On an Overgrown Pathé

[On an Overgrown Pathe]

Quando i dischi sono in marcia verso casa

Le registrazioni fonografiche e la voce della guerra

[English version here]

Autore: David Hoehl - TNT USA
Data pubblicazione: Febbraio, 2017
Traduzione a cura di: Stefano Miniero

La canzone degli XTC “linkata” su TNT appena prima della pausa estiva, in occasione degli eventi di Nizza e della Turchia, mi ha fatto riflettere sui dischi che, in passato, sono riusciti a catturare la voce dei tempi di guerra. Ovviamente, tutte queste considerazioni si riferiscono direttamente alla prima guerra mondiale, “La Grande Guerra”, quella che avrebbe dovuto essere “L'ultima delle Grandi Guerre”.

L'affermazione che la Prima Guerra Mondiale sarebbe stata “L'ultima delle Grandi Guerre” si è rivelata tanto vera quanto quella che il Titanic era “Inaffondabile”. Sebbene molte delle sue caratteristiche si fossero già viste, seppure in forma embrionale, nella guerra civile Americana, cinquanta anni prima, ha però rappresentato la transizione planetaria verso forme di guerra moderne molto più industrializzate. Sono sicuro che, nonostante il secolo che è trascorso, la maggior parte di voi abbia potuto vedere i rari filmati del conflitto con i suoi molti lasciti alla nostra attuale concezione di sicurezza e stabilità: combattimenti aerei e bombardamenti di civili; mezzi blindati, forze terrestri altamente meccanizzate; armi automatiche ad alta cadenza di fuoco, incluso il non ancora perfezionato progenitore di quello che sarebbe diventato il moderno fucile d'assalto; carri armati, incrociatori dotati di grandi cannoni; veloci mezzi meccanici per il trasporto delle truppe; sommergibili; gas venefici.

Ma qual era la voce di tutto questo?

La prima guerra mondiale si distinse anche per un'altra caratteristica, stavolta dai risvolti piuttosto favorevoli: infatti, fu il primo conflitto a scatenarsi dopo l'avvento della produzione di massa delle registrazioni fonografiche. Per la prima volta divenne possibile catturare impressioni sonore degli orrori che accadevano sui campi di battaglia. Insomma, qualcosa che catturasse istantanee in suoni simili a quelle in immagini (o brevi filmati) registrate da tutti i vari fotografi di guerra. So per certo che esiste almeno una registrazione audio, il cui intento dichiarato era esattamente questo. Il disco era intitolato “Gas Shell Bombardment”, e venne registrato nell'Ottobre del 1918 e, coerentemente con il proprio titolo, conteneva il suono dei cannoni dell'artiglieria reale di Garrison che sparavano granate al gas verso le linee tedesche. A tale scopo, William Gaisberg, ingegnere del suono della HMV, nonché fratello di Fred Gaisberg, pioniere nel campo delle registrazioni fonografiche, che circa quindici anni prima aveva sfidato i capi della HMV per mettere sotto contratto il giovane tenore Italiano Enrico Caruso, girava lungo il fronte con una rudimentale apparecchiatura di registrazione. Ma i risultati di questo lavoro non furono pronti per essere distribuiti sul mercato prima della fine del conflitto, cioè troppo tardi per promuovere l'acquisto di titoli di guerra, che era lo scopo originale. Pertanto, vennero distribuiti come una sorta di indennità per i mutilati ed i veterani di guerra, ed in questa veste rimasero disponibili in catalogo per decenni.

Personalmente, non ho mai avuto una copia originale di “Gas Shell Bombardment”, ma ne ho ascoltate alcune duplicazioni e, a mio parere, si tratta di un artefatto dal suono decisamente strano. Il sibilo delle granate, in particolar modo, è davvero caratteristico e particolare; una delle fonti descrive questo effetto come “Doppler invertito”. In ogni caso, c'è qualcosa in questo effetto che non mi ha mai convinto. Sapendo quanto fosse difficoltoso il procedimento di registrazione, quante ingegnose contromisure (fino al punto di modificare la forma degli strumenti) si prendevano per poter catturare il suono di un pianoforte o di un violino, all'interno di un piccolo studio, oppure quanto sia difficile ancora oggi ottenere suoni appena passabili all'aperto, mi domando quali artifici abbiano dovuto adottare i tecnici dell'epoca per riuscire a riprendere gli ordini gridati ai soldati, i percussori delle mitragliatrici e cose simili. Ma a quanto pare, faccio bene ad avere simili dubbi. Infatti, analisi moderne hanno dimostrato che questo disco è il prodotto di una pesante, e sorprendentemente sofisticata per l'epoca, manipolazione in studio, con suoni di ogni tipo sovrapposti a quello delle mitragliatrici, e che si disvelano se la si confronta con una ripresa diversa, scoperta successivamente, priva di altri effetti aggiunti.

Ora, mi rendo conto che si sarebbe tentati di storcere il naso di fronte alla presunta ingenuità dei nostri predecessori, che si erano bevuti una cosa del genere. Ma prima che lo facciate, considerate questo: una registrazione, se fabbricata in studio, deve essere ben fabbricata; infatti, più di uno di quelli che si presume se ne intendano, ha giurato sul suo realismo. Per esempio, in un gruppo di discussione in rete, si racconta degli sforzi fatti verso la fine del ventesimo secolo per studiare questo disco: "si trovò un testimone che prometteva bene: Il colonnello novantacinquenne Montagu Cleeve, un altro ex ufficiale di artiglieria, che ai suoi tempi aveva partecipato allo sviluppo del cannone ferro-trasportato Boche Buster, e successivamente fu un professore di musica, venne invitato ad analizzare criticamente la registrazione. E Cleeve giudicò tale registrazione autentica senza riserve. Disse, infatti, che vi poteva sentire un'inconfondibile sequenza di suoni, come il rumore della culatta, i rimbombi di una gigantesca esplosione o il caratteristico sibilo delle granate in volo sulla terra di nessuno (https://soundstudiesblog.com/2014/07/07/listening-to-traces-of-war-gas-shell-bombardment-1918/)". D'altra parte, non ho mai sentito di qualcuno che in quel periodo, quando presumibilmente i veri suoni come questi si erano indelebilmente iscritti nella memoria di migliaia di ex combattenti, dichiarasse che tale disco non fosse rappresentativo della realtà dei propri ricordi. Si potrebbe dire che, trasposto nel campo dell'audio, questo disco era più simile ad un ritratto ad olio fatto da un bravo pittore, piuttosto che ad un'istantanea fotografica.

Ma c'è di più: considerate che al giorno d'oggi siamo altrettanto ben disposti ad accettare mistificazioni sonore dello stesso tipo. Quante serate avete trascorso guardando in TV documentari sulla seconda guerra mondiale, immersi fino al midollo nel boato dei cannoni e delle micidiali bombe ad alto potenziale che distruggevano città assediate, oppure nel rombo di potenti aerei da caccia che squarciava l'aria, seguito subito dopo dal crepitio delle mitragliatrici che sparavano contro i bombardieri nemici o contro altri aerei da caccia? Avete presente il tuono assordante dei cannoni navali mentre sparavano gigantesche granate contro le navi nemiche all'orizzonte, o verso fortificazioni su spiagge dimenticate da Dio, dove poco dopo avreste visto sciami di uomini che sbarcano sotto la pioggia di fuoco delle mitragliatrici?

Dal punto di vista sonoro, questi effetti sono quasi tutti, se non tutti, dei falsi, e tutti o quasi provengono dagli studi di produzione di Hollywood, dove venivano semplicemente uniti ad autentiche immagini di repertorio.

Pensateci un attimo. Le macchine da presa per le armi erano posizionate all'interno dei velivoli, perché servivano a valutare l'efficacia delle armi stesse per migliorarle. Anche tralasciando il fatto che se si fosse posizionato il microfono all'esterno, questo sarebbe stato pressoché inutile, essendo esposto a flussi d'aria di centinaia di chilometri orari, non c'era alcuna necessità pratica di registrare il suono, e nessun progettista aeronautico sano di mente si sarebbe impelagato con la fragile, inaffidabile, pesante e costosa elettronica discreta necessaria per la registrazione dell'audio di quei tempi. All'inizio della guerra, a causa di simili controindicazioni, persino la presenza di un'apparecchiatura “vitale” come la radio non era affatto scontata. Similmente, le macchine da presa portatili usate dai fotografi di guerra o dai normali soldati, dovevano essere piccole apparecchiature interamente meccaniche, prive di elettronica e di pesanti batterie e, di conseguenza, non avevano alcuna capacità di registrare l'audio.

Ma con l'avvento del microfono, era solo questione di tempo prima che i suoni della guerra cominciassero ad apparire (o ad insinuarsi) dove non ci si aspettava che fossero, oppure dove non si voleva che fossero. E allora forza ragazzi! Infiliamoci in questa breccia aperta dall'audio!

Sei canzoni per la Democrazia

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Negli anni che precedono quello che tutti, esclusi gli abitanti della penisola iberica, considerano l'inizio della Seconda Guerra Mondiale, se ne manifestò un preludio particolarmente odioso quando i nazionalisti del Generalissimo Francisco Franco cercarono di strappare il controllo del paese ad un governo debole, ma regolarmente eletto, rappresentato da una mescolanza di combattenti di varie estrazioni, chiamati Repubblicani. La guerra civile Spagnola fu in qualche modo una guerra per procura, con la Germania e l'Italia che fornivano supporto ai nazionalisti, mentre l'Unione Sovietica, insieme ad un'aggregazione eterogenea di combattenti stranieri, conosciuta come le “Brigate Internazionali” sosteneva i Repubblicani. Tra i combattenti delle Brigate Internazionali c'erano anche dei tedeschi anti-nazisti che si opponevano al sostegno ufficiale del governo tedesco a Franco, e tra questi vi era anche Ernst Busch, un compositore e cantante di Musical di successo di quel periodo (ma anche in seguito). Grazie alla sua notorietà, registrò, insieme ai suoi compagni, una serie di canzoni che successivamente vennero pubblicate negli Stati Uniti dalla la piccola etichetta Keynote, con il titolo di “Six Songs for Democracy”.

Queste canzoni erano in realtà duplicazioni dei dischi originariamente pubblicati da un editore Europeo. Niente meno che Paul Robeson scrisse sul libretto introduttivo: “Queste sono canzoni incise sotto i bombardamenti, da uomini che si sono battuti in prima persona per i diritti umani. Il ruolo giocato dalle Brigate Internazionali nell'epica lotta per la Repubblica Spagnola è stato coraggioso ed eroico. Io ero là durante la guerra e la mia fede nell'uomo - nella sua conquista finale della libertà - è aumentata di migliaia di volte. Questo Album incoraggia tale fede. Si tratta di una cosa assolutamente necessaria. 4 Luglio 1940 Paul Robeson”. Tutto questo richiama alla mente il testo della canzone di Tom Lehrer “The Folksong Army”, che Robeson conosceva, forse ispirato in particolare dai versi seguenti: “Remember the war against Franco/That's the kind where each of belongs./They may have won all the battles/but we had all the good songs”. Notoriamente, in alcune delle stampe del disco della Keynote era riportata questa nota: “I difetti che potreste rilevare in questo disco sono dovuti alle interruzioni di corrente durante le incursioni aeree”. L'eco della guerra non potrebbe disvelarsi in un disco in modo più chiaro di così.

O forse sì? Intere generazioni di collezionisti di dischi a 78 giri hanno preso per buona questa nota, a cominciare da David Hall, che nel catalogo The Record Book (nell'edizione del 1940) scrisse: “Non è privo di interesse far notare che i difetti nella registrazione del brano 'Song of the United Front' erano dovuti alle interruzioni di corrente causate dal bombardamento di Barcellona, che era in corso in quel momento. Inutile precisare che il canto di Ernst Busch e dei suoni compagni delle Brigate Internazionali porta con sé una drammatica intensità ed ardore, e questo è uno dei dischi più straordinari che siano mai arrivati da noi (si dovette farli uscire di nascosto dalla Spagna dopo la fine della guerra civile)”.

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L'informazione è venuta alla luce solo di recente, ma mette in questione l'origine “direttamente dai campi di battaglia” di questi dischi. Si dovrebbe ricordare, infatti, che malgrado gli adesivi sulle copertine e le romantiche memorie di Robeson, il libretto che accompagnava i dischi stessi dichiarava semplicemente che le condizioni dovute alla guerra in corso ne avevano reso difficile la produzione: “Quante volte le registrazioni o la stampa sono state interrotte a causa delle bombe di Franco che si abbattevano su Barcellona o per le interruzioni di corrente!”. Inoltre, c'è la testimonianza di un libro, stranamente sui dischi per ragazzi, che riguarda il modo in cui queste registrazioni furono prodotte dalla Keynote. In pratica, erano duplicati a partire da incisioni che facevano parte di una più ampia collezione, portata di nascosto fuori dalla Spagna da un soldato Americano. Quando arrivarono alla Keynote, uno di quei dischi si danneggiò. Per duplicare il disco difettoso, il produttore della Keynote, su consiglio dei tecnici del suono della Decca, lo aveva cosparso di vaselina e lo aveva riprodotto usando una testina molto pesante. (David Bonner, Revolutionizing Children's Records: The Young People's Records and Children's Record Guild Series, 1946-1977, Lanham, Maryland: Scarecrow Press, 2008). L'unica battaglia in grado di causare difetti udibili, quindi, era quella degli ingegneri del suono contro le crepe del disco originale.

La mia esperienza personale, ahimé, si accorda con questa ricostruzione. Infatti, ho una copia di questa collezione di dischi, sebbene senza gli adesivi sull'etichetta, ed il disco in questione non mostra alcun segno di difetti che potrebbero essere causati da interruzioni di corrente dovute ad un bombardamento. È fin troppo rovinato e rumoroso di suo, per evidenziare scricchiolii rivelatori di un disco sorgente danneggiato (anche le migliori incisioni della Keynote erano oggetti rumorosi e fragili, inoltre la mia copia ha visto sicuramente giorni migliori). Tuttavia, rimane sufficientemente intelligibile per potere stabilire che non contiene rumori di esplosioni, che infatti non si sentono nemmeno in lontananza, anche utilizzando le cuffie. Inoltre, non ci sono fluttuazioni nella velocità, oppure le interruzioni nella musica che ci si aspetterebbe se mancasse improvvisamente l'alimentazione all'elettronica che controlla il bulino incisore. Devo necessariamente concludere che il libro dica la verità: le pretese interruzioni causate dalla guerra non sono più autentiche di quelle che vorrebbero i suoni contenuti nel disco "Gas Shell Bombardment", registrati direttamente al fronte. Questo dimostra che la storia delle interruzioni di corrente è qualcosa che ci viene tramandato per essere stato letto, e non ascoltato.

Quindi, se queste due registrazioni, che dichiarano espressamente di aver catturato la voce della guerra, sono state costruite in studio, quali dischi sono realmente all'altezza di una simile dichiarazione d'intenti? Io ne conosco almeno due, uno piuttosto famoso, ed un altro, per quanto ne so, che è invece una mia scoperta del tutto fortuita.

Wanda Landowska--Domenico Scarlatti: Sonata per clavicembalo K. 490 (L. 206) in RE Maggiore.

Il film Il Pianista, di Roman Polanski inizia con una scena indimenticabile: Wladislaw Szpilman continua imperterrito il suo recital mentre le granate tedesche si abbattono sullo studio radiofonico, persino mentre il tecnico del suono lo invita freneticamente ad uscire. Da quel che ho letto, si tratta di una scena leggermente romanzata. Infatti, anche se in effetti Szpilman era stato l'ultimo musicista udito alla radio Polacca prima dell'invasione, sembra che avesse finito la sua registrazione appena prima dell'attacco. Incidentalmente, per quelli interessati ad ascoltarlo, Szpilman, nella vita reale, ha registrato effettivamente dei dischi, sia classici che jazz, che la Sony ha ripubblicato pochi anni orsono. Ma ancora una volta l'arte sembra ricalcare in qualche modo la vita reale: Szpilman potrebbe anche non essersi esibito davvero sotto le bombe, ma un'altra cittadina polacca di origine ebraica lo ha fatto in circostanze del tutto simili.

La celebre Wanda Landowska, a cui più di chiunque altro si deve l'attuale risveglio dell'interesse per il clavicembalo, era impegnata in una sessione di registrazione a Parigi, proprio mentre gli invasori Tedeschi si avvicinavano alla capitale Francese. E proprio in questa registrazione se ne ha una udibilissima evidenza. Infatti, su uno dei lati del disco si possono sentire delle esplosioni in sottofondo, mentre la clavicembalista continua imperturbabile a suonare. Solitamente, queste esplosioni sono attribuite al fuoco della contraerea, anche se, per quanto ne so, sembrano più esplosioni di granate o di bombe. Quello che è certo è che questo disco è stato un classico sin dal momento in cui fu pubblicato, come parte di una serie di dischi sponsorizzata da un progetto editoriale della Scarlatti Society. Citando ancora una volta David Hall: “Nel 1940 Mme Landowska registrò oltre 20 sonate per la HMV Francese (DB11205/11), che vanno aggiunte alla superba collezione di diciannove che aveva registrato per la HMV Inglese (DB4960/5), nel 1935. Il lato del disco su cui c'è la Sonata in RE Maggiore (L. 206) contiene anche la prova spaventosamente eloquente delle condizioni di quel terribile Giugno in cui furono registrate queste sonate, e in tutto il disco si possono sentire chiaramente le esplosioni dei cannoni o delle bombe. La genialità, l'espressività e la tensione ritmica di queste esibizioni non hanno bisogno di spiegazioni”. (Registrazioni: Edizione del 1950.)

Sir Adrian Boult con l'Orchestra Sinfonica della BBC -- Gustav Holst: I Pianeti.

[Immagine di Venere]

Ed ora occupiamoci della scoperta che ho fatto. Se fate una ricerca su Google con le parole chiave “Landowska” e “anti-aircraft”, troverete subito un gran numero di riferimenti. Ma se provate “Boult Holst Planets warplane”, probabilmente troverete solo un paio di menzioni del sottoscritto nei forum di musica.

L'incontro della Landowska con i suoni dei combattimenti avvenne nella fase iniziale del conflitto bellico. Se lo si mettesse come una sorta di segnalibro audio a quel conflitto, gli unici esempi del genere a me noti risalgono invece alla fine della guerra. Nel Gennaio del 1945, l'orchestra sinfonica della BBC risiedeva lontano dalla sua solita sede: Mi riferisco alla borsa dei cereali di Bedford, presso la quale la BBC aveva trasferito circa 400 musicisti, tecnici ed altro personale nel 1941, quando dapprima Londra e poi Bristol divennero sedi troppo pericolose per i concerti pubblici o anche per le trasmissioni radiofoniche. Fu proprio a Bedford che Sir Adrian Boult, che aveva diretto la prima dei Pianeti di Holst anni prima, fece la prima di quelle che sarebbero diventate cinque registrazioni del concerto. Dando inizio a quella che sarebbe diventata una tradizione di “dimostratori di stereofonia”, i dischi ebbero unanime riconoscimento per la loro spettacolare qualità audio già subito dopo la pubblicazione, ed anche se ai giorni nostri non rappresentano più lo stato dell'arte, si difendono ancora bene. Tanto bene, in effetti, che hanno involontariamente catturato in lontananza proprio quel tipo di suoni della guerra che stavamo cercando.

In un certo senso, penso che la registrazione del primo movimento sia una sorta di testamento per la guerra che ancora infuriava; i musicisti, almeno alle mie orecchie, danno a “Marte, Portatore di Guerra” un portato di esperienza personale che gli conferisce un'espressività unica. Tuttavia, il punto dove la guerra fa la sua udibile irruzione, ironicamente, è nel secondo movimento, “Venere, Portatrice di Pace”. Subito dopo il minuto 4, se ascoltate attentamente con le cuffie, potrete sentire quello che è chiaramente un aereo da caccia in sorvolo. Il suono è piuttosto debole, ma c'è davvero. Vi interessa fare un viaggio indietro nel tempo per una trentina di secondi? Cliccate il link qui sotto; dovrebbe farvi sentire proprio la parte in questione, e vi trasporterà brevemente in un'epoca in cui il rumore di una aereo da guerra sulla propria testa non era altro che un ordinario rumore di sottofondo.

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