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Dischi Prova

Non solo gli "audiophile" vanno bene...

La Scelta di Steve Davey

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Ogni audiofilo ha la sua fidata selezione d'incisioni che lo aiutano a valutare il suono di un impianto. Anche se spesso dai primi secondi d'ascolto di un nuovo componente, o di una sua modifica, ci si può già rendere conto se questi suona meglio o peggio del nostro "riferimento", per analizzare a fondo le differenze è necessario ascoltare registrazioni più specifiche. Per me sono pezzi che conosco bene, musica che posso facilmente ricordare e che ha caratteristiche ben definite da ascoltare.
E' raro che io senta qualcosa di nuovo in queste registrazioni, anche se la qualità dell'audizione di certo varia da un ascolto all'altro. Di solito concentro la mia attenzione sugli acuti, sui bassi e sul dettaglio; in seguito passo a valutare gli attributi più "emotivi", come la dinamica, il senso del ritmo ed il coinvolgimento indotto.

Su in Alto...

Le prestazioni sugli acuti hanno il loro tallone d'Achille nei livelli della distorsione e nella tendenza del suono a provocare fatica d'ascolto.
Sperimentando con amplificatori e con componenti passivi, ho scoperto che a volte non riesco ad individuare cambiamenti nel suono.
Mi ritrovo però infastidito e sono meno propenso ad ascoltare per lunghi periodi. Nè sento il desiderio di provare un altro disco ancor prima che quello sul piatto sia terminato.
La mia esperienza afferma che se c'è un problema di questo genere, quasi ogni tipo di musica lo può evidenziare. Questo fenomeno è stato frequentemente associato ad un'alta distorsione composta da armoniche dispari. Utilizzo due canzoni molto diverse per testare le alte frequenze: una è "Porcelain" di Moby dall'album Play e l'altra è "Pie Jesu", dal Requiem di Andrew Lloyd Webber.
Le voci del pezzo di Moby possono suonare troppo dure e metalliche su alcuni impianti che ho provato. Uso questa canzone anche per controllare l'allineamento ed il corretto tracciamento dello stilo, data la sua sensibilità a questi parametri. Vuole il caso che "Porcelain" sia subito seguita da "Why does my heart feel so bad": la tastiera su questo pezzo rivelerà la presenza di ogni minimo wow&flutter. L'ho scoperto perchè la prima copia di questo disco che acquistai aveva il foro leggermente fuori centro, dettaglio sufficiente a rendere il disco inascoltabile da tanto grandi erano le oscillazioni tonali.
Sull'altra registrazione, le voci della Soprano Brightman e della Miles-Kinston sul pezzo Pie Jesu dovrebbero, su un impianto bene a punto, suonare ben distinguibili. Le "esse" della Brightman sono dolci o sparate? In realtà questo disco è un buon test generale: permette di verificare quasi tutti gli attributi di musicalità che caratterizzano un sistema stereofonico.
Il tipo di musica potrebbe non soddisfare tutti i gusti, ma è ben registrata ed interpretata da provetti musicisti.

Giù in Basso...

Per farmi un'idea della risposta sui bassi ascolto "Sad Old Red" dei Simply Red. I suoi bassi veloci indicano subito se c'è qualche risonanza nella parte inferiore dello spettro, il che rende alcune frequenze più esaltate di altre. La cosa ha grande importanza quando si giudicano i diffusori. Certo, molto dipende da quanto in basso può scendere il diffusore stesso: può riprodurre quei bassi che si sentono nello stomaco, a frequenze di poche decine di hertz, tanto comuni nella musica moderna? Per questo test utilizzo "Rhythm and Stealth" di Leftfield e "Ray of Light" di Madonna.
Quasi tutti i pezzi scendono molto in frequenza, e se li suonate forte provate a dare un occhiata ai woofers. Se sono a corsa lunga, questo materiale sonoro li saggerà a fondo. Sull'album di Leftfield, provate a sentire "El Cid" e notate quanto in basso scende il sintetizzatore in sottofondo.

Ma cosa c'è registrato davvero?...

Credo che la parte più frustrante delle prove sia quella relativa all'ascolto dei dettagli: ma sarà lì davvero o mi sto "ricordando" che dovrebbe essere lì grazie alle precedenti esperienze d'ascolto? Come suggerito da Geoff Husband, "Till death do us part" di Madonna è un buon banco di prova. La parola "He" è ben pronunciata quando lei dice per la prima volta "He's not in love with her anymore"? A volte mi sembra di sentirla, altre volte non ne sono sicuro. Un altro dei miei dischi preferiti è The Wall dei Pink Floyd. Su questo lavoro ci sono molti effetti sonori in sottofondo. Per esempio tra "Another Brick in The Wall" e "Mother", dovrebbero sentirsi le tre frasi parlate che sono ripetute separatamente, in dissolvenza, mentre il primo pezzo finisce ed il secondo incomincia. Quante volte sono incise le parole "any pudding"? Cinque o sei? Un altro buon disco test è "The Road to Hell" di Chris Rea. All'inizio di questa canzone ci sono un certo numero di bollettini sul traffico. Uno di questi ripete in continuazione "KPW more bad news for folks on the freeway".
É facile sentire il "more bad news", ma "freeways" può essere un po' nascosto dal missaggio. La cosa più difficile è beccare la "P" di "KPW". Si hanno più possibilità di sentirla nelle ultime due ripetizioni, appena prima dell'inizio della seconda fase della canzone.

Battiamo il Piede a Tempo...

Il senso del ritmo è una qualità sfuggente ma essenziale. Tutti i dischi suonano meglio se l'impianto evidenzia questa qualità, ma quando gli strumenti sono molti essa diventa molto importante. Per questo test utilizzo un pezzo dei Tin Machine, tratto dall'album "Heaven is Here". Questo pezzo va alla grande solo se sono rispettate le reciproche posizioni degli strumenti nel dominio del tempo, specie nell'ultimo terzo della canzone.
Ho spesso sentito critiche rivolte a questa fase dell'attività di David Bowie, ma a mio avviso i Tin Machine hanno prodotto ottima musica, e mi chiedo se questi critici non li hanno mai ascoltati su di un sistema provvisto di adeguato senso del ritmo.

Fuochi Artificiali...

Per saggiare l'immagine e la dinamica, utilizzo "Dance of the Flames" degli Incantation. I pan pipes ed i vari strumenti di questo pezzo sono molto ben separati sul piano d'ascolto, inoltre la composizione è molto movimentata e ricorda davvero la fiamma di un fuoco.
Altro buon disco con "pirotecnìa stereofonica" è "Women in Chains" dei Tears for Fears. Oltre agli effetti, anche le voci sono piuttosto complesse e rivelano la capacità dell'impianto di restituire una pronuncia ben intelligibile.

Effetto presenza...

Per questa prova preferisco le registrazioni dal vivo e, da vecchio fan del rock, spesso ricorro ai Thin Lizzy's con la loro "Still in Love with You", tratta dal loro album doppio "Live and Dangerous". Questa canzone ha dei bassi ben presenti, voci molto espressive ed anche chitarre suonate con elevato valore artistico.
Un altra buona registrazione per i fan della chitarra si trova sul live "Persephone" di Wishbone Ash: provate il loro Live Dates Volume 2 Limited Edition con il disco extra.
In entrambe questi dischi dal vivo, la sensazione di "essere lì" è molto tangibile e tutti gli strumenti si sentono ben separati tra loro. Il mio ultimo preferito è comunque SongBird di Eva Cassidy, una superba interprete, ben registrato e stampato su vinile vergine particolarmente silenzioso.

In ogni caso, nonostante il mio ricorrere a questi dischi per cercare di stabilire una metodologia di prova, il vero test definitivo è: desidero ardentemente ritornare al mio solito impianto o semplicemente voglio continuare ad ascoltare ancora tanta musica?

© Copyright 2002 Steve Davey - http://www.tnt-audio.com

Traduzione italiana: Davide Baldini

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