[ Home | Redazione | FAQ | HiFi Shows | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Tweakings | Inter.Viste ]

Technics SL-1200 MkII

[Giradischi Technics SL-1200 MkII]

[English version]

Prodotto: Giradischi Technics della serie SL-1200
Produttore: Matsushita - Giappone
Prezzo: da 460 euro
Recensore: Werner Ogiers - TNT Belgio
Recensione: Febbraio, 2006

Nel recensire componenti audio non capita spesso di trovarne uno che abbia addirittura una pagina tutta sua su wikipedia.

O che sia in circolazione da almeno 35 anni.

Di cui, in tutto questo tempo, siano stati venduti più di tre milioni di esemplari.

E che goda di cattiva reputazione presso i circoli audiofili.

Ho sempre voluto fare una prova su strada dello SL-1200, mosso da un malvagio intento, come per dire "Mostriamo a tutto il mondo quanto faccia schifo". Poi mi sono imbattuto in un Technics SL-D2 da restaurare per un mio conoscente: un giradischi a trazione diretta di rango popolare, ora abbastanza vecchio da potere avere sia la patente sia una buona classe di merito assicurativa. Dopo le abituali operazioni di pulizia (yuk), serraggio, e ri-sistemazione delle varie regolazioni fini, ho montato una DL-103 ed il risultato è stato... un suono abbastanza gradevole. Abbastanza da permettere al suo proprietario di riscoprire la sua collezione di LP. Abbastanza da rinvigorire il mio interesse nei riguardi del capo del clan dei DD [acronimo di Direct Drive, ossia trazione diretta, n.d.t.].

[Ci si diverte con poco: un SL-D2 ringiovanito con una DL-103] Il principio della trazione diretta è sempre stato visto con sdegnosa sufficienza nei quartieri audiofolli. Atteggiamento che forse poteva trarre giustificata origine dalle decine di pessimi modelli economici che sfornava negli anni ottanta l'industria giapponese. Ma l'altro - e meno corretto - cardine di questa pessima reputazione era la diffusa convinzione che il sistema al quarzo con aggancio di fase tipico del motore a trazione diretta sarebbe al costante inseguimento della corretta velocità, al contrario della più sicura e pulita trazione a cinghia. I propugnatori di questa teoria ignoravano poi allegramente alcune delle problematiche di fondo della trazione a cinghia, in particolare che: 1) un motore con una cinghia elastica che muove un piatto inerte costituisce un sistema massa-molla sottosmorzato che, perciò, risuona; 2) le più sosfisticate unità di controllo dei motori a cinghia disponibili sul mercato agiscono in maniera sorpendentemente simile ai controlli "inseguitori" dei trazione diretta, così soffrendo degli stessi "difetti". Ma, come spesso accade, l'autosuggestione fa meraviglie in questo mercato, e nell'emisfero occidentale la trazione diretta venne effettivamente bandita dal mondo audiofilo, dando stabile preferenza ad una soluzione che prevedeva l'utilizzo di motori economici su basi economiche per muovere piatti economici dai perni economici mediante delle economiche cinghie di gomma.

La vera ragione dell'adozione massiccia della trazione a cinghia, naturalmente, è che ha permesso di entrare nel mondo della produzione di giradischi anche all'artigiano di basso profilo, senza necessità di investire nella ricerca e nei macchinari necessari per realizzare un giradischi a trazione diretta davvero buono: se uno qualunque dei produttori Europei o Americani di giradischi High-End attualmente all'opera avesse provato a progettare un modello a trazione diretta di altissimo livello alla fine degli anni settanta o all'inizio degli ottanta sarebbe immediatamente andato a gambe all'aria per mancanza di finanziamenti. No, si accontentarono tutti della trazione a cinghia, e se ne vantarono pure con l'aiuto della stampa specializzata locale.

Contemporaneamente, l'avvento del CD ha provocato il ritiro quasi immediato dei Giapponesi dal fronte dell'analogico, cosa che ha conseguentemente troncato ogni ulteriore sviluppo della specie a trazione diretta.

[Lo SL-1200 originale] Solo un giradischi a trazione diretta è sopravvissuto al massacro. Nel 1972 un marchio del gruppo Matsushita, Technics, produsse lo SL-1200, che si piazzava nel bel mezzo della loro gamma, ma ancora dal lato giusto del discrimine qualità/economia. Con le sue generose funzionalità e la sua relativa robustezza, lo Ur-1200 venne adottato dal popolo dei DJ, e le successive gerenazioni della famiglia del SL-1200, dal modello MkII del 1979 in poi, abbandonarono un po' della loro domesticità per crescere più orientati ad un uso da DJ. Come tali, in un certo senso si separarono dalla gamma principale di prodotti della Technics, il che li mise nelle condizioni di essere preservati negli anni: nonostante molte nuove iterazioni, il modello MkII non è mai uscito di produzione.

Dovremmo allora essere grati a quei prodi cavalieri delle discoteche. Sono loro che hanno mantenuto pieni i registri degli ordini della Technics. Ciò che iniziò come una bella applicazione commerciale dell'ingegneria anni settanta è ora diventato, dopo che i costi iniziali di produzione sono stati ammortizzati almeno un centinaio di volte, una meraviglia della produzione di massa a basso costo ma di alta qualità: un Technics SL-1200 MkII costa oggi, sapendo dove acquistarlo, circa 450 euro. Ma ciò è quanto pagai nel 1987 per il mio Dual CS-5000. E ciò è meno di quanto si possa pagare oggi un clone del Rega P2. Confrontate i contenuti ingegneristici. Confrontate gli incrementi di prezzo di un certo contemporaneo dello SL-1200: il Linn LP-12. Lo SL-1200 batte l'inflazione, ed anche questo è un piccolo miracolo.

Ci sono abbastanza ragioni per dargli uno sguardo ravvicinato, no?

Lo SL-1200 si fonda su una base pesante, poggiata su quattro piedini cedevoli ad altezza regolabile. La base ha una bella finitura in alluminio sulla faccia superiore, ed un fondo piuttosto brutto e dall'aspetto solo funzionale, fatto con un composto piuttosto sordo. La discutibile estetica della base ed i quattro alti piedini rendono l'aspetto di questo giradischi un po' goffo, qualcosa che si preferirebbe nascondere in una consolle (come si fa negli studi!) piuttosto che lasciarla in vista. Tralasciando il coperchio piuttosto inconsistente e leggerino, la generale impressione di qualità è decente, il che, dato il basso prezzo, è un notevole risultato. Il giradischi è massiccio, molto pesante e ispira fiducia.

[Lo statore del sistema motore dello SL-1200] [Il piatto dello SL-1200 con il rotore]

Il cuore dello SL-1200 è naturalmente il suo fido e collaudato motore a trazione diretta, con lo statore avvitato alla base ed il rotore solidale al piatto. Quest'ultimo è di sottile alluminio, smorzato con applicazioni in gomma. Anche così è piuttosto risonante ed ha davvero bisogno del suo tappetino di gomma doppio e pesante per silenziarsi. Si tratta di un tappetino piuttosto massiccio, ma apparentemente non perfettamente piatto, con dislivelli di circa 0.5 mm.

La marcia si controlla con un grande bottone di start/stop e la velocità [e, conseguentemente, l'intonazione, o "pitch", da cui la dizione del comando originale, n.d.t.] si regola finemente con un potenziometro a slitta con scatto centrale indicativo della velocità nominale. Una luce stroboscopica è sempre accesa, il che è fonte di una certa distrazione. Un tocco di classe è costituito dalla lampada retrattile che illumina il punto di contatto fra stilo e disco, il che facilita la ricerca di un punto specifico del disco in ambienti scuri.

Per quanto lo SL-1200 sia snobbato in certi ambienti, il suo braccio gode di una reputazione forse anche peggiore, anche se non ho ben capito perché. Certo, è un braccio "vecchio stile". Certo, non è formato da un sol pezzo, quindi è strutturalmente meno rigido di quanto spesso si desideri. E, certo, ha anche una conchiglia portatestina staccabile, davvero fuori moda. Ma sono tutti vizi che possono essere aggirati con una buona scelta del fonorivelatore. La massa effettiva medio-alta del braccio, di 12 grammi (inclusa la conchiglia), impedisce l'uso di fonorivelatori a magnete mobile ad alta cedevolezza (quindi la loro maggioranza). Se si preferisce un modello a bobina mobile, allora la sua (supposta) imperfetta integrità pretende un modello dal comportamento inappuntabile, inteso come privo di alti non smorzati, risuonanti. Ma anche con queste restrizioni c'è ancora abbondante possibilità di scelta.

[Il braccio dello SL-1200, con una Benz MC Scheu]

Il musicofilo o il collezionista di dischi, meno dogmatici, si troveranno senz'altro a loro perfetto agio nell'operare con questo braccio. L'altezza del braccio, quindi il suo VTA/SRA, può essere facilmente regolato mediante un ampio collare rotante per un dislivello di 6 millimetri, e può essere bloccato sul valore desiderato mediante una levetta. I sostenitori dello SL-1200 sostengono che il VTA può essere regolato con sicurezza anche mentre si suona un disco, ma sul mio esemplare il fluido siliconico che smorza il moto del collare era così denso da provocare un saliscendi a scatti e poco sicuro. Inoltre, la via di accesso al collare è parzialmente ostruita da varie minuterie del braccio che non vorreste mai toccare mentre un vostro prezioso disco sta suonando, quindi il mio consiglio rimane di regolare il VTA solo con il braccio fermamente bloccato nella sua posizione di riposo.

La presenza di una conchiglia portatestina staccabile (ricambi generici si trovano per non più di 20 euro!) significa che si possono tenere pronte diverse puntine. Le ghiere per la VTF, il VTA, e l'anti-skating sono tutte marcate con chiarezza, per cui tutto ciò che c'è da fare è prendere nota dei vari valori necessari per ogni testina. Nel corso di questa prova ho ripetutamente scambiato tre testine, ogni volta in meno di due minuti, ogni volta con risultati congruenti.

Durante l'uso il braccio mi ha dato la sensazione di essere notevolmente leggero, più leggero dei miei RB-300 o SME IV, nonostante il Technics fosse il più pesante dei tre. Ciò dimostra che il braccio dello SL-1200 ha una frizione dei cuscinetti molto bassa, forse anche inferiore a quella dello SME IV!

Il cavo phono è fisso ed è del tipo commericale standard, terminato con spine RCA in nickel (?); è configurato per una connessione a massa flottante: contrariamente, ad esempio, alla cablatura standard Rega, il conduttore di massa del piatto non è connesso ad alcun cavo della testina. Il che permette di utlizzare il braccio con stadi phono ad ingresso bilanciato, come lo AQVOX Phono 2 Ci (prossimamente su queste pagine).

Lo SL-1200 include, in dotazione, una conchiglia portatestina e viti assortite per il fissaggio della puntina. C'è anche un contrappeso che si avvita in coda alla canna del braccio, per bilanciare fonorivelatori pesanti, così come una piastrina metallica per la conchiglia portatestina, per aumentare in qualche maniera la massa effettiva del braccio. Poi c'è una dima per l'allineamento della puntina, che si aggancia al portatestina, anche se io l'ho trovata troppo approssimativa per essere di alcuna utilità: magari basta per montare una Stanton 500 nel buio di un locale notturno, ma per i miei fonorivelatori d'altra classe ho optato per la dima Schön.

La Dinastia delle piste da ballo

Nel 1979, lo SL-1200 MkI venne interamente rimpiazzato dal modello MkII, che apportava miglioramenti significativi al motore ed al braccio, ed aggiungeva funzionalità importanti per un uso in discoteca. Come detto, il MkII è rimasto in produzione sino ai giorni nostri, ma è stato anche affiancato da un discreto numero di versioni più nuove. Il MkIII differiva appena dal II. Il MkIV non si è mai visto al di fuori del Giappone, ma si narra che sia/fosse un giradischi più orientato al mondo audiofilo, con un cablaggio del braccio migliorato e la possibilità di girare a 78 giri (in aggiunta ad una discutibile placcatura in platino di tutte le parti metalliche visibili). Il modello più aggiornato non è uno solo, ma un intera famiglia di MkV, che si distinguono fra loro principalmente dall'aspetto (si arriva all'esterno laccato nero tipo pianoforte con inserti in oro). In confronto al MkII aggiungono un cablaggio migliore, ma rinunciano al pesante tappetino gommoso in favore di un sottile tappetino in feltro che fungerebbe da slip mat per i DJ [ossia permetterebbe il cosiddetto backcueing, muovendo a mano il disco separatamente dal piatto, n.d.t.]. A mio parere, si tratta di un sostanziale svantaggio, dal momento che il sottilissimo tappetino in feltro limita l'ampiezza di regolazione del VTA ed al contempo non fa nulla per il piatto, che resta insufficientemente smorzato. Dal momento che il più economico dei MkV costa più del MkII ed offre di meno, credo che il giradischi più vecchio si faccia ancora preferire per il rapporto prestazioni/prezzo.

Bastardi, Nipoti, Kloni

Nessun giradischi vanta un maggior numero di imitazioni dello SL-1200. La sua sopravvivenza e diffusa popolarità nel mondo dei DJ ha recentemente attratto molti diretti concorrenti dalle scuderie di produttori orientati al mercato pro/DJ come Numark, Stanton e Vestax. Ma mentre questi modelli pretendono di migliorare l'originaria funzionalità (per es. una coppia motore ancora più elevata, un braccio più corto per facilitare lo scratching, un ingombro minore, ...), nessuno di loro è di alcun interesse per la comunità audiofila, proprio perchè sono così mono-maniacalmente studiati in funzione dell'uso in discoteca.

Poi c'è un gruppo di cloni molto più economici (dal prezzo assurdo come 150 euro!) che primeggiano soltanto nel replicare con esattezza e senza vergogna l'aspetto del 1200. Ne ho maneggiati vari, e posso dire che, senza eccezioni, questi "gira-dischi" hanno una massa inferiore, un'inferiore integrità strutturale, piatti risonanti e bracci con articolazioni dal gioco ridicolo.

Modifiche e Migliorie

Sono stati sviluppati molti aggiornamenti ed aggiunte per la famigla dello SL-1200, alcuni interessanti anche per gli audiofili ed i collezionisti di dischi: la Origin Live vende una basetta alternativa per il braccio che può essere installata nella base con un minimo intervento. Questa basetta permette l'uso di praticamente qualsiasi braccio basato sui modelli Rega, ma badate che è del tutto incompatibile con il meccanismo Technics per mutare l'altezza del braccio. La KAB negli USA vende parecchi aggiornamenti per il giradischi Technics, incluso un sistema di smorzamento al silicone per il braccio, un grande alimentatore esterno, piedini a molla, un circuito che disabilita la lampada stroboscopica (per ridurre il rumore), l'opzione 78 giri, ed una dose di propaganda sufficiente per una brillante carriera al Ministero dell'Informazione di qualsiasi Repubblica delle Banane ... Vendono anche giradischi già modificati.

Nell'uso, lo SL-1200 dà una sensazione di solidità. Nonostante il peso, è abbastanza compatto. L'installazione consiste solo nel piazzarlo sopra una qualsiasi piattaforma solida e piatta (io ho usato gli stupendi rack Tabula Rasa della Basis) e metterlo a livello regolando i quattro piedini ad altezza regolabile facilmente accessibili.

 [Un felice connubio: la MC Scheu] Ho iniziato l'ascolto armato delle migliori intenzioni con la mia vecchia puntina Benz Micro MC Scheu. Si tratta di un fonorivelatore a bobina mobile dall'uscita di 1,6mV, progettato come una variante superiore della ben nota Benz Glider (attualmente è ancora disponibile per 775 euro una versione della MC Scheu con gli avvolgimenti della bobina in argento, dall'uscita di 0,35mV). Come pre phono ho usato il Trichord Dino+, regolato su 48dB di guadagno e 1k di impedenza d'ingresso. (Ho personalmente modificato questo Dino, ottenendo un suono in un certo modo più dolce). Il lungo cantilever della Scheu ha facilitato l'allineamento ai miei punti preferiti di riferimento per la riduzione delle distorsioni (cosa che non sempre si verifica: leggetevi anche la mia recensione della dima Schön), ed ho regolato il VTA mantenendo di un'inezia più bassa la coda del braccio.

Allora, ecocci con un insieme giradischi/puntina che costa circa 1200 euro. Mi ha sopreso da subito con un'immagine solida e stabile, ben piantata su un fondo nero come la notte. L'ampiezza dell'immagine stereofonica non sorpassava la posizione dei diffusori, ma la profondità era semplicemente impressionante, con un palcoscenico dalla forma rettangolare e molto ben definito. Anche la tonalità era ottima, solo un po' calda e rotonda, con degli alti ben dettagliati e dolci. Nulla da eccepire per la dinamica, ma anche nulla di eccezionale. (Mi pare che quest'insieme di sonorità calda e morbida e di dinamica un po' ammutolita dipenda dall'adozione di un tappetino pesante di gomma. Ricordo di avere ottenuto un effetto simile con il mio vecchio Dual CS-5000 ed il mio TD-160 dotato di tappetino Michell GyroMat. Ho in mente di provare presto sul Technics tre tappetini alternativi: l'Achromat della Funk Firm, un tappetino in feltro, ed il sottile tappetino siliconico della SRM Tech). Ritmo e spinta erano presenti in abbondanza, col risultato di una certa qual fondamentale "giustezza" del suono.

In termini assoluti il suono potrebbe essere criticato per l'immagine lievemente ristretta (ho detto lievemente) ed una piccola enfasi nella regione dei 100Hz. Ma nessuno di questi aspetti mi ha disturbato, ed ho passato molte ore felici semplicemente ascoltandomi questo insieme. Se mi concedete di estrapolare, direi che un SL-1200 Mk2 con uno dei fonorivelatori Benz di seconda generazione come un modello ACE L, M o H vi porta dritti dritti ad un sistema di riproduzione vinilica imbattibile per 1000 euro!

[Un partner quasi perfetto e poco costoso: la DL-103] Se si cerca una combinazione meno cara, sarebbe un peccato ignorare la Denon DL-103, specialmente in considerazione della massa del braccio Technics, tendente all'alto. Avevo per le mani solo una Denon modificata mediante l'applicazione della mia piastra per aggiungere massa e spessore. Ho regolato la forza d'appoggio su 2,5g, ed il collare dell'altezza del braccio segnava 3 mm (il che implica che una DL-103 non modificata dovrebbe essere montata col braccio alla sua posizione minima, sullo 0: pensateci!).

Siamo significativamente scesi di prezzo, meno di 600 euro per questa combinazione, ma senza una perdita davvero comparabile in termini di qualità del suono. In generale, c'era una fondamentale somiglianza agli eccellenti risultati ottenuti con la Benz: un palcoscenico sonoro lievemente ristretto ma ancora dalla buona profondità, la spinta propulsiva e il fondo perfettamente nero. Ma le immagini erano in un certo senso meno solide, la riproduzione un po' meno naturale e più artificale. La lieve enfasi sul basso ora iniziava a velare un po' l'estensione inferiore. Ma dopo essere riuscito a domare un eccesso sulle sibilanti (scambiando l'iniziale valore di carico da 1k con uno da 100 Ohm), sono riuscito a rilassarmi e godermi davvero un po' di musica ben riprodotta. La DL-103 "sovrappeso" si è effettivmaente sposata molto bene con questo braccio, e nonostante la mia precedente lista di difetti, il risultato era ancora molto musicale e maturo, con la calma competenza di un professionista che sta facendo il suo mestiere.

[Abbinamento non consigliato: la Grado Statement Platinum] L'ultimo fonorivelatore da provare era il modello Statement Platinum della Grado. E' un animale curioso, in quanto ha l'architettura di una puntina a magnete mobile (o, più correttamente, a "ferro mobile"), ma la sua tensione di uscita è di soli 0,5mV, proprio come una normale puntina a bobina mobile. E, come le MC, ha bisogno di un guadagno di 60dB, ma con un'impedenza di carico consigliata di 47kOhm, come una MM. Ad ogni modo, mi sono trovato bene con carichi da 1kOhm e superiori, quantunque anche carichi di 100 Ohm non causino seri problemi. La cedevolezza è quella tipica delle MM, altina.

La Grado costa tre volte la Denon, ma, ciononostante, il risultato sonico neppure ci si è avvicinato. Certo, la Gredo mostrava un basso rotondo e lievemente più profondo della DL-103. Ma, per contro, c'era un palcoscenico piuttosto vago e confuso, ed un alto in qualche modo ovvio e "sputacchiato". Mi sono bastate un paio di facciate per farmi fuggire a gambe levate, rimontando la Denon.

Badate che ho il massimo rispetto per i più costosi modelli della serie Statement della Grado, ma questa loro sorella più economica davvero non ce l'ha fatta con il braccio Technics (e mi ha dato la stessa impressione con i bracci della Rega). Posso solo supporre che un braccio di massa inferiore, come un Hadcock, un Morch, od un Thorens anni ottanta, potrebbe essere una scelta migliore.

Conclusioni

Non riesco a non farmi piacere molto questo giradischi. Con la Benz MC Scheu e la Denon DL-103 ha fornito prestazioni davvero impressionanti, ed indiscutibili per i rispettivi livelli di prezzo delle due combinazioni (anche se l'unione con la Grado è stata meno fortunata, ed i risultati piuttosto ordinari). Il che, considerando anche il prezzo ridicolmente basso di 450 euro (se si acquista via internet), lo rende una scelta da poter fare ad occhi chiusi anche solo guardando alla qualità sonora. La sua fattura da corazzata e la sua ricca ed intuitiva funzionalità rendono lo SL-1200 un affare d'oro, che dovrebbe risultare molto attraente specialmente per i collezionisti di dischi che sono abituati ad usare diversi fonorivelatori. Non che dobbiate credermi sulla parola, ma se state cercando un giradischi nella fascia di prezzo al di sotto dei 1000 euro, fareste meglio a non tralasciare il Technics. Checché ne dicano gli esperti.

impianto usato

  • giradischi residente: Michell GyroDec MkV, SME IV, Jan Allaerts MC1b
  • fonorivelatori: Benz Micro MC Scheu 1,6mV, Denon DL-103, Grado Statement Platinum
  • preamplificatori phono: Trichord Delphini MkII, Trichord Dino+, AQVOX Phono 2 Ci
  • preamplificatore solo linea: autocostruito (a FET)
  • finale di potenza: LFD PA0
  • diffusori: Quad ESL-63

© Copyright 2006 Werner Ogiers - www.tnt-audio.com

Traduzione - Carlo Iaccarino e Giacomo Ponzetto

[ Home | Redazione | FAQ | HiFi Shows | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Tweakings | Inter.Viste ]