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Autore: Pierre Lurné - TNT Francia
Pubblicato: Marzo, 2021
Traduttore: Roberto Felletti
La prima versione di questo articolo fu pubblicata 12 anni fa da Enjoy the Music e l'Analog Audio Association of Germany. In questa versione aggiornata per TNT-Audio sono stati aggiunti materiale e illustrazioni nuovi.
Ogni giorno usiamo vari prodotti tecnici comuni, non solo per facilitarci la vita ma anche per il nostro piacere. Lavatrici, automobili, televisori, impianti hi-fi, ecc. I nuovi modelli di questi prodotti possono avere un aspetto differente, ma tutti sono basati sulle medesime e ben note soluzioni tecniche. Parlando in generale, i nuovi progetti funzionano bene tanto quanto i vecchi e allo stesso prezzo. Alcuni di essi possono persino avere una qualità migliore offrendo prestazioni migliorate. Questo è il caso dei cuscinetti del piatto dei nostri giradischi.
Il compito principale del piatto di un giradischi è fornire supporto al disco e fare sì che sia centrato sul perno e in posizione orizzontale, che giri alla velocità corretta senza rumore, uniformemente, e che gestisca le deleterie vibrazioni esterne e interne, comprese quelle generate dal tracciamento stesso. Si tratta di un compito assai più difficile di quanto si possa sospettare.
Un'analisi delle tecniche in uso ne dimostrerà i rispettivi vantaggi e svantaggi. Successivamente, riguardando un po' di Buona Vecchia Fisica e filosofia verranno gettate le basi, e da questi preliminari emergerà una risposta che condurrà a un'importante e sorprendente conclusione. Questo articolo è stato scritto con parole semplici cosicché chiunque possa comprenderlo.
In molti giradischi il perno è montato sotto il piatto e sporge ben al di sotto, sul cosiddetto “punto di rotazione”, che sostiene tutta la massa. La parte femminile del cuscinetto è fissata al sotto-telaio. Questo tipico cuscinetto, comunemente utilizzato nei Thorens, nei Linn e da tanti altri marchi, offre buoni risultati, ma raggiunge rapidamente ovvie limitazioni. Un sistema del genere è altamente instabile. Il baricentro del piatto, trovandosi ben al di sopra di questo punto, ha la costante tendenza a cadere (Figura 1). Immaginate di tenere in equilibrio una matita dalla punta: non appena togliete le dita, essa cade.
Il manicotto del cuscinetto sostiene il piatto impedendogli di oscillare e di cadere, applicando forza sul perno, producendo attrito, rumore, ecc. Il più piccolo errore di messa in piano, uno squilibrio nel piatto, la trazione della cinghia, la forza di tracciamento del braccio e, cosa più importante, la massa del piatto stesso, tutto produce pressioni indesiderate sui contatti del manicotto. Inoltre le forze aumentano nei sistemi rotanti, perché la forza centrifuga tende a espellere il piatto dalla sua sede. Tutto questo avviene in un complesso sistema rotante con attriti elevati, vibrazioni, rumore e usura prematura.
Esattamente quello che NON vogliamo per il nostro giradischi.
Il comportamento del sistema rotante diventa caotico. Esso oscilla e sbatte a causa del gioco meccanico, ed è soggetto a tutti i microscopici movimenti secondari di qualsiasi corpo fisico imperfetto che ruota su un asse. All'interno del cuscinetto sono all'opera pressioni variabili e un'intera serie di risonanze che cambiano in continuazione, le quali influiscono sulla qualità della rotazione del piatto e producono un risultato che è tutto tranne che omogeneo. In confronto alla dimensione della modulazione della musica incisa nel solco del disco, con tutti i suoi delicati dettagli, questi problemi sono enormi! Lo stilo non può distinguere tra musica e vibrazioni. Tutto ciò che innesca vibrazioni viene inevitabilmente tracciato. Il suono diventa confuso e chiuso, la dinamica perde impatto e le basse frequenze risultano scarsamente definite, sembrando tutte uguali.
Se il piatto è stato correttamente bilanciato la situazione migliora, ma l'instabilità di base resta. Questo bilanciamento dinamico viene realizzato in maniera molto simile a quello delle ruote di un'auto. Un metodo molto rudimentale.
Togliendo la cinghia, facendo girare il piatto a mano e lasciandolo andare, si genera sempre un breve “tempo di run down”. Questo dimostra chiaramente l'elevato livello di forze e attriti all'interno del cuscinetto, che il motore deve vincere con un maggiore consumo di energia e producendo più rumore. A parità di fattori, il semplice confronto del tempo di run down di vari piatti differenti dimostra, senz'ombra di dubbio, quale combinazione piatto/cuscinetto sia progettata o realizzata meglio (a condizione che entrambi siano stati rodati, ben puliti e debitamente oliati).
In Fisica, un sistema di piatto simile non può essere considerato “perfetto”. Non è una “MASSA PURA” (i giradischi a trazione diretta rientrano in quella categoria).
Pierre Lurné - Audiomeca 2008 (agg. 3/2021).
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© 2021 Pierre Lurné - pierre.lurne@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com
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