputo che caio non è che se la passa tanto bene?" "Hai sentito che il Moroni aveva 39 di febbre??!!" "Ma voi di TNT-Audio quand'è che vi levate dalle scatole?" e così via in allegria. Poi, credetemi, è bellissimo vedere operatori del settore che obtorto collo ci chiedono "Ma quand'è che recensite i nostri prodotti?" e si capisce benissimo che preferirebbero andare a cena nel covo di Bin Laden con una gigantografia di George Dabliu Bush appesa al collo con scritto "Love is...".
Ho sentito impianti anche ben suonanti, eh, sia chiaro. Ma non sono andato a Roma per sentire impianti...quando ne voglio sentire uno che suona bene...me ne sto a casa :-)))
Scherzo, naturalmente, ma neanche troppo. La buona riuscita della Mostra non dipende dalla qualità degli impianti in dimostrazione. Semmai dall'affluenza di pubblico (che è stata buona) e dall'aria che si respira, anche questa piacevole, molto rilassata ed informale, a parte qualche ascella audiofila troppo aggressiva. Più Sapone, meno Cavi sarà il mio slogan per tutto il 2004. Altro che pulizia della rete elettrica...
So che ora molti di voi gradirebbero una classifica di gradimento degli impianti in mostra. Come abitudine, dribblo elegantemente l'ostacolo, per la solita semplicissima ragione: non si possono dare - a mio parere - giudizi su impianti in larga parte sconosciuti fatti suonare in ambienti improbabili. La probabilità di "cogliere nel segno" è pari a quella di riavere indietro i soldi investiti in bond di Aziende dai bilanci fantasiosi.
In ogni caso, non aspettate una Mostra per sentire impianti celestiali....beh rassegnatevi, sareste abbastanza fuori strada. Ripeto: si può annusare l'aria (ma non troppo), sentire che c'è di nuovo, scambiare commenti tra appassionati ed operatori ma...l'ascolto serio, per favore, lasciamolo racchiuso nel silenzio delle nostre mura domestiche.
Alla prossima!
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