Tidal - Servizio di musica in streaming

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La marea è alta [1]

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Prodotto: Tidal - Servizio di musica in streaming
Produttore: Tidal
Prezzo: 20 sterline/euro/dollari al mese - (Convertitore di valuta) - (il prezzo può variare)
Recensore: Andy Norman - TNT UK
Data della recensione: Marzo, 2015
Traduttore: Roberto Felletti

Introduzione

Prima di tutto, devo confessarvi di essere un grande sostenitore dei servizi di streaming e uso Spotify praticamente tutti i giorni. La comodità di avere a disposizione un archivio di musica pressoché infinito, utilizzabile su vari dispositivi, compensa le mie blande preoccupazioni sulla bassa quota che spetta ai musicisti per la musica ascoltata e sulla qualità, meno che perfetta. Detto ciò, ho sempre ritenuto che la musica di Spotify, con alto bitrate, avesse una qualità abbastanza buona oltre ad essere un significativo passo in avanti rispetto a quella dei servizi che diffondono MP3.

Quindi, quando sono comparsi i servizi di streaming che offrivano audio non compresso, io mi ero sentito al settimo cielo. Tuttavia, la mia prima esperienza aveva lasciato un po' a desiderare. L'anno scorso avevo provato Qobuz, un servizio di streaming francese in abbonamento, che vende anche file in alta risoluzione da scaricare. Esso prometteva bene, il fatto che fosse disponibile l'audio senza perdita di informazioni voleva dire che sarebbe stato possibile ascoltarlo come si deve sia dall'impianto principale che dai dispositivi portatili (con cui ascolto principalmente Spotify). Ma, dopo la scadenza del periodo di prova, avevo lasciato perdere Qobuz, perché il catalogo era ben più ridotto di quello di Spotify, l'interfaccia mi ispirava assai poco e parte dell'assistenza era in francese, lingua con cui non vado d'accordo.

Poi, è arrivato Tidal.

Analisi del prodotto

Tidal è un nuovo servizio di musica lossless (senza perdita di informazioni) in streaming. È stato lanciato sul finire dell'anno scorso nel Regno Unito e a febbraio di quest'anno in Italia. Assomiglia a Spotify, sia graficamente che nel funzionamento; l'interfaccia ha una struttura cromatica simile e le playlist sono gestite in maniera pressoché analoga. È possibile accedere alla musica in base al genere o con una serie di playlist “a cura di”, ma anche tramite le consuete opzioni di ricerca. Anche gli artisti consigliati e le biografie sono simili. Ma, diversamente da Spotify, c'è la possibilità di vedere un certo numero di video musicali, in alta qualità, di alcuni artisti. Come Qobuz, e diversamente da Spotify, lo streaming è lossless e la qualità è molto alta, perché, per la compressione, viene utilizzato il formato FLAC. Il servizio è fruibile sia dal sito web che da dispositivi Android ed Apple, tramite le rispettive applicazioni; è anche disponibile, o lo sarà, attraverso dispositivi dedicati quali quelli di Sonos e Meridian.

Il catalogo è notevole, conta 25 milioni di brani. Di primo acchito, non ne ero rimasto tanto colpito perché la pagina di presentazione di alcuni artisti visualizzava solo mezza dozzina di album; in seguito, avevo scoperto che, cliccando sul pulsante “more”, era possibile caricare il resto del catalogo. Inoltre, l'interfaccia tende a suddividere in maniera differente gli artisti, elencando separatamente, ad esempio, i rispettivi gruppi o le collaborazioni. Ma ora che ho capito come funziona, il catalogo sembra paragonabile a quello di Spotify, per quasi tutto quello che ascolto. In linea di massima, la modalità di selezione è identica (presumibilmente perché in entrambi sono presenti i medesimi cataloghi delle stesse grandi etichette discografiche).

Il servizio promuove le proprie playlist “a cura di” che sono, effettivamente, una caratteristica interessante, sebbene non siano molto dettagliate né migliori, a mio avviso, delle controparti di Spotify. Tidal ha una playlist ricorrente, con intenti hi-fi, che è un'altra caratteristica interessante, per gli audiofili. La ricerca per “genere” mi ha colpito meno, nonostante sia di livello piuttosto elevato ma non comprenda, tanto per dire, il genere “folk”.

L'ascolto da computer è possibile tramite browser e sono disponibili applicazioni per Apple e Android. Via web, è consigliabile l'utilizzo di Chrome, poiché gli altri browser non supportano l'audio lossless, almeno stando a quanto ho sentito. È possibile l'ascolto offline da dispositivi mobili, ma non ancora da PC, ed è consentito scaricare i file su un massimo di tre di essi, permettendovi così di ascoltare la vostra musica in mobilità o nel caso in cui siate fuori dalla portata di una buona (o economica) connessione a Internet. Tidal non presenta la medesima integrazione, con i social media, di Spotify; tuttavia, sono certo di non essere l'unico a ritenerla, comunque, un po' una perdita di tempo.

[Schermata di Tidal]

Ma quanto è valido?

La qualità audio è davvero molto buona e ampiamente paragonabile a quella di un file, in formato FLAC, riprodotto da un comune lettore. Non è possibile ottimizzare l'uscita del lettore web come si farebbe con Foobar o con qualsiasi altro lettore multimediale dedicato (il che è un punto a sfavore); tuttavia, per quanto mi riguarda, la differenza è marginale. Detto ciò, il suono non è stato di livello così superiore a quello di Spotify, come mi sarei aspettato, anche se la differenza con i file compressi di Spotify è più evidente che in altri casi. È ovvio che non userei mai Spotify per una sessione di ascolto “serio” dall'impianto principale, ma prenderei senz'altro in considerazione Tidal.

Per uno streaming fluido serve un collegamento a Internet discreto. Qui da me, il servizio di connettività a banda larga è ADSL+ (8 Mb/s) e, saltuariamente, lo streaming si inceppava. Inoltre, il tempo di attesa per il caricamento dei brani era maggiore di quello che mi aspettavo e talvolta dovevo attendere alcuni secondi, perfino all'interno dello stesso album. Sembra che lo streaming avvenga un brano alla volta, per cui suppongo che il ritardo fosse dovuto al tempo impiegato dal browser o dall'applicazione a cercare e a scaricare il file successivo dal server. Questo sistema può essere abbastanza frustrante e pertanto consiglierei di verificarlo attentamente nel corso del periodo di prova, prima di stabilire se il servizio possa essere usato nella vostra zona, proficuamente, per le vostre sessioni di ascolto.

L'applicazione Apple offre un'esperienza molto simile a quella sperimentabile dal sito. Avevo riscontrato che, saltuariamente, si chiudeva senza motivo apparente ed era un po' lenta a rispondere ai comandi immessi tramite schermo. Possiedo un iPad 2, per cui, su tablet più recenti, può darsi che funzioni meglio. La compatibilità non è qualcosa di esattamente universale; l'applicazione Android citata non era affatto compatibile con il mio tablet Nook HD+ equipaggiato con Android e non riuscivo nemmeno ad aprire la pagina web sul dispositivo, vedendomi quindi costretto a utilizzare un'applicazione non compatibile. Decisamente frustrante.

Rapporto qualità/prezzo

Trascorso il mese gratuito di prova, il servizio costa 20 dollari negli Stati Uniti, 20 euro in Europa e 20 sterline nel Regno Unito, per cui risulta difficile stabilire una regola generale che definisca il rapporto qualità/prezzo. Tidal sostiene che ci sono svariati motivi alla base di queste differenze. Uno, senza dubbio, è dovuto alla diversa incidenza dei costi delle licenze, diversi da paese a paese, poiché le case discografiche continuano a commisurare i prezzi dei loro cataloghi sulla base di “ciò che il mercato riesce a sostenere”, a livello mondiale. Un altro motivo sembra risiedere nella maggiorazione del 100% rispetto a Spotify. Ma, anche ammettendo ciò, significa che questo servizio, nel Regno Unito, costa il 50% in più che negli Stati Uniti; la conclusione è che non si riesce a capire come esso possa reggere, a lungo termine (oppure, il Regno Unito resterà un mercato di nicchia). Personalmente, sono un po' indeciso. Per 120 sterline in più da sborsare per Tidal, in confronto a Spotify, potrei acquistare parecchi album senza dover fare affidamento sulla loro pubblicazione nel catalogo (o sulla connessione Internet). D'altro canto, il servizio è notevole, è contraddistinto da un ottimo suono e offre quello che promette. Quindi, il nocciolo della questione risiede nella decisione individuale: quanto vale, per voi, la maggiore qualità audio di un servizio in streaming?

Conclusioni

Sostanzialmente, Tidal è Spotify trattato con steroidi. La qualità audio è eccellente e il servizio funziona abbastanza bene. Non è perfetto, ci sono alcune pecche funzionali da sistemare, ma è qualcosa di nuovo e non dubito che, con il trascorrere del tempo, possa migliorare. Tuttavia, se si dispone di un collegamento a Internet veloce e stabile, la qualità audio è sufficientemente buona per ascolti hi-fi, anche con impianti abbastanza rivelatori. Non è certamente paragonabile a una sorgente locale né a un lettore software che siano ben ottimizzati, comunque è del tutto adatto all'uso quotidiano. Se la maggiorazione di prezzo rispetto a Spotify non vi pesa, Tidal potrebbe essere ciò che fa per voi e vi consiglio di approfittare del periodo gratuito di prova.

© Copyright 2015 Andy Norman - andy@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com

[1] - Nota del traduttore: “tidal”, in inglese, indica tutto ciò che è relativo alle maree. Il titolo originale, The tide is high, può simboleggiare la marea di materiale in streaming offerta dal servizio, alta perché si tratta di materiale in alta qualità audio. Chiaramente, in italiano il gioco di parole perde, almeno in parte, il suo significato originale.

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