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Meccanica CD/HD Zero One Ti48 e DAC Ar38

Sarà questo il futuro dell'audio in casa?

[Zero One Ti48]
[English version]

Prodotto 1: Archivio musicale su Hard Disk Zero One Ti48
Prezzo: $2.480 più spese di spedizione, dazi doganali, e tasse locali
Prodotto 2: Convertitore digitale/analogico Zero One Ar38
Prezzo: US$1.480 più spese di spedizione, dazi doganali, e tasse locali
Produttore: Zero One - UK
Cavi di alimentazione: forniti
Cavo per il collegamento in digitale fra i 2 apparecchi: fornito
Recensito da: Mark Wheeler - TNT UK
Recensione: Febbraio - Maggio 2005

E' mia convinzione che le sorgenti basate su hard disk potranno costituire il futuro dell'audio in casa. Sono in giro già da un po' di tempo fra i primi che li hanno adottati, fregandosene di HDCD, SACD e DVD-A, convinti che il futuro avrebbe preso una diversa direzione. E' ora tempo che anche l'industria musicale si svegli annusando il caffè. Quando i miei bambini (10 & 12 anni) parlano di musica e l'ascoltano con gli amici, il loro primo pensiero non va ai CD e nemmeno alla radio: no, loro vanno on-line e scaricano delle tracce "d'assaggio".
Quei dinosauri fra di noi che ancora si ostinano ad acquistare software materializzato e portatile (LP & cd) non rientrano fra il pubblico pagante che l'industria della musica desidera raggiungere. Rendiamocene conto: se un'artista così rispettata e di successo come Mavis Staples (delle leggendarie Staples Singers) si è dovuta autofinanziare il suo LP del 2005, poiché neanche una etichetta discografica si è mostrata interessata, visto che quell'industria vuole solo delle "pago-subito" Beyoncè da inserire nella propria scuderia di artisti femminili, è meglio svegliarsi e indagare su nuovi modi di fornitura musicale.
Il pubblico disposto ad acquistare i CD non vuole i CD che loro vogliono vendere, gli amici dei miei figli scaricano soltanto, non comprano mai musica registrata sotto forma di CD, LP o cassette. In pochi anni gli acquirenti di CD si ritroveranno una minoranza ancora più di quanto non siano oggi gli acquirenti di LP. L'industria musicale farebbe meglio a fare attenzione a questo nuovo mercato, piuttosto che seguire l'esempio della R.I.A.A. e citare per illegale condivisione di file 400 studenti di 18 diversi campus universitari statunitensi; il grosso della gente vuole pagare poco ed avere tempi veloci di download, ma qualcuno di noi potrebbe anche essere disposto a sganciare qualcosa in più per download a qualità "premium".

I dischi rigidi sembrano la via percorribile come prossimi mezzi di archiviazione HiFi. I DVD-R non hanno sostituito i videoregistratori VHS usati per vedere i programmi in momenti diversi dalla loro diffusione: quelli che mirano a tale scopo ora stanno cambiando i loro videoregistratori con dei registratori basati su Hard Disk, mentre i DVD-R vengono comprati da chi voglia doppiarsi i DVD.

Sorse, da sinistra sponda, la domanda della plebe: "Ma che c'entra tutto ciò con lo stereo ad alta qualità?"
"C'entra, eccome", replicossi da codesto scriba, "torna nelle mani dell'utente, ed alla grande, la possibilità di effettuare interventi di taratura fine!"

Uno degli aspetti del CD più frustranti per l'abarthizzatore più inveterato è il limite alla diversità ad al livello al quale possono spingersi gli utenti finali nell'ottimizzare di fino il prodotto ottenuto dai loro apparecchi, rispetto a quanto non sia possibile, invece, con lo LP. La riproduzione di dischi in vinile permette di intervenire sul caricamento elettrico della testina, sulla forza d'appoggio, sulla variazione del bias, sullo smorzamento del braccio, sull'allineamento del fonorivelatore, per tacer delle varie viti di fissaggio dello stesso, della taratura delle sospensioni ed il famigerato VTA. Invece, upsampling & oversampling sono più o meno tutto ciò che è disponibile per la maggior parte dei lettori di CD: i cambiamenti introdotti agendo su tali due elementi sono, peraltro, pressoché interamente dovuti agli algoritmi utilizzati nei circuiti ed alle frequenze di campionamento stesse, con una possibilità d'intervento limitata per i modificatori.

Ma dischi rigidi da PC ricolmi di meri dati acquisiti a frequenze di campionamento audiofile possono rivelarsi allettanti per un appassionato di Hi-Fi quasi come in passato poteva essere mettere le mani su una lacca di seconda generazione. Certo, è nei territori audiofili come le ML di TNT Audio che si troverebbero le persone disposte a pagare di più per avere la possibilità di scaricare la musica preferita campionata a frequenze di campionamento maggiori e quantizzata con parole più lunghe, mentre la maggioranza del pubblico preferirà la velocità e l'economicità dei formati compressi come lo MP3.

Però ciò potrà accadere solo quando saremo tutti equipaggiati con supporti di memoria di massa a qualità audiofila. Io ricordo bene, quando, da studentelli degli anni '70, vagavamo per negozi di alta fedeltà: allora iniziavamo a discutere di campionare l'audio in un flusso di dati digitali, ma senza l'idea di legare il tutto ad un supporto così primitivo come un nastro od un disco argenteo: piuttosto pensavamo ad un immagazzinamento in una memoria per computer, supportati dalle futuristiche descrizioni già presenti nelle riviste di elettronica dell'epoca. Oggi viviamo in quel futuro allora predetto, anche se non indossiamo tutine di plastica, non abbiamo sostituito i pasti con delle pillole, e non viaggiamo col teletrasporto, come pure era stato predetto.

Il mercato dei dischi rigidi, emergente ed in rapida espansione, sembra già dividersi mirando a due grossi gruppi di consumatori.
Alcuni modelli vengono immessi sul mercato come "lifestyle multiroom solutions" (soluzioni per sonorizzare più ambienti basate su apparecchi principalmente finalizzati alla facilità di utilizzo ed all'accettabilità estetica, n.d.T.), che prevedono un Hard Disk centrale che può rifornire diversi ambienti nella stessa casa. il modello Kivor della Linn viene venduto così reclamizzandone le principali doti audio: "Il Knekt Kivor è un accurato sistema di archiviazione e recupero basato su hard disk". Ma è anche un solo elemento di un intera gamma di prodotti "lifestyle", il cui marketing non è diretto alla comunità di utenti Real Stereo: "Il KIVOR TUNBOKS è l'ultimo grido in fatto di sorgenti...può essere usato contemporaneamente da più utenti, fino a 16."; "accesso simultaneo...interfaccia col sistema Linn KNEKT ... possibilità di interfaccia con controlli fabbricati anche da altri produttori, utilizzando le porte RS 232 ed Ethernet" (la letteratura Italiana è diversa, quanto meno nella forma, n.d.T.); questi sono gli argomenti di punta dei venditori di questi nuovi sistemi Linn destinati agli yacht ed ai loft.

L'archivio Zero One Ti48, invece, promette caratteristiche che ci si potrebbe attendere da un prodotto mirato agli audiofili.
Il Ti48, infatti, ricade nell'altra fascia di mercato, che lo propone come un archivio che permette un facile accesso ad un'ampia collezione musicale senza il continuo pellegrinaggio ad uno scaffale-deposito pieno di dischi plasticosi, ognuno dei quali, per la maggior parte, offre meno di un'ora di musica. La scena del "multiroom" ha scarsa attrattiva per gli appassionati Real Stereo che affollano questa rivista, ma l'idea dell'archivio ci permetterà di poterci davvero fossilizzare sulla nostra poltrona d'ascolto.

Quante volte vi è capitato di lasciarvi gradualmente andare, in abiti da camera, sorseggiando del buon vino, ascoltando a notte fonda che un particolare artista raggiunga la fine dell'album e poi... il silenzio? Così realizzate di dovervi levare dalla poltrona per cercare un altro disco di quell'artista, per poi ricordarvi che, in realtà, il dischetto si trova sotto chiave, fuori casa, nel cambiacd nel bagagliaio della vostra automobile.

Se questa scena non vi è familiare, allora non siete abbastanza sibariti per queste pagine!

Il lettore basato su Hard Disk (ma dotato anche di meccanica CD) Zero One Ti48 e il DAC AR38 fanno impressione, hanno un aspetto realizzativo massiccio, dei bestioni con frontale in argentea livrea, sul tipo Accuphase e Musical Fidelity. Mi sono arrivati da Singapore, quale primo esemplare spedito in Europa, protetti da una superba confezione. Il listino prezzi per il Nord America, l'Europa Occidentale, il Giappone, l'Australia e la Nuova Zelanda è espresso in dollari statunitensi, per un totale di $3.960 per la coppia di apparecchi (più spese di trasporto e tasse varie). La Zero One attualmente intende attuare una politica di vendita diretta, consentendo un periodo di prova per 30 giorni, e fornendo una garanzia di un anno. E' una via di vendita che già si segue per costosi accessori. Per altri mercati, come il resto dell'Asia, la Zero One prevede di stabilire una rete di rivenditori nelle città più grandi. Io, personalmente, vivo in una città abitata da un quarto di milione di persone, che non è stata in grado di dare sostegno ad un vero negozio di Hi-fi per più di 10 anni: i negozi aprivano e chiudevano nel giro di un paio d'anni. La comunità di appassionati di apparecchi stereofonici seri potrebbe ora essere abbastanza ampia da costituire una massa critica per sostenere un mercato fondato su internet e sugli ordini postali.

La coppia Zero One arriva in due enormi scatole per proteggere gli apparecchi dal rigore delle spedizioni internazionali. Sono monoliti di cartone pressato di una certa consistenza: piazzatene un po' in cerchio in una radura, ed aspettatevi di vedere radunati attorno ad essi dei Druidi in preghiera all'alba. Dentro c'è tutto ciò che vi occorre per farli funzionare, incluse le pile per il telecomando ed i necessari cavi di qualità, inclusa la connessione per l'interfaccia I^2S.

L'utilizzatore si trova al cospetto di un pannello centrale anteriore di alluminio tornito spesso 10 mm, affiancato da pannelli laterali da 5 mm: si potrebbe pensare a degli apparecchi della serie X di Musical Fidelity dopo una cura di anabolizzanti. La finitura al tornio implica un'attività artigianale, piuttosto che industriale, e spero che questa individualità permanga nella produzione. Le pareti laterali e posteriore sono piegate e ricoperte con vernici a polveri, non si tratta dei soliti biscottini risonanti che i miei abituali lettori sanno essermi invisi. Il pannello di fondo beneficia anche dell'applicazione di uno strato smorzante. Le istruzioni avvertono chiaramente di non occludere alcuno dei fori di raffreddamento: lo stadio di uscita in classe A ed il DAC avranno per forza un'elevata temperatura di funzionamento anche in assenza di segnale, dal momento che la classe A richiede un'elevata corrente di polarizzazione anche a riposo, anzi questi apparecchi tendono a riscaldarsi se vengono mantenuti molto tempo accesi ma silenti. Ciò limita gli esperimenti con sovrappesi e rivestimenti smorzanti: i miei fidi brick-on Isonodes potrebbero anche funzionare, spazio permettendo, ma con risultati esteticamente discutibili, ed anche i Jade IsoDuo (provati nella parte 6 della lotta alle vibrazioni) potrebbero essere d'aiuto se lo spazio è ristretto. Effettivamente, la "prova nocche" ha dato buoni risultati in tale configurazione, quindi è così che ho iniziato la mia prova.

Un po' di tecnica della meccanica-archivio Zero One Ti48

Il Ti48 viene descritto come una "meccanica CD e sistema di archiviazione a sovracampionamento" capace di immagazzinare più di 350 ore di audio non compresso su un disco rigido (HD) da 240 Gb. Però fa molto più che non semplicemente immagazzinare dei dati in formato Red Book (il formato standard per i dati contenuti in un normale CD audio, n.d.t.) presi dalla vostra collezione di CD. Il Ti48 può apparire superficialmente come un PC che funziona con un programma appositamente realizzato dalla Zero One su piattaforma Linux; tuttavia, se si pone attenzione ai dettagli, quella definizione è utile quanto definire la mia Ducati semplicemente "una motocicletta". La scheda audio è rinchiusa in un proprio involucro schermante, è montata su un supporto isolante proprietario, ed è dotata di un'autonoma alimentazione stabilizzata da 5V molto silenziosa, lineare e ad isolamento ottico, a sua volta schermata rispetto all'alimentatore principale a commutazione. Persino la linea a 5V corre su un suo cavo schermato. Come i miei lettori abituali potranno immaginare, credo davvero valga la pena darsi da fare per raggiungere questo livello di attenzione all'isolamento.

La scheda audio viene usata solo per estrarre l'audio digitale dal lettore DVD-ROM o dai dischi rigidi. Da essa, il segnale viene inviato al DAC tramite il cavo proprietario Zero One 24/192 I^2S. La I^2S (acronimo di Industry Interface Standard, n.d.t.) è un protocollo per la trasmissione dei dati inventato dalla Philips, usato anche dalla Accuphase (la cui implementazione sembra prevedere un clock condiviso). La tecnologia a clock separato della Zero One dovrebbe consentire una vera trasmissione a 24bit/192kHz, interfoliando due canali a 24bit/96kHz. Potrebbe sembrare strano che un'azienda che inizia a muovere i primi passi, adotti un insolito standard di interfaccia per il suo primo prodotto, però va considerato che ciò le ha consentito un'assoluta libertà progettuale per ottimizzare ogni anello della catena di trasmissione dei dati al fine di raggiungere i propri obiettivi, piuttosto che scervellarsi per adattarsi all'attuale tecnologia audio. L'uscita I^2S è affiancata da coppie entrata/uscita S/PDIF coassiale (RCA) e TOSLink ottica, anche se queste (più comuni, n.d.t.) uscite non consentono l'utilizzo delle particolarità che rendono unico il Ti48, quindi sono superflue.

Il software proprietario è sviluppato su piattaforma Linux. Anche questa è una decisione coraggiosa, data l'onnipresenza della piattaforma Windows e di Windows Media: la Zero One ha deciso di scriversi da sé il software per assicurarsi che non avvengano i blocchi e gli altri problemi non-audio, tristemente noti a tutti gli utenti di Windows :-)

[il display dello Zero One Ti48]

La scelta fra i filtri digitali, fra upsampling e oversampling e le altre funzioni audio sono selezionabili da semplici menu contenuti nelle schermate dello schermo alfanumerico blu a facile lettura su riprodotto. Queste opzioni vengono attuate mediante calcoli effettuati da processori a 64 bit a virgola mobile, una potenza di calcolo in grande stile, propria più degli ambienti mainframe che dei normali PC. Sospetto che questa potenza di calcolo potrebbe dare qualche contributo per migliorare alcuni degli aspetti critici, principalmente dovuti alle potenziali insorgenze del nefasto jitter, dell'upsampling a frequenze (48.1kHz, 96kHz, 192kHz) che, non multipli integri di quella propria dei CD Red Book, ci ritroviamo perché utilizzate in applicazioni che risalgono al DAT (Digital Audio Tape). Ma il Ti48 offre anche un sovracampionamento 2x (quindi a 88.2kHz) e 4x (quindi a 176kHz), che permette un confronto diretto fra questi approcci concorrenti, mantenendo sotto controllo tutte le altre variabili.

I miei lettori abituali sono al corrente della mia ossessione per integrità della costruzione & isolamento dalle vibrazioni, quindi il mobile a bassa risonanza, con una base dove è applicato un trattamento smorzante (due lamine di metalli di diverso spessore che racchiudono uno strato di cedevole schiuma) mantengono alta agli occhi di questo scrittore la credibilità del costruttore. I dischi rigidi e il lettore di DVD-ROM sono montati ognuno su degli anellini gommosi, e lo stesso telaio di montaggio dei dischi rigidi è smorzato con materiale cedevole. Eccellente; ma i pedini d'appoggio sono fatti con un'orribile plastica, ed uno di essi è persino lasco.

Il Ti48 è ottimizzato per un funzionamento silenzioso, dal momento che adotta un alimentatore a commutazione ultrasilenzioso per la parte PC, con una ventolina molto più silenziosa di quella tipica da informatica e virtualmente inudibile già ad 1 metro. Il semplice schermo alfanumerico mostra quattro righe di menù testuale con tutte le funzioni disponibili anche dal semplice telecomando, dal familiare aspetto di quelli per DVD, il che evita l'ulteriore immondizia (mouse & schermo) di una sorgente musicale basata su PC, che richiede anche altro spazio.

Il lettore DVD-ROM è un Toshiba meccanicamente rinforzato dalla Zero One. Alla Zero One hanno ritenuto che l'interfaccia a buffer fra lettore DVD-ROM e scheda audio funzionasse meglio in termini di correzione degli errori e di Jitter dei un normale lettore di CD audio, permettendo anche una maggiore potenza di calcolo usando dei processori comunemente reperibili in commercio.

Il software proprietario consente un intero pacchetto di opzioni per l'uscita, oltre alla scelta della frequenza di campionamento, per modellarla su misura per i gusti dell'ascoltatore e per meglio accordarsi con le registrazioni. Si possono scegliere i filtri, con 5 opzioni, dall'usuale "brickwall" (filtro a pendenza molto ripida, appunto a "muro di mattoni", n.d.t.) dello standard Red Book fino alla opzione "nessun filtro del tutto". Queste le scelte:

  1. None nessun filtro del tutto, con tutti i rischi di ringing, eccitazioni parassite ed instabilità a radiofrequenza degli stadi finali dell'amplificazione, specialmente di quelli con anello di controreazione globale
  2. HQ1 brickwall standard Red Book
  3. HQ2 uguale frequenza di taglio, ma pendenza inferiore al brickwall
  4. HQ3 filtro lineare ad uguale frequenza di taglio, ma con pendenza abbastanza più dolce
  5. Purist filtro composto, stessa frequenza di taglio del brickwall, con pendenza lieve ma ben estesa oltre la banda audio

Anche il dither, o modellatore di rumore, si può scegliere. Questa è una possibilità particolarmente apprezzata dagli amanti dell'analogico, poiché molto del carattere individuale di ogni impianto analogico può essere attribuibile al particolare modo in cui il segnale decade confondendosi col tappeto di rumore dello stesso impianto. L'analisi psicoacoustica ha dimostrato che la nostra percezione del rumore non è né lineare, né costante. La nostra capacità di discernere informazioni dal rumore dipende dal contesto e si modifica continuamente con ogni stimolo. Un'analogia nel campo video si può fare con gli artefatti causali generati dal rumore nelle immagini digitali e la loro natura che appare più ovvia in ragione della similitudine di ogni difetto se comparata con le macchie di polvere (diverse fra loro) sulla superficie di una tradizionale stampa da gel di argento. Così anche l'effetto moiré prodotto dalle griglie a maglie strette che entrano in risonanza con il circuito sensore è più fastidioso delle casuali rarefazioni di grana della patina di argento su un negativo fotografico o su una diapositiva. Entrambi questi problemi vengono facilmente rimediati nel trattamento digitale delle immagini adottando del rumore ditherizzato che reintroduce una distribuzione su base casuale, meno distraente per le nostra mente che impone l'ordine, alla continua ricerca della gestalt. Un'approssimativa analogia del contributo del rumore ditherizzato potrebbe consistere nell'immaginare che esso riempia lo spazio libero sotto il bit di segnale meno significativo, così permettendo una completa rilevazione dei dati presenti. Ciò avrebbe l'effetto di coprire quegli artefatti analoghi all'effetto moiré nelle immagini digitali.
L'opportunità di confrontare gli effetti di diversi ordini di rumore ditherizzato significa che per gli audiofili è arrivato il tempo di giocare.

  1. None non si aggiunge alcun rumore
  2. TPDF si aggiunge un rumore TPDF (con funzione triangolare della possibilità di distribuzione, n.d.t.)
  3. Nshape si aggiunge dither filtrato con passa-alto centrato al limite (della frequenza, n.d.t.) di Nyquist
  4. Nyquist modellamento di rumore del secondo ordine

Si può beneficiare dei potenziali effetti derivanti dalle scelte del rumore ditherizzato solo se il Ti48 viene connesso ad un convertitore capace di accettare parole di lunghezza superiore a 16bit. Normalmente, qualunque sia il gruppo di circuiti integrati scelto per la conversione digitale/analogica, il circuito ricevitore potrebbe troncare la parola ad un massimo di 16 bit. L'Ar38 riesce ad accettare dati quantizzati fino a 24 bit, ed io penso proprio che l'archivio Ti48 verrà normalmente accoppiato con il DAC Ar38 per beneficiare della loro interfaccia I^2S. Le opzioni sulla lunghezza della parola a 16, 18, 20 o 24 bit vengono rese inutili dalla scelta sul dither. Salvo che non si usi il Ti48 per provare DAC di altri costruttori, nel qual caso sono necessarie le parole a 16bit, non riesco ad immaginare circostanze in cui gli utilizzatori possano selezionare qualsiasi scelta inferiore a 24 bit e poi giocare di fino con il dither.

Alla Zero One hanno anche preso in considerazione la possibilità di stabilire delle preferenze nel segnale in uscita programmabili per singoli brani, ma hanno poi deciso che ciò avrebbe reso l'intero processo di archiviazione troppo complesso per la maggior parte degli utilizzatori. Dato che certi audiofili sono abbastanza maniaci da annotare il giusto valore di VTA su ogni copertina di disco, ho suggerito ad Alvin che questa potrebbe essere una possibilità popolare sui futuri modelli.

Ho anche chiesto se in futuro si prevede un ingresso phono, per permetterci di archiviare le nostre preziose collezioni, e mi è stato risposto che la cosa è già stata presa in considerazione, ma si attiveranno ricerca e sviluppo solo se si dimostrerà che esiste una domanda in tal senso da parte dei clienti. Per potere codificare un LP a 24 bit/96 k, che è il minimo che per la Zero One ci vuole per tale operazione, occorrono dischi rigidi di capacità davvero ampia, tipo 500gb. Tali bestie ci sono, ma non sono ancora abbastanza silenziose per impieghi audio. Sebbene la codifica Analogico/Digitale potrebbe includere opzioni per la rimozione del rumore dagli LP o dai nastri, e sebbene sia attualmente disponibile apposito software per l'archiviazione degli LP, ogni filtro apporta sottili cambiamenti alla musica originariamente codificata nei solchi dello LP. Semmai verrà offerta la possibilità di archiviazione di LP, Zero One preferirebbe comunque la minimizzazione del processamento del segnale, cosa che trovo incoraggiante.

I proprietari di grosse collezioni viniliche di materiale non disponibile su CD o disponibile solo come trasferimenti in digitale di livello inferiore dovrebbero fare congrue offerte ai loro dei perché venga loro concessa una tale manna. Si tratta, comunque, di informazioni che mi derivano da colloqui personali con il progettista Alvin Heng, neppure ancora disponibili sul sito di Zero One o nella loro letteratura, quindi possiamo solo immaginarci quando ci sarà qualcosa disponibile per l'acquisto.

Alvin crede pure che il download ad alta qualità è ancora di là da venire, ma io sono più ottimista. Questo sarà il futuro dell'audio in casa non appena le etichette discografiche separeranno le loro teste collettive dai loro collettivi bassifondi. Alvin fa correttamente notare che ci sarebbe allora bisogno di un'infrastruttura per le connessioni a banda e velocità (forse ADSL2) maggiori di quelle a cui attualmente lavorano (il mio modem & ISP sono tarati ad 1.1Mbps, ma vanno come a 350kbps per via dell'antica infrastruttura telefonica), però questo accadrà comunque per altre ragioni. Alvin non "crede che si andrà oltre 16/44.1 per un bel po', forse dieci anni o più. [Lui] dubita che ci sarà una significativa domanda per download di brani musicali in qualità 24/96." Forse quelle aziende che provano a fare profitti dalle riedizioni di vinili a 180 g potrebbero trovare una nuova redditizia nicchia nell'offrire questi servizi a pazienti sofferenti di audiophilia nervosa.

[Zero One Ar38]

Un po' di tecnica del DAC Ar38

Il convertitore digitale/analogico Ar38 ha dei bei led blu e accetta segnali digitali in ingresso sia nel formato coassiale sp/dif, sia in quello della Zero One I^2S dal Ti48, la cui portata arriva fino a 24 bit/192 kHz. Usando gli ingressi sp/dif si può procedere all'upsampling dei segnali provenienti da altre sorgenti fino a 24 bit/96kHz. Anche questo apparecchio presenta un contenitore in alluminio a bassa risonanza al cui pannello inferiore è applicato uno strato cedevole smorzante.

L'Ar38 è descritto come un apparecchio totalmente dual mono, con circuiti discreti in classe A senza anello di controreazione globale. Gli stadi analogici sono ad accoppiamento diretto, cioè senza condensatori in serie al segnale, con importanti benefici in termini di trasparenza e ritardo di gruppo, specialmente a bassa frequenza. Le specifiche tecniche sono da dieci e lode: hanno previsto ogni preferenza audiofila e consentono la scelta di ogni parametro, senza alcuna preferenza particolare a scapito di altri.

Il livello d'uscita è fisso: Alvin Heng non ama i controlli di volume digitali e ritiene che i controlli di volume analogici vanno messi in un buon preamplificatore, dove c'è meno rumore elettronico e si trova un'alimentazione più appropriata, proprio come l'amplificatore integrato che la Zero One sta attualmente sviluppando. Stando alla mia esperienza con il controllo di volume integrato dello Shanling, la trasparenza è lievemente maggiore, rispetto al passaggio per un pre, usando la connessione diretta fra l'uscita che adotta lo stadio buffer a valvole e l'ampli finale; mentre l'attenuazione effettuata dal preamplificatore è migliore di quella interna se il finale è connesso direttamente all'uscita a stato solido.

Il processo di segnale digitale della coppia Ti48 & Ar38 si adegua all'attuale egemonia del duo Burr Brown & Crystal, ed il DAC è un BB PCM1704 multi-bit. Il clock TCXO, fatto su misura e ad elevata accuratezza, dovrebbe permettere a questi affermati circuiti integrati di comportarsi al loro meglio. Gli ingressi SP/DIF e I^2S subiscono un trattamento diverso: in modalità I^2S, il Ti48 manda dati digitali direttamente al DAC Burr Brown PCM1704, per minimizzare il jitter; invece, il segnale che arriva in formato SP/DIF viene upsamplato dall'onnipresente Crystal CS8420, e da lì inviato al DAC Burr Brown PCM1704 attraverso il ricevitore Burr Brown DF1704. In giro si dice che questo è attualmente il meglio del meglio dei processori utilizzabili, che si ritrovano nella maggior parte di prodotti che abbiano anche la minima pretesa di fornire una riproduzione high end dei CD.

[il pannello posteriore dello Zero One Ar38]

In Uso

Questa coppia di apparecchi è paragonabile per dimensioni e peso alla mia sorgente analogica Michell Gyro SE/Hadcock/Naim, e infatti questo sarà il riferimento nei cui confronti quei due saranno giudicati, sebbene l'attuale debolezza del dollaro americano renda il duo Zero One molto meno caro dell'antagonista vinilico. Pensate al Ti48 nel ruolo dell'insieme giradischi/braccio e al DAC come equivalente all'accoppiata fonorivelatore/preamplificatore phono. Si tratta di un paragone che assume ancor maggiore rilievo se si pone mente alla modificabilità di fino che si offre ai perfezionisti della riproduzione vinilica, perché il Ti48 prevede un pari coinvolgimento dell'utente: ha più di 40 combinazioni di riproduzione selezionabili dall'utente, fra UP&oversampling, filtri digitali e rumore ditherizzato. Persino i maniaci della regolazione del VTA troveranno pane per i loro paranoici denti col Ti48, preoccupandosi all'infinito se quella tale canzone suona meglio col filtro "Purist" o con quello "HQ1" o con lo "HQ3", a 88kHz o a 176kHz o...etc, etc. E si può anche fare il paragone con la riproduzione diretta dal vecchio lettore CD (connesso in digitale, attraverso gli ingressi SPDF, n.d.t.), pure con le stesse opzioni. Puff, pant!

Il duo Ti48 & Ar38 può anche essere utilizzato da chi perde i telecomandi, con alcune operazioni da pannello frontale, bottoni menu, freccia & enter dovrebbero bastare. Meglio ancora sarebbe stato un piccolo schermo reagente al tocco, come si vede sui Classé della serie Delta. Il telecomando risulterà familiare a chiunque abbia un TV o un lettore di DVD. Si tratta di un generico modello in plastica, dal peso di soli 125g (inclusi 35g di pile), dall'aspetto e dall'utilizzo tipico degli apparecchi economici, specie se paragonato al comando in alluminio da 225g dello Shanling CDT100c. La qualità percepita del possessore della coppia in esame aumenterebbe di parecchio con un telecomando di maggior soddisfazione tattile, dal momento che è la principale interfaccia fra acquirente e prodotto.

Inoltre, quest'orribile aggeggio di plastica non è neppure particolarmente comodo da usare: una singola pressione su un bottone spesso ha prodotto l'avanzamento fra due funzioni o il salto fra una funzione e l'altra. Ancora, i bottoni play-pause-stop a volte non facevano nulla di tutto ciò durante la riproduzione da disco rigido. Il tentativo di passare alla traccia successiva o ripetere parte di una canzone spesso conduceva al caos. Le funzioni sono progettate con una sufficiente intuitività, ma il processo di apprendimento è ostacolato dal fatto che ad un'azione non sempre corrisponde l'effetto desiderato. I doppi salti fra valori sono particolarmente frustranti, dal momento che ci si avvede che il tastierino numerico è del tipo di quelli usati sui cellulari, che richiedono la pressione multipla dello stesso tasto per raggiungere la lettera voluta, e questa è una funzione essenziale quando si deve navigare fra 100 e passa dischi archiviati. il tastierino alfanumerico è comunque migliore dei bottoni "menu" & "OPTS", ma ogni volta che prendevo in mano il telecomando non avevo alcuna aspettativa che avrebbe funzionato correttamente. E, indipendentemente da come si comporta il Ti48, io non potrei conviverci se questo telecomando rimane quello fornito in dotazione.

Se vi sembra eccessivo, ricordate sempre che il telecomando è l'unico strumento per fare interagire l'utilizzatore col Ti48 una volta che il CD è stato archiviato. Porre il CD nel cassettino è l'unica altra operazione consentita dall'interfaccia utente, ed anche quest'azione richiede che il telecomando "open" e "close" il cassettino. Insomma, siamo di fronte ad un acquisto di una nuova sorgente da 4mila dollaroni, che include anche i cavi: un telecomando mal funzionante non appartiene a questi elevati livelli di prezzo. Ogni persona che mi ha fatto visita, incluse le signore notoriamente attente allo stile, ed ha visto la coppia Zero One ha avuto commenti da fare riguardo al telecomando economico e leggero e a come non rispecchiasse l'appartenenza ad un tale prodotto.

La sezione "inizio veloce" del manuale arriva a 13 pagine! La curva d'apprendimento dell'acquirente sarà oramai in forte calo da quando ha aperto lo scatolo. E poi, vi sono percorsi di programma integrati al sistema che non sono ancora disponibili, e saranno acquistabili in futuro come aggiornamenti hardware o disponibili on-line. E' certamente un buon livello di approccio "a prova di futuro", ma sarà alquanto ostico per chi parte già resistente rispetto all'acquisto di una nuova tecnologia.

Ascolto

Alla fine è più semplice utilizzare il Ti48 rispetto a quanto sembrerebbe dai paragrafi precedenti, ad eccezione dell'astruso telecomando. Ho avuto un danno al cervello a causa di un incidente motociclistico e questo mi comporta notevoli difficoltà a memorizzare le sequenze di operazioni, per cui se ci riesco io ci riuscirete anche voi.

Direttamente dal cd con i settaggi di default il suono è piacevole, paragonabile a lettori cd nella fascia dei $3000. Il palcoscenico non è molto ampio & sensuale come quello riproposto dallo Shanling CDT100c con buffer di uscita a valvole, ma è più ampio e profondo rispetto al mio Rotel RCD965BX a discreti, che vanta più BlackGates (pregiata marca di condensatori, che si traduce letteralmente con "cancelli neri", n.d.T.) di una prigione ed è più grosso dell'Avondale AAA5. La velocità è buona, ma il ritmo ed il senso del tempo non arrivano ai livelli del Naim e prendono una bella legnata dall'Avondale AAA5.

Il rumore di fondo percepito sembra molto più basso rispetto a qualsiasi altro lettore abbia ascoltato. Questo potrebbe essere anche l'effetto psicoacustico dovuto alla specifica del S/N (rapporto segnale rumore). La sensazione si ha sia se il dither è selezionato sia nel caso opposto. Il rumore d'ambiente nella mia stanza e quello complessivo dell'ampli a valvole SE Assemblage SET300B Signature modificato dovrebbero essere abbastanza elevati da mascherare qualsiasi rumore venga prodotto da queste sorgenti (ad eccezione forse dello Shanling con uscita a valvole), ma l'effetto è scontato e ripetibile in qualsiasi momento. Ricordo ancora l'effetto sortito quando ho tolto il Rotel dal suo involucro in lamiera risonante e l'ho montato in un case Torlyte. L'attenzione all'isolamento dalle vibrazioni e dall'alimentazione potrebbe essere responsabile del nero deciso presente tra i transienti ottenuto nella modalità direct cd. Questo lascia ben sperare circa la qualità dei dati che dovranno essere recuperati dall'hard disk.

Come primo disco ho scelto Jimi Hendrix First Rays of the New Rising Sun, considerato che è da 25 anni che ho familiarità con questo disco originariamente comparso su tre vinili pubblicati postumi nel '71 e '72: Rainbow Bridge; The Cry of Love; War Heroes. È da 6 anni che conosco questo cd (e il suo vinile doppio da 180g) che fa capire la direzione musicale seguita da Hendrix poco prima della sua morte. Conosco questi dischi a tal punto da renderli ideali per poter provare un formato totalmente sconosciuto.

Il caricamento è semplice. Anche la riproduzione non presenta difficoltà. Questo fa sparire qualsiasi ansia generatasi dopo la lettura del lungo manuale di istruzioni. Come tutti sanno, è meglio fare prove prima di farsi male con le istruzioni.

Quindi selezionate HD e pigiate play. A prima vista quanto sto per dire non ha senso:
L'archivio del Ti48 suona meglio rispetto alla modalità diretta (cd)?
"Quale intrigo giornalistico c'è sotto?" sorse, da sinistra sponda, la domanda della plebe,
"Sto soltanto riportando quello che ho ascoltato", replicossi da codesto scriba,
"Ah si? E quanti soldi e regali ti ha promesso Alvin l'alchimista?" pubblicamente domandò il coro, in rapida trasformazione verso una folla arrabbiata,
"Di che tipo di olio di serpente o processo magico del segnale si tratta?" gridavano,
"Dobbiamo affrettarci ad andare nei templi e fare qualche sacra offerta ai druidi, il Ti48 ha sicuramente poteri alchemici che consentono di trasformare i metalli in oro..."
"dobbiamo bruciarlo come una strega" urlavano, brandendo ferri roventi tirati fuori dal microonde...

Un'attenta lettura del manuale tecnico ci aiuta a dare una risposta. La filosofia della Zero One fa si che la qualità dei dati reperiti dagli HD dovrebbe superare quella ottenibile con i dati "grezzi" memorizzati sul cd. Un'idea di questo tipo di solito implica un'operazione di processo del segnale di tipo additivo che, nel migliore dei casi, non è dannosa, e, nel peggiore, aggiunge colorazioni, ma la Zero One sostiene che queste migliorie rappresentano le conseguenze inevitabili del miglioramento della quantità e della qualità dei dati dovuti dai semplici espedienti di riduzione delle perdite e miglioramento della distribuzione.

Le perdite sono minimizzate utilizzando un campionamento con parole della lunghezza di 24bit; i 16bit del formato cd spesso in riproduzione vengono troncati per arrivare a 14bit (infatti i primi lettori recuperavano soltanto 14bit), l'ampia finestra dinamica della capacità di 24bit assicura che qualsiasi cosa sia incisa sul disco raggiungerà intatta l'HD. Anche se solitamente ci si riferisce a loro come "least significant bits" (letteralmente, "bit meno significativi", n.d.t.), questo termine comparativo non indica che l'informazione persa è insignificante, sebbene teoricamente sia meno significativa. Infatti, questo dato che sta alla risoluzione minima del range dinamico, quando torna nel dominio dell'analogico, è il responsabile degli esili dettagli e delle nuances del suono e delle informazioni ambientali che distinguono un suono ben riprodotto da quello di uno scaldabagno. Allen Wright, espertissimo di progettazione a valvole, utilizza il termine "downward dynamic range" ("limite basso della gamma dinamica", n.d.t.) per descrivere questi effetti, e lo Zero One estende più in basso il "downward dynamic range" rispetto alla normale riproduzione cd. Se selezioniamo una qualsiasi parola di lunghezza inferiore ai 24bit si peggiorano le cose e i miei esperimenti con un cd della Mobile Fidelity Sound Lab hanno mostrato che se abbiamo a disposizione ottimo materiale la differenza è ben percepibile; 24bit rappresentano la scelta migliore.

Il campionamento in riproduzione può quindi essere regolato finemente tramite una precisa selezione del tasso di campionamento sia con un sovracampionamento, sia mediante più complessi algoritmi di upsampling. Le pendenze dei filtri quindi possono essere affinate per meglio adattarsi alle necessità della combinazione determinata dalla frequenza di campionamento scelta e dal particolare disco, il che spesso è stato imposto dalla scelta dell'hardware nel passato. Ho sempre preferito non avere filtri.

Queste scelte coinvolgono l'ambito del recupero delle informazioni e solo l'opzione del rumore dither ricade nell'ambito dell'ulteriore processamento di segnale. Il dither aggiunge a questi fattori altri ancora più importanti al fine di minimizzare gli artefatti residui dopo la "ottimizzazione di fino", alla stregua degli stadi a valvole aggiunti dopo la conversione digitale analogica proposti da tempo da Cal Tempest e più recentemente da Audio Note e Shanling. Il leggendario progettista della Concordant, Doug Dunlop solitamente si riferiva ad un "pheeoow" per descrivere la brillantezza conferita da un buon pre high-end ai segnali che trasportava e il controllo di dither sembra avere un effetto simile.

L'opzione TPDF presenta l'effetto più appariscente, e risulta particolarmente utile per dare la sensazione di una maggior risoluzione e pulizia alle alte frequenze nelle registrazioni un po' troppo soft, presumibilmente mediante la modulazione a dente di sega del segnale. Alcune registrazioni vocali classiche, come O Adonai di Arvo Part, vantano un calore seducente con il settaggio a 176kHz, ma compromesso dall'eccessiva morbidezza delle alte frequenze su questa frequenza di campionamento. Il settaggio TPDF funziona molto bene restituendo la giusta definizione con questa scelta di campionamento.

L'effetto Nshape è molto piccolo. A tal punto da essere inavvertibile su molte registrazioni, ma sembra restituisca i segnali di ambienza alle registrazioni live. È costituito da dither filtrato con un passa alto che introduce un rumore ultrasonico al limite della frequenza di Nyquist per la frequenza di campionamento utilizzata, che all'apparenza aiuta a linearizzare la risposta di alcuni DAC. L'Ar38 chiaramente non necessita di questo aiuto aggiuntivo dato che non ho avvertito nessuna differenza con la maggior parte delle registrazioni.

Il settaggio Nyquist genera un modellamento di rumore del secondo ordine che si suppone conferisca una maggior risoluzione alle basse frequenze, a scapito di maggior rumore alle frequenze più alte. Mi sarei aspettato da questo settaggio il maggior contributo alla ricostruzione dell'ambienza, ma anche qui l'effetto è minimo. La Zero One fa notare che questa rappresenta una buona scelta con frequenze di campionamento superiori a 88.2kHz, ma ho trovato il grezzo TPDF più utile con le lievemente sfocate registrazioni sovracampionate a 176kHz.

Sorprendentemente i diffusori necessitano di una nuova disposizione per ottenere il miglior risultato da questa accoppiata. Richiedono un minore toe-in (rotazione aull'asse verticale, n.d.t.), ma è necessario ridurre di 25cm la distanza tra loro, che diventa di 2.25m con un punto di ascolto a 3m di distanza. L'unico cambio di sorgente che ha un effetto simile si ha con alcune testine (la Denon DL103 rappresenta un esempio significativo). Una volta terminata l'ottimizzazione ci si può divertire con le diverse opzioni di settaggio per la riproduzione. Ed è veramente molto divertente. Diversamente dalla maggior parte degli interventi di ottimizzazione, le modifiche possono essere fatte al volo durante l'ascolto senza la necessità di spostarsi dalla vostra poltrona preferita.

I diversi effetti sono più simili ad i cambi dell'impedenza di carico del fonorivelatore, se non addirittura alla sostituzione dell'intera testina. Alcuni cambi azzeccati di frequenza di campionamento e di pendenza di filtro fanno tornare alla mente l'abbassamento della impedenza d'ingresso per una Decca London da 47kohm a 33kohm, che apre il suono rendendolo più fluido e meno meccanico. Nonostante ci si aspetti che le modifiche nel dominio digitale abbiano maggior influenza sulle alte frequenze, i cambi della frequenza di campionamento modificano anche i bassi come se si aumentasse l'impedenza d'ingresso della Supex MC (parliamo quindi di vecchi Linn) da 100ohm ad oltre 500ohm.

A mio avviso sullo Zero One le alte frequenze vengono riproposte meglio rispetto al vinile, ma i bassi del vinile non vengono eguagliati. Semplicemente non ci sono abbastanza informazioni presenti su un cd per arrivare alle prestazioni fornite dai buoni lp in gamma bassa, nonostante il vantaggio teorico del cd per quanto riguarda il rumore, il rapporto s/r e la dinamica, esiste qualcosa insito nella memorizzazione ed il recupero dei dati in analogico che deve essere in sintonia con l'orecchio umano. Forse si tratta della possibilità di scelta dei diversi tipi di algoritmo di modellamento di rumore che consentono allo Zero One di emulare in tal modo l'esperienza analogica. La mia personale esperienza è nel dominio mente-cervello-occhio nel quale so che l'impatto emozionale dovuto alle esperienze visive non può essere ricondotto alle semplici dimensioni del contenuto, della forma e delle caratteristiche visive; quindi il dibattito dell'analogico contro il digitale mi appare insignificante e tutto ciò che conta è quale esperienza soddisfa il singolo acquirente. A prescindere dalla convergenza digitale-analogica che ho qui riportato, quanti lp possono definirsi "buoni?".

Per contro, la combinazione Zero One Ti48 e Ar38 rappresenta una delle migliori sorgenti digitali domestiche che ho avuto il piacere di ascoltare. In aggiunta a ciò occorre considerare la ricerca ossessiva dell'ottimizzazione, che piace molto agli audiofili. È anche possibile stabilire una lista dei brani da suonare, e ascoltare per molte ore più di quanto qualsiasi altra sorgente convenzionale sia in grado di offrire, anche i concerti alla radio terminano prima di quanto vorremmo. I momenti di insoddisfazione possono essere addolciti con un veloce cambio delle impostazioni. Lo Zero One non presenta prestazioni da grido in particolari parametri per attirare tifosi di qualsiasi categoria audio ma non ha punti deboli in nessun contesto, diversamente da molti pretendenti approcci a raggiungere il nirvana audio. Può apparire che tenda verso la velocità implacabile dei Linn Sondek e condivide quella enfasi dei giradischi incentrata sui 100-150Hz, in particolare in alcune combinazioni di settaggio. Questo effetto è meno evidente sulla coppia Zero One che sul Linn, e somiglia a quello che si ottiene scegliendo un'alimentazione sullo stadio di uscita di un DAC. Ciò migliora l'ascolto nella maggioranza dei casi.

Al pari dei migliori prodotti del settore pro, la combinazione Zero One Ti48/Ar38 fa tutto abbastanza bene; a tal punto da farvi passare la rabbia dovuta dalle inefficienze operazionali e abbastanza bene da farvela apprezzare per tutto il giorno.

L'accensione del computer e della Playstation non ne inficiano le prestazioni il che è indice di un'eccellente isolamento dell'alimentazione, perfino quando ho provato ad inserire la playstation alla stessa presa di corrente della catena audio. Dopo molti giorni di piacevole ascolto ho avuto l'idea di caricare una nuova playlist e l'interfaccia operativa si è improvvisamente bloccata. Ho provato ad usare l'altro telecomando; ho messo su delle batterie nuove, ma senza risultato. Quindi sapendo come funziona il mio pc ho fatto ripartire manualmente la macchina tramite l'interruttore sul pannello posteriore e mi è apparso il messaggio seguente.

  1. Checking system...
  2. Checking music...

Essendo solo un recensore ho preferito mandare un'email direttamente al progettista, il quale mi ha informato che quando sul sistema si verifica un errore, spegnendo e riaccendendo viene mostrato quel messaggio fin quando il sistema non torna stabile ma questa operazione può durare anche un'ora. Dopo alcune ore il messaggio non spariva. Ho ripetuto la procedura, ma il risultato è rimasto lo stesso. Ho ricevuto una telefonata per poter capire meglio cosa fosse successo al Ti48.

A questo punto la recensione si è dovuta interrompere. Si tratta di un prodotto nuovo, che utilizza una nuova tecnologia e forse i primi utenti diventeranno il banco di prova per le situazioni che i progettisti non hanno previsto, il che non dovrebbe dissuadere gli acquirenti coraggiosi se il servizio di riparazione sarà all'altezza della situazione; se un'esperienza del genere scoraggiasse gli acquirenti non ci sarebbe un solo pc o un sistema operativo in nessuna casa del pianeta Terra. Forse ho soltanto eseguito una "Illegal Operation" o forse si è trattato di una "Fatal Exception Occurred" (ma questo è Linux).

Dopo un'altra lunga telefonata di Alvin, che era rammaricato del problema verificatosi, ho deciso di imballare il Ti48 ed ho notato un distinto rumore di qualcosa staccato. Infatti si era allentato un hard drive, a causa delle viti utilizzate (gli hard drives sono fabbricati negli USA, dove ancora si utilizzano filettature non metriche diversamente dal mondo tecnicamente avanzato) e c'era una saldatura fredda sul telecomando. Mi hanno detto di aver ora risolto entrambi i problemi in produzione.

Il Ti48 è stato riconsegnato al suocero di Alvin e dotato di un nuovo cavo opzionale I^2S che isola i piani di massa del Ti48 e dell'Ar38 al fine di ridurre ulteriormente i potenziali rumori. Si tratta del primo optional disponibile ottenibile con un extra di $200 e ne ho uno dei soli due esemplari nel mondo quindi sarà meglio non romperlo. Dopo aver ripreso dimestichezza con il suono del Ti48/Ar38 ho sostituito i cavi. In tal modo si eliminano i loop di massa e diminuisce ulteriormente il rumore nel dominio digitale, quindi mi aspettavo differenze ovvie solo senza il rumore dither. Ho selezionato "none", senza filtro e 88.2kHz per massimizzare le differenze. Anche da freddo e con i cavi nuovi il suono era migliore come se i dati venissero conservati meglio e al DAC arrivassero maggiori informazioni. Sorprendentemente c'è meno differenza tra le opzioni di noise shaping, il che ad intuito mi pare strano. Resta ancora qualche piccola differenza tra le forme di filtro di uscita, e io preferisco l'impostazione "None". Il mio impianto è piuttosto immune ai disturbi a radiofrequenza, e gli amplificatori che utilizzo sono a controreazione globale nulla, i progetti con alta controreazione potrebbero risentirne maggiormente.

La differenza maggiore sta nella diminuzione della somiglianza del basso e della velocità con il Linn. La velocità, il ritmo ed il senso del tempo sono migliorati e sono più coerenti, il che rende Alina di Arvo Part un pezzo da pelle d'oca; si tratta di un brano che dipende totalmente dal senso del tempo del pianoforte che deve essere impeccabile per restituire tensione e potenza. Rappresenta un test spietato che ha superato solo l'Avondale (permanentemente in prestito) e posso solo augurarmi di trovare il vinile per poter fare un confronto. La pulizia e la mancanza di colorazione superano anche il mio Rotel truccatissimo.

[Mattoncino per il controllo delle vibrazioni]

Controllo delle vibrazioni

Si possono ottenere ulteriori vantaggi prestando una particolare attenzione al controllo delle vibrazioni, ma la solida realizzazione costituisce un ottimo punto di partenza. La velocità risente del supporto sul drive allo stesso modo dei lettori cd. Nonostante lo strato smorzante applicato sul fondo, gli ERaudio SpaceHarmoniser hanno ben funzionato incastrati fra i piedini in plastica dura del Ti48, mentre scarso è stato il loro effetto con l'AR38 (raffigurato). I piedini Polychrystal Reference o Jade IsoDuo mettono a disposizione due possibili alternative per sorreggere la meccanica, ognuna delle quali da risultati migliori di un ordine di grandezza rispetto ai piedini del Ti48. Il DAC si trova più a suo agio su qualsiasi cosa che sia diversa dai suoi piedini. 4 Jade IsoDuo o 5 Isonode funzionano entrambi meglio.

In ragione degli essenziali fori di ventilazione, non ho potuto provare i Bright Star LittleRock direttamente sul pannello superiore della meccanica o del convertitore, anche se ho potuto comunque verificare che un LittleRock 5 piazzato su dei Bright Star Isonode migliorano lievemente la chiarezza. Un buon supporto è essenziale, come per ogni sorgente.

Conclusioni

Stavolta la curva di apprendimento di questo recensore è stata ripida. Mi sono trovato di fronte non solo ad una tecnologia per me totalmente nuova, ma anche alla possibilità di confrontare gli effetti dovuti alle diverse scelte delle frequenze di campionamento, dei filtri, della modellazione di rumore e del dither tramite gli stessi chip.
Mi sto stordendo con tutta questa possibilità di ottimizzazioni.
Mi sto disperando per questo malefico telecomando.
Mi sto impressionando per le prestazioni.
Mi sto godendo ore di musica, interrotte solo dallo spegnimento del sistema.

Le prestazioni di entrambi i componenti sono impressionanti. Insieme vanno benissimo e fanno fare un bel balzo in avanti al livello della riproduzione domestica nella fascia di prezzo media del mercato. Potrebbe essere possibile raggiungere la stessa qualità, e un'aurea maggiormente high-end da un semplice lettore cd di prezzo simile, ma un simile prodotto supererebbe lo Zero One Ti48 e l'Ar38 soltanto con i migliori cd. Lo Zero One eccelle invece nella capacità di restituire al meglio i cd che non sono registrati in modo eccellente.

Questa combinazione non ha superato il mio front-end analogico, ma sorprendentemente gli si è avvicinata molto.

Il fatto che lo Zero One, nonostante le sue bizze operazionali, si avvicina alla soddisfazione che solo l'analogico riesce a dare è prova che qui non ci sono pecche inerenti la memorizzazione digitale della musica (e molti lp analogici sono registrazioni di dati che sono stati convertiti in digitale da qualche parte tra lacche e microfoni) e dimostra che è possibile fare un buon utilizzo anche dei 16bit a 44.1kHz rispetto ai convenzionali lettori cd. Le opzioni di modellizzazione del rumore potrebbero darci indizi sul modo in cui il Ti48 avvicina i dati digitali all'esperienza analogica.

Ignoro se la mancata contemporaneità fra recupero dei dati dal CD e loro riproduzione abbia una qualche influenza. Trovavo difficile credere alla possibilità che la riproduzione da disco rigido di dati estratti da un CD potesse suonare meglio che la riproduzione diretta del CD, ma questo è ciò che accade; ogni volta. Questo ci porta al cuore del dibattito circa la riproduzione che ha imperversato sino dalla fine degli anni 70. È come se le due scuole del razionalismo si scontrassero nuovamente come accadde nel diciottesimo secolo.

Gli audiofili discendenti da quella branca del razionalismo formata dagli Empirici Britannici (Berkely, Hume, Locke, ecc.) sono ancorati all'idea dell'immediatezza fra ciò che è e ciò che si ascolta, indipendentemente dalla sua verosimiglianza; all'idea che questa è la vera forma di oggettività, basata sull'idea che la buona scienza emerge dall'osservazione dei fenomeni e dal successivo tentativo di spiegarli. La fazione contraria è costituita dagli oggettivisti discendenti dal Razionalismo Continentale (Cartesio & C.), che continuano a sostenere che se non si riesce a spiegare qualcosa, allora non esiste, e tutto il resto è illusione o delusione. Forse la comunità degli audiofili necessita di un Kant del 21 secolo per provare a riconciliare i dialoghi e spiegarmi cosa sto ascoltando e perché. Le opzioni di uscita del Ti48 non sembrano essere frutto di intuizioni del momento e l'HD ripropone meglio i dati che preleva dal cd che il cd stesso. Regolatevi voi.

Dare dei voti alla coppia Zero One è impossibile poiché non ho avuto esperienza con qualcosa di simile per poter fare confronti. Però nel mio impianto gli Zero One hanno dato vita ad uno degli ascolti migliori per una sorgente digitale. In aggiunta è possibile giocare con il tweaking direttamente da una comoda poltrona, che altro un Sibarita potrebbe chiedere?

Musica goduta durante questa prova:

Jimi Hendrix First rays of the New Rising Sun, MCA MCD11599
Derrin Nauendorf New History, 2005
Sly and Robbie Drum & Bass Strip to the Bone by Howie B Palm Pictures 2004
Pink Floyd Dark Side of the Moon, MFSL
Dave Brubeck Time Out, already archived
Arvo Part Alina, ECM1591
Arvo Part Beatus choral works, Virgin Classics 562 2052

Commenti del costruttore

In primo luogo, il nostro sincero ringraziamento a Mark e a Lucio per una tale completa recensione dei nostri due primi prodotti. Appare chiaro, dallo sforzo fatto per verificare tutte le funzioni di processamento digitale, che Mark ha veramente passato tantissimo tempo ad ascoltare i nostri Ti48/Ar38. A quanto pare gli è anche piaciuto, il non guasta quando si ha l'arduo compito del recensore audio.

Considerato che questa è la nostra prima recensione, di due prodotti che di fatto sono i primi ad essere usciti dalle linee di produzione, ci aspettavamo qualche problema di gioventù - ed effettivamente ci sono stati! Fortunatamente si tratta di difetti di poca rilevanza (viti sbagliate, saldature difettose su un connettore) ai quali potremo facilmente porre rimedio.
Mark non è stato preciso quando ha detto che avendo il privilegio di essere un recensore ha potuto mandarmi un'email diretta per reclamare - ad oggi tutti i clienti hanno la possibilità di inviarmi un'email per lamentarsi (o per elogiarci). Il mio indirizzo email è scritto di seguito, se avete qualcosa di urgente da comunicarci anche adesso!
Per cui grazie a Mark e a TNT per l'equilibrata, positiva e completa recensione!
Alvin Heng - E-mail: a.heng (at) zerooneaudio.com

© Copyright 2005 Mark Wheeler - www.tnt-audio.com

Traduzione: Carlo Iaccarino e Fabio Egizi

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