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Pubblicato: Marzo, 2017
Autore: Andy Norman - TNT UK
La scomparsa della prima generazione di eroi del rock'n'roll continua con la morte, il 18 marzo scorso all'età di 90 anni, del primo vero guitar hero, Chuck Berry.
Con la sua rossa Gibson semi-acustica e una scorta di melodie accattivanti Berry ha sostanzialmente inventato la chitarra rock. Fuse il blues e il primo rock'n'roll con la musica country, riuscendo a generare canzoni facilmente orecchiabili che illuminarono la fine degli anni '50. Insieme a Bo Diddley, fu uno dei primi rocker a rendere gli assoli di chitarra una caratteristica unica delle sue performance, specie se accoppiati con la sua celebre camminata da papera. Tutto questo preparò la strada ai chitarristi solisti degli anni '60 e '70.
Chuck Berry nacque nel 1926 in St Louis ed ebbe una vita piuttosto movimentata prima di immergersi nel mondo della musica. Fu condannato per rapina a mano armata all'età di 17 anni durante un viaggio giovanile in California insieme ai suoi amici, e lavorò per tre anni in un riformatorio per scontare la pena. Una volta rientrato a St. Louis lavorò nell'impresa di costruzioni del padre e imparò il mestiere di parrucchiere. Lavorò par-time anche come fotografo e custode in una fabbrica d'automobili.
Fu introdotto alla musica sin da bambino, come molti musicisti del suo tempo, cantando nel coro di una chiesa sin dai primi anni. Imbracciò la chitarra a scuola ma le cose diventarono più serie solo nel 1951 quando fu invitato a unirsi a una band. Si esibiva già regolarmente dal 1955 quando incontrò Muddy Waters in un viaggio a Chicago. Waters lo presentò all'etichetta discografica Chess Records. Sebbene Berry pensasse che la Chess fosse interessata al suo repertorio blues fu il suo stile vivace e dalle tinte country che conquistò il manager Leonard Chess. Il suo primo singolo, “Maybelline”, fu pubblicato nel 1955 e fu un successo da oltre un milione di copie, successo che lo portò a raggiungere subito il numero uno nelle classifiche R&B e la posizione 5 nelle classifiche del pop.
Il resto degli anni '50 fu un periodo d'oro per la creatività di Chuck Berry. Pubblicò un flusso continuo di singoli di successo, compresa la famosa “Roll Over Beethoven” e la massima espressione del primo eroico hit da veri guitar hero, ovvero la celebre “Johnny B Goode”.
Chuck Berry passò un altro periodo in prigione nel 1962 e nel 1963 per una condanna per sesso con una minorenne. Quando fu rilasciato, riprese più o meno da dove aveva interrotto, componendo “No Particular Place to Go” e “You Never Can Tell”, dei brani che diventarono dei grandi successi di quel periodo.
I primi anni '60 rappresentarono più o meno la fine delle migliori composizioni di Chuck Berry. Continuò a esibirsi live con musicisti di volta in volta diversi, a seconda della location, insistendo, tra l'altro, per essere sempre pagato in contanti. Una serie di album live, di qualità altalenante, fu pubblicata nei tardi anni '60 e agli inizi degli anni '70. Nel 1972 arrivò il successo internazionale, al numero uno in tutte le classifiche, di “My Ding a Ling” che ampliò la sua popolarità, a spese della sua credibilità musicale.
Tuttavia, nel 1977, la sua “Johnny B Goode” fu resa immortale per essere stata scelta come uno dei brani incisi su un disco d'oro inviato nello spazio nella missione Voyager, come uno degli esempi di massima espressione della cultura musicale del pianeta terra. Alla fine degli anni '70 finì in prigione per la terza volta, per un periodo di quattro mesi con una condanna per evasione fiscale.
Gli anni seguenti sul circuito della nostalgia videro la reputazione di Chuck Berry riportata ai vecchi fasti, grazie al film e all'album live “Hail Hail Rock'n'Roll”, che comprendeva duetti con Robert Cray e Eric Clapton, Linda Rondstadt e Etta James. Questa è l'incisione più ascoltabile sin dai suoi primi album e un buon punto di partenza per chiunque avesse voglia di andare oltre la dozzina di greatest hits che riciclavano all'infinito i suoi successi del passato.
Nei suoi ultimi anni Berry ha continuato a esibirsi live in St. Louis dove suonava, presso il Blueberry Hill Restaurant and Bar, una volta al mese, dal 1996 al 2014. Alla fine della sua carriera è tornato in studio per realizzare un album che sarà pubblicato postumo. Il singolo già pubblicato (“Big Boys”) potrebbe rappresentare un onorevole finale per una intera vita dedicata al rock'n'roll.
Copyright 2017 Andy Norman - andy@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com
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