[ Home | Redazione | HiFi Shows | FAQ | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Tweakings | Inter.Viste ]

Led Zeppelin - "Presence"

Ristampa Classic Records

[English version]

Produttore: Classic Records - USA
Fornito da: Vivante Records - UK
Recensore: Geoff Husband - TNT France
Recensito: Maggio, 2002

[Led Zeppelin Presence]

Introduzione

Che cosa rende grande un LP? Secondo me deve dimostrare una certa qualità costante e sbalorditiva, o racchiudere un determinato istante nel tempo, o cambiare il corso della musica in modo significativo - o tutte e tre le cose insieme. É un termine che uso raramente e naturalmente è permeato di pregiudizio personale, ma dovrete rassegnarvi...

Alcune ottime o persino grandi band non hanno mai pubblicato un grande album: i REM, i Queen (il miglior gruppo dal vivo...), gli Who. Pochi sono riusciti a farne uno: Madonna con "Like a Prayer", Tracy Chapman con "Eponymous", i Fleetwood Mac con "Rumours", Michael Jackson con "Thriller", i Beach Boys con "Pet Sounds", i Sex Pistols con "B*ll**ks", etc.

Veramente pochi sono riusciti a produrne più d'uno. Non farò la lista di questi album, ma probabilmente li selezionerete da soli, i Beatles, Bob Dylan, i Pink Floyd, Steely Dan, David Bowie hanno centrato il segno diverse volte.

A questo augusto gruppo bisogna aggiungere i Led Zeppelin. Nei loro primi quattro album, hanno inventato (discutibile), raffinato (probabile), ampliato (incontrovertibile) e quindi spezzato i limiti dell'Heavy Metal. Tutti e quattro sono grandi album.

Putroppo, "Presence", il loro settimo album, non è "grande", ma è molto, molto buono. Pubblicato nel 1976, un anno dopo l'incidente quasi mortale di Plant (voci), sente una certa mancanza di slancio in confronto agli album precedenti, e comunque ci sono tracce per cui morire. La mia favorita è "Nobody's Fault But Mine", un capolavoro straordinario spinto dalla potenza delle percussioni di Bonhams e dalla chitarra di Page. "Achilles last stand" è un altro tour-de-force che la maggior parte dei professionisti dell'Heavy Metal avrebbe dovuto rimpiangere di non avere scritto. E "Tea For One" è un capolavoro blues. Il resto mantiene alti standard, ma senza arrivare alle vette cui Led Zep I, II, III e IV sembravano giungere senza fatica.

Il soggetto di questa recensione è una delle ristampe Classic Records. Ho una copia del 1982 in buone condizioni dello stesso album, così ho potuto fare un confronto interessante. Naturalmente, il primo grosso vantaggio della ristampa è la riproduzione completa della copertina interna originale, mentre quella della copia "midprice" è un foglio singolo. Il "Led Zeppelin" è stampato in rilievo sul frontale e ci sono sia l'originale sia una copertina interna di carta. So che alcune persone sono inclini a lamentarsi del costo di certe ristampe, ma vi chiedo di confrontare il valore materiale di quello che è, in effetti, un pezzo d'arte, prodotto in serie ridotta e magnificamente dettagliato, con una scatola in plastica ed una striscia di carta. In più, c'è il disco stesso, stampato su 180 grammi di vinile vergine, a numero limitato, contro un lucido CD suonato come in una lavatrice. Secondo me, non c'è storia.

Ma la ristampa ha un compito più difficile quando si parla di qualità sonora. I Led Zeppelin, ed in particolare Jimmy Page, sono sempre stati decisi sul fatto che i loro dischi dovessero avere uno standard "da classica". Molta grande musica di quel tempo era registrata e stampata così malamente che le aziende che si occupano di ristampe non hanno problemi nella trasformazione del suono. Nel caso della mia copia di "Presence", la qualità sonora è già molto buona, anche se si dice che quella della prime stampe originali (etichetta viola se state verificando) sia persino meglio.

Ascoltando la ristampa Classic Records, la prima differenza che si nota è un aumento nel sibilo del nastro. Un aumento delle alte frequenze? Un leggero cambiamento del bias? Non lo so, ma c'è e sebbene l'originale sia abbastanza aperto, la ristampa lo è ancora di più. Il tamburo nell'apertura di "Tea For One" ha un'acustica che ti entra nella stanza - è un trucco da studio, ma comunque è impressionante. I piatti sovrapposti sono grandi e scintillanti, mai esagerati.

"Achilles Last Stand" è un po' meno nervosa ma più aperta, appena appena debole e questa 'apertura' del suono si ripete in tutto l'album. Ho detto già che l'originale è buono, solo che la "Classic" è migliore.

Ho solo una segnalazione da fare e cioè che questa aumentata apertura verso le alte frequenze ha dato alcuni problemi alla testina durante "Tea For One", l'ultima traccia sul primo lato (sempre la più dura). Questa traccia ha un'enorme energia sibilante perfino sull'originale, e con questa ristampa è troppo in risalto, tanto da far espandere la voce di Plant attraverso il soundstage. Non sto dicendo che non è possibile seguire la traccia, ma le quattro testine ed i tre bracci che ho provato lo hanno dimostrato. Ho perfino sospettato che potesse essere un overloading dello stadio fono, ma dopo averne provato quattro diversi, il problema rimaneva. É una traccia così grande che so già che perderò un po' di tempo per cercare di renderla come si deve :-)

Per concludere, un'ottima ristampa di un album eccellente. Classic Records ha ristampato anche i primi quattro album, che personalmente comprerei prima, ma una volta che li avrete in mano, avrete voglia di avere anche Presence...

Grazie ancora a Vivante Records per la copia recensita.

P.S. Qualcuno ha notato che il problema matematico scritto sulla lavagna che appare sul retro della copertina è sbagliato? :-)

© Copyright 2002 Geoff Husband - http://www.tnt-audio.com

Traduzione italiana: Gianluca Lozza

[ Home | Redazione | HiFi Shows | FAQ | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Tweakings | Inter.Viste ]