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Prodotto: DAC HP-A8 a 32 bit
Produttore: Fostex International
Distributore per l'Italia: Backline S.u.r.l.
Prezzo: 899 sterline [1650€ in Italia] (il prezzo può variare)
Recensore: Mike Cox - TNT UK
Revisore: Mike Redman
Data della recensione: Novembre, 2014
Traduttore: Roberto Felletti
Attualmente ci sono sul mercato così tanti convertitori digitali-analogici da accontentare tutte le tasche; ne deriva che è molto difficile sceglierne uno, poiché le loro specifiche tecniche sono tutte molto simili. La maggior parte di essi utilizza uno tra i pochi circuiti integrati per DAC oltre a circuiti integrati USB per dispositivi secondari. Se desiderate una soluzione su misura, ci sono ben poche possibilità, oltretutto estremamente costose, come le proposte dell'azienda dCS.
Inoltre, i DAC sono in continua evoluzione e, frequentemente, sono dotati di controllo del volume e ingressi analogici, per cui non c'è più bisogno di preamplificatori e cavi di segnale. Il Fostex HP-A8C è un prodotto appartenente a questa nuova generazione e inoltre comprende un'uscita per la cuffia.
Ci sono molte caratteristiche e opzioni interessanti con cui giocare:
Come sorgente ho usato il mio solito MacBook Pro con alimentatore USB Aqvox, cavo USB Chord Silver Plus e IFI Purifier. Sul MacBook girava il lettore multimediale che uso attualmente, JRiver, in quanto gestisce la maggior parte dei formati audio; inoltre esso dispone di un eccellente applicazione per iPad, JRemote, come telecomando.
Ho iniziato utilizzando il HP-A8C in modalità di uscita diretta, disabilitando il controllo del volume e inserendo il DAC nel mio impianto al posto di quello abituale. Appena estratto dall'imballo, il suono del HP-A8C era stridulo e granuloso, per cui l'ho lasciato acceso per una settimana o più, ascoltandolo di tanto in tanto per vedere se fosse cambiato qualcosa. Trascorsa la settimana, il suono si era aperto e ammorbidito, migliorando nella settimana seguente e ora, parecchie settimane dopo, sembra essersi stabilizzato.
Una volta "rodato" ho sperimentato altre impostazioni, quali il tipo di filtro che prevede due opzioni: "sharp roll off" riduce, sull'uscita digitale, il rumore di banda trasferito all'amplificatore che segue nella catena audio, mentre "minimum delay" riduce l'impatto di fase del filtro. Successivamente ho giocato con il livello di sovracampionamento, che prevede tre opzioni: nessuno (1X), 2X e 4X. Con tutte queste funzioni da provare ci si può trastullare per ore con ogni combinazione possibile.
Inoltre, c'è un'opzione disponibile tramite telecomando ed è la possibilità di scegliere la sorgente del master clock. Le opzioni sono Diretto e Locale, dove la prima ricava il clock dai dati in ingresso e la seconda usa l'oscillatore ad alta precisione integrato nel DAC. Tutte le opzioni sono selezionabili dal telecomando, per cui è sufficiente sedersi e ascoltare. È stato facile confondersi parecchio nel tentativo di capire l'impatto di ogni cambiamento, in quanto le differenze sono minime, seppur percepibili, ma essere in grado di smanettare con le varie impostazioni restando seduti nell'abituale punto d'ascolto è un vero valore aggiunto. Tutto ciò di cui avrei avuto bisogno sarebbe stato un binocolo, per poter leggere il display del DAC dalla parte opposta della stanza!
La mia strategia per trovare l'impostazione ottimale è stata quella di provarne una per volta, selezionando la migliore per poi passare alla successiva. Non è un metodo molto scientifico, ma pressoché il più pratico. Alla fine ho scelto: nessun sovracampionamento, clock locale e filtro per il minimum delay. Nel corso della stesura di questa recensione ho fatto ulteriori esperimenti con le impostazioni e, come potete aspettarvi, i risultati sono stati leggermente diversi. La possibilità di apportare cambiamenti stando seduto in posizione d'ascolto mi ha permesso di scegliere in base all'umore del momento.
Il HP-A8C dà il meglio di sé quando viene usato come preamplificatore per l'uscita cuffia, oltre che come DAC. Inoltre dispone di ingressi analogici, ciò che mi serve per collegare il mio stadio phono. A questo punto è possibile regolare il volume oltre a selezionare le varie sorgenti digitali, nonché quelle analogiche. Se, alla fine, si guarda il prezzo e lo si confronta con quello di componenti separati, più i cavi (di potenza e di segnale), allora ci si rende conto di avere a disposizione un'apparecchiatura di grande valore.
Come DAC puro, collegato al mio preamplificatore MFA e al Leak ST50 che pilotano una coppia di Eryk S Concept Superioro, e dopo parecchie settimane di rodaggio, si è dimostrato molto rivelatore, evidenziando chiaramente la scarsa qualità di alcune registrazioni. Aumentando la profondità in bit e salendo con il valore della frequenza di campionamento la qualità del suono migliorava, fino ad arrivare a 24 bit - 192 kHz. Con registrazioni quali quelle proposte da Katzenberger Music Productions il suono era più armonioso sebbene dettagliato, fornendo un'esperienza molto piacevole. Le incisioni di Anne-Sophie Bertrand all'arpa erano trasposte con un notevole attacco delle note, seguito da un aggraziato decadimento degli accordi di risonanza, fino allo smorzamento del suono ad opera di Anne-Sophie. Il connubio dato dall'unione di registrazioni superbe con il HP-A8C rappresenta un buon esempio di audio ad alta definizione.
Con incisioni di qualità inferiore il HP-A8C può rendere la musica più difficile da apprezzare, laddove un DAC meno rivelatore riesce ancora a fornire una riproduzione in qualche modo buona. Se faccio un confronto con il mio DAC La Voce, basato sul vecchio chip TDA1541 e in grado di arrivare solo fino a 24 bit - 96 kHz, anche alle risoluzioni più elevate quest'ultimo non riesce a beneficiare dell'audio in alta definizione; invece, con normali estrazioni da CD a 16 bit - 44,1 kHz esso fornisce una prestazione più armoniosa rispetto al HP-A8C.
A questo punto, se si usa il HP-A8C così come è stato progettato, includendo la sezione di preamplificazione, le motivazioni per prenderlo in considerazione aumentano significativamente. L'avevo collegato direttamente al Leak ST50, abilitando il controllo del volume. Come preamplificatore, dotato di uscita cuffia e telecomando, il HP-A8C canta, nel vero senso della parola. Per la prima volta nella mia storia audiofila dispongo di un telecomando, non solo per regolare il volume ma anche per selezionare gli ingressi; sì lo so, sono un dinosauro!
Come preamplificatore, collegato al mio stadio phono, il HP-A8C si è comportato molto bene, dimostrandosi controllato, con un suono pulito, aggiungendo molto poco di suo alla riproduzione; non è che si possa chiedere molto di più a un preamplificatore. Comunque preferisco il mio preamplificatore MFA Classic; dovrei, visto che costa molto di più ed è sprovvisto di DAC!
Io non uso molto le cuffie, preferendo il suono dei diffusori al surrogato piuttosto chiuso e talvolta scomodo che esse producono. Ai fini di questa recensione ho fatto una prova con la mia Sennheiser HD650 e, a parer mio, il HP-A8C suonava molto bene. A causa della mia limitata esperienza con le cuffie, posso dire che la qualità del suono era altrettanto buona di quella dell'amplificatore per cuffie dedicato Burson.
Finora ho tralasciato di menzionare la comodità dell'ingresso per schede SD; esso accetta esclusivamente file audio in formato DSF, WAV e AIFF e, oltretutto, è molto schizzinoso riguardo i nomi dei file, per i quali sono previsti solo trenta caratteri alfanumerici. Ho utilizzato una scheda SD da 16 GB formattata in FAT32, come da istruzioni. Copiare i file sulla scheda SD non è stato un problema, ma il fatto di aver dovuto rinominarli per ottemperare all'obbligo dei trenta caratteri è stato davvero irritante. Qualora la scheda contenesse file in formati diversi da quelli summenzionati, essa non verrà riconosciuta. Tutto questo è stato molto fastidioso, ma una volta superato l'ostacolo la fatica è stata ripagata. Ho scaricato alcuni file di prova gratuiti in formato DSF e dapprima li ho messi nel mio dispositivo di rete per riprodurli con JRiver.
Usare i file DSF con JRiver ha prodotto un buon risultato, ma non significativamente diverso rispetto all'impiego dei file a 24 bit - 192 kHz che uso di solito. Trasferendo i file sulla scheda SD il suono era diventato improvvisamente più nitido, mentre via USB con JRiver era presente una certa opacità che mi era sfuggita la prima volta. I file audio in formato DSF e WAV, riprodotti passando dall'ingresso per schede SD, sono così validi che è un peccato non ci sia maggiore disponibilità di materiale. La fruibilità di questo tipo di ingresso è decisamente compromessa dalle restrizioni relative ai nomi dei file e delle cartelle; esorto Fostex a rilasciare un aggiornamento del software che ne migliori la gestione.
Questo DAC di Fostex rappresenta il loro prodotto di punta e pertanto è un po' più costoso della media. La qualità costruttiva è superba; la funzionalità, come DAC, dà quasi tutto quello che può servire. Mi sarebbe piaciuto disporre di un ingresso I2S per poter provare il DAC con il Pink Faun I2S Bridge; sarebbe stata la ciliegina sulla torta. Come preamplificatore funziona e suona molto bene e, a mio parere, ha una qualità sonora molto buona, chiara, pulita e dinamica. Il telecomando fa il suo lavoro, anche se avrei preferito un oggetto un po' più robusto al posto di quell'aggeggio economico, in plastica sottile. I pulsanti sono quelli tipici di un telecomando di quel genere, morbidi e imprecisi. Anche l'angolo di funzionamento sembra essere ristretto, richiedendo l'estensione di tutta la lunghezza del mio braccio quand'ero seduto nel punto d'ascolto.
C'è voluto un po' di tempo prima che, nel mio impianto, la qualità del suono si stabilizzasse; forse erano le mie orecchie che dovevano abituarsi al suono Fostex! Una volta a posto, il HP-A8C si è dimostrato molto flessibile; la possibilità di intervenire sul suono regolando il filtro, il clock e il sovracampionamento ha contribuito ad adattarlo alle mie necessità. Usando registrazioni ad alta risoluzione e di alta qualità il Fostex ha veramente la possibilità di brillare. Il suono si è rivelato dettagliato e armonioso, molto simile all'analogico. Con normali estrazioni da CD il risultato è stato estremamente proporzionale alla qualità della registrazione. Le incisioni migliori, quali quelle di Andreas Scholl, folk inglese e canzoni per liuto, si sono rivelate dettagliate con una grande ambienza della registrazione. Incisioni di qualità inferiore, a 16 Bit - 44,1 kHz, suonavano impastate e stridule. L'ingresso per schede SD con supporto dei formati DSF e WAV è stato una sorpresa e il suo uso è fortemente consigliato se si ha la pazienza di convivere con le limitazioni relative ai nomi dei file.
Nel complesso ho apprezzato veramente il tempo trascorso con il Fostex HP-A8C, particolarmente con le registrazioni in alta definizione; è stata la prima volta in cui esse hanno mostrato tutto il loro valore. Invece ritengo che le vecchie incisioni, rimasterizzate in alta definizione, continuino ad essere uno spreco di soldi; è solo con le nuove registrazioni, masterizzate in alta definizione, che si sente davvero la differenza. Se si considera questa valida proposta paragonandola a componenti separati (DAC, preamplificatore, cavi di segnale e di potenza), il Fostex HP-A8C rappresenta un'alternativa molto buona. Il prezzo è stato abbassato nel periodo in cui lo avevo in prova e ora è pari a 899 sterline; tenendo conto della qualità costruttiva, insieme con tutte le comodità e le funzioni di cui dispone, si tratta di un oggetto di grande pregio.
© Copyright 2014 Mike Cox - mike@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com
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