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Nome Prodotto: Ortofon 2M Black
Produttore: Ortofon - Danimarca
Prezzo: 600€ (Conversione di valuta)
(Il prezzo può variare)
Recensore: Graeme Budd - TNT Francia
Date recensione: Novembre, 2016
Traduzione a cura di: Stefano Miniero
Da sempre, è opinione diffusa che il “Santo Graal” della riproduzione del vinile siano le diffusissime testine a bobina mobile, e che bisognerebbe passare ad una MC non appena i fondi lo consentano. Sebbene in teoria questa possa essere un'idea corretta, sul piano pratico le testine MC sono difficili da interfacciare nel modo adeguato, a causa della bassissima tensione di uscita del segnale, che deve essere innalzata (parecchio) per essere gestita dall'amplificatore. Questo implica l'introduzione di un dispositivo elevatore del guadagno, oppure di trasformatori. Naturalmente, per preservare l'integrità di segnali di intensità tanto bassa, questi dispositivi debbono essere necessariamente di buona qualità, e pertanto non potranno essere molto economici.
Tuttavia, esiste un'alternativa che merita di essere presa in considerazione: mi riferisco alle testine a Magnete Mobile di buona qualità. Il livello di uscita di queste ultime, solitamente, è almeno dieci volte maggiore di quello di una MC, e può pertanto essere mandato direttamente all'ingresso MM di un qualsiasi integrato, oppure ad uno stadio phono separato, tra gli innumerevoli di prezzo ragionevole presenti sul mercato. Io stesso ho adottato una simile configurazione per lungo tempo, e sebbene attualmente usi una MC, credo ancora fermamente che fino ad una fascia di prezzo di circa 750€ (e con uno stadio phono della stessa classe), la scelta migliore sia ancora una testina MM.
Anche la Ortofon sembra essere della stessa opinione, il che spiega anche perché abbia ideato la 2M Black.
Questa è la top di gamma di una linea costituita da 4 testine, che vanno da 110€ fino a 600€, e che oltre alla Black stessa include anche i modelli Red, Blue e Bronze.
Man mano che si sale nella gamma, il profilo del diamante diviene più sofisticato. Inoltre, il corpo dei due modelli superiori è fatto in Lexan DMX, che è un tipo di policarbonato non risonante.
Lo stilo è sostituibile (il che rappresenta un altro punto forte delle testine MM in ottica di risparmio), e la testina stessa viene fornita con una bella protezione per lo stilo, efficace nel tenerlo al riparo da dita “indiscrete”.
Ma allora, cosa rende competitiva la Black rispetto alle sue concorrenti?
La Ortofon ha preso il profilo del diamante Nude Shibata dalla testina MC Cadenza Black (che si trova a prezzi prossimi ai 2000€), e lo ha installato sulla piattaforma della linea 2M.
Inoltre, ha introdotto bobine placcate in argento e dotate di poli separati.
In termini automobilistici sarebbe assimilabile ad una Audi RS4: un'auto dall'aspetto piuttosto ordinario dall'esterno, almeno ad un occhio non esperto,
ma il cui vero “segreto” è ben nascosto sotto le forme discrete della carrozzeria.
L'uscita si situa ad un sanissimo valore di 5,5mV, ed il corpo della testina è stato progettato tenendo in conto la facilità di installazione sui bracci più moderni.
Tuttavia, la Ortofon ne ha previsto anche delle versioni predisposte per il montaggio su porta-testine rimovibili di tipo SME, oppure adatte a bracci che richiedano il serraggio a vite dal basso in alto (o con i fori filettati).
La testina stessa viene fornita ben confezionata e completa di spazzolina per la pulizia dello stilo, nonché di una essenziale bilancina per la regolazione della forza di tracciamento. È inclusa anche tutta la ferramenta necessaria ed un piccolo cacciavite. Visto tutto questo, mi è venuto spontaneo domandarmi quanto possa essere complicato installare questa testina. In realtà sarebbe veramente un gioco da ragazzi. Certo, sempre nell'ipotesi che non abbiate un braccio Linn Akito Mk1 standard, come nel mio caso.
Tutti i bracci Linn avevano i piedini per i connettori montati sulla terminazione del braccio, tanto che erano necessari dei cavetti per collegarli ai corrispondenti piedini della testina. Questo può creare parecchi problemi con le testine della serie 2M: infatti, quei piedini impediscono di spostarla sufficientemente indietro lungo le scanalature del porta-testina, il che rende difficile allinearla correttamente. Ero parecchio perplesso, per questo problema, e per venirne a capo ho chiesto aiuto al mago dei bracci nell'area di Glasgow, John Nilsen della Audio Origami. Le testuali parole di John sono state: “that isn't gonna happen![1]”. Pertanto, mi ha suggerito di ricablare il braccio, oltre a qualche altra modifica che rendesse l'Akito più al passo con i tempi ma, soprattutto, che mi permettesse di usare la 2M Black. 10 giorni dopo ero di nuovo operativo, e dopo aver preso confidenza con le modifiche proposte dalla Audio Origami usando la mia abituale testina, ero pronto per la prova della 2M Black.Per essere onesto, a questo punto dovrei far presente che sul nuovo sito della Ortofon, i bracci Linn non sono nella lista di quelli raccomandati
per la 2M Black, presumo proprio per i motivi di cui sopra.
Tuttavia, se il vostro braccio è stato opportunamente modificato, e non ha più quei fastidiosi piedini sporgenti, vale sicuramente la pena insistere, come vedremo più avanti.
Ho impostato la forza di tracciamento come raccomandato, ovvero a 1.5g nel caso del Linn Akito Mk1, montato sul mio usuale giradischi Linn Axis, a sua volta equipaggiato con un mat Living Voice Mystic. Come stadi phono ho usato sia il mio solito CEC PH53 che il nuovo Graham Slee Accession, collegati alternativamente ad un integrato Canary Audio CA 608LV. Questo amplificatore pilotava i diffusori Trio 15TB Neo della Pure Audio Project.
Ad una prima impressione, il suono appariva piuttosto morbido ed appena un po' meno vivace di quello della mia usuale testina Reson Etile MC. Comunque, non c'era niente di palesemente fuori posto nella presentazione. Ma penso che qualche esempio musicale concreto possa rendere meglio l'idea:In prima battuta, per valutare questa testina, avevo previsto di usare musica del genere dance; non a caso la Ortofon è piuttosto nota nel mondo dei DJ. Quindi ho tirato fuori una copia di “Let me be your Fantasy”, di Baby D. Si tratta di un pezzo che probabilmente avrete già sentito, anche se non non siete degli appassionati del genere Hardcore degli anni '90, ed ha tutto quello che un vero pezzo Hardcore dovrebbe avere, compresi giri di piano, rumori di folla ed una bella sezione fiati. La Ortofon è riuscita a conferire il giusto peso al basso, trasparenza alla bellissima voce di Dee Fearon ed anche a rimettere a posto quello che apparentemente è un suono sintetizzato leggermente fuori tempo rispetto al resto. Oltre a questo, il resto degli strumenti sintetizzati costituiva un insieme molto realistico (accompagnato dai fiati e dai rumori della folla...). Non a caso, risultava anche molto divertente da ascoltare.
Dopo aver ascoltato ritmi tanto trafelati, ho deciso di rallentarli passando ad “Oxygene IV”, di Jean Michel Jarre che, non a caso, alcuni definiscono “musica da delfinario”. Ma questo pezzo ha consentito alla 2M Black di mettere in mostra la sua capacità di tracciare linee di basso estremamente facili da isolare e seguire separatamente. Questo conferma che c'è molto di più di quello che la gente creda, nascosto nei solchi di questo disco. Per la verità non lo ascoltavo da anni, ma alla fine di questa esperienza mi è venuto spontaneo pensare che quello era esattamente il modo in cui dovrebbe suonare. Questo sarebbe anche piacevole, se non implicasse anche una lieve frustrazione per tutto quello che mi sono perso negli anni.Ora, visto che la Ortofon utilizza un costoso profilo Shibata per il diamante, è lecito aspettarsi una eccellente capacità di tracciamento. All'inizio del brano “Sheik Yerbouti Tango”, di Frank Zappa, si sente Patrick O' Hearn suggerire: «Why don't you take it down to C Sharp Ernie?»[2]. Subito dopo però, mi chiedo invariabilmente se non sia meglio saltare direttamente al lato 3 (si tratta di un album doppio - NdT), visto che la chitarra, in questo pezzo, suona in modo decisamente stridulo. Questo dipende dal fatto che l'ultima traccia del secondo lato è proprio nella zona di peggior tracciamento, e la distorsione compare in modo evidente per la maggior parte del tempo. Con la Ortofon, il suono della chitarra continua ad essere palesemente distorto (ma è una scelta artistica, immagino), ed è quanto di più lontano ci sia dal suono, ad esempio, di Robert Cray. Tuttavia, non c'è alcun segno di asprezza e l'unica cosa che può farvi scegliere di togliere questo brano è se vi piace oppure no.
Mi è piaciuta molto anche la traccia “Rubber Shirt”, in cui suonano solo Terry Bozzio alla batteria ed Arthur Barrows al basso senza tasti. È sempre stata una delle mie tracce preferite di questo album, e la Ortofon riesce ad estrapolare e posizionare perfettamente nello spazio sia i tamburi ed i piatti della batteria che la complessa linea di basso. Semplicemente, riesce a rendere musica così complessa, estremamente semplice da seguire.
Quello che sto per dire potrebbe suonare leggermente contraddittorio, rispetto a quanto dicevo prima a proposito dei piatti, ma seguitemi lo stesso: il fatto è che pur essendo la gamma più acuta dello spettro audio resa in modo chiarissimo, essa mantiene comunque un carattere piuttosto “morbido”. Ascoltando la “Hyper Ballad” di Bjork, tratta dal suo secondo album Post, il dettaglio non mancava di certo, mentre il basso suonava nitido e perfettamente intonato, ed i suoni sintetizzati sembravano emergere tutt'intorno. Quando entrava il charleston della batteria sintetica della Roland TR909, era chiaramente riconoscibile come quello tipico della TR909, anch'esso chiaramente presentato e semplicissimo da seguire singolarmente. Mancava solo quel pizzico di cattiveria che mi sarei aspettato da una drum machine come la Roland (o da un suono da essa campionato). Ma questa non è necessariamente una cosa cattiva.
Infatti, le case moderne tendono ad avere arredi minimali e dotati di superfici piuttosto riflettenti, e la Ortofon sembra aver accordato il suono della 2M Black di conseguenza.
L'unico caso in cui questo potrebbe rappresentare un problema, è se si dispone di un sistema che tenda a suonare in modo molto compassato, inserito in un ambiente di ascolto particolarmente assorbente.
Ma nella mia stanza, arredata secondo canoni moderni, riesco a riprodurre brani come “It's oh so quiet” a volumi molto elevati, gustandomene le sonorità senza dovermi nascondere dietro al divano ogni volta che entrano gli ottoni.
Meraviglia e qualità sono proprio le cose che vi potete aspettare da questa testina.
Ad esempio, non si perde nulla della pronuncia unica e delle particolari inflessioni nel cantato di Bjork, e si riesce a sentire la differenza nell'intonazione di ogni singola strofa.
Tutto questo, assieme alla precisa ricostruzione della scena sonora, permette di calarsi in una esperienza d'ascolto molto intima con la diva Islandese, ma senza i rischi che correreste se cercaste di fotografarla di nascosto in un aeroporto.
Come precisavo all'inizio di questo articolo, la Ortofon è stata usata sia con il mio solito CEC PH53, che con il GSP Accession, che ho in recensione in questo periodo.
Ma se devo essere sincero, non so dire quale delle due combinazioni mi piaccia di più.
Con il CEC, la musica sembra avere un po' di vitalità in più, risultando anche più divertente, mentre il GSP sembra avere una maggiore estensione in frequenza, scendendo più in basso e con un maggior livello di dettaglio.
A volte, avere troppe scelte può mettere in difficoltà, ma per correttezza, devo dire che il carattere essenzialmente neutro della Ortofon, abbinato alla levigatezza degli alti, implica che il vostro stadio phono non dovrà compensare né filtrare alcuna caratteristica indesiderata, ereditata all'inizio della catena di riproduzione.
Quali sono i punti deboli di questa testina? A parte i problemi di montaggio sul mio braccio (di cui il venditore vi preavviserà, se intendete usare un simile abbinamento), l'unico che riesco a trovare è una leggera mancanza di quella che io definisco “lucentezza nel tocco”.
Si tratta di una caratteristica che ritrovo, ad esempio, nella Reson Etile, e nel suo modo di seguire la musica senza alcuno sforzo e con la massima leggerezza.
Ma la 2M Black non è tanto lontana, e dovete considerare che costa circa 350€ meno (cioè oltre il 50% del prezzo finale) della Reson ed oltretutto, non essendo una MC a bassa uscita, non richiede ulteriori stadi per elevare il guadagno.
Come si colloca questa Ortofon nel mercato delle testine intorno ai 600€? In questa fascia di prezzo, le testine MM concorrenti saranno probabilmente la Reson Reca e la Audio Note IQ2 (entrambe basate sulla serie Goldring 1000 e che stanno sui 600€). Avendo usato con soddisfazione la Reca per anni, potrei dire che la Ortofon è una testina molto azzeccata in questa categoria. La scelta tra una o l'altra diventa una questione di gusti personali, ma le qualità della Ortofon nella resa del dettaglio, dell'immagine, della precisione del tracciamento ed il suo carattere neutro, la rendono estremamente competitiva. Se cercate una testina in questa fascia di prezzo, che sia MM oppure MC, questa Ortofon dovrebbe essere inclusa nella vostra lista dei desideri.
© Copyright 2016 Graeme Budd - Graeme@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com
[1] - espressione gergale che sta più o meno per: Questo non deve accadere! - NdT
[2] - Perché non la prendi in Do Diesis?
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