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Prodotto: DAC Audiophonics EVO Sabre
Produttore: Audiophonics - Francia
Prezzo: 459 € - Il prezzo può variare
Recensore: Graeme Budd - TNT-Audio Francia
Pubblicato: 2024
Traduttore: Roberto Felletti
Questa recensione rappresenta qualcosa di completamente nuovo per me. Ho già recensito sia un DAC sia uno streamer, ma in entrambi i casi si trattava di prodotti finiti. Oggi parlerò di un DAC/Streamer che dovete assemblare. Ora, spero che metà di voi non abbia desistito all'idea del fai-da-te perché, in realtà, la procedura è davvero semplice, non sono richieste saldature e posso garantirvi che né bambini né animali sono stati maltrattati durante l'assemblaggio.
Quindi, dopo esserci liberati della liberatoria, possiamo cominciare a parlare del DAC Audiophonics EVO Sabre. Non posso prendermi il merito di averlo scoperto perché è stato Lucio a proporlo, ma poiché l'azienda ha sede in Francia ho colto l'occasione per provarlo, e sono contento di averlo fatto. L'apparecchio è un combo che include un DAC SABRE ES9038Q2M 32-bit con vari ingressi (coassiale, ottico, Bluetooth e USB) e un computer a scheda singola Raspberry Pi per trasformarlo in una soluzione per lo streaming.
Il dispositivo è offerto in kit e l'assemblaggio richiede circa un'ora, più un'altra ora per far funzionare il Raspberry Pi con il software di vostra scelta (ci sono alcune opzioni già impostate). Sarò sincero, ammetto che mi ci è voluto di più per far funzionare il Raspberry perché avevo scaricato la versione sbagliata del software (c'è una versione specifica per l'EVO); questo ha causato un bel po' di frustrazione, ma dopo aver letto il dannato manuale nel giro di un'ora sono riuscito a farlo funzionare. Seguiranno maggiori dettagli.
Come ho detto, la procedura è semplice e, francamente, se siete in grado di cambiare una spina non dovreste avere problemi. Se poi, da ragazzi, vi dedicavate alle automobiline radiocomandate, allora sarà una passeggiata. È davvero semplice. Il prodotto risultante è più funzionale che carino; se devo essere critico, lungo il lato di uno dei display si vede la scheda all'interno se siete più vicini di mezzo metro.
Nella foto sottostante c'è tutto quello che dovete assemblare. Come ho detto prima, i pezzi si montano in un'ora circa e il dispositivo può già essere utilizzato come semplice DAC, ma se vi fermate qui vi perdete le funzioni di streaming. Io ho collegato l'alimentatore con specifiche per uso medico fornito (sebbene sia fisicamente rumoroso) per configurare lo streaming.
Prima di andare oltre, ecco qual è l'aspetto ad assemblaggio terminato meno il coperchio. Semplice e ordinato, con una sensazione di alta qualità complessiva. D'accordo, non ci sono condensatori Black Gate né connettori WBT Next Gen né dissipatori lavorati a macchina, ma penso che per il prezzo sia tutto ben disposto e ben realizzato.
Aggiungere un sistema operativo di qualche tipo al Raspberry Pi permette di entrare in una terra di opportunità e avventure. Come ho accennato prima, la parte importante a questo punto è che la Audiophonics ha creato una versione di Volumio specifica per l'EVO, e se provate a installare la versione standard le cose andranno storte. Prima di iniziare dovrete procurarvi una scheda micro SD (non fornita) su cui installare il sistema operativo e, teoricamente, un monitor HDMI per controllare l'avanzamento della procedura. Se seguite le istruzioni e usate la versione corretta del sistema operativo, l'EVO diventa un lettore Volumio oltre che un DAC. Si crea la sua rete wireless, di modo che potete completare la configurazione con lo smartphone o il tablet tramite l'app di Volumio o un PC con l'interfaccia web di Volumio. A configurazione conclusa, ho gestito il tutto tramite la mia rete cablata.
L'interfaccia di Volumio è abbastanza intuitiva; sono riuscito rapidamente a sincronizzare la collezione di musica che ho sul server, oltre alle Internet radio, e a far funzionare il tutto. D'accordo, le Internet radio possono avere una qualità sonora estremamente bassa, ma hanno decisamente un senso come strumento per scoprire musica nuova e per qualche momento del tipo “non sentivo questa canzone da una vita”. Volumio può essere usato come sistema operativo gratuito, ma c'è un abbonamento annuale, dal prezzo ragionevole, che vi permette di usare più lettori, per l'ascolto in stanze diverse, nonché l'integrazione con Spotify e servizi simili. L'unica critica che posso fare è che non si integra con Deezer, ma questo è un problema di Deezer perché continuano a nascondere la testa sotto la sabbia ogni volta che si menziona il DLNA/UPnP. È un peccato, perché hanno lo streaming in FLAC, un nutrito catalogo (anche se manca Stupid Stupid Stupid dei Black Grape) e un'offerta famiglia a un buon prezzo.
L'EVO è molto facile da usare e ogni cosa è controllata dalla manopola rotante sul frontale o tramite il telecomando, che sembra abbastanza anonimo ma che funziona bene finché non lo perdete dietro il sofà (è piuttosto piccolo).
La manopola rotante permette di selezionare gli ingressi, di regolare il volume e anche di scegliere tra diversi filtri digitali, se la cosa vi interessa. Penso che molte persone troveranno quello che preferiscono di più e lo lasceranno così, soprattutto perché le differenze sono minime. Ho riscontrato che l'apodizzazione veloce incontra i miei gusti e ho effettuato la maggior parte degli ascolti con questa configurazione.
Come mostra la foto sopra, l'EVO ha un buon numero di connessioni, per cui ho provato diverse sorgenti per vedere cosa fosse in grado di fare. Non c'è un ordine particolare:
Per farla breve, le prestazioni sono state piuttosto buone su tutti gli ingressi. L'EVO non ha mai mostrato segni di cedimento. È sensibile al cavo sul coassiale; ogni tanto uno dei miei vecchi cavi coassiali non agganciava il flusso di dati. La sostituzione del cavo con uno più recente e migliore ha risolto il problema. Il resto si agganciava immediatamente, indipendentemente dal fatto che il flusso di dati fosse a 44,1, 48 o 96 kHz.
Con il lettore Volumio l'EVO è riuscito a trarre il meglio dalle Internet radio e con una coppia di diffusori attivi Argon Audio (circa 599 €) ha offerto, per poco più di 1.000 €, una soluzione tutto-in-uno piuttosto soddisfacente che mi ha tenuto compagnia mentre l'impianto principale era in modalità ristrutturazione. Sì, le Internet radio sono un po' (!) scarse come qualità - è qualcosa di intrinseco al formato - ma l'EVO riesce a trarne il meglio, e con le radio in formato FLAC (come quelle Naim Audio) non mi ha mai lasciato quel senso di mancanza quando è stato rimesso nell'impianto principale.
Ad essere sinceri vale lo stesso per tutti gli ingressi, ma visto che questa è la parte sonora, suppongo che dovremmo confrontarlo con qualcos'altro.
L'ho confrontato con il DAC integrato nell'Audio Note CD2.1X II, usando questo lettore CD piuttosto raffinato (e piuttosto costoso - circa 5.000 €) come meccanica sia per il suo DAC interno sia per l'EVO. Quindi, presumendo che il DAC del CD2.1X II valga la metà del valore del componente, l'EVO avrebbe dovuto confrontarsi con qualcosa di costo quintuplo rispetto al suo.
Ora rovinerò la sorpresa perché NO, non è valido quanto il CD2.1X II, ma sono stati necessari alcuni brani per capire veramente dove l'EVO è carente. E comunque, i “difetti” sono più a livello di dettaglio che non vere mancanze.
L'EVO offre una performance più che degna di lode. Nel brano If you wait dei London Grammar, il pianoforte è distintamente collocato nello spazio di fronte a voi, dietro la voce. Le note alte, in quella che è una parte vocale piuttosto difficile, non strillano né tendono all'asprezza. Ascoltate il pezzo d'apertura, Hey Now, dal medesimo album; il basso è preciso, con un buon tono. E se non avete mai provato qualcosa di meglio, probabilmente sarete più che felici di quello che sentite.
Ma... riascoltate le canzoni usando il DAC interno del lettore e vi accorgerete delle crepe nella corazza dell'EVO. Il pianoforte in If you wait diventa improvvisamente uno strumento suonato da un essere umano, prende vita e il suono scorre, facendo sembrare leggermente meccanico il suono dell'EVO, come se il pianoforte stesso fosse di qualità inferiore. Hey Now avrà la chitarra collocata meglio nello spazio e il basso suonerà più naturale; inoltre, non c'è dubbio che il sintetizzatore suonerà come in studio.
Alcuni di voi penseranno che io sia un po' severo, ma le cose vanno contestualizzate. Il CD2.1X II è uno dei migliori lettori CD che abbia mai avuto nell'impianto e la musica scorre in modo meraviglioso, sicuramente grazie, in parte, al suo DAC senza filtri che è difficile da trovare altrove.
L'EVO resta sotto i 500 €, mentre il CD2.1X II non viene venduto (nella maggior parte dei casi) a meno di 5.000 € ed è soltanto un lettore CD!
In realtà, le sue prestazioni sono altamente credibili. Usatelo con un NAS o un portatile (che magari avete già) e non avrete difficoltà a trovare il vincitore in un confronto con un lettore CD da 1.000 euro. Sicuramente è al livello del mio Naim CD5i (che vent'anni fa costava 1.400 €) e alcuni di voi, probabilmente, lo preferirebbero anche; dipende dalle vostre priorità. Ci sono carenze nel dettaglio, ma si manifestano esclusivamente in confronto ad apparecchi di gran lunga più costosi.
Mi è piaciuto molto usare l'Audiophonics EVO Sabre. Mi sono divertito ad assemblarlo ed è stato facile configurarlo (però leggete il manuale, altrimenti può essere frustrante se sbagliate qualcosa, come ho fatto io).
Dal punto di vista della performance non è stato mai meno che piacevole e tramite le piattaforme di streaming mi ha permesso di riscoprire molta musica vecchia che diversamente sarebbe rimasta sulle cassette, a casa dei miei, per gli anni a venire.
Per i principianti rappresenta un serio ingresso nel mondo dell'hi-fi se abbinato a una coppia di monitor attivi a due vie, deliziando i possessori. La parte migliore è che l'EVO non molla se si sale di livello con qualcosa di un po' più rivelatore...
Di sicuro mi ha aperto gli occhi sulla strada del fai-da-te e certamente continuerò a tenere d'occhio il sito Audiophonics per progetti futuri.
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