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Una pioggia d'Aprile:
Jimi c'è vita dopo la morte?
è Vita Jim, ma non come la conosciamo
Amore e Odio? Prova KY jelly
Il blues di Eric suona una campana

Riproduzioni storiche d'Aprile

[English Version]

Artista: Jimi Hendrix: Valleys of Neptune
Etichetta: Sony Legacy
Artista: Life: Cocoon, pubblicato Aprile 2010
Artista: Darrell Bath: Love and Hurt, pubblicato Aprile 2010
Artista: Eric Bell: Lonely Nights in London, pubblicato Aprile 2010
Etichetta: Angel Air Records
Recensore: Mark Wheeler - TNT UK
Pubblicato: Novembre 2010
Traduttore: Roberto D'Agosta

Una pioggia d'Aprile di nuove canzoni

Questo mese sia il già a lungo annunciato rilascio di Valleys of Neptune di Jimi Hendrix che i tre "nuovi" CD della Angel Air dicono di offrire tutto materiale non pubblicato in precedenza: non un gran cambio di direzione nella politica di questa casa produttrice poiché sono tutte incisioni di chitarristi di lungo corso. Ognuno di questi CD si porta attaccate le aspettative generate dalla storia passata dei vari artisti ma sono tali aspettative trasferite alla musica o alla qualità del suono?

[Nettuno o Urano?]

Jimi Hendrix: Valleys of Neptune

Questo disco è stato pubblicato in contemporanea su CD e vinile: si dice che la versione su vinile sia stata creata direttamente dal master CD e non da un master 24/192, ma non posso confermarlo poiché la versione richiesta non è mai arrivata. Forse alla Sony Legacy hanno troppo paura di mettere a confronto la loro versione su 180 gm di vinile a 29.95 $ (che diventano magicamente 34 £ attraversando l'oceano Atlantico) con la versione su CD a 11.95 $ che dovrebbe comunque risultare migliore del vinile se entrambi sono stati generati partendo dalla stessa sorgente 16/44. Il cofanetto di vinile Hendrix at Woodstock suona leggermente meglio del mio vecchio vinile che era la seconda ristampa. Il CD offre anche alcuni bonus che però sono in gran parte già disponibili direttamente dal sito di Hendrix. Quando ho chiesto maggiori dettagli sul trasferimento dal master al vinile, nessuna delle persone interrogate ha avuto la cortesia di rispondere: questo la dice lunga su quale livello di attenzione le major della musica abbiano nei confronti degli ascoltatori, che in primo luogo sono loro clienti; non è lo scambio illegale di file che danneggia l'industria discografica ma sono l'industria stessa e la sua attitudine verso musicisti e pubblico a fare i danni maggiori. Non c'è quindi di che meravigliarsi se i ragazzi vanno alla ricerca del file in rete se manca qualsiasi incentivo a comprare in termini di qualità del prodotto e del servizio al cliente.

Ci sono 12 tracce nella versione del CD venduta in tutto il mondo, ma ci sono 2 tracce addizionali nei CD che si possono comprare da "Target", una grossa catena di supermercati in Nord America. L'industria musicale potrebbe chiedersi perché i piccoli negozi di musica stiano sparendo: i negozietti indie erano la linfa vitale dell'industria musicale, un traffico di andata e ritorno di nuovi artisti e il loro immediato riconoscimento. Un grande numero di email non ha ottenuto nessuna replica, men che meno una risposta, alla domanda di dove fosse possibile acquistare lo stesso CD con le due canzoni in più al di fuori di Target o del Nord America. Questo è un altro atto punitivo autoinflitto dai vecchi dinosauri (la Sony Entertainment in questo caso) dell'industria musicale: pensiate siano a conoscenza degli effetti psicologici che questo tipo di azioni ha nei confronti di chi li vede?

Di quelle 12 tracce, due sono state registrate il 5 Maggio 1967 e il 23 Settembre 1969, rispettivamente, mentre le altre 10 sono dei concerti del 16-17 Febbraio 1969 all'Olympic di Londra e al Record Plant di New York nei mesi di Aprile e Maggio dello stesso anno: non sono messe per ordine cronologico per cui il valore aggiunto di questo CD come memoria storica ne esce decisamente ridimensionato e le date dimostrano anche che questo CD non può mostrare la nuova direzione che la musica di Hendrix avrebbe preso se fosse vissuto più a lungo. Ci sono molte altre registrazioni successive a queste date che meglio dimostrano la versatilità di Hendrix e il suo rifiuto di rimanere legato a una determinata formula. Lo stile di batteria di Mitch Mitchell influenzato dal jazz è probabilmente l'unica caratteristica unificante di questo CD; l'inclusione, unica, di Rocky Isaac dei Bleeding Heart di Elmore James con il suo stile più vicino al batterista funk Buddy Miles dei Band of Gypsies in questa registrazione è più che altro un eccezione. Allo stesso modo, il vecchio amico dei tempi del militare di Hendrix e bassista, Billy Cox suona in tre tracce (inclusa in quella che dà il titolo al disco) in maniera più simile al viscerale suono di Hendrix con Curtis Knight, che non al basso rock di Noel Redding nelle altre 9 tracce.

"E questa inconcludente introduzione cosa ci dice?" chiede confusa la plebe dal lato sinistro del palcoscenico, "Il vecchio scriba sta solo mostrando un'inutile conoscenza enciclopedica su Hendrix."

Quello che ci dice questa lunga introduzione ancor prima di far suonare il disco è che questa non sarà una coerente collezione di canzoni attentamente selezionata dall'artista: solitamente Hendrix era uso registrare tutte le prove per proprio uso e autocritica essendo ossessionato dalla qualità dei dischi prodotti (e per questo ci sono solo 4 produzioni con lui in vita). Questo CD include alcune sovraincisioni postume in particolare delle parti di Redding e Mitchell, le più recenti del 1987 sotto la direzione di Chas Chandler nella traccia 3 per esempio, che potrebbero anche andare nella direzione di ridurre le differenze tra quello che Hendrix giudicò non pubblicabile e il CD che abbiamo adesso in mano. Hendrix considerava lo studio come uno strumento aggiuntivo e si dice che fosse un maniaco che controllava tutto e che in qualche occasione abbia aggiunto propri contributi alle parti di basso e di batteria quando tutti gli altri erano già andati via. Per questo qui c'è un tocco delle produzioni postume, del 1975, Crash Landing e Midnight Lightening: una delle tracce, Trashman che è disponibile nella versione "Target", si trova anche su Crash Landing con un chitarrista in più e le star della musica disco Babbit e Maelen (notate l'errore nella custodia del disco) aggiunte per dare qualcosa in più. Mr Bad Luck è la più vecchia, la cui composizione risale a prima dei giorni di "Experience" essendo del 1967 e successivamente rilavorata.

Valley of Neptune si piazza accanto ad altre produzioni postume come War Horses e The Cry of Love ma non fa per questo materiale quello che First Rays of the New Rising Sun fece per il materiale pubblicato in Raimbow Bridge.

La qualità del suono è strana: ha una strana disconnessione che proviene dal lavorio di postproduzione come succede per esempio con quegli LP riprocessati elettronicamente per renderli stereo: però una stranezza diversa da questa, ma pur sempre una stranezza. Questo fa si che entrare nella musica sia meno immediato come con un sistema audio che pur essendo tecnicamente a posto non è bel regolato. Non c'e nulla che l'ascoltatore possa identificare come non corretto, semplicemente è come una vernice opaca impenetrabile come i vetri offuscati di una macchina che nascondano i suoi occupanti. Chi non conosce Hendrix, dovrebbe prima di tutto cominciare dai 4 dischi che pubblicò in vita, mentre coloro che hanno già quei dischi, si compreranno questo qualsiasi cosa io dica.

[una pupa nascente]

LIFE: Cocoon

Con un album intitolato Cocoon (bozzolo) ci saremmo aspettati che il progetto Life (vita) avesse come produttore del loro primo disco l'etichetta Crysalis (crisalide).
"Oh no!" si lamenta il coro dal lato sinistro del palcoscenico, "le recensioni del vecchio scriba sono sempre più piene di improbabili giochi di parole..."

Robin George il chitarrista e motore di questo progetto ha prodotto o remixato molte delle produzioni della Angel Air e ha suonato nel supergruppo Damage Control. Uno stile di vita incentrato sul lavoro sembra aver preso il sopravvento di tutti questi rocker di mezza età facendo si che la loro maggiore esperienza e abilità raffinate rendano possibili quelle idee che si sono portati dietro, irrealizzate, per diversi anni. Naturalmente, l'estetica psicologica di uno scrittore e musicista di mezza età avrà maggior appealing per gli ascoltatori di mezza età come questo scriba. Questo non può essere che una buona notizia per quei musicisti perché noi siamo un pubblico che compra dischi e non scarica file ma pretendiamo anche qualità maggiore... Un altro vincitore in questo gioco è la Angel Air Music che è una piccola etichetta indipendente e non un conglomerato di industrie multinazionali di intrattenimento che sarebbe più interessata ai soldi facili di un reality show.

Oltre a essere un produttore molto preparato, Robin è un chitarrista di prima classe che sembra in grado di riprodurre a piacimento qualsiasi stile o tono. Questo è forse quello che l'ha mantenuto sia economicamente sia lontano dal diventare proprietà pubblica: spesso i chitarristi con un suono molto particolare diventano più famosi con il pubblico pagante che riconosce, anche inconsciamente, quello stile e non ama qualsiasi variazione o cosa nuova. Un pubblico la cui fedeltà a quel tipo di musicisti non è fortemente condizionata al fatto che quei musicisti si mantengano fedeli al loro prodotto: questo ci spiega l'urlo Giuda in un famoso incidente nella Manchester Free Trade Hall, con un attaccamento quasi religioso del fan ad ascoltare sempre lo stesso suono dallo stesso musicista. Robin George si tiene lontano da tutto questo. Ebbi la stessa impressione quando nel 1988 ascoltai dal vivo per la prima volta Jeff Healey al Rock City di Nottingham: troppo versatile per diventare un eroe della chitarra e più un musicista amante della musica che il potenziale oggetto di un culto della personalità. Li definisco i camaleonti della musica che possono praticamente suonare qualsiasi cosa rendendo fresca qualsiasi nuova produzione ma che non sono abbastanza predicibili per ispirare una fede cieca. Questo lungo preambolo serva a prepararvi al fatto che in questo CD non troverete il suono dei Damage Control o quello del lavoro di Robert con David Byron: quindi cosa si dovranno aspettare gli audiofili da questo CD?

Robin inizia tenendo alta la guardia usando come pezzo d'apertura Dangerous Music la canzone che dava il titolo a un suo album del 1985 e che probabilmente è la meno problematica di tutto l'album, definita da mio figlio di 15 anni come "una tipica introduzione senza troppo gusto". La chitarra della seconda traccia suona in maniera così simile ai Free ma così simile, che ci viene da chiedere se Robin non abbia fatto strani incontri: e se Robin George ha così tanto del defunto Koss (Paul Kossoff) dentro di se, il suono del cantante Nick è spaventosamente simile a quello di Robert Plant, peraltro probabilmente ancora vivo, enfatizzato dalla produzione di Robin che di volta in volta cerca di accentuare ulteriormente questa somiglianza.

"Questo è un sito REAL STEREO" ricorda il coro, "L'ossessione traccia per traccia lasciala certamente a Music Nerds e ai loro simili."

Ci sono tracce che equivalgono le migliori dei Red Hot Chilli Peppers (secondo mio figlio di 17 anni) o di Alice Cooper (come prima) ma non è che sia troppo generico: o meglio è vero il contrario, Robin George non è abbastanza generico (sempre secondo il 17enne). Questo è un album senza canzoni "riempispazio": se Cocoon non ha un'identità consistente (forse il vostro vecchio scriba è cresciuto ascoltando troppi concept album) al tempo stesso manca di canzoni scritte solo per far passare il tempo e anche avendo il telecomando a portata di mano non c'è alcuna tentazione a saltare qualche canzone.

Questo CD mantiene viva l'attenzione dell'ascoltatore con una costante e consistente abilità dei musicisti e della qualità del suono fino all'ultima traccia: forse troppa compressione nei singoli strumenti per i gusti puramente audiofili, ma la compressione complessiva è sicuramente inferiore agli standard odierni. Il brano finale The End of The Line è ben creata basata sulle abilità di produttore per una sfumatura dinamica.

[bagno prematuro?]

Darrell Bath: love and hurt

Con un cognome come Bath e un disco intitolato Love and Hurt come si fa a non fare qualche gioco di parole come quelli del vecchio New Musical Express (NME, una rivista britannica di musica) o i giornali moderni? Alla fine degli anni 80, Bath entrò a far parte per un po' dei UK Subs e siccome ho sempre associato questo gruppo con la parte più violenta del punk rock inglese, sono piacevolmente sorpreso dalla qualità di questo album. Se non avessi conosciuto la connessione con gli UK Subs avrei detto che questo musicista proveniva da un background blues se non dal narcisismo auto indulgente degli hippy. Anche in un milione di tentativi non l'avrei mai connesso con gli UK Subs, un gruppo originario di Battersea (un quartiere di Londra famoso per la cuccia di un cane e la centrale elettrica nella copertina del disco Animal dei Pink Floyd) che ricordo solo per le notizie di ordine pubblico e violenza che spesso accompagnavano i loro concerti. Il loro album del 1981 Diminished responsibility fu descritto da Gavin Martin del NME come: "gli UK Subs rappresentano l'evidente connessione tra un'esistenza che va inesorabilmente dal ragazzino torturatore di animali e bullo a scuola all'ubriacone picchiatore di mogli nel focolare domestico." E ancora: "Gli UK Subs sono una cloaca reazionaria... Non ci sarà bisogno di bandire gruppi del genere perché spariranno da soli per mancanza di interesse". Sembra che Darrell sia entrato e uscito dai UK Subs diverse volte come peraltro è successo a quasi tutti gli altri musicisti, che eccetto per il cantante leader del gruppo, sono stati cambiati almeno 20 volte: sembrano come una vecchia scopa per il cortile che ho avuto per circa 15 anni a cui ho rimpiazzato la spazzola alcune volte e che è sempre andata bene durando a lungo...
Fortunatamente, sembra che nulla di tutto questo abbia attecchito su Darrell: per questo le aspettative degli audiofili potrebbero essere opposte a quelle di Cocoon dei Life, ma non bisognerebbe mai permettere ai preconcetti di colorare il vostro giudizio su qualsiasi forma di arte!

Musicalmente parlando questo è un prodotto maturo che mette in mostra i punti di forza del resto del curriculum musicale di Bath: il pezzo d'apertura So Young So Wise troverebbe certamente spazio in un disco di Tom Petty, altre potrebbero passare come canzoni di Dylan (anche se lui non è un nuovo Dylan, poiché certi suggerimenti potrebbero essere a fine di una carriera) ma il suo è uno stile di ballata medio-Atlantica, reminiscente anche di uno dei suoi maestri, quel Ian Hunter (Mott The Hoople) con il quale ha passato molte ore suonando insieme e il cui bassista, Paul Francis, controlla le basse frequenze di Love and Hurt. Come bonus tracks, ci sono due cover che chiudono il disco come potrebbero fare dei bis.

"Non gli omicidi nel bagno acido quindi?" chiede con un gioco di parole il coro dal lato sinistro. (Qui il gioco di parole tra il cognome del musicista, Bath=bagno, e Acid Bath Murders, risulta intraducibile, ndt.)
Sembra che il coro non riesca proprio a resistere ai giochi di parole che erano propri del vecchio NME mentre il lettore dovrebbe dimenticare la connessione di Bath con gli UK Subs e le sue origini, essendo nato a Croydon casa del secondo peggiore aeroporto del mondo, Gatwick e degli editori di HiFi News, e pensare in maniera più globale. Darrell Bath sembra essere una spugna in grado di assorbire le influenze dal panteon dei chitarristi del dopo guerra: da Faces a Travelling WillBurys con anche una fisarmonica sottilmente melanconica nell'ultima traccia Don't Go Waistin' My Heart.

"Il vecchio pazzo ha veramente scritto "fisarmonica sottilmente melanconica"?" chiede sorpreso il coro, "Deve essere completamente andato."
Già, quello deve essere stato il fondo del mio giornalismo musicale rock, verrò sbattuto immediatamente fuori dal sindacato per questo.

[suonate le vostre?]

ERIC BELL: Lonely Nights in London

Cosa c'è nell'Irlanda del Nord da produrre così tanti ed eccellenti musicisti blues? Rory Gallagher ha concluso il suo primo show al NEC (ora noto come National Indoor Arena) senza posti a sedere creando un'atmosfera musicale tipica dei festival senza preoccuparsi del tipico tempo inglese, e Bell è così vicino che deve essere qualcosa nell'acqua. Bell ha l'impudenza di fare una cover di Hoochie Coochie Man fedele a Willie Dixon ma al tempo stesso reminiscente di Hendrix (disponibile su Loose Ends una compilation eccellente) ma dopo 3 minuti Bell impone la propria cadenza con la Stratovarious che esplora i suoni dalla La Marsigliese a una scala di armoniche mettendo così in mostra la sua versatilità senza però cadere nella musica da negozio. La sua versione di Dallas di Johnny Winter con una chitarra acustica slide (forse un risonatore?) è eccellente: nel disco non ci sono canzoni da trascurare. On The Road Blues sembra suonata da Hendrix stesso per cui la scelta di Redding di suonare con Eric Bell dopo la morte di Jimi non è veramente una sorpresa.

Eric Bell si svezzò in Them con Van Morrison, fu membro dei Thin Lizzy per i loro primi 3 dischi, ha lavorato con il bassista degli Experience Noel Redding e, al The Ards International Guitar Festival, gli è stato dato un premio alla carriera. Il materiale originale di questa produzione riflette le preoccupazioni di un uomo della sua età che vuole fare in modo di tenere viva l'attenzione del suo pubblico più che le fantasie di una libido da giovincello: per questo Bell ha scritto canzoni che sono ben alla portata delle sue capacità musicali attuali e quindi può permettersi di suonarle con confidenza: questo è il suono maturo di un musicista che ha già dato il suo contributo. Se amate la chitarra blues, il contenuto di questo disco vale bene il prezzo di copertina.

La qualità del suono è abbastanza sorprendente con una vitalità maggiore di una registraizione da studio del 2009: il pezzo rock classico da pub Shake Your Moneymaker quasi porta con se l'odore della birra.

Conclusioni

I CD della Angel Air sono tutti contenuti in custodie di plastica con libretti delle note molto belli in stile LP, ma Valley of Neptune di Hendrix è racchiuso in una custodia di cartone che non cadrà a pezzi e ha anche un libro. Le custodie di plastica fanno pena, sono una vestigia, pessima, delle cassette (e anche le cassette non che fossero meglio) per cui mi chiedo se continueremo a usarle fino a quando non smetteremo di produrre CD?

L'iper annunciato e pubblicizzato Valleys of Neptune di Jimi Hendrix è francamente un disco solo per i suoi più accaniti fan offrendo ben poco di nuovo a tutti gli altri: il suono è anche lavorato prodotto in maniera non buona e risultato translucente tanto che i bootleg precedenti hanno sicuramente maggiore intensità.

Cocoon dei Life è immacolato mentre inizio inizio a pensare che Robin George abbia qualche tipo di disordine maniaco compulsivo quando entra nella sala di controllo, come la teoria dello "straniamento" di Viktor Schlovsky, un piccolo errore può rovinare tutta la trama. Darrel Bath è una piacevole sopresa, mentre Eric Bell in Lonely Nights in London, in contrasto con il titolo, è una gioia continua.

Musica goduta durante questa recensione

  • Jimi Hendrix: Valleys of Neptune
  • Life: Cocoon, Aprile 2010
  • Darrell Bath: Love and Hurt, Aprile 2010
  • Eric Bell: ******, Aprile 2010

"Quando ci parlerai di un bella registrazione audiofila minimalista?" si lamenta il coro, dalla parte sinistra del palcoscenico.
"Quando ce ne sarà una con della bella musica. Se lo state producendo, allora mandatemelo per una recensione: chiaramente alcune etichette non hanno il coraggio di sottoporre le loro produzioni a questo test". offre il vecchio in risposta dalla cima della sua comoda montagna.

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