On an Overgrown Pathé

[On an Overgrown Pathé]

Ciò che va torna -- e ritorna!

(cresce dell'erba nuova in un ideale giardino di delizie)

[English version here]

Autore: David Hoehl - TNT USA
Pubblicato: Gennaio, 2020
Traduttore: Roberto Felletti

Come qualcuno di voi forse ricorda con affetto, l'anno scorso TNT-Audio ha pubblicato una serie di articoli nei quali il vostro umile servo vi presentava vari modelli di giradischi per 78 giri succedutisi nel corso degli anni. «Oh sì, li ricordo con un affetto pari a quello con cui ricordo la mia prima canalizzazione dentale», sento mormorare qualcuno, sarcasticamente. Uh, andando avanti, il secondo articolo ne presentava dettagliatamente alcuni che, più o meno, avevano una serie di caratteristiche ideali che avevo elencato nel primo. Gli scarabocchi che seguono offrono un paio di aggiornamenti a quell'elenco.

Volare -- Non è soltanto una vecchia Plymouth

Nel 1976, con 3.324 dollari potevate comprare una Volare Sport Coupé Six base, il modello entry-level della Chrysler Corporation della linea di auto che, in quell'epoca, venivano considerate "compatte" e che portavano il marchio Plymouth. Oggi la linea automotive Plymouth non c'è più, ma con 150 dollari, assai svalutati, in più potete acquistare un giradischi Volare con braccio Origin, il nuovo modello entry-level compatto della linea high-end della Dr. Feickert Analogue, che si estende fino al Firebird con braccio DFA-12.0, per 14.500 dollari (nel 1976 con questa cifra avreste potuto comprare comodamente tre Pontiac Firebirds - prezzo di listino 4.046 dollari - oppure, aggiungendo altri 1.000 dollari, una Lotus Elite, ritenuta all'epoca l'auto a quattro cilindri più costosa al mondo).

Nelle mie riflessioni sull'edizione dell'anno scorso del Capital Audiofest ho menzionato il Feickert Firebird, osservando in particolare che "il Firebird, top di gamma della linea Feickert, e almeno un paio di altri modelli sono dotati della velocità a 78 giri, con possibilità di regolazione, e possono ospitare due bracci, una caratteristica senz'altro utile a coloro che vogliono ascoltare sia gli LP sia i 78 giri senza dover cambiare testina (o magari che vogliono provare a riprodurre le registrazioni stereo doppia-traccia Cook dei primi anni '50). Uno può essere lungo fino a 13", il che suggerisce che il giradischi può accettare stampe da 14" e 16", ammesso che ci sia abbastanza spazio tra il perno e le basi del braccio. [...] Comunque, ecco un giradischi moderno, con pretese high-end, con velocità a 78 giri e possibilità di variarla (fino a un certo punto), sebbene sia privo di indicatore digitale per aiutare a impostare le velocità fuori standard." Poi continuavo lamentandomi del fatto che né il distributore né il produttore fornissero informazioni su quanto ampia fosse questa variazione. E le cose sono rimaste così fino al mese scorso, quando ho partecipato a un incontro di un gruppo hi-fi nel Distretto di Columbia, presso la sede del distributore Feickert, e, per una volta preparato, ho portato con me il mio fidato tachimetro digitale portatile insieme a un paio di moderni 78 giri microsolco.

[Giradischi Feickert Volare] In risposta a ciò che, probabilmente, a questo punto vi starete domandando, non sono riuscito a provare la misurazione con un Firebird e sfortunatamente non sono nemmeno riuscito ad ascoltare un disco, perché mettersi a regolare un'unità Feickert con l'incontro in corso di svolgimento non è stato possibile. Tuttavia, ho avuto una breve opportunità per testare il controllo di velocità di un Volare (foto a destra, presa dal sito Feickert) e ho una notizia grandiosa: possiamo aggiungere un modello high-end moderno all'elenco dell'anno scorso dei giradischi del "Gruppo 1", quelli che sono ragionevolmente vicini a ciò che ho elencato come ideale.

Il Volare è piccolo come design; diversamente dal Firebird ospita un solo braccio. La sezione Prodotti sul sito Feickert spiega dettagliatamente che, anziché essere semplicemente una versione ridotta del Firebird, del Blackbird o del Woodpecker, il Volare è un progetto completamente nuovo. Esso accetta bracci di lunghezza effettiva pari a 9"-10", con l'Origin che, evidentemente, è l'opzione standard (con altri 500 dollari in più si può passare a un Jelco TK-850S). Basandomi sul contatto limitato che ho avuto con esso, ecco come il Volare si comporta confrontato al capoclasse, lo Strathclyde STD 305D.

Pro: ecco il pezzo grosso, ragazzi -- la regolazione della velocità del Volare. Stando alle misurazioni da me effettuate, essa scende sotto i 60 e supera i 100 giri/minuto, vale a dire che copre l'intero intervallo di velocità che probabilmente, ma anche improbabilmente, incontrerete con i "78" di qualunque annata. Pochi, preziosi, giradischi, non destinati a un mercato di nicchia, possono vantare una caratteristica simile; nel mio articolo sul Capital Audiofest esprimevo meraviglia per il fatto che l'azienda non rendesse noto questo dato e non lo promuovesse nemmeno. Come ho detto, non ho avuto la possibilità di ascoltare qualcosa con il Volare, ma ovviamente il braccio è di ottima qualità e io non credo che possa avere grossi problemi a tracciare i 78 giri. Essendo un giradischi moderno, in produzione, realizzato da un produttore che è qualcosa di più di una boutique (la Dr. Feickert è nel mercato dei giradischi da quasi 20 anni), dovrebbe essere facilmente disponibile, immune dai capricci del mercato dell'usato ed esente da quei problemi conosciuti come "bombe a tempo". La Feickert afferma che il Volare ha un motore a coppia elevata, desiderabile per vincere l'inerzia e la resistenza delle stampe in gommalacca pesante, oltre a permettere un facile scambio di bracci. Non ho verificato, però osservando la foto penso che il Volare possa avere spazio sufficiente per accettare dischi da 14". Contrariamente ai McIntosh e al Golden Stone della Dual, la Feickert evita la stupidità di vendere i suoi giradischi con una testina per 78 giri a bobina mobile non facilmente intercambiabile. I controlli a pulsante del Volare dovrebbero, auspicabilmente, dare meno problemi dei futuristici touchpad dello Strathclyde.

Contro: detto tutto ciò, sotto alcuni aspetti il Volare è inferiore allo Strathclyde. La mancanza della possibilità di centrare stampe eccentriche è uno svantaggio, ma lo Strathclyde ha lo stesso problema. Quello che lo Strathclyde effettivamente ha in più è un indicatore digitale della velocità in giri/minuto per aiutare a impostare le velocità "fuori standard". Il Volare non solo non ha questa funzione, ma non ha nemmeno un controllo stroboscopico per impostare le velocità standard nominali. Se, dopo avere impostato una velocità fuori standard, esso torni a quella "standard" dopo essere stato spento, non saprei dirlo; è qualcosa su cui indagare ulteriormente qualora foste interessati al giradischi. Io posso dire che il distributore mi ha lasciato reimpostare manualmente la velocità standard alla fine della sessione. I controlli della variazione della velocità dello Strathclyde, piccole rotelle zigrinate che ruotano a sinistra e a destra dentro delle feritoie e che sporgono leggermente dalla scheda motore, non sono quello che io definirei ottimale dal punto di vista dell'ergonomia. Di primo acchito, il Volare sembra un miglioramento, con un paio di piccoli pulsanti contrassegnati + e -, grossomodo a filo con la scheda motore, a sinistra del piatto. In pratica, tuttavia, impostare una velocità troppo distante dal centro è una procedura molto lenta che richiede sia molti "click" individuali del pulsante giusto sia una lunga attesa quando lo si tiene premuto mentre il controllo della velocità aumenta o diminuisce gradatamente spostandosi tra tutti i valori intermedi. Sotto questo aspetto, un Fons CQ-30/International Mk I li batte entrambi. Il braccio Origin ha un porta-testina fisso; per i 78 giri vorrete optare per il Jelco, che ha porta-testine intercambiabili, ma dovrete aggiungere 500 dollari al prezzo del pacchetto. In alternativa, potreste indagare per vedere se il Volare riesce ad accettare lo SME 3009, il collaudato esecutore per cui lo Strathclyde e il Fons sono stati progettati. Quell'ultimo punto fa sorgere un altro svantaggio: per quanto 3.000-4.000 dollari possano non essere un prezzo stravagante in termini "audiofili", restano pur sempre più di quello che considero come ideale dal "costo modesto". Tenete a mente che si tratta della scelta più economica di casa Feickert, e anche uno Strathclyde, ammesso che riusciate a trovarne uno, probabilmente non vi costerà solo qualche spicciolo, soprattutto se alla fine ha bisogno di assistenza (vedere sotto).

Conclusione: il giradischi Dr. Feickert Volare è un degno concorrente per tutti coloro i cui interessi spaziano lungo tutto l'arco della storia delle registrazioni. Se avete 3.000 o più dollari da spendere e state cercando un giradischi che sia in grado di gestire qualsiasi cosa a partire dall'era della gommalacca e sia anche una soluzione "high-end" per gli LP moderni, questo giradischi deve essere sulla vostra breve lista dei modelli su cui indagare.

Così vicino e tuttavia così lontano

«Io vi riempivo la bocca con un cucchiaio vuoto; vale a dire, far finta di insegnare, non insegnare.»

Mentre indagavo sul giradischi Pro-Ject Xtension 12 mi è stata rammentata questa dichiarazione, scritta da un autore, diplomatico e accademico italiano, Stefano Guazzo, in La Civil Conversazione, un trattato diviso in quattro libri (1574). Mi ci sono imbattuto come citazione in An Empty Spoon, un resoconto delle demoralizzanti esperienze di Sunny Decker in veste di giovane insegnante bianca assegnata a una scuola di neri poveri nella Philadelphia degli anni '60. Il suo libro, che mi avevano fatto leggere alle superiori, mi ha lasciato ormai da tanto tempo per andare a dimorare in qualche negozio di libri usati nell'aldilà, ma sotto l'aspetto di quella che suppongo sia una testimonianza del potere dell'istruzione, la citazione è rimasta con me a distanza di oltre 40 anni (lo confesso: trovare la frase, l'autore e il titolo del libro esatti in cui l'autore originario l'aveva scritta ha richiesto una visita nella Terra di Google. Il motivo per cui Ms. Decker abbia presentato questa dichiarazione, originariamente in italiano, nel suo vetusto inglese bislacco, anziché tradotto in un linguaggio più moderno, va oltre la mia capacità di comprensione).

Tutto questo cosa c'entra con i giradischi per 78 giri? Tra poco lo spiegherò, ma prima lasciatemi dire che quando, guardando i risultati di una ricerca casuale per "giradischi per 78 giri" su un sito di vendita di apparecchiature, ho scorto una foto del Pro-Ject Xtension 12, mi sono eccitato molto rapidamente. Nella foto, nell'angolo a destra del piatto, c'erano un display digitale della velocità in giri/minuto e dei pulsanti di regolazione +/- per modificare la velocità rispetto ai valori nominali. Pertanto, a prima vista l'Xtension 12 potrebbe essere un nuovo membro di quello che ho chiamato "Gruppo 1", giradischi che si avvicinano al mio ideale, adatti per riprodurre di tutto, dai primi 78 giri ai più recenti LP. E così è cominciata una ricerca serrata tra recensioni e siti di vendita per riuscire a stabilire i limiti di quelle regolazioni di velocità, e non soltanto i valori base. Alla fine mi sono imbattuto nel PDF del manuale utente e sono andato direttamente alla pagina delle specifiche. Potete indovinare cosa è successo dopo: il suono delle speranze si è affievolito e quello dello sconforto si è fatto assordante.

[Giradischi Pro-ject Xtension 12] Ed ecco che qui entra in scena il "cucchiaio vuoto". L'Xtension 12 e il suo fratello minore, l'Xtension 10, sembrano avere le caratteristiche chiave, ma in pratica esse non funzionano. L'aspetto positivo è che, effettivamente, c'è un indicatore digitale della velocità (un presagio, qui!), per mostrare la velocità di rotazione corrente in giri/minuto, con possibilità di regolare le velocità nominali. Ahimè, le buone notizie finiscono qui. Per cominciare, la variazione è limitata a "20 passi da 0,1 giri/minuto" - vale a dire, ± 2 giri/minuto in totale. Il nostro candidato al "Gruppo 1" è appena retrocesso, unendosi ai Garrard 301/401, ai Dual serie 10xx e 12xx, e ai loro amici del "Gruppo 2", giradischi sufficientemente flessibili per riprodurre i 78 giri registrati elettricamente dai tardi anni '20 in poi, ma soltanto una frazione delle registrazioni acustiche dei primi tempi.

A dire il vero, 2 giri/minuto basterebbero per salire dai 78 agli 80 giri/minuto nominali dei dischi Pathé con etichetta di carta e inizio dall'esterno, dei Columbia e degli Edison (considerate che, sotto questo aspetto, solo gli Edison sono veramente affidabili) oppure per scendere sotto i 78 ai margini superiori dell'intervallo per molti Victor acustici di epoca successiva. Tuttavia, non sarebbero sufficienti per gli 84 giri/minuto della registrazione del concerto per pianoforte di Mendelssohn, nell'esecuzione di Marie Novello, su dischi Edison Bell, né per i Pathé con etichetta incisa (90 - 100 giri/minuto) e nemmeno per i primi lenti Caruso (60 giri/minuto), giusto per ripetere gli esempi fatti nei precedenti articoli.

Le brutte notizie non finiscono qui. Su alcuni siti di vendita ho visto che l'Xtension 12 ha un controllo "elettronico" per i 33 e i 45 giri, mentre ne ha uno "meccanico" per i 78 giri. Il manuale chiarisce cosa si intende con questa curiosa dichiarazione. Per selezionare i 78 giri, il possessore deve togliere una piastra di copertura per scoprire la puleggia della cinghia del motore, che presenta due sezioni di diametro differente, una per la corrente a 50 Hz e l'altra per la corrente a 60 Hz. Dopo aver tolto la piastra, il possessore deve utilizzare un piccolo attrezzo (in dotazione) per spostare la cinghia da una sezione della puleggia all'altra (sì, chi ha la corrente a 50 Hz la sposta nella sezione per i 60 Hz e chi ha la corrente a 60 Hz la sposta nella sezione per i 50 Hz), poi deve selezionare 45 giri sul pannello di controllo della velocità per avere i 78 giri. Presumibilmente, ritornare alla modalità 33/45 giri richiede l'esecuzione inversa della procedura, che ricorda il sistema di regolazione della velocità dell'Empire Troubadour (Gruppo 3). Inoltre, citando una vecchia pubblicità televisiva dei coltelli Ginsu, potremmo dire "Ma aspettate! C'è dell'altro!" Si potrebbe pensare che, almeno, l'indicatore digitale sia un vantaggio, ma stando al manuale, quando il giradischi gira a 78, l'indicatore visualizza ancora 45 giri! Un cucchiaio vuoto, appunto. Se il regolatore della velocità continua a cambiare di 0,1 giri/minuto per volta, non saprei dirlo.

I problemi legati alla selezione e al controllo della velocità sono talmente fondamentali da rendere altre considerazioni largamente irrilevanti, ma en passant menziono il fatto che anche i bracci di serie dei giradischi Xtension non sono proprio l'ideale per i 78 giri. Si tratta di affarini leggeri in fibra di carbonio di ultima generazione, che indubbiamente riescono a tracciare dischi difficili che girano a velocità elevata, però hanno un porta-testina fisso, il quale, come osservato nella serie originale di articoli, rappresenta un ostacolo se bisogna cambiare stilo o testina per far fronte alle assai variabili larghezze dei solchi e ai segni di usura sui dischi, prodotti da dozzine o centinaia di aziende nel corso di mezzo secolo. Poiché non ho visto fotografie di questo giradischi senza un pressa-dischi installato, non so dire se il perno possa essere tolto per permettere la centratura di dischi eccentrici (da non confondere con gli autori eccentrici!).

Riassumendo: l'Xtension può essere considerato, e probabilmente lo è davvero, un ottimo giradischi per LP e a me piace sempre incoraggiare i produttori a includere nei loro progetti la possibilità di riprodurre i 78 giri. Tuttavia, con un prezzo di listino che si aggira sui 4.000 dollari, per i collezionisti di 78 giri l'Xtension 12 sembra essere un cucchiaio vuoto in versione lusso: una confezione frustrante di caratteristiche promettenti negate da una scarsa implementazione. A coloro il cui budget per un giradischi con funzionalità di 78 giri arriva così in alto, direi di aggiungere qualcosina in più e guardare tra le proposte di Sound Hi Fi (tenendo a mente che io non ho esperienza con i prodotti di questa azienda), di esplorare l'offerta Dr. Feickert di cui sopra (idem) oppure di andare alla ricerca di uno dei giradischi descritti nella Parte II della serie originale di articoli, molti dei quali farebbero risparmiare gran parte di quei soldi faticosamente guadagnati che potrebbero essere spesi per acquistare dischi. Dopo aver sperato brevemente che l'Xtension potesse essere un moderno sostituto, posso soltanto concludere dicendo che, dopo circa 40 anni, lo Strathclyde STD 305D resta la prima scelta come giradischi di produzione tuttofare in grado di riprodurre i 78 giri.

Il rimedio c'è

Cambiando rotta, nell'articolo dell'anno scorso, come osservato, il mio consiglio supremo tra i giradischi vintage era lo Strathclyde STD 305D, primariamente per la caratteristica trainante del suo pressoché unico display digitale integrato con indicazione della velocità in giri/minuto; scrissi di quanto fossi stato fortunato a trovarne uno da Canuck Audio Mart, non molto tempo prima di cominciare a scrivere l'articolo. Nei mesi seguenti la mia opinione non cambiò; il giradischi funzionava piuttosto bene e il display era la mia fidata guida nel selezionare e nel documentare le velocità di riproduzione.

Sempre fidata, almeno fino al 21 dicembre scorso, quando, suppongo come regalo di Natale anticipato, il display si è spento, mostrando soltanto una fila di trattini nella parte superiore e un'altra nella parte inferiore. Nessun segno della lettura numerica. Il mio abituale sistema di verifica sofisticato (cioè, spegnere l'apparecchiatura e riaccenderla) è stato inefficace e io mi sono reso conto che la prima cosa da fare sarebbe stata andare dal tecnico per la riparazione.

Immagino che avrei dovuto aspettarmi qualcosa del genere. Ripensando al mio articolo pubblicato mesi prima, nel quale sottolineavo alcune schizzinosità dei comandi, avevo fatto osservare che lo Strathclyde aveva un potenziale tallone di Achille:

Infine, il problema del touchpad solleva una questione che, pur non essendo un difetto, resta tuttavia una preoccupazione: il problema della "bomba a tempo". I giradischi Strathclyde 305D sono entrati nel loro quarto decennio di servizio, sono pieni di quella che all'epoca era elettronica all'avanguardia, non hanno avuto grande diffusione fuori dell'Europa (forse nemmeno fuori del Regno Unito) e ora sono orfani. Quando erano nuovi, non sembra che avessero venduto molto, o almeno non si vedono così di frequente sul mercato dell'usato... Se volete acquistarne uno, preparatevi a una ricerca paziente e unitevi a me nella speranza che non dobbiate mai avere bisogno di parti di ricambio!

[La scheda andata] Ora, quella "potenzialità" è diventata "realtà". Ho cercato un po' sul web e ho scoperto che la difettosità dei display è un problema comune degli Strathclyde, almeno in termini relativi, non essendo proprio un modello "comune". Dei tre che ho visto su eBay nel periodo successivo alla pubblicazione del mio articolo, il più recente aveva il medesimo problema e un membro anziano del forum Lenco Heaven, che una volta gestiva un sito dedicato agli Strathclyde, aveva scritto che anche il suo ne era stato affetto. Egli aveva detto anche di non avere ricercato la causa del problema né un rimedio per sistemarlo; alla fine lo aveva venduto e aveva rivolto il suo affetto ai Lenco.

È il momento dell'obbligatorio "allarme spoiler": dopo un bel po' di lavoro investigativo, Bill Thalmann, il tecnico al quale ho affidato il mio Strathclyde, è riuscito a individuare il problema e ha riportato in vita il mio display. Perciò, essendo gli schemi apparentemente inesistenti e altre informazioni di manutenzione pressoché altrettanto irreperibili, scrivo questo supplemento alle mie riflessioni precedenti con la speranza che possa aiutare altri possessori di Strathclyde in futuro.

Per farla breve, ecco cosa Bill ha trovato all'inizio, dopo aver esaminato l'elettronica del giradischi: «C'è una sezione saltata nell'alimentatore e ci sono due parti bruciate al punto da essere irriconoscibili, per cui ci vorrebbe uno schema oppure un giradischi donatore per andare avanti. Il display stesso (fluorescente) può essere andato, ma non lo saprò con certezza finché non sistemerò l'alimentatore.» La foto adiacente mostra il colpevole.

Ho proceduto con il controllare alcune fonti di schemi con lo stesso successo che avevo avuto con il mio sistema di verifica sofisticato. Fortunatamente, un mio amico in Inghilterra possiede un 305D e gentilmente lo ha aperto per scattare una foto dei componenti guasti. Partendo da questo e con un altro po' di lavoro investigativo, Bill è riuscito a stabilire che la sezione saltata era un regolatore di tensione a 5 V. Egli ha fatto un po' di lavoro di progettazione e ha installato un ricambio, che ha definito più resistente dell'originale e - voilà! - il display ha ripreso a funzionare del tutto. Problema risolto.

E tutti vissero felici e contenti.

FINE

Tranne per il fatto che, come tutti sappiamo, la manutenzione di apparecchiature audio d'epoca è... una storia infinita.

Un ringraziamento speciale a Bill Thalmann, di Music Technology a Springfield, Virginia, che ha continuato a lavorare al mio problema finché non lo ha risolto, e grazie anche al mio riservato amico inglese, che vuole restare anonimo ma che è il titolare dell'eccellente e interessante blog Grumpy's Classics Cave, senza il cui aiuto saremmo rimasti bloccati dal celebre "muro di pietra" di Charlie Chan, senza speranza di "voltarci per trovare una nuova strada".

DISCLAIMER. TNT-Audio è una rivista di divulgazione tecnico-scientifica 100% indipendente che non accetta pubblicità, banner o richiede abbonamenti e registrazioni a pagamento ai propri lettori. Dopo la pubblicazione di una recensione, gli autori non trattengono per sé i componenti in prova, se non per una valutazione a lungo termine che includa il confronto con prodotti simili in prova a breve distanza di tempo. Di conseguenza, tutti i contenuti delle recensioni sono prodotti senza alcuna influenza né editoriale né pubblicitaria. Le recensioni, positive o negative, riflettono le opinioni indipendenti degli autori. TNT-Audio pubblica eventuali repliche delle Aziende, condizionatamente al diritto di controreplica dell'autore stesso.

[Trovaci su Facebook!]

© 2020 David Hoehl - drh@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com