Il Museo dei Fonografi di Kanazawa

[Giradischi esposti al museo dei fonografi di Kanazawa]

Vecchi giradischi in Giappone

[English version here]

Sito Web: Kanazawa Station - Giappone
Reporter: Andy Norman
Pubblicato: Gennaio, 2018
Traduttore: Roberto Felletti

Introduzione

All'inizio di quest'anno sono stato abbastanza fortunato da trascorrere un po' di tempo in Giappone. Una delle mie mete è stata la città di Kanazawa. Mi ci sono recato principalmente per fotografare i favolosi Giardini di Kenrokuen, ma la guida che avevo con me descriveva in piccolo un “Museo dei Fonografi”. Pertanto l'avevo cercato e trovato, defilato in una via secondaria. E il museo si era rivelato una bella sorpresa, che ho pensato di condividere con i lettori di TNT-Audio!

Il museo è dislocato su tre piani di un grosso edificio e ospita 340 esemplari tra fonografi, grammofoni e giradischi di varie epoche, dal XIX secolo a metà del XX. Molte apparecchiature sono ancora funzionanti e tre volte al giorno si effettuano dimostrazioni che permettono ai visitatori di ascoltare tecnologie che spaziano dai fonografi con cilindri di cera a macchine per 78 giri di generazione più recente. La collezione fu iniziata nei primi anni '70 da Hiroshi Yokaichiya, il quale recuperava e riparava giradischi buttati. Aveva messo insieme 540 macchine prima di donare la collezione alla città di Kanazawa e di inaugurare il museo, nel 2001. Dopo la scomparsa del Sig. Yokaichiya, avvenuta nel 2003, la direzione del museo è stata assunta dal figlio maggiore, il quale porta avanti il lavoro di ricerca e di restauro delle apparecchiature.

In genere sono un fan delle nuove tecnologie e non mi aspettavo che queste vecchie macchine potessero interessarmi in maniera particolare. Ma l'insieme dato dalle loro estetiche impressionanti, dai fantastici altoparlanti a tromba e da una qualità del suono sorprendentemente buona era piuttosto seducente.

Le macchine di migliore qualità erano incredibilmente costose all'epoca. Ad esempio, il Victor Credenza, prodotto dalla Victrola, costava 275 dollari quando fu commercializzato, nel 1925; il prezzo di una tipica casa di quegli anni. Forse questo aiuta a contestualizzare il prezzo delle apparecchiature high-end odierne!

Se siete abbastanza fortunati da visitare il museo, ecco alcuni apparecchi che potete ascoltare, con alcune mie osservazioni.

[Fonografi esposti al museo di Kanazawa]

Osservazioni di ascolto

Edison Amberola Model 30: questa era una macchina a carica manuale, realizzata intorno al 1915, che riproduceva i nuovi cilindri in celluloide Blue Amberol, successori del precedente tipo in cera di Edison. Era l'evoluzione del primo sistema di registrazione e riproduzione meccanica inventato da Edison nel 1877. Il suono era alquanto distorto e gracchiante, ma piuttosto dolce e non del tutto non musicale. All'epoca doveva essere stato un prodotto rivoluzionario, poiché offriva decisamente un'esperienza musicale.

Edison Diamond Disc: disponeva di una delle prime puntine in diamante e utilizzava dischi da 6 mm di spessore; il suono era più brillante e vivace. È stato quello dal suono più chiaro con passo, ritmo e tempo sufficienti a farmi battere il piede.

Columbia Viva-Tonal “Portable”: questa era una macchina più piccola, dotata di un altoparlante da 10 cm. È difficile definirla “piccola” in base agli standard odierni! Essa sembrava suonare in maniera abbastanza stridula. Gli strumenti a corda del brano dimostrativo suonavano bene, ma le alte frequenze, specialmente gli ottoni, suonavano in modo molto aspro.

Victor Credenza Console: un'altra macchina molto costosa. Questa console era dotata di un fantastico altoparlante a tromba da 2,7 metri. I partecipanti alla dimostrazione avevano potuto gustarsi una riproduzione a figura intera di Caruso che cantava O Sole Mio. Un suono grande e potente.

[Grosso altoparlante a tromba]

HMV Model 194, 1927: una macchina molto piacevole da ascoltare. Il modello HMV suonava meno distorto di molte altre macchine esposte e per questo motivo il suo suono era quasi moderno.

EMG Expert Senior 1935: un'altra grossa tromba, ora provvista di un piatto azionato da un motore elettrico. Questo grammofono riproduceva i 78 giri in modo molto efficace. Sebbene fosse mono, l'immagine stabile che ricreava permetteva una netta separazione di strumenti e voci, offrendo quasi un effetto stereo.

Brunswick 1925: il pianoforte risentiva un po' del wow & flutter (da questo punto di vista mi ricordava il mio vecchio Rega), ma nel complesso il suono era abbastanza musicale.

Conclusioni

Se aveste la possibilità di ascoltare alcune di queste vecchie macchine, varrebbe la pena farne l'esperienza. Allo stesso tempo, scoprireste quanto possano essere sorprendentemente buone le tecniche di riproduzione delle origini e contestualmente quanta strada abbia percorso l'industria dell'audio nell'arco di 120 anni.

[Il proprietario del Museo dei Fonografi di Kanazawa]

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