[ Home | Redazione | FAQ | HiFi Shows | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Tweakings | Inter.Viste ]
Impronte Digitali a confronto
Ritengo
che i CD player di classe medio economica (per intenderci quelli di
prezzo attorno al milione) rappresentino una tra le migliori scelte
possibili per il rapporto tra qualità e prezzo.
Quello che
spesso le riviste specializzate, sovente impegnate a decantare le
eccezionali qualità del compattone di turno, non si
preoccupano di porre in evidenza e' che già con una spesa che
può essere inferiore al milione di lire e' possibile entrare
in possesso di un apparecchio dotato di qualità soniche
notevolissime, paragonabili più a quelle di apparecchi di
costo anche notevolmente superiore piuttosto che a quelle degli
apparecchi più economici.
Oramai
quasi tutti i lettori di fascia media dispongono di meccaniche e di
convertitori che fino a poco tempo fa erano esclusivamente dedicati a
macchine di livello ben superiore ed alcuni di essi vengono costruiti
con una cura ed una attenzione alle possibili cause di degrado del
segnale di livello tipicamente audiophile.
Se si aprono i coperchi
di questi oggetti e si da una occhiata alla componentistica,
sicuramente le sorprese non sono poche. Si può così
scoprire che la stragrande maggioranza delle meccaniche di lettura
sono prodotte da poche grandi marche le quali possiedono le risorse
finanziarie ed umane necessarie per sostenere i pesanti costi di
sviluppo e gli ingenti investimenti necessari. Investimenti che poi,
però, devono venir ripagati, impiegando la stessa meccanica,
magari in versioni leggermente modificate nei materiali e in piccoli
dettagli, dentro macchine appartenenti a fasce di prezzo anche
completamente differenti.
Lo stesso discorso, forse anche in
maniera più evidente, vale per i convertitori. E' chiaro che
ad avvantaggiarsi di questo tipo di situazione sono i prodotti di
fascia più economica, che possono giovarsi di tecnologie
sviluppate per soddisfare il palato degli audiofili più fini
(e spendaccioni...).
Per fare qualche nome, non si può non
pensare alle costosissime meccaniche Wadia, che altro non sono che
TEAC mascherate, oppure alla meccanica E.A.D., all'interno della
quale addirittura si nasconde un intero CDP pioneer della serie
Legato Link, parte del quale resta inutilizzato (il convertitore).
Partendo
da queste premesse voglio riportare le mie impressioni d'ascolto di 5
lettori CD di fascia media (forse meglio medio-bassa, anche se il
prezzo non appare in alcuni casi affatto contenuto ai meno
smaliziati...), lettori tra i quali mi sono trovato a scegliere in
occasione di un recente upgrading del mio impianto personale.
Si
tratta del NAD 514 (1200000 lire), dell'Harman Kardon 7425 (1200000
lire), del Pioneer PDS703 (920000 lire), del Marantz CD63 mkII
(770000 lire) e del TEAC CD-5 (930000 lire).
Una prima
considerazione sui prezzi di questi apparecchi: la differenza tra il
più costoso e quello più economico appare notevole, sia
in termini assoluti che relativi, tanto più che ad essa non
corrisponde poi una effettiva differenza ne per quanto riguarda
l'ascolto ne per la cura costruttiva, anzi... ma andiamo avanti con
ordine:
questi lettori rappresentano una perfetta esemplificazione
delle considerazioni che facevo in sede preliminare: TEAC, NAD e
Harman Kardon possiedono esattamente la stessa meccanica, e i primi
due anche gli stessi tre chip, di origine Sony, per il controllo
dell'inseguimento delle traccie, del motore, del fuoco, etc.
Il
convertitore del Nad sfrutta la famosa tecnologia MASH, quello del
TEAC e' il classicissimo bitstream Philips SAA7350, presente, in
versione selezionata, su macchine integrate e convertitori di ben
altro prezzo (basti pensare al TEAC VRDS-10 o al Marantz CD-16).
Anche nel Pioneer e nel CD-63 troviamo componentistica simile a
quella di oggetti bel più costosi. Come ho già detto,
la meccanica stable platter e' impiegata nelle macchine E.A.D.,
mentre la classica CDM 12.1 del Marantz e' impiegata dalla stessa
casa, invero in versione più raffinata, anche su macchine come
il CD-72 ed addirittura il CD-17.
Anche il CD-63 possiede, nella
sua circuiteria, un chip Philips della serie SAA, il 7345, utilizzato
come demodulatore e sovracampionatore. Ci sono dunque tutte le
premesse per prestazioni soniche di alto livello.
Passo
dunque a delineare, una per una, quelle che sono state le mie
impressioni di ascolto dei vari CD, per poi giungere alla fine ad una
mia personale classifica di gradimento.
Premetto che tutti questi
ascolti o quasi si sono svolti in negozio, dunque in ambiente che mi
era sconosciuto e con catene che non erano evidentemente la mia.
Queste considerazioni potrebbero dunque risultare falsate da questi
fattori, anche se ho cercato sempre di effettuare un confronto per
quanto possibile diretto e di utilizzare il maggior numero possibile
di interfacciamenti.
© Copyright 1996 Luca Nicoletti
NAD 514
Pur essendo decisamente più costoso del TEAC il NAD non sembra costruito con la stessa cura, ne' i soldi così risparmiati sembrerebbero essere stati impiegati all'interno: come ho già detto la meccanica dei due CD e' la stessa e i componenti, sia passivi che attivi, di qualità simile.
Anche il
suono appare subito di pari livello, tanto che, a mio parere, la
scelta di preferenza dovrà basarsi sui gusti personali.
Il
NAD e' comunque decisamente più aggressivo in gamma alta,
tanto da poter risultare alla lunga stancante se non abbinato a
diffusori adeguati (io lo ho ascoltato con delle Monitor Audio Ruby
ed il risultato non mi e' piaciuto neanche un pò!).
© Copyright 1996 Luca Nicoletti
Marantz CD 63 mkII
Il suono
del Marantz risulta subito molto simile (si sente la parentela dei
convertitori) a quello del TEAC, tanto che spesso si fa fatica "alla
cieca" a distinguere tra i due.
Il CD 63 sfoggia dunque un
suono ricco e corposo, con un basso esteso e potente, ed una
sensazione di raffinatezza davvero notevole. Tra i lettori presi in
considerazione e' uno di quelli dotati della maggiore omogeneità
timbrica tra le varie gamme, che dona al suono una sensazione di
completezza e di compattezza che alla lunga risulta decisamente poco
affaticante. Anche per questo lettore non sembrerebbero esserci
particolari problemi con gli abbinamenti.
© Copyright 1996 Luca Nicoletti
Teac CD-5
La prima
caratteristica che salta agli occhi quando si ha a che fare con
questa macchina e' la superiore cura costruttiva con la quale e'
realizzata, basta sollevarla per rendersene conto.
Mentre tutti
gli altri lettori di questo confronto appaiono realizzati più
o meno come un normale lettore di classe ultra economica, il
giapponese si presenta invece con tutte le carte in regola per
confrontarsi, da questo punto di vista, con i lettori di classe
superiore.
Le differenze all'ascolto si fanno invece molto più
sfumate. Si sente nettamente che la qualità sonora e'
notevolmente superiore a quella dei lettori da tre,
quattrocentomilalire, mentre rispetto ai migliori lettori di questo
confronto non si può parlare di vera e propria superiorità.
La
caratteristica sonica che mi sembra prevalente e' una certa dolcezza
di fondo, con i bassi ben in evidenza, profondi ma controllati a
sufficienza, una gamma media molto dotata di dinamica ed una alta mai
invadente senza essere tuttavia in secondo piano.
La scena
acustica resta sempre abbastanza credibile e veritiera, ma
soprattutto si ha una buona sensazione di ariosità. Nel
complesso mi sembra che pur senza eccellere in modo particolare in
nulla, l'insieme sia dotato di grazia e musicalità.
Le
chitarre ed il pianoforte sembrano molto credibili. Non vedo grandi
problemi di interfacciabilità.
© Copyright 1996 Luca Nicoletti
Pioneer PD S703
Il
Pioneer, devo dire, mi ha deluso. Si tratta sicuramente del lettore
che più di tutti gli altri tende a colpire l'ascoltatore con
quegli effetti speciali che a me tanto risultano sgraditi.
La
gamma bassa, invadente e poco controllata e la scena acustica molto
compressa sia in altezza che lateralmente non mi sono sembrate
all'altezza di quelle della concorrenza.
C'e' comunque da dire che
la cura costruttiva e la sicurezza di funzionamento (rapidità
nel trovare le traccie etc.) sono sicuramente tra le migliori del
gruppo.
© Copyright 1996 Luca Nicoletti
Harman Kardon 7425
Questo
lettore appare caratterizzato da un suono molto analitico e
radiografante, in maniera a mio parere sicuramente eccessiva; le
chitarre appaiono spesso metalliche e poco naturale ed anche il suono
del pianoforte ha spesso un che di artificioso.
Per contro le
basse sembrano possedere la maggior estensione del gruppo de appaiono
anche ben controllate.
Anche questo lettore, come il NAD appare piuttosto costoso, senza che l'analisi costruttiva riveli doti particolari. Faccio comunque notare che questo e' il lettore che ho ascoltato di meno, confrontandolo direttamente,poi, con i soli Marantz e Nad.
© Copyright 1996 Luca Nicoletti
Tirando le somme
In
conclusione mi sembra di poter dire che le differenze tra i vari
lettori, per quanto non particolarmente pronunciate, si sentano
abbondantemente.
Il TEAC ed il Marantz sono quelli che incontrano
maggiormente il mio gusto (con una leggera preferenza per il TEAC per
le sue caratteristiche come dire... organolettiche: la costruzione e'
nettamente superiore a quella dei concorrenti ed inoltre possiede un
aspetto a mio modesto parere decisamente affascinante, anche se
certamente a molti potrà non piacere.
Certo difficilmente
passa inosservato).
Un
gradino al di sotto metto NAD ed Harman Kardon, che non solo secondo
me non sono piacevoli come i primi due, ma hanno anche un prezzo
notevolmente superiore.
Il Pioneer e' quello che mi e' piaciuto di
meno, forse perche', per averne sentito parlare, mi aspettavo di più.
Comunque non posso che raccomandare a tutti di andare sempre ad ascoltare prima di comprare, ciò che non e' piaciuto a me potrebbe invece rivelarsi per voi l'ideale!
© Copyright 1996 Luca Nicoletti
[ Home | Redazione | FAQ | HiFi Shows | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Tweakings | Inter.Viste ]