Artista: Bob
Dylan
Dettagli dell'album: LP "Bringing it all back home" -
1965 - riedizione Simply Vinyl SVLP0036
Genere: Bob Dylan :-)
Etichetta: Simply
Vinyl
Recensore: Geoff Husband -
TNT France
Pubblicato: Ottobre, 2005
Traduttore: Roberto D'Agosta
Ultimamente ho speso così tanto tempo a recensire apparecchiature Hi-Fi che mi sono ritrovato ad aver completamente perso di vista il punto fondamentale: ascoltare Musica. Cercando di riportare l'ascolto alla centralità che merita sto preparando una serie di articoli occasionali su quegli album che hanno un profondo significato per me, sperando che possiate ascoltarli e condividere il mio piacere.
Pochi temerari a questo mondo oserebbero opporsi al diritto di Dylan di essere incluso in qualsiasi selezione di musica "essenziale". Si potrebbe argomentare a lungo sul fatto che egli sia stato e sia il più influente paroliere del ventesimo secolo e come aiutò a spingere i Beatles e in particolare John Lennon verso grandi traguardi mostrando al mondo quanto le "parole" fossero realmente importanti. In cambio i Beatles, insieme ad altri gruppi illuminati come gli Animals con la loro versione di "House of the Rising Sun", insegnarono a Dylan un nuovo modo di fare musica. Le sue parole avrebbero dovuto imparare a convivere con esso.
In questo album Dylan continuò, ma solo da un lato, ad esplorare i folk-blues acustici di matrice politica. L'altro lato presentò al mondo il primo Dylan "elettrico". Con un colpo Dylan solo si guadagnò il nuovo pubblico che stava inseguendo e fece arrabbiare molti dei suoi vecchi fan che credettero si fosse venduto.
Ma perché tutta quest'agitazione? Il primo lato si apre con un torrente informe di immagini ed allucinazioni derivate dalla droga, messo sul mercato con uno dei più memorabili videoclip della musica moderna in cui un Dylan dalla faccia smorta sta di fronte alla telecamera e espone sui classici cartoncini di scena ogni riga di testo della canzone. Il lato elettrico continua con una simile vena ispiratrice. Classici come "Maggies Farm" e "Outlaw Blues" portarono molti vecchi fan a scappare dai concerti eppure a tutt'oggi suonano sempre freschi e attuali. Quei fan avrebbero fatto bene a gioire del fatto che il loro eroe abbia trovato un'altra dimensione nella quale esprimersi. Questo è tanto più vero se considerate che il lato acustico contiene alcuni dei suoi brani migliori. In "Mr Tamborine" scoprite non solo Dylan come un grande compositore di testi, ma anche come un artista perfettamente cosciente di quello che rende speciale la sua voce e di come sfruttarlo. Di questa canzone esistono diverse cover ma nessuna si avvicina all'originale. Seguono "Gates of Eden" and "It's Alright Ma (I'm only Bleeding)", ma l'album ha il suo perfetto zenit e fine in una delle canzoni più grandi di Dylan, "It's all over Now Baby Blue", un altro esempio di un perfetto connubio tra voce e canzone.
Dopo questo album Dylan ebbe il mondo ai suoi piedi (a meno di qualche fan disaffezionato), e l'album immediatamente successivo "Highway 61 Revisited" fu forse anche migliore, ma non fu quello che storicamente marcò il cambiamento fondamentale.
Molti degli artisti contemporanei a Dylan sono morti o si sono ritirati, mentre lui ha continuato. Chiunque, tranne forse i suoi fan più sfegatati, non dovrebbe avere problemi ad ammettere che furono i primi sei album a farne un grande, mentre la produzione seguente ebbe degli impulsi di genio ma non nella sua interezza. Come i Beatles, Dylan rappresenta così tanto l'essenza degli anni 60 che si staglia sulla musica moderna come uno dei suoi più alti pilastri.
Quello che ha reso speciale questa recensione è che si è presentata come una riedizione Simply Vinyl. Che il disco suonasse in maniera perfetta c'era da aspettarselo, ma la bellissima riproduzione della custodia originale e del libretto ne fanno una cosa piacevole da avere tra le mani. A differenza di alcune riedizioni di altri album (incluse alcune offerte dalla Simply Vinyl) non suona troppo asciutto alla fine della lato.
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