DAC Harmony Design D90

[DAC Harmony D90 - pannello frontale]

Un DAC compatto e completo dalla Svezia

[English version here]

Prodotto: DAC Harmony Design D90
Produttore: Harmony Design - Svezia
Prezzo: 1.400 euro - Il prezzo può variare
Recensore: Graeme Budd - TNT Francia
Pubblicato: Novembre, 2018
Traduttore: Roberto Felletti

Introduzione

Il mercato della moderna industria musicale è, nonostante il recente ritorno del vinile, una faccenda soprattutto digitale. Che scarichiate i file o utilizziate il caro vecchio dischetto argentato (mai avrei pensato di dirlo), per poter convertire quegli 0 e quegli 1 in qualcosa che l'orecchio umano sia in grado di sentire è indispensabile una qualche specie di convertitore digitale-analogico. I DAC moderni devono poter gestire file e collegamenti di tipo diverso e riuscire a comunicare con il segnale analogico che il vostro amplificatore si aspetta di sentire. Questo, aggiunto alla continua evoluzione dei tipi di file, dà ai produttori di DAC un bel daffare. Oh, e sarebbe anche una bella cosa se, come valore aggiunto, suonasse pure bene.

Il che ci porta a esaminare l'apparecchiatura che abbiamo qui. La Harmony Design è un'azienda svedese e il D90 è l'ultima incarnazione del loro convertitore. La produzione comprende una serie di elettroniche, tra cui finali, amplificatori per cuffia, pre-amplificatori e stadi phono; pertanto, non sono assolutamente degli improvvisati. Qui a TNT-Audio abbiamo recensito alcuni tra i vecchi modelli del DAC, ma la serie è nuova per me, per cui lo confronterò con alcuni DAC di riferimento che ho avuto a casa mia recentemente.

Il prodotto

Il D90 è piccolo e ordinato; la sua dimensione è circa quella dell'edizione con copertina rigida di una parte de “Il Signore degli Anelli”. In questo caso, il vantaggio è che non vi annoierete a metà del secondo volume e Gandalf non dovrà salvarvi ogni momento da goblin, orchi e altri cattivi. Ma sto divagando. Il DAC è robusto, ha attraenti pannelli laterali in legno ed è anche disponibile con finitura argento, nel caso in cui la preferiate. Dietro ci sono gli ingressi digitali (USB, Toslink e coassiale) e le uscite (RCA e XLR). Per l'alimentazione è prevista la solita vaschetta IEC 220 V, che vi permette di utilizzare i vostri cavi preferiti. Davanti ci sono l'interruttore di alimentazione, un LED rosso, il selettore degli ingressi e l'uscita cuffia. Il modello che ho io permette la regolazione del volume, ma il D90 è disponibile anche senza, a un costo leggermente inferiore.

[DAC Harmony D90 argento]

Il modello argento

All'interno c'è un DAC AVM AK4495 32 bit-192 kHz, che sistematicamente sovracampiona a 192 kHz, filtri digitali commutabili e un circuito di mute, escludibile dall'utente, per proteggere i diffusori, come se ci fossero dubbi sull'integrità del segnale digitale. C'è anche la possibilità di aumentare il livello di uscita e persino di regolare la luminosità del LED sul pannello frontale. Un'ultima opzione di fabbrica è la possibilità di avere l'uscita cuffia adattata a qualsiasi cuffia dall'impedenza strana che possiate usare. Pertanto, quella che sembra una semplice scatola è, in effetti, un dispositivo completo. La scheda digitale è stata progettata anche per essere sostituita facilmente in futuro, in previsione di nuovi formati, come ho accennato prima. Questo è decisamente un prodotto di lunga durata e io applaudo l'azienda per una tale lungimiranza, perché così non siete obbligati ad acquistare il modello successivo quando esce un nuovo formato.

[Collegamenti del DAC D90]

Collegamenti del DAC D90

Ho usato il D90 con il Canary CD300LV, come meccanica, collegato via coassiale, il lettore Blu-Ray via Toslink e questo portatile con cui sto scrivendo (Windows 10 con Foobar 2000) via USB. Matthias, della Harmony, mi ha fornito alcuni suoi cavi, perché normalmente non uso uscite XLR. Dovrebbero dargli il premio come produttore di cavi più onesto, perché ha ammesso che non erano i cavi migliori del mondo, ma che quantomeno suonavano neutri. Quanto confortante! Per la maggior parte del tempo il resto dell'impianto è stato composto dal Canary CA608LV e dai Living Voice IBXRW3, con il finale Harmony A90 che ha partecipato come ospite per un po' durante la recensione. I cavi di alimentazione erano Supra Lo Rad, con vaschette IEC Supra o Furutech. Il Naim Cd5i era a portata di mano per una prova comparativa di basso livello.

L'ascolto

Poiché avevo a disposizione il Canary CD300LV, ne ho approfittato per usarlo come meccanica e confrontare il D90 con il convertitore integrato nel lettore e con il suo stadio di uscita. Pertanto, ho confrontato un DAC da 1.295 sterline con il DAC integrato di un francamente stupendo lettore CD da 7.500 sterline. Probabilmente il confronto è stato un po' sleale; tolgo subito la suspense. L'Harmony non è buono quanto il Canary col turbo. Il Canary si è dimostrato migliore sotto tutti gli aspetti: dettaglio, dinamica, palcoscenico. Ascoltando l'album di Gene Parson & David Hayes, gli strumenti acustici suonavano più realistici e l'esecuzione era più intima. Ma l'Harmony Designs si è rivelato estremamente piacevole e musicale; non dovremmo dimenticare che costa circa un terzo delle sole modifiche applicate al Canary! E questo ha fatto promettere estremamente bene per alcuni confronti più reali con altre macchine nella sua fascia di prezzo.

A proposito di confronti, avevo deciso di confrontare il D90, collegato a un economico lettore blu-ray Panasonic con un ancor più economico cavo in fibra ottica, con il lettore Naim Cd5i, riproducendo dei CD. Sul sito (che in gran parte è in svedese - qualche informazione in inglese in più sarebbe gradita, anche se il traduttore di Google è utile, in questo caso), la Harmony sottolinea che il collegamento Toslink è stato molto migliorato e non dovrebbe essere più considerato un ingresso “povero”. Per dimostrare che avevano ragione la Harmony mi aveva poi rovinato la giornata, rivelandomi cosa c'era che non andava nel mio amato CD5i. Il D90 riusciva a riprodurre la musica con un tempo molto buono, perdendo solo frazioni nella gara con il lettore Naim. Dove primeggiava davvero era nella definizione, alle estremità dello spettro audio e in quello che sembrava essere un intero livello di alte frequenze e di ambienza che al Naim, semplicemente, mancava. Prendiamo, ad esempio, Dream Song, di Joe Satriani, dall'album Black Swans and Wormhole Wizards (questo è l'ultimo riferimento a un mago (wizard) in questa recensione - lo prometto!). Il Naim riproduceva la musica abbastanza bene - potevate immaginare che il pedale Wah che Joe usa fosse probabilmente più di un Vox e il resto del brano era un bel pezzo di divertimento. L'Harmony vi convinceva che era un Vox e portava in avanti il fraseggio della parte di chitarra - nel brano c'era più feeling di quanto normalmente la gente dà credito a Satriani - e il tono della batteria, sul quale precedentemente si sorvolava. Similmente, ascoltando Your Song, di Elton John, l'Harmony faceva meglio del Naim, permettendo di capire meglio le parole e il modo in cui Elton le canta. È una canzone talmente conosciuta che può essere un po' sconvolgente scoprirvi nuovi elementi e il D90 mostrava fraseggi in una maniera tale che non avevo proprio sperimentato dalla partenza del summenzionato CD300LV. Anche l'orchestra è molto controllata e musicale allo stesso tempo. Girl with the Sun in her Hair, degli Orbital, dall'album In Sides, era altrettanto interessante. I suoni sintetizzati erano più naturali, la batteria suonava in maniera più simile a una batteria dal vivo e ogni strumento del denso mix era meglio definito, più facile da seguire e disposto con maggiore precisione sul palcoscenico. Come ho accennato prima, dal punto di vista del tempo era come se la combinazione Panasonic/Harmony concedesse alla musica tempo sufficiente per essere eseguita, mentre il Naim sembrava voler semplicemente passare alla nota successiva. Posso capire perché la gente sia attratta dal suono Naim, ma in questo caso non c'è stata storia per quello che il D90 ha fatto.

Poiché c'era il lettore blu-ray collegato, avevo deciso di guardare The Art of Flight (L'Arte del Volo). Per coloro che non lo conoscessero, è un film sullo snowboarding, della Red Bull Media House, e unisce immagini stupende a musica favolosa di gruppi quali M83 e The Naked and Famous. È un film che ho visto molte volte, ma il D90 porta le scene a un nuovo livello di chiarezza per quanto riguarda i rimbombi, alti e bassi, senza asprezza.

Far funzionare il D90 via USB è stato facile e i driver non hanno dato problemi. Questa configurazione offre risultati simili al collegamento Toslink. Ascoltate Immaculate Collection, di Madonna, e vi accorgerete che gli effetti Q Sound produrranno un palcoscenico ampio, ben oltre i diffusori e proiettati in avanti. Black Radio Vol.2, di Robert Glasper, era altrettanto impressionante, con l'esercizio di riscaldamento vocale in apertura collocato in maniera tangibile sul palco. Il D90 segnava punti anche qui, con il calore delle voci - sembrava non esserci alcuna evidente asprezza digitale - con una altrettanto fantastica parte al pianoforte elettrico. La batteria aveva impatto, ma anche a volume alto aveva la giusta quantità di realismo, senza costringermi ad alzarmi per raggiungere la manopola del volume.

Adesso sarebbe il momento giusto per parlare del controllo del volume, perché, sebbene per la maggior parte del tempo in cui avevo usato il CA608LV integrato lo avessi lasciato al massimo, esso permette di usare il D90 come un finale in un semplice impianto di elevata qualità, pilotato da un computer o da una meccanica CD. Dalla Harmony mi avevano inviato il loro finale A90 (2 x 50 W) per provarlo e, sebbene meriti una recensione a parte, basti dire che l'accoppiata funziona molto bene insieme; se usate soltanto sorgenti digitali avreste un eccellente impianto compatto, senza la necessità di un pre-amplificatore. Potrei lamentarmi dell'assenza del telecomando, ma poiché solitamente non ne uso uno con il Canary, lamentarsi per la mancanza di qualcosa che praticamente non uso mai sarebbe un po' ridicolo.

Conclusioni

Questo DAC mi è piaciuto davvero. È ben costruito, senza ricorrere agli eccessi della lavorazione a macchina partendo da una billetta di alluminio oppure all'aggiunta di piedini d'oro per ottenere punti extra di stupidità high-end. Offre prestazioni musicali davvero soddisfacenti, senza favorire un genere in particolare, e ha apportato miglioramenti estremamente impressionanti a un economico lettore blu-ray. Aggiungete la caratteristica di essere a prova di futuro e il fatto che non costa un occhio della testa, e questo DAC costituirà un caso estremamente interessante di per sé.

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