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Recensore: Chris Templer - TNT Sudafrica
Pubblicato: Aprile, 2021
Traduttore: Roberto Felletti
Per la prossima parte chiedo scusa a coloro che amano i propri giradischi. Per me è stato il pomo della discordia il fatto che gli LP abbiano una qualità terribilmente variabile, la maggior parte dei quali suona in maniera uniformemente terribile, e questo viene prima dei click e dei pop! Sono arrivato a possedere 3.500 dischi e forse 100 di essi erano quello che definirei buoni esempi, a parte il problema dei click e dei pop. Spiegato dettagliatamente in questo sito, ho costruito un pulitore a ultrasuoni dopo avere provato un paio di altri dispositivi per ridurre il rumore di fondo, ma anche allora ho sempre avuto il fastidioso sospetto che gli LP fossero un mediocre tentativo per far arrivare la musica alla plebe. Come molti altri, sospetto, sono salito sul carrozzone digitale dopo le promesse di un suono per sempre perfetto e sono tornato agli LP poco dopo, quando il digitale dei primi tempi ha barattato la silenziosità dello sfondo per un suono orrendo. Nella mia vita ci sono stati tre periodi di giradischi/LP con un po' di tutto, dai Lenco agli EMT e l'immensa collezione di dischi summenzionata. Ho acquistato alcune stampe moderne e una di esse spicca nella mia memoria. Si tratta di un cofanetto con due LP stampati su vinile 180 g “vergine”, 45 giri, da un master a velocità dimezzata realizzato dal mio ingegnere del suono meno preferito (che sembra avere un seguito di culto), con una grafica di copertina stravagante. Per l'aspettativa ho anche acquistato il download digitale. Dire che è stata una delusione significa sminuire il caso. A parte la registrazione in sé, il mastering era atroce, ma assai in linea con quel marchio. Il tipo che ha preso questo cofanetto dall'importatore/venditore, dietro mia istigazione ha aperto i dischi e li ha ascoltati usando il suo giradischi Technics con braccio SME e testina Denon. Mi ha detto al telefono i suoi commenti, uno dei quali era che entrambi gli LP erano affetti da “wow” in quanto il foro era scentrato. Il mio EMT non ha avuto problemi a riprodurli, probabilmente grazie a una progettazione migliore, ma il punto è che le stampe nuove fanno pena come quelle vecchie e il tecnico del suono idiota che ha “masterizzato” questa sembra avere avuto davvero poca contezza di come rendere reale un suono registrato. Nonostante sia stato lui ad avere registrato l'album.
Un altro fallimento è stato l'acquisto di una costosa - aggiungete ciance di qualità audiofila - di Dark Side of the Moon dei Pink Floyd. Non che sia il mio genere di musica. Come sopra, ci sono album, tipo Jazz at the Pawn Shop, che con molti impianti suonano bene, ma ascoltateli attentamente e sentirete che ci sono difetti... Un aspetto del vinile con cui ho un grossissimo problema è quella serie di cose che modificano il suono, e marcatamente secondo alcuni. Un audiofilo che conosco possiede due giradischi SME top di gamma equipaggiati con bracci identici e testine differenti, così può essere ossessionato dalle differenze. E ho sentito dire che tutto “fa la differenza”, dal grasso/olio per cuscinetti Garrard a varie modifiche Linn per finire con una miriade di giradischi, bracci, tappetini, testine, plinti e stadi phono. Lo accetto, MA quale combinazione è giusta? O sbagliata? Serve qualcuno con studi avanzati in matematica (Lucio) per calcolare il numero di combinazioni quando si hanno quindici giradischi, ognuno con parti diverse attaccate. E anche così, qual è quella giusta o più giusta? Avendo dovuto ascoltare il quarto movimento di una delle sinfonie di Bruckner quattro volte di seguito da una mediocre stampa su LP (ce l'ho su CD e almeno non ci sono click né pop), ogni volta l'ho trovato assai differente e mai convincente. Le apparecchiature utilizzate erano dei monoblocco Manley 300B e diffusori Rethm Sadana (foto prese dal web).
E se vi state domandando del posizionamento dei diffusori è perché l'ultima cosa in assoluto che vorreste è che fossero puntati contro di voi.
Come sempre, per registrare ci va qualcuno che abbia delle competenze tecniche, un tecnico di mastering che abbia orecchio e un mezzo per far arrivare il lavoro, di lui o di lei, all'utilizzatore finale. Per fare un altro esempio, l'interpretazione di Janos Starker dei Concerti per Violoncello di Bach, registrata molti anni fa, pubblicata su etichetta Mercury da Bob Fine e masterizzata da sua moglie Wilma Cozart, poi rimasterizzata anni dopo e ripubblicata su LP e CD di nuovo da Wilma Cozart (possiedo entrambe le versioni), sicuramente su LP suona bene e “meglio” rispetto al CD secondo ogni audiofilo al quale l'ho fatta ascoltare. Tuttavia, qui c'è una piccola precisazione da fare: Wilma Cozart disse che l'LP era venuto bene, MA la versione su CD era più vicina al master su nastro. Uno dei miei interessi musicali è la musica per organo, e qui gli LP soccombono in maniera abissale perché l'estensione in basso semplicemente non c'è. Questo è dovuto, in parte, al grosso problema di riprodurre il basso pesante su vinile e in parte (questo dovuto a chi ha inciso i master per i dischi) al surriscaldamento della testina di incisione e alla limitazione in gamma bassa effettuata dal tecnico per impedirlo. Questo è un aneddoto, quindi non sparate al messaggero! Ho qui un altro esempio che penso sia pertinente a questa mancanza di intervallo, sia dinamico sia di frequenza, sugli LP. Nel 1971 qui, in Sudafrica, fu registrato e pubblicato un disco di musica classica suonato su un sintetizzatore Putney da Michael Hankinson. QUI. Io avevo comprato il disco ed ero rimasto molto contento del suono; anni dopo, quando ho venduto la mia collezione di dischi a un amico, sono rimasto deliziato nel sentire che aveva un LP più immacolato perché il mio si era usurato nel tempo. Gli LP hanno tenuto testa al confronto con la versione digitale, 16/44 ex un servizio di streaming, download digitale e YouTube. Poi, all'improvviso, mi sono state offerte una versione 24/88, recentemente digitalizzata, e una copia del nastro utilizzato per realizzare l'LP del 1971. Clip 1644 QUI e 2488 QUI. Non userò l'espressione “mi ha fatto restare a bocca aperta”, così abusata nella comunità audio, ma devo dire che tutti i miei sospetti sulla mancanza di estensione in basso, dettaglio e problemi in gamma alta sono ben fondati. L'LP originale e la versione 16/44 contro quella 24/88 e la copia su nastro per il master di prima generazione - che sogno! Tutto quello che dirò qui è che il primo suona come se venisse riprodotto da un'autoradio mentre con l'ultimo “si è lì”. Non ho mai sentito una differenza così grande tra versioni su supporti differenti - quando l'ascolto viene fatto con un impianto adeguato, non con le cassettine da computer. E la versione 24/88 si avvicina molto alla copia su nastro. La copia è stata realizzata utilizzando la medesima piastra usata per riprodurre il nastro per il setup di digitalizzazione ed è stata registrata sulla mia Otari MX50. A casa il nastro è stato riprodotto con la mia Otari MTR10 e la versione digitale via hard disk dal Cambridge 851n.
Schermata delle forme d'onda delle registrazioni di cui sopra, 16/44 e 24/88.
Differenze molto evidenti destra/sinistra.
Un altro elemento fastidioso è il cosiddetto moderno Tecnico di Mastering. Il mio sospetto è che siano come troll, con capelli viola tagliati alla moicana trattati con “prodotti” per tenere le cose rigide, e orecchie con pesanti piercing. So e accetto che nei brutti vecchi tempi il suono dovesse essere azzoppato per trasferirlo su vinile, ma oggi non è più tanto così. Alcuni anni fa ho assistito a un concerto, diretto da Michael Hankinson (il medesimo tizio di prima), della Terza di Saint-Saëns (o Sinfonia per Organo) presso la Johannesburg City Hall. Hankinson aveva registrato il concerto per una successiva pubblicazione su CD e io ero riuscito a ottenere sia una copia della registrazione grezza sia il CD. C'è bisogno di dire che la registrazione grezza è molto più vicina al suono del concerto? Davvero non so perché Hankinson avesse sentito il bisogno di “masterizzare” quella registrazione. Ho anche il master su nastro della medesima composizione eseguita nel medesimo posto nel 1968 (registrata su una Brush Soundmirror dalla SABC) e sia la registrazione grezza di Hankinson sia il mio master su nastro del 1968 permettono all'ambienza della sala e al vero tono dell'organo di risplendere.
Notate i piccoli diffusori monitor sul banco del mixer.
La scusa per questi è che quando si effettua il mastering i piccoli monitor sono quanto di più simile a quello che l'utilizzatore finale userà.
Un ultimo esempio è tratto da questo disco Telarc, QUI.
Dinamica molto ristretta sulla traccia d'apertura, troppo sovraincisa e palesemente distorta se ascoltata a volume troppo alto. Le altre tracce del CD sono abbastanza normali in termini di dinamica, che in nessun punto arriva mai al limite. L'Ouverture 1812 della Telarc, eseguita dall'Orchestra Sinfonica di Göteborg, è un altro disco che manca di dinamica, questa volta sui cori e sui rintocchi; i cannoni uno se li può aspettare un po' limitati, ma suonano bene, figuriamoci!
L'argomento “diffusori” è un altro ambito dove l'assurdità regna sovrana. Dai piccoli diffusori “boom box” al mio sogno proibito, i Vox Olympian (a sinistra) e a un'altra follia, i Wilson Chronosonic (a destra), entrambi i quali è improbabile che veda, ascolti o possieda.
Nessuno, tranne un audiofilo, potrebbe verosimilmente vedere della bellezza in essi! Molto probabilmente, in realtà né gli uni né gli altri suonano “reali”, nonostante i commenti quali molto belli o buoni o stupendi fino a mi fanno impazzire, e potete aggiungere chiacchiere audiofile per fare contenti loro e il vostro cuore, ma senza nessuna reale pretesa di replicare il vero suono di un concerto, tranne che nelle fascette pubblicitarie. Che strano - ma anche qui il business è alla base di tutto (un ottimo motivo per cui TNT-Audio è una rivista così eccellente, non ci sono pressioni pubblicitarie sull'editore). Gilbert Briggs, della Wharfedale, molti anni fa riuscì a dimostrare che il suono registrato può rivaleggiare con quello dal vivo.
La foto a destra è stata scattata durante una dimostrazione alla Royal Festival Hall. E per giunta con diffusori semplici. Arriviamo a questo secolo e Peter Lyngdorf è riuscito a ottenere questo con il suo impianto - fino al punto che i tecnici del pianoforte Steinway non sono stati in grado di distinguere il suono del suo impianto da quello dei pianoforti veri. Molta “scienza” delle stupidaggini ha come scopo vendere e quello che mi viene in mente è un video di YouTube, che non linkerò, in cui si vede un progettista di diffusori che cerca di dimostrare i suoi “meravigliosi progressi” soffiando aria compressa in una canna d'organo per “provare” che il suo tweak “annulla” le onde di ritorno. Un punto, o meglio uno dei punti che gli sfuggono, è che esiste una canna d'organo rastremata, che si chiama Gemshorn, la quale è predisposta per essere chiusa a un'estremità. E qualsiasi “disturbo nella forza” impedirà a una canna d'organo di suonare, specialmente una sorgente d'aria variabile.
Si dice che non vada bene conoscere i propri eroi, cosa che mi ha colpito piuttosto energicamente; quando ho ascoltato le Duntech Sovereign pilotate sia da potenti amplificatori valvolari sia a transistor, mi hanno ricordato forzatamente dei boom box.
Con riferimento a una foto precedente, QUI, a destra, in primo piano, ci sono Proac, Tannoy e Sonus Faber insieme a qualcosa di piccolo e che è meglio lasciare non identificato; dietro ci sono delle Tannoy Canterbury che spuntano, e tutte suonano decisamente in maniera orribile e con quello che costano è vergognoso! Essendo entrato per quindici anni in un buco nero con diffusori Tannoy (Red, Gold, HPD in 15", Gold 12" e non menzionati 10"), per me sarebbe meglio lasciarli agli audiofili ossessionati dalle voci femminili. Colorazione a cura di ™PANTONE. Sembra che chiunque sia in grado di procurarsi degli altoparlanti e assemblare una scatola possa vendere il prossimo grosso diffusore e più la finitura è ricercata meglio è. Il buon suono è un optional.
Le riviste HiFi/Audiofile ci sanno fare con le parole e l'unico modo per giudicare è andare ad ascoltare tutto e non credere a niente, tranne alle vostre orecchie. Tristemente, questo vale per qualsiasi apparecchiatura vogliate o di cui abbiate bisogno, e ci sono molti produttori desiderosi di vendervi qualsiasi cosa - quello che vi serve può essere governato soltanto dal vostro gusto e da quali compromessi siete disposti a fare.
Per citare e poi spudoratamente piegare a mio uso - dal libro Breaking and Riding di James Fillis, pubblicato nel 1902, IL CAVALLO:
«Sebbene io addestri purosangue soltanto per uso personale, in nessun modo presumo che i tre quarti o i mezzosangue non possano essere buoni cavalli da equitazione. [...]
Quando esamino un cavallo, prima mi faccio un'idea generale di lui a una distanza di alcuni metri. Se la prima impressione mi soddisfa, esamino in dettaglio i suoi vari punti, con uno spirito abbastanza liberale, per quanto riguarda difetti irrilevanti; ma se la prima impressione non è favorevole, divento ancora di più critico. Comunque sia, è inutile aspettarsi la perfezione. Nel corso di questo primo esame generale, dovremmo stare particolarmente attenti nel vedere come esso si muove al passo, al trotto e al piccolo galoppo, sia quando condotto sia quando montato.
Alcuni cavalli sembrano in pessima forma quando sono fermi; ma assumono un bell'aspetto, sono leggeri e attivi non appena cominciano a muoversi. Altri, che sembrano pressoché perfetti a riposo, sono pesanti e goffi nei loro passi. Io preferisco i primi ai secondi, perché essi possono utilizzare ciò che hanno a disposizione.»
Questo riassume sostanzialmente ciò che penso sui diffusori e l'audio in generale, e sollecito tutti coloro che hanno letto questa mia disquisizione a utilizzare il Kit di Rilevazione delle Sciocchezze di Carl Sagan e a dare una spolverata alle proprie facoltà critiche.
Apparecchiature:
- TacT 2175 SADI, Leak Stereo 20, Parallel 300B
- Cloni Altec A7, Onken ingrandito, Altec A7 revisionati
- Cambridge 851n DAC/Streamer, Otari MTR10, Otari Mx50
- Subwoofer: altoparlanti 4 x 18"
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