Prodotto: Lettore CD Piano M1
Produttore: Virtue
Audio - USA
Prezzo approssimativo: 599$ (prezzo per la configurazione testata, ma dipendente dalle opzioni)
Recensore: Nick Whetstone - TNT
UK
Pubblicato: Luglio 2010
Traduzione: Daniele Aspesi
Virtue Audio mi aveva già impressionato con i suoi piccoli amplificatori in classe-D, così, nonostante io attualmente utilizzi come sorgente per la mia musica prevalentemente un PC, ho accettato la loro offerta di recensire il loro lettore CD, il Piano M1. Come gli amplificatori Virtue, il Piano M1 spicca sopra la maggioranza dei componenti hi-fi con il suo design personale, e una ottima qualità costruttiva. L'M1 è progettato per essere il complemento naturale dell'amplificatore Virtue Audio Sensation, per quanto riguarda aspetto e dimensione.
La carrozzeria dell'M1 non è per nulla leggera e sottile. Impressiona invece per peso e rigidezza, due qualità che sono particolarmente importanti in apparecchi quali un lettore CD o un DAC, dove effetti di microfonicità possono avere conseguenze molto sensibili sulla qualità del suono. L'M1 misura 270 mm in larghezza, 255 mm in profondità, e 105 mm in altezza, inclusi i piedini. Mi viene in mente come la maggior parte dei lettori CD siano prodotti in scatole a tutta larghezza, spesso mezze vuote, e questo case, più piccolo e più rigido, sembra essere molto più pratico. Un contenitore più piccolo come questo sarà più rigido, e dà un'impressione di solidità, con le sue pareti molto spesse, e il suo robusto telaio. Un altro tocco di stile sono i piedini, realizzati in metallo pieno, con cuscinetti di gomma, e regolabili, giusto in caso che il vostro mobiletto porta elettroniche non lo sia. Così come l'amplificatore Sensation dello stesso produttore, il Piano può essere ordinato in tutta una varietà di versioni e colori.
Virtue si è spinta piuttosto in là nell'offrire ai clienti una generosa scelta di finiture. Infatti, l'M1 è così tanto personalizzabile, che è abbastanza facile possederne uno che sia unico. C'è scelta sui pannelli laterali, sia in forma che in colore. Il pannello frontale può essere sia nero che argento, e il pannello superiore si sfila (dopo aver rimosso due viti) e può essere cambiato con una delle numerose opzioni offerte da Virtue. Si può persino creare il proprio pannello superiore usando una impiallacciatura di propria scelta: acrilico, fibra di carbonio o granito. Non credo di ricordare nessun componente hi-fi che offrisse così tante possibilità di finitura. C'è persino una possibile scelta di telecomandi: nero in plastica, o in alluminio per un look più sofisicato (a un prezzo più alto). Il risultato di tutto ciò è che l'M1 appare e dà la sensazione di essere “costoso” ancor prima di collegarlo alla corrente e di ascoltarlo. Virtue identifica la carrozzeria come un componente con i suoi diritti, e le ha dato il nome “Melissa”, offrendo persino il servizio di una Melissa costruita secondo le specifiche proprie del cliente.
La maggior parte delle funzioni dell'M1 sono accessibili tramite i bottoni sul pannello frontale (così come da telecomando). L'apertura del cassetto è dolce, e dà anch'essa un'impressione di qualità costruttiva eccellente. Sul retro non c'è il solito paio di prese RCA in uscita, ma ci sono invece due paia, entrambe elettriche, di prese SPDIF (ancora una volta RCA) e TOSLINK (uscita ottica digitale), fornendo diverse opzioni di collegamento verso un DAC separato.
L'M1 usa un circuito TDA 1543 con sovra-campionamento, cioè non è un DAC NOS. La meccanica è un'unità Samsung “vecchiotta”, siccome Virtue mantiene una politica di scelta per quei componenti che loro ritengono suonare meglio, e non per l'ultima tecnologia disponibile solo perché è più nuova. Altri extra che Virtue può offrire sono due set di prese RCA in uscita (con contatti centrali in rame), un trasformatore toroidale a doppio avvolgimento, per fornire alimentazioni separate ai circuiti analogico e digitale, e entrambe le uscite ottica (TOSLINK) e SPDIF (sebbene non usi il mio tipo preferito, i connettori di tipo BNC).
Ho dato qualche giorno di rodaggio all'M1, lasciandolo andare su repeat per circa 80 ore prima di ascoltarlo seriamente. L'M1 impiega davvero un po' da quando chiude il cassetto del CD a quando è pronto a suonare. All'inizio ho pensato che ci fosse qualche problema con il CD che ho inserito, ma è stato lo stesso con tutti i CD che ho provato. Ci vogliono tra i 5 e 15 secondi (dipende dal CD) prima che qualcosa appaia sul display, e che si possa cominciare a riprodurre la musica. Dato che non si cambia CD ad ogni brano, questo non è un grossissimo problema, sebbene mi abbia ricordato perché adori il mio Logitech Squeezebox così tanto!
Ho accoppiato l'M1 con un amplificatore Virtue Audio TWO e con i miei diffusori IPL A2, un sistema abbastanza semplice che speravo mi avrebbe permesso di valutare l'M1 più facilmente.
Le prime impressioni mi hanno suggerito che il suono sia come il suo aspetto, cioè solido. I bassi in particolare sono molto “pieni”, e questo dà come risultato che le note di un pianoforte suonano come quelle di un piano vero, non di uno giocattolo. Le note basse su pianoforte e corde sono così ben riprodotte che potevo sentire ogni nota. Anche le voci suonano molto reali, con pienezza di “corpo”. La gamma alta è chiara, ma senza affaticare. Anche le percussioni suonano in modo imponente, per via della robustezza della presentazione. La gamma media è chiara e appena in avanti, così che la musica, quando davvero buona, è emozionante e coinvolgente. Nell'insieme, il Piano è davvero piacevole da ascoltare, e un grosso miglioramento rispetto ai lettori CD economici con cui ho avuto a che fare nel corso degli anni prima di passare allo Squeezebox e ai DAC USB. La memoria ci gioca degli scherzi, è vero, ma sono quasi certo che il Piano suoni molto più “analogico” dei primi lettori CD che ho ascoltato nel lontano 1987. È stato di certo un grosso miglioramento rispetto al vecchio Philips CD723, che era l'unica cosa che avessi in casa come CD player con cui confrontare il Piano.
L'M1 riproduce un palcoscenico abbastanza largo, con immagine precisa, e benché non sia di certo piatta, non è così profonda come mi sono abituato con i miei DAC NOS. Detto ciò, restituisce in ogni caso una buona rappresentazione di qualcosa simile ad una grande sala da concerto, perlomeno buona per quanto consentito da una tipica sala d'ascolto domestica. L'M1 riesce nell'impresa di riprodurre bene praticamente ogni tipo di musica. Può “rockeggiare” con i migliori dischi, senza però aver difficoltà nel comunicare emozioni nella musica classica. La gloriosa gamma media permette di avere voci ben riprodotte, e che soliste del calibro di Diana Krall o Stacey Kent si facciano avanti, molto vicine.
Ho poi attaccato il mio DacKit Scott Nixon, molto modificato, all'M1. Anche il DacKit usa il processore DAC 1543, ma in modalità NOS, così ero interessato al confronto con il 1543 del Piano con sovra-campionamento. Dopo 15 minuti di cambi di cavi, in cui non sono riuscito a sentire una grossa differenza tra l'M1 e il DacKit, ho deciso di aggiungere alla catena il pre amplificatore KingRex Preference, in modo da poter cambiare istantaneamente tra i due. Ora, sedendo praticamente di fronte a un diffusore, potevo saltare dall'M1 al DacKit, e sentire una lieve differenza tra i due. L'M1 ha una presentazione leggermente più aperta e avanzata, dando l'impressione di essere più vicini allo spettacolo. Ma quando sono ritornato a sedere al mio punto d'ascolto, mi sono accorto che dopo una lunga sessione preferivo il DacKit, che era lievemente più coinvolgente e comunicativo. In realtà mi sono chiesto se sarei stato in grado, se ci fosse stato qualcun altro a selezionare una sorgente o l'altra, di identificare quale stessi ascoltando, e questo mi ha ricordato come le differenze tra diversi equipaggiamenti possano essere piccole, una volta raggiunto un certo grado di performance dal proprio impianto. Devo inoltre far notare come il mio DacKit sia pesantemente modificato, con costosi regolatori di tensione e altri componenti esotici, tanto da poter dire che l'M1 si è comportato molto bene ad avvicinarsi così tanto da competere con le sue prestazioni.
Riportare impressioni sul palcoscenico, sull'immagine, sui bassi, ecc. è una parte importante in una recensione, ma in questi giorni cerco sempre più spesso di chiudere una sessione di test chiedendomi quanto mi sia piaciuta. Bene, mi fa piacere informare che la sessione d'ascolto con l'M1 mi ha fatto sentire leggero, quasi inebriato con molta della musica che ho ascoltato. Solo qualcosa che è MUSICALE ti può dare quella sensazione, e il Piano M1 certamente lo è! Ci sono sempre meno lettori CD sul mercato al giorno d'oggi, da quando molti di noi stanno cominciando ad utilizzare il PC come sorgente della propria musica. Così fa piacere vedere qualcosa come l'M1 introdotto sul mercato. Si possono quasi perdonare produttori che pensano che, essendoci così poca competizione nel mercato dei lettori CD, qualunque cosa vada bene. Virtue ha resistito a questa tentazione, e si è sforzata di produrre qualcosa che potesse competere con qualunque lettore CD, nella fascia di prezzo sotto i 2000$, sia dal punto di vista sonoro che da quello musicale (e vi sfido a trovare un lettore CD che sia così bello a qualunque prezzo). Quando confronto l'M1 con i lettori CD che ho ascoltato in passato, il Piano vince in ogni categoria, e mi aspetto che sarà una scelta molto popolare per chi fa ancora girare i dischetti argentati. Ancora una volta, Virtue Audio dimostra come impianti hi-fi a prezzi ragionevoli non debbano per forza sembrare sciatti, con bassa qualità costruttiva o suonare mediocri!
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