Artista: Consortium 13th Hour, pubblicato il 8 Febbraio 2010
Artista: ZZebra Zzebra/Panic, pubblicato il 8 Febbraio 2010
Artista: Medicine Head: Radio Sessions 1971-1977, pubblicato il 8 Febbraio 2010
Artista: David Byron: Album: Lost & Found pubblicato nel Gennaio 2010
Artista: David Courtney: Album: First Day pubblicato nel Novembre 2009
Artista: Adam Faith: Album: I Survive pubblicato nel Gennaio 2010
Etichetta: Angel Air Records
Recensore: Mark Wheeler - TNT UK
Data della recensione: Novembre 2009 - Febbraio 2010
Traduzione: Carlo Iaccarino
Tranne il CD dei Consortium, queste registrazioni ci vengono tutte dal passato. Pensate, la traccia di batteria in 3 brani del CD 13th Hour é stata suonata 36 anni fa dal batterista John Parker, mentre 9 anni dopo la sua morte gli altri componenti del gruppo hanno registrato il resto delle tracce. Insomma, tutti questi dischi rappresentano un lascito del passato e rafforzano le credenziali della Angel Air Records quale autoproclamata etichetta specializzata in musica da conservare. Con due David ed un Adam, la missione dell'Angel Air Records quale custode del patrimonio musicale assume toni quasi biblici. E la cosa migliore é che queste registrazioni sono assolutamente fedeli al loro genere ad alla loro epoca. Se vi piaceranno o meno sará dovuto solo al vostro gusto personale, perchè la forma di queste produzioni si sposa ottimamente con il risultato musicale.
Perfetta, al punto di evidenziare certe decisioni prese in sede di produzione e farle apparire come scelte un po´ datate (per gli ultimi 3 CD), visto che sono passati 27 e 33 anni dall'evento originale, o intelligenti (come nel caso dei Consortium); ma anche priva di difetti (per quanto riguarda Zzebra); ed anche in grado di cogliere la vitalitá delle riprese dal vivo tipiche della BBC (come avviene con i Medicine Head, il cui disco presenta su certi brani anche la classica equalizzazione che la BBC usava per le trasmissioni in AM). Si tratta davvero di un prodotto che rappresenta un patrimonio del passato in tutti i sensi, tranne che per la confezione del CD, del tipo ordinario, sagomata e di plastica. Visto che diverse case discografiche hanno saputo sviluppare dei contenitori migliori (l'equivalente per i CD di una "migliore trappola per topi"), non riesco a comprendere come mai resti ancora in produzione l'originale e dozzinale contenitore sviluppato pensando alle cassette; é come montare delle gomme di tipo Austin 7 su una Golf GTi moderna: persino le copertine di cartone sarebbero andate meglio. Comunque, estraete i dischetti argentei dai loro squallidi sacelli, premete il tasto play, e solo l'assenza di soffio tipica del vinile vi eviterá di pensare di essere nuovamente negli anni '70.
Chunque si ritrovi una grossa collezione di dischi rock dei '70 e degli '80 - e non si sia reso conto che i gusti sono cambiati - penserebbe semplicemente che si tratti di produzioni discografiche di altissima classe, registrate e trasferite su CD senza alcun difetto. Ogni critica sarebbe anacronistica: non sono dischi resi "audiofili" con proclami pretenziosi circa magiche tecniche di masterizzazione, olio di serpente, mantenimento della fase assoluta (il colpo di grancassa é in compressione o depressione?), microfoni per il campo sonoro o strato interno metallico in oro a 24 carati.
Ecco una sfida per chi registra: prendete dei nastri analogici a 16 piste da 1 pollice (metá della larghezza dei piú normali nastri a 16 piste da 2 pollici, quindi, potenzialmente, capaci di immagazzinare metá dei dati) di 36 anni fa, mai ascoltati da anni; poi recuperate ciò che vi é inciso sopra senza insudiciare le testine di riproduzione e senza scrostare dal nastro tutto il prezioso ossido che contiene le impagabili informazioni registrate (ci vogliono accorti cicli di cottura in forno e raffreddamento, ad opera di specialisti dell'archiviazione); poi isolate la pista della batteria, che servirá per registrare le altre parti nel 2009. perchè tutta questa fatica? Il batterista John Parker é morto nel 2001 ed i residui componenti del gruppo, avendo ritrovato queste preziose registrazioni, si sono determinati a completare il loro lascito musicale realizzando queste registrazioni in omaggio al loro amico scomparso. Non potrebbe esserci un modo migliore di omaggiare un vecchio musico.
Il povero John Parker si sente contare il tempo all'inizio del brano di apertura Where, nel classico stile dei batteristi rock, ed il gruppo decolla, con un suono che, a tratti, ricorda vagamente i Jethro Tull, i Deep Purple, i Black Sabbath e persino i Boxer in questo gruppo di 8 pezzi (il nono brano é solo la versione corta per la diffusione via radio del brano completo che dà il titolo al disco). Il batterista ospite Darren Chrome si avvicina molto al modo di suonare di John, e facilita l'intesa con il bassista Ken Brown. Deve essersi trattato di un progetto commovente ed affascinante per questi musicisti. L'unico brano in cui non é stato possibile isolare la vecchia pista di batteria - proveniente da un nastro dimostrativo ancora piú risalente a 2 piste da 1/4 di pollice - presenta ovviamente una qualitá sonora molto ridotta, peró dá la sensazione di un pezzo registrato dal vivo inserito in un album registrato in studio, e non si tratta del brano peggiore del disco (lasceró agli acquirenti il divertimento di indovinare di quale brano si tratti). Il gruppo Consortium é comparso nelle classifiche britanniche l'ultima volta nel 1969, ed ha pubblicato il suo album del 1975 solo nel 2006, riscontrando anche un certo successo, dal momento che non meno di 4 brani sono stati inseriti in colonne sonore di film. L'oscuro brano che da il titolo al disco, 13th Hour, é giá stato incluso nel film And Now, che dovrebbe uscire nel corso del 2010, e chiude l'album con un superbo dialogo fra due chitarre.
Mentre mi stavo recando nello splendido localino The Hubb di Nottingham per assistere al concerto di fusion in stile funky degli Squib, il gruppo di un mio amico, ho inserito il CD Zzebra nell'autoradio di serie della mia macchina. Immediatamente sono stato trasportato fra deliziosi ricordi dei migliori Return to Forever, Weather Report, Bootsy Collins, Funkadelic, ecc. Si tratta di un disco che mi é risultato particolarmente gradito quanto a qualitá sonora e produzione. The Hubb é un locale eccellente e senza pretese, tenuto da un padrone entusiasta, che provvede in prima persona a curarlo ed a fare sentire gli ospiti a proprio agio, quindi abbiamo passato una grande serata e non volevamo piú andar via, una volta terminato lo spettacolo altamente energetico degli Squib, che hanno proposto nuove ed impeccabili versioni di brani classici di Billy Cobham, ai quali propri non sono riuscito a resistere. Raramente mi metto a sentire un disco in macchina sulla via del ritorno dopo un bel concerto: i dischi mi appaiono sempre troppo pallidi ed insignificanti al confronto; ma questo disco é riuscito a mantenere viva la tensione funky e fusion per tutto il viaggio di ritorno.
Questa nuova pubblicazione di Zzebra/Panic é un CD doppio: il CD1 é il disco omonimo del debutto, Zzebra, arricchito di 3 brani extra (OK, uno nuovo e 2 remix), il cd2, Panic, contiene anche 3 remix extra ed un brano dal vivo. Le registrazioni coprono un arco temporale che comprende sia l'esordio degli Zzebra del '72 - registrato agli studi di registrazione Escape, nel Kent, con membri del gruppo giá provenienti dagli Osibisa, dai Love Affair e dagli If, cosí che il successivo tour con i Return to Forever ed i Soft Machine é sembrato inevitabile - sia quel difficile secondo album, Panic, registrato, sempre agli Escape Studios, nel '74, anche se nel sito web della Angel Air viene indicato come del '75 e del '76.
I miei lettori abituali sanno giá che il mio disco killer in vinile per provare la resa sui bassi é The Last Record Album dei Little Feat; gli Zzebra offrono Panic come suo equivalente digitale, con quel basso di John McCoy (che piú tardi comporrá la prima formazione dei Gillan) che corre veloce e scende in profonditá in Karrola (2 mix) e La Si Si-La So So. Panic presenta anche Jeff Beck, in una versione inedita di Put A Light On Me. Entrambi questi CD offrono grandi registrazioni di funky fusion suonata in maniera tecnicamente eccellente e godibile, e trasferita perfettamente su CD: che altro potrebbe chiedere il mio impianto?
One And One Is One si piazzava al terzo posto nelle classifiche britanniche nel 1973; e fra i dischi in esame c'é questa registrazione BBC dal vivo dello stesso 1973, che contiene anche l'altro loro singolo di successo, Rising Sun. Si tratta di registrazioni che coprono un arco temporale di 6 [5, nella versione inglese..., n.d.t.] anni, dal 1971 al 1977; di conseguenza soffrono un po' quanto a coerenza nell'equalizzazione dei vari pezzi; ciò di cui, peró non soffrono é la perdita anche minima di quell'atmosfera "live" che la BBC sapeva catturare con rara efifcacia. Radio 1 ha iniziato le trasmissioni in modulazione di frequenza (FM) solo nel 1981, quindi questi pezzi sono andati in onda per la prima volta in onde medie, sui 247 metri in modulazione di ampiezza (AM)! Era uno dei pochi gruppi ad avere registrato per la casa discografica di John Peel, la Dandelion Records, che li spingeva molto, cosí come facevano anche amici musicisti e Dj. I miei lettori abituali sapranno certamente che io debbo più della metá dei miei dischi all'influenza di Peelie. Fu lui a scoprirli al Club Lafayette, nel Wolverhampton, dove leggende narrano che loro fossero lí senza neppure essere stati sritturati per la serata, e dove anni dopo ricodo vagamente di avere lasciato il locale durante un'esibizione dei Sex Pistols.
"Il vecchio scriba sta svelando le sue più profonde convinzioni, oggi!" osserva il coro, dalla sinistra del palco.
In effetti questa vecchia musica hippie fa proprio al caso mio, e vorrei davvero averli visti dal vivo in prima persona. Comunque, é molto probabile che il vostro scriba adolescente abia davvero ascoltato le messe in onda originali sulla BBC, presentati dal sussurrante Bob o da Peelie. Ho criticato l'equalizzazione originale di questi dischi, ma devo comunque complimentarmi con chi ha realizzato il riversamento conservando il carattere unico di questo gruppo con due solisti, quella combinazione di una Gibson ES330 col suo ampli Vox che suona molto come la 330 di un mio amico amplficata dal suo Tweed: é davvero un bel complimento che un fan di musica possa fare ad una registrazione. Una "rara cortesia", come li chiamava Peelie.
Il piú recente dei tre CD solisti suona come se fosse stato registrato molto prima. David Byron, giá solista del gruppo rock progressive degli Uriah Heap, si imbarcó nella sua avventura solistica poco prima di morire, chi dice per un malanno collegato all'alcolismo, chi parla di epilessia e/o problemi a cuore e/o fegato; diverse fonti danno differenti versioni. Qualunque sia quella giusta, é molto rock'n'roll.
Registrato fra l'80 e l'82, pubblicato nel 1983 e nel 2003 e ripubblicato proprio agli sgoccioli degli anni '90, Lost & Found rimanda molto alla dinamica della voce ed alla sensibilitá mostrata da Byron con gli Uriah Heap. I soliti temi di alcool, amore e sesso dominano queste canzoni, scritte da Byron & dal suo coautore Robin George, che suona anche la chitarra. Forse ricorderete che Robin George é un terzo dei Damage Control, il cui cd RAW é stato recentemente oggetto di una nostra recensione.
Courtney aveva in comune con Leo Sayer, suo protegé degli anni '70, non solo la pettinatura, ma anche elementi della composizione musicale e del modo di esibirsi. Ad ogni modo, prima di arrianzarotevare alle canzoni vere e proprie di questo CD, ci dobbiamo sorbire una magistrale overture, più adatta ad un musical di Broadway. Ad essa segue una selezione di brani che non avrebbe stonato nella classifica britannica dei 20 migliori singoli di inizio '70. Le camaleontiche abilità di Courtney come produttore fanno in modo che certi brani risultino un convinto omaggio al miglior Phil Spector, mentre altri brani avrebbero raggiunto i piani alti delle classifiche se nel 1972 li avesse affidati a gruppi di bei ragazzi. Sia come sia, oltre a co-produrre il CD degli Adam Faith qui recensito, David Courtney e Robin George sono gli artefici di queste eleganti gemme pop.
Si ascolta un'esecuzione superba, ad opera di turnisti molto conosciuti ed accorsati. Non hanno badato a spese, permettendosi alti budget per occupare lo studio di registrazione ed eserciti di eccellenti musicisti, dai solisti ad un'intera orchestra per suonare l'opera di David Courtney. L'artista ed il fotografo furono fatti volare fino a Lanzarote per la foto della copertina; mi chiedo come sia possibile che solo pochi anni dopo, al termine della rivoluzione punk, i luoghi delle mie commesse fotografiche musicali assomigliassero più agli spogliatoi caldi e soffocanti del CBGBs, sulla Bowery, e la mia lista spese si riducesse al conto del bar: nel 2010, anno della crisi creditizia, ho nostalgia di quei valori dei primi anni '70! La musica, invece, nonstante la competente produzione, perde la sua opportunitá e suona troppo come pop datato, con un inappropriatezza eccessivamente stridente, 35 anni dopo.
Questo ritorno in studio di registrazione del 1974 da parte di un crooner divenuto attore vide il Nostro, 34enne, nelle capaci mani da produttore del suddetto Dave Courtney. Il materiale piacerá a quelli che sono invecchiati più dei loro idoli adolescenziali, diventando di natura più gentile e sentimentale, magari anche preoccupati della nostra condizione mortale. I testi propongono argomenti che ascoltatori maturi troveranno più interessanti di due occhi di ragazzi che si incrociano in un caffé dei primi anni '50. Ci sono anche un paio di momenti in cui la produzione scende soprendentmente di livello, come quando il processore del riverbero viene sbadatamente laciato acceso impostato sull'acustica di un ampio bagno pubblico sotterraneo per la parte di risposta in un brano a due voci che dialogano. Se l'incidente d'auto ha fatto svanire la potenza e l'energia della voce giovanile di Adam, in brani di successo come What Do You Want e Someone Else's Baby, viene sostituita da una malinconia che sarebbe adatta a qualcuno molto più vecchio dei suoi 34 anni, e, ascoltato nel 2010 é ancora migliore di certi personaggi che oggi vengono esaltati dalle principali etichette discografiche e dai reality show.
Il rispetto che Adam Faith nutriva per il teatro, i musical e l'esibizione sul palco diventa evidente in qui momenti in cui appare meno un cantante rock&roll e diventa più Alfie. E non indulge neppure una volta nella sua enfatica pronuncia di "bey-bih" in stile anni '50 che caratterizzava l'inizio di una serie di successi da classifica risalenti al '66.
Adam Faith é morto nel 2003; e le sue ultime parole famose "Channel 5 [il canale TV], é tutto uno schifo, vero? Gesù, che merda che ci mettono. E' uno spreco di spazio" sono meglio di ogni altra m*rda pretenziosa e pseudo-impegnata, degne, invece, di un "working class hero". Questa uscita del 1974, all'epoca in cui produceva Leo Sayer con David Courtney, che ha prodotto anche I Survive [sono sopravvissuto, n.d.t.], è stata così opportunamente intitolata dopo che la sua carriera di attore televisivo (Budgie) venne interrotta da un grave incidente automobilistico in cui quasi ci rimise una gamba. Alla stessa epoca risale la sua apparizione come impresario manipolatore nella pellicola di successo del 1974, Stardust, quindi era occupato a far ripartire insieme le sue due carriere. Anzi, tre, perchè precedenti incursioni nel mondo della finanza lo avevano portato anche al giornalismo finanziario; forse il fatto di essersi ferito così gravemente gli ha fatto pensare che si stava mettendo troppo alla prova. Che si sia concentrato su altre strade dimostra la sua astuzia. Certo, ora come nel '74 questo approccio non procaccia nuovi fan, ma non è questo il punto, quando si tratta della Angel Air. Questa è roba fatta bene, e se vi interessano le canzoni ben composte e decidete di provare a lasciare ad Adam Faith un piccolo spazio, vi ritroverete a volerne ricostruire maniacalmente l'opera omnia.
Se vi appartiene uno dei generi rappresentati da queste uscite in stile '70, allora non rimarrete delusi; ma non sono dischi in grado di attirare pubblico nuovo. Che si tratti di Adam Faith col suo triste peana alla sopravvivenza dopo un trauma, o che si tratti della fusion ultra-compatta che vira verso il funky ad alta energia, la missione della Angel Air quale custode del patrimonio musicale funziona. La scelta del genere musicale dipende dai gusti, ma le qualitá delle produzioni sono esemplari del concetto secondo cui la forma segue la funzione.
Gli ultimi tre dischi sono ri-riedizioni che coprono un arco temporale che va dal ritorno alle scene canore di Adam Faith del '74 e dall'album solistico di David Courtney, pure del '74, fino al canto del cigno di David Byron del 1983; e per lo più interesseranno i collezionisti ed i maniaci che devono possedere l'intera produzione del singolo artista.
"Ma, allora, perchè il vecchio pazzo ci perseguita con questi 6 cd?" si lamenta il coro, dalla sinistra del palco.
L'unico motivo razionale per possedere un impianto audio ad alta risoluzione è per suonarci della musica. La generazione che più probabilmente può essere interessata nel real stereo e nell'acquisto di CD, probabilmente si è formata con la musica degli anni '70, '80 e '90, quindi queste registrazioni dimenticate e ri-ripubblicate potrebbero essere proprio ciò che vorrebbero ascoltare.
Consortium 13th Hour, pubblicato il 8 Febbraio 2010 |
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