Reportage: Fabio Egizi - TNT Italy
Data pubblicazione: Ottobre, 2008
Quale altro titolo scegliere se non una parafrasi delle parole del grande Gaber? Cancellato senza motivo apparente il Top Audio romano, fugace meteora per un solo anno e dopo l'ultimo Roma Audio Show, che non è stato certamente all'altezza del blasone della capitale, le aspettative degli audiofili erano tutte riposte in questa manifestazione. E come ogni anno il pubblico ha partecipato numeroso e ha affollato le sale dell'hotel Midas. Nel pomeriggio di sabato trovare un parcheggio che si potesse definire tale non è stata un'impresa semplice, nonostante la temperatura invitasse più ad una passeggiata sulla spiaggia che a rinchiudersi nelle (spesso) anguste salette dell'albergo.
Il mio diario di bordo inizia con la descrizione della saletta di un espositore esordiente alla rassegna, ma con una fama già consolidata nel settore e intorno al quale, alla vigilia, si addensava un alone di interesse e curiosità. Mi riferisco a Mino Di Prinzio e all'impiantino che aveva allestito per l'occasione (quello grande era rimasto a Chieti Scalo). Come forse potete intuire dalle foto, già le dimensioni dei diffusori incutevano un certo timore reverenziale.
Proprio di fronte (sarà stata una casualità?) faceva gli onori di casa Stefano Zaini deus ex machina di The Sound of the Valve.
Pur essendo entrambi fautori dell'alta efficienza, ognuno di loro ha ribadito il proprio peculiare approccio: Zaini attraverso i suoi diffusori a dipolo omnidirezionali della serie "The Wall", quest'anno corredati da un tweeter agli ioni, Di Prinzio mediante l'utilizzo di impegnativi (anche nel costo) sistemi a tromba. Di interesse i componenti del sistema Di Prinzio che si avvalevano di un woofer Supravox da 15 pollici, di un altoparlante TAD 4001 da 2 pollici per la riproduzione delle medie frequenze ed infine di un tweeter TAD ET 703. Tutti gli altoparlanti sono rigorosamente in AlNiCo.
Poco distante la saletta Audio Reference mostrava quanto di meglio sono in grado di proporre marchi come The Gryphon con il nuovo lettore Mikado Signature, il preamplificatore Mirage, il monolitico finale in classe A Colosseum e i diffusori Poseidon. Nelson Pass era egregiamente rappresentato dalle sue amplificazioni, mentre per ProAc facevano sentire la loro voce le immancabili D38. Come sorgente analogica era usato uno SME20/12.
L'inossidabile Licciardello scherzava bonariamente sui gusti musicali degli audiofili che proponevano in ascolto quelli che lui definiva testualmente "gli uccelletti della campagna romana".
In fondo al corridoio di questo piano, PFA2 proponeva la classica accoppiata delle valvole di Cornad Johnson e dei pannelli elettrostatici di Magnepan (nel caso specifico le Magneplanar M20.1) oltreché le amplificazioni McCormak.
Sempre nella stessa saletta compariva un prodotto che difficilmente capita di vedere ed ascoltare in una manifestazione di questo genere. Un paio di registratori a bobine che forse erano lì per qualche dimostrazione (di Monsieur Pierre Bolduc?) alla quale purtroppo non ho assistito.
Proseguendo nel nostro itinerario si accedeva a questo punto in un ampio salone, nel quale si sarebbe potuto trascorrere una mezza giornata a contemplare dischi, accessori, cavi, libri, connettori, smorzatori, punte e sottopunte e ogni altro ritrovato che questo strambo mercato dell'alta fedeltà offre agli appassionati. Anche se tutto il materiale era in esposizione statica, dinamico era l'interesse e l'afflusso dei visitatori, gran parte dei quali non ha saputo resistere alla tentazione di un acquisto. Quanti non avessero potuto trovare appagamento in tale caleidoscopico bazar dell'audiofilia, c'erano ad attenderli gli stand di Foné del Signor Ricci e quello della Red Records del rassicurante Sergio Veschi.
Sul medesimo piano dell'albergo, ma in un'altra ala, si incontrava la saletta Tektron - Hrc, nella quale suonava un impianto con un integrato da 16 watt con triodi 211 che pilotava due Klipsch riviste e corrette (con le trombe dei medi e degli alti tolte dal mobile e appese ad una staffa in acciaio). Certamente dal punto di vista estetico e pratico il prodotto non è accattivante (soprattutto se destinato a convivere con il mobilio scelto da vostra moglie!), ma cosa non si è disposti a fare per soddisfare le proprie passioni!
Un'altra sala delle meraviglie era quella allestita da Hi Fi Center, nella quale la sorgente no compromise Rice della Sigma Audio Concepts era collegata ad un pre Norma, che a sua volta inviava il segnale musicale ad una pletora di finali (ben quattro!), che in bi- amplificazione pilotavano le "solite" anticonvenzionali MBL 101E nella versione MkII. A fare gli onori di casa lo stesso ingegner Rossi, patron di Norma, insieme a uno dei fratelli Sopegno.
Al piano inferiore si accedeva alla saletta AAAVT, importatore di amplificazioni cinesi a valvole. Qui era possibile ascoltare ben tre impianti di differenti fasce di prezzo.
I responsabili della saletta avevano anche istituito una lotteria che metteva in palio un amplificatore integrato della Yarland: il Dreamwork M84.
Dopo aver curiosato tra i dischi di Simone della Moonlight Records alla ricerca di qualche interessante novità, ci si imbatteva nello stand allestito da Nova con le sue elettroniche purtroppo silenti in esposizione statica.
Proseguendo lungo i corridoi ho avuto il piacere di incontrare una giovane e promettente azienda: si tratta dell'abruzzese Vitro Cantus, che occupava uno "spazio open" (così almeno recitava la guida della mostra). Nonostante la collocazione non fosse ideale, il suono che diffondevano le Monolite Gold 1011 si lasciava apprezzare per la sua coerenza timbrica. La disponibilità del titolare Franco Rispoli ne svelava il segreto: il cuore dell'impianto era costituito dall'amplificatore integrato Carillion. Le caratteristiche salienti di questo integrato sono: tecnologia valvolare (del resto il nome non lascia adito a dubbi), componenti selezionati individualmente e cura artigianale (che si traduce in attenzione per i particolari e passione applicata al prodotto) per un push pull in configurazione ultralineare di EL34 dual mono capace di erogare 35 Watt RMS per canale. In cantiere l'azienda ha inoltre un pre fono ed un altro integrato di EL84.
Nella saletta a fianco era possibile ascoltare il convertitore DA Jackob Ludwing DAC1 da 30000€. L'impianto permetteva di mettere a confronto una meccanica Spectral da 15000€ con un sistema denominato AD CharoN, costituito da un software di correzione ambientale in grado di effettuare l'oversampling del segnale audio e portarlo a 192Khz/32 bit. Tale software è realizzato dalla Tangerine Tech esclusivamente per sistemi operativi Os in ambiente Mac. Il resto della catena era costituito da un pre Spectral, finali mono MBL e le due imponenti torri Thiel Cs5 che arrivavano fin quasi al soffitto. La peculiarità del sistema sta nel fatto che il CD viene prima memorizzato sul disco rigido del PC e in fase di riproduzione interviene il software di correzione che invia il segnale elaborato al DAC tramite un bus Firewire. Senza dubbio si tratta di un impianto con interessanti caratteristiche innovative, peccato che nel corso della dimostrazione qualche audace audiofilo abbia ipotizzato di impiegare una simile tecnologia per l'ascolto di mp3 tramite I-Pod (proposta, a mio parere, fuori luogo considerato il contesto).
Nell'allestimento del rivenditore romano Alchimie Musicali i diffusori erano pilotati alternativamente da due diversi impianti. Uno tutto Naim con sorgente analogica Rega P7, un altro completamente BelCanto con sorgente digitale.
Altro impianto meritevole di ascolto era quello Siemetel con elettroniche Nightingale della serie Diva con gli affascinanti triodi a riscaldamento diretto 300B e gli eleganti diffusori a dipolo Concentus CTR-2. Si tratta di un sistema di altoparlanti a tre vie con una sensibilità che si attesta sui 90db, adatto anche per amplificazioni valvolari da pochi watt.
Per soddisfare le esigenze degli autocostruttori i marchigiani della Bartolucci Transformers esponevano i loro prodotti ed un impianto old fashioned (eccezion fatta per il lettore CD Jupiter della Rega) con elettroniche valvolari e diffusori Tannoy.
I pescaresi di Playstereo avevano portato alla mostra una parte rappresentativa del loro catalogo tra diffusori, elettroniche, tavolini ed accessori vari.
In particolare erano a disposizione per l'ascolto le Stirling Broadcast Ls3/5A V2 sugli stand Foundation Designer e le John Blue 3. In merito all'amplificazione si poteva optare per gli LFD Integrated Zero LE MkIII e il nuovo preamplificatore valvolare con alimentazione a batterie Red Wine Audio Isabella, o per gli amplificatori Signature 30.2. Sobri e al contempo eleganti i tavolini portaelettroniche Guizu. Solo in esposizione statica (per lo meno quando sono passato io) il Trends Audio TA10 e i KingRex.
A questo punto termina il mio (limitato) resoconto della rassegna romana. Mi auguro di aver soddisfatto l'orizzonte di attesa di quanti non sono potuti intervenire e di aver invogliato gli scettici delle mostre a partecipare nei prossimi anni. Per il futuro auspichiamo che gli organizzatori evitino di concentrare questi eventi in pochi giorni, rischiando così di frammentare il bacino d'utenza. Noi audiofili amiamo prendere parte a simili manifestazioni che ci consentono di ascoltare impianti di alta qualità, ma sono anche occasioni importanti per ritrovarsi, chiacchierare, scambiarsi opinioni ed esperienze e non da ultimo conoscere nuove persone con le quali condividere la nostra passione. Infatti le rassegne che hanno dato un valore aggiunto sono state quelle che, complice Lucio, si sono concluse con una bella cena tra audiofili (e non). Mi riferisco in particolare a quella in occasione del decennale della nostra rivista conclusasi a cena con lo stesso Lucio, Giorgio Pozzoli, Giovanni Cimbalo, alcuni lettori di TNT-Audio e la guest star della serata, il simpatico toscanaccio Leonardo Mani del quale quest'anno si è avvertita la mancanza.
Ribadisco il tema d'apertura: meno male che persone lungimiranti e appassionate come Stefano Zaini profondono sforzi per organizzare eventi simili che sono utili a noi, ma che spero possano avvicinare all'alta fedeltà anche un pubblico nuovo.
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