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KingRex UD384 - Convertitore Digitale/Analogico

[KingRex UD384]

Quando un DAC non è un DAC?


[English version]

Prodotto: UD384 Costruttore: KingRex - Taiwan
Prezzo approssimativo: GBP 375 (YMMV)
Recensore: Andy Norman - TNT UK
Pubblicato: Giugno 2012
Traduttore: Roberto D'Agosta

Introduzione

Oggi in prova abbiamo una creatura rara ed esotica: un convertitore digitale/analogico capace di gestire file a 384 kHz - non esistono molti DAC capaci di una cosa simile. L'unico altro DAC con questa risoluzione che mi sia capitato di ascoltare è il MSB Signature IV che è impressionante: lo deve essere però, costando circa 20 volte di più del KingRex. Anche l'Antelope Audio Zodiac Gold che raggiunge queste risoluzioni costa oltre i 2000 GBP. Per cui se siete in crisi economica e avete una caterva di file alla risoluzione di 384 kHz e niente con cui suonarli, continuate a leggere perché questa sembra, a questo prezzo, un'opzione veramente da non perdere. Ma chiariamoci: c'è decisamente troppo poco materiale disponibile in alta risoluzione, un peccato, e solo qualche album disponibile a 384 kHz. Per cui bisogna ponderare meglio la questione e non fermarsi solo alla questione del costo. Diamogli un'occhiata.

Costruzione e finitura

Il KingRex UD384 è racchiuso in una piccola scatola di metallo grande circa come un pacchetto di sigarette con le prese sui lati opposti, e fa uso di un piccolo trasformatore a muro. Da una parte c'è la presa per l'alimentazione, una piccola luce che conferma la connessione alla corrente e una presa USB. Dall'altra c'è una coppia di connessioni RCA e un'uscita coassiale digitale in stile RCA. Le parti superiore e inferiore sono ricoperte dal marchio della KingRex e altri dettagli come il numero di serie. Un alimentatore a batteria, chiamato "Upower" è disponibile anche se tutte le mie prove sono state eseguite con l'alimentatore a muro. Viene fornito di un cavo USB abbastanza semplice e un CD di piccolo formato che contiene i programmi per controllarlo e che gli permettono di comunicare con un PC. Lascia l'impressione di essere semplice e ben assemblato: anche se piccola, la scatoletta ricurva appare solida, la finitura ben fatta e le prese di buona qualità. Non è certo un oggetto che mettereste in mostra, ma al tempo stesso non è certo pensato per questo.

L'UD384 è in realtà due unità in una. Può essere usato sia come un DAC USB indipendente o come un convertitore asincrono che prende dati in ingresso dalla porta USB e alimenta un DAC separato. Ne parleremo comunque più avanti.

Installazione

Questa non è una semplice unità "Plug and Play". Mi è stata infatti data una versione del DAC prima del lancio ufficiale e ho avuto bisogno di molto smanettamento (ore!) con il programma e del supporto (amichevole) della KingRex per farlo funzionare propriamente. In seguito mi è capitato di usare una versione, quella poi andata in produzione, che risulta molto più semplice da usare. Anche così però ho scoperto che non funziona bene all'inizio e ho dovuto aggiornare i miei programmi fino alla versione più recente di MediaMonkey e reinstallare ASIO4ALL per farlo funzionare bene - operazioni che in fondo non sono troppo onerose. Una volta installato il programma, si tratta di connettere i cavi secondo la configurazione in cui volete usare questo convertitore e siete pronti per utilizzarlo. Le connessioni saranno infatti diverse a seconda che lo usiate come un DAC - nel qual caso lo connetterete a un amplificatore usando il cavo RCA, o come un buffer asincrono USB connettendolo a un DAC con l'uscita coassiale.

In uso come un DAC

Come DAC questa unità è abbastanza semplice, almeno dal punto di vista delle opzioni che offre: ha un singolo ingresso, la porta USB, per cui può essere usato solo con un computer; non può essere usato, come molti altri DAC che ho recensito nell'anno passato, come un centro di connessione per molti meccaniche digitali o per aggiornare un vecchio lettore CD; non può essere usato da solo con un iPod o un disco USB; non ha schermo, esclusa una lampadina che indica lo stato dell'alimentazione, per cui non è possibile confermare che i dati che state inviando sono ricevuti al corretto rate dal DAC. Ma questa non è una critica perché non c'è ragione di criticarlo per qualcosa che non è. Le sue qualità reali come DAC sono la frequenza di campionamento dei dati che è in grado di gestire attraverso la sua connessione USB e nel suono che produce. Fondamentalmente questa è un'alternativa di alta qualità a una scheda audio per il PC piuttosto che un DAC "tradizionale".

Molti DAC sono limitati a file a 44 o 48 kHz. Alcune, più recenti, macchine sono in grado di accettare 96 kHz. Poche sono in grado di accettare 192 kHz anche se molte di queste accetteranno quel rate anche da connessioni diverse da quella USB. L'UD384 accetterà tutte le frequenze di campionamento da 44 kHz fino a 384 kHz con la strana eccezione di quella a 352 kHz, che per qualche ragione non è in grado di processare. Per cui l'UD384 è decisamente avanti rispetto al resto dei altri DAC per la flessibilità nell'accettare diverse frequenze di campionamento, anche se le sue opzioni appaiono limitate. Per questo è quindi un'unità estremamente specializzata.

Ho messo alla prova l'UD384 in entrambi i miei sistemi e le sue prestazioni sono state consistenti. Come semplice DAC USB il suono è chiaro e trasparente con un buon corpo e un ampio palcoscenico. L'impressione complessiva, già comunque buona, migliora decisamente con l'aumentare della frequenza di campionamento. Per fare qualche esempio, l'ingresso della batteria e del basso in "St Theresa" di Joan Osborne (dall'album Relish) dovrebbe rendere il pezzo vivace ed eccitante. Cose presenti e corrette in questo caso, con l'UD384 che produce una gran quantità di energia del basso e dinamica per iniziare a ballare. Andando invece su "Baroque Reflections" di Alessio Bax, un disco molto ben registrato di pianoforte, non c'è alcuna ruvidità o esagerazione nei transienti dominanti, con il file a rate standard che suona regolare ma con gran quantità di dettaglio per attirarvi dentro l'esecuzione. Il piano suona in maniera naturale e confortevole, posizionato in un spazio acustico largo e ben definito. Uno dei pezzi che uso spesso come riferimento, l'esecuzione di Rebecca Pigeon di "Spanish Harlem" per la Chesky, esibisce la spaziosità necessaria alla musica per respirare oltre alla profondità sufficiente per far esprimere il contrabbasso che controlla tutto il brano.

Alzando il livello della frequenza di campionamento, la prestazione musicale cresce. Per esempio, le cose che per prime ho notate nel disco di Ray Charles "Genius Loves Company" prodotto a 24/88 sono state una maggiore accuratezza del timbro e l'estensione della profondità del palcoscenico. La musica produce un maggiore senso di realismo, con ogni strumento che suona in maniera più piena, in un palcoscenico più ampio rispetto al mio riferimento economico, il Cambridge Audio DacMagic. Lo stesso effetto è stato evidente con la versione di Buena Vista Social Club a 24/96 rendendo semplice identificare le singole linee dell'arrangiamento mentre il dettaglio del decadimento del riverbero tiene tutto il suono insieme in una acustica comune. Quando ho raggiunto il materiale a 384 kHz, scaricato dall'etichetta norvegese 2L, il suono era spettacolarmente vivo: anche mia moglie ha commentato il realismo della presentazione dell'orchestra.

Considerando il tutto, il suono è superiore al Cambridge Audio (che è comunque un buon convertitore considerando il suo costo) ma di livello inferiore rispetto ad alcuni DAC che ho ascoltato recentemente. Il palcoscenico è leggermente più stretto rispetto al Marantz che uso solitamente. La riproduzione degli strumenti era meno viva rispetto allo Zodiac Plus dell'Antelope Audio che ho recensito qualche tempo fa e non aveva la caratteristica potenza del basso del DAC1 della Wyred4Sound. In conclusione, non un ammazza-giganti, ma un buon convertitore digitale/analogico.

In uso come un convertitore asincrono da USB a S/PDIF

"Scusa, come lo vorresti usare?", vi state certamente chiedendo. Come ho detto prima la maggioranza dei DAC accetta una frequenza del segnale d'ingresso superiore ai 48 kHz solo sugli ingressi coassiali e ottici, non dalla porta USB. Capita anche spesso che la qualità del suono dalla porta USB sia inferiore a quella delle altre interfaccie. Un convertitore, o buffer, da USB o S/PDIF è progettato proprio per eliminare questo problema: prende un ingresso USB e lo converte a S/PDIF in uscita solitamente su un cavo digitale a 75 Ohm. Personalmente già faccio uso di un buffer KingRex, l'UC192, nel mio sistema principale e questo migliora il suono del Marantz Sa-KI Lite che uso sia come DAC che come lettore SACD. Anche se il Marantz ha un ingresso USB a 96 kHz, l'UC192 si fa ancora preferire: i file suonati direttamente attraverso l'ingresso USB del Marantz suonano piatti e smorti, ma quando vengono convertiti e suonati attraverso l'ingresso coassiale S/PDIF tornano alla vita, con la dinamica che migliora immediatamente e il palcoscenico che si apre. L'UD384 ha una prestazione simile ma con un effetto più pronunciato rispetto all'UC192, particolarmente per quel che riguarda la larghezza del palcoscenico che si espande considerevolmente con quell'unità nella catena audio.

Ho messo anche a confronto il suono dell'UD384 attraverso il Marantz che quello che ottengo con il convertitore KingRex UC192 e il DacMagic (che è un puro convertitore da USB a S/PDIF). Questi esperimenti hanno dimostrato che la differenza nel suono che si percepisce usandolo come buffer non è solo quella dei due circuiti d'ingresso del Marantz. Questa ulteriore differenza è probabilmente dovuta a una migliore gestione del jitter riducendo la ruvidità del suono e migliorando l'immagine. L'effetto probabilmente ha la sua origine nel modo in cui il KingRex gestisce il suono riducendo il jitter facendo uso del proprio clock interno per sincronizzare il flusso dei dati. L'UD384, usato nella configurazione di buffer asincrono, controlla il jitter in maniera più accurata che nelle sue altre configurazioni. Nel mio modo di capire le cose, forse semplicistico, il termine "asincrono" in questo contesto indica che il buffer usa il suo clock per controllare la temporizzazione del flusso di dati che arriva dal computer assicurando in questo modo che venga processato in maniera consistente. L'approccio opposto ("adattivo") riceve i dati dal computer così come sono e li gestisce poi nel buffer. Il prodotto finale di un elemento asincrono, è un suono più grande con maggior corpo e meno transienti digitali, a parità di tutti gli altri parametri.

Ho quindi iniziato a sospettare che quello che mi attraeva del suono dell'UD384 avesse maggiormente a che fare con le sue prestazioni come buffer piuttosto che come DAC. Per verificare questa sensazione, ho connesso l'uscita S/PDIF all'ingresso coassiale del DacMAgic e entrambi i DAC a due ingressi adiacenti dell'amplificatore (in questo caso un Lym Audio 1.0T di cui a breve completerò la recensione) e ho eseguito un ascolto alternato di questi due convertitori. Questo significa che entrambi i flussi di dati sono passati attraverso il buffering asincrono del PC per cui qualsiasi differenza sonora deve provenire dagli stadi successivi: la conversione digitale/analogica e l'elettronica d'uscita associata. Questa configurazione rende anche il confronto A/B estremamente semplice riducendolo a cambiare l'ingresso sull'amplificatore: il suono dei due canali è stato virtualmente indistinguibile. Quando il DacMagic era alimentato con il flusso di dati asincrono proveniente dall'uscita coassiale dell'UD384 il suono era molto, molto simile a quello prodotto dall'uscita audio dell'UD384. Ne consegue che quello che realmente produceva una differenza significativa tra questi DAC nella mia prova iniziale è la capacità dell'UD384 di funzionare come buffer e il convertitore S/PDIF piuttosto che la qualità della conversione digitale/analogica.

Conclusione

Questo è un buon DAC USB pensato e specializzato per essere usato in combinazione con un computer. Il suo suono è consistente con la sua posizione sul mercato e la sua prestazione con i file a 384 kHz lo differenzia sostanzialmente dai suoi avversari diretti. Quella differenza però ha il suo prezzo: quest'unità può offrire infatti opzioni molto limitate: funziona molto bene come un convertitore da USB a S/PDIF e vale la pena ascoltarlo anche solo per quel ruolo, nel qual caso probabilmente si può considerare il DAC come un'utile aggiunta.

Peccato non esista una quantità sufficiente di materiale a 384 kHz da ascoltare. L'etichetta norvegese "2L" offre una certa selezione di brani ma sembra che sia la sola a seguire questo cammino. Sembra ovviamente una situazione simile all'"uovo e la gallina": poche etichette saranno disposte a convertire i loro nastri master a quelle frequenze di campionamento (e molte registrazioni digitali sono fatte a frequenze minori) fino a che non ci saranno clienti che vogliono quella risoluzione così alta. E non ci saranno clienti fino a che non ci saranno convertitori. Sarà interessante vedere se il KingRex UD384 sta veramente aprendo una nuova strada maestra o si sta spingendo dentro un vicolo cieco - anche se ad altissima risoluzione.

© Copyright 2012 Andy Norman - andy@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com

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