Prodotto: ERaudio Space Harmonisers
Produttore: ERaudio - Russia
Distributore nel Regno Unito: RPM Audio
Prezzi nel Regno Unito:
Per il supporto per apparecchiature Space Harmoniser (medio) è £149.00
(180 euro fuori del Regno Unito);
Per i supporti larghi (per diffusori) il prezzo (una coppia) è £265.00
(250 euro fuori del Regno Unito)
I coni di isolamento in acciaio ERaudio (un set di quattro) costano £29.00
Dimensioni: medio 290mm x 470mm x 29mm sostiene 30 kg
largo 380mm x 610mm x 35mm sostiene 50kg
Recensore: Mark Wheeler - TNT UK
Data della recensione: Ottobre 2005
Traduzione: Leandro Lioce
Nella prima parte (andate a leggerla, so che lo volete fare) ho descritto come gli Space Harmonisers della ERaudio siano un concetto differente nel campo delle piattaforme di supporto audio. Gli Space Harmonisers della ERaudio non sono piattaforme di supporto audio convenzionali che, tipicamente, tentano di smorzare le vibrazioni o isolare le apparecchiature tramite dispositivi o materiali che non sembrerebbero fuori luogo nell'alchimia medioevale o in farmacia. Gli Space Harmonisers hanno molte differenti pretese che non sanno delle solite schiocchezze come intrugli miracolosi o polvere fatata (grazie a Thorsten per l'ultima frase), ma, in maniera egualmente enigmatica, non tentano di spiegare come funzionano.
Mi sento sotto pressione nello scrivere una recensione che giunge a conclusioni nette come "giusto" contro "sbagliato" o "buono" contro "cattivo", uno che dice o "questo è splendido e il migliore, farà suonare il tuo impianto hifi (omissis) o "questo è spazzatura e non vale il prezzo" (omissis). Nessuna di queste è vera, e voi noterete le allusioni esclusivamente maschili perché l'esperienza musicale sesso-orientata è, quì, rilevante. Il pensiero lineare dominato dall'emisfero sinistro potrebbe, automaticamente, respingere l'aspettativa di effetti puramente soggettivi nel sistema audio, e questa modalità di pensiero è, spesso, caratterizzata come maschile. La sostanza dell'emisfero destro, dove è localizzato l'intuito e l'irritabilità, potrebbe accettare questi concetti specialmente quando incoraggiano il reame esoterico e non materiale dei fenomeni, indipendente dalla precisione o misurazione, che è spesso descritta come una risposta femminile. Avendo detto questo, la maggior parte delle donne sono troppo sensibili per prendere in considerazione l'idea di spendere così tanto denaro per alcune tavole, per rendere l'alta fedeltà più musicale.
Gli Space Harmonisers non controllano le risonanze convertendo l'energia vibrazionale in calore, come la maggior parte dei prodotti "smorzanti". Né sostengono di isolare l'apparecchio audio dalle vibrazioni tramite sacche di aria, solide molle o ganci da sospensione. Gli Space Harmonisers non fanno tali dichiarazioni. ERaudio non promette, neanche, magici fenomeni tramite copiosa applicazione di polvere magica. Allora che cosa fanno per giustificare i 180-250 euro per delle semplici mensole di cedro? ERaudio, saggiamente, dà poche spiegazioni o giustificazioni per ciò che gli Space Harmonisers si presume facciano al vostro sistema e non dice niente riguardo ai fenomeni fisici coinvolti.
La loro vaghezza potrebbe anche significare che sia tutto un inganno o che, forse, neanche loro, realmente, sappiano come funzionino. Valery Pankov, Presidente di ERaudio, ha coniato la frase"Riproduzione della Risonanza" per descrivere l'effetto e il principio. Questo è un anatema verso tutti i principi di accuratezza e di fedeltà al segnale originale che hanno alimentato il progresso di gran parte di questo hobby per oltre 60 anni. All'opposto abbiamo una storia trentennale di tensione tra vie divergenti soggettive ed oggettive, che rivendicano, entrambe, di condurre al progresso.
Ho descritto come siano fatti e come appaiano nella prima parte , e perfino come sono nati. La dichiarazione di Valery che gli Space Harmonisers "aumentano il coinvolgimento nel processo di ascolto" implica meccanismi psicoacustici in azione, piuttosto che puramente meccanici, ossia le caratteristiche di vibrazione nel solido o in aria. I fenomeni psicoacustici sono, semplicemente, la relazione tra le proprietà fisiche dei suoni ricevuti attraverso i nostri corpi (non solo le nostre orecchie) e i processi neurologici coinvolti nella conversione di quei segnali audio in un esperienza a cui attribuire un significato. Ciò comporta la conversione del suono in segnali elettrici nel nostro sistema nervoso, che sono poi elaborati dal nostro cervello. Il percorso che dalla proprietà fisica di compressione e rarefazione delle molecole d'aria conduce alla osservazione di un violino che suona (o un ramoscello che si rompe dietro di noi in una foresta oscura) è lungo e complicato e si realizza in microsecondi, comportando l'utilizzo di una miriade di informazioni nel nostro sistema nervoso e confrontandole con altre informazioni provenienti dall'esterno (come la visione) e le esperienze memorizzate. E pensi che ascoltare musica sia facile?
L'idea che una piattaforma possa "redistribuire" l'enfasi su specifiche frequenze che sono in elaborazione (in qualsiasi modalità elettrica, elettronica od elettromeccanica) dal componente che regge, sarebbe ridicola se non fosse per le ovvie differenze tonali tra chitarre elettriche con identiche pickups, o anche due dello stesso modello con differenti materiali del corpo. Molti produttori di elettroniche, del tutto sani di mente, compiono un grosso sforzo per minimizzare gli effetti delle vibrazioni nei componenti elettronici, siano essi di alta fedeltà o sistemi di controllo industriale o apparecchiature di misurazione o qualsiasi altra cosa. Partendo da questa ipotesi, il supporto audio, invece di essere progettato semplicemente per minimizzare gli effetti delle vibrazioni, potrebbe essere creato, specificamente, per avere effetto sulle frequenze in una serie armonica piuttosto che numerica. Presupponendo, per un momento, nell'interesse dell'argomento, che questo sia possibile, la domanda è se questo sia desiderabile. Molto è realizzabile nei regni della scienza e dell'ingegneria, ma non tutto è desiderabile.
Valery Pankov sottolinea che l'azione di queste piattaforme si svolge sia in relazione alla percezione acustica umana, quanto a qualsiasi altra cosa. Metterei in discussione se, effettivamente, ci siano "frequenze che influiscono positivamente sull'udito umano e ... quelle, invece, percepite negativamente" e sospetto che sia la relazione tra combinazioni di frequenze che determina se siano percepite come positive o negative. L'analogia di Valery con le casse armoniche del violino è più palesante degli effetti in termini di relazioni armoniche, che qualsiasi gruppo specifico di buone e cattive frequenze. Gli appassionati dell'alta fedeltà sono stati allevati nella convinzione che un sistema audio debba trattare ogni frequenza con imparzialità se deve avere pretese di alta fedeltà e, intanto, quì vi è un prodotto audio che afferma l'opposto.
ERaudio afferma che gli effetti degli Space Harmonisers sono ritenuti essere cumulativi, che i diffusori debbano essere trattati per primi, poi le sorgenti ed, infine, le amplificazioni. Ritengono che il trattamento della sorgente sarà più evidente dopo che i diffusori sono stati trattati per primi, e, ancora una volta, ciò sfida il comune e moderno buon senso audio. Sin dagli ultimi anni '70 i motti sono stati 2: il "front end per primo" (source-first) e "robaccia che entra, robaccia che esce" (garbage in-garbage out). L'idea che il diffusore possa fare qualcosa in più che convertire il più possibile il segnale elettrico in suono, aggiungendo o sottraendo il meno possibile nel processo, è diventata il pensiero dominante.. Lo Space Harmoniser è un prodotto che dichiara di incominciare con il campo sonoro e con un lavoro a ritroso. Un'altra eresia per la comunità audio. Valery Pankov o è uno stupido nello sfidare queste dottrine o è certo che possa diventare l'autore di un cambiamento epocale.
Sento risultati molto chiari, come ho descritto nella prima parte, alcuni
di questi risultati mi piacciono, altri no. Il recensore di enjoythemnusic.com non
può aver letto le istruzioni e, quindi, ha percepito una differenza molto
piccola. Se avesse posizionato i nipple di gomma alla sommità del tavolino
porta-elettroniche, avrebbe potuto percepire una piccola differenza, ma se
avesse messo i coni d'acciaio con le punte rivolte verso l'alto sulla tavola,
il più vicino possibile agli angoli (definiti come "angles" nelle
istruzioni-da quì la confusione), potrebbe aver sentito qualcosa, buona
o cattiva. Ho anche provato la configurazione punte nella gomma, per curiosità,
ma non ho sentito niente in questa modalità, per cui non lo fate.
Sono rimasto sorpreso di quanto menzionato prima per cui ho richiesto due
piattaforme più piccole per ulteriori esperimenti e sono molto contento
di averlo fatto. Non trovo i risultati del tutto addizionali, come descritto
da Valery. Ritengo che la natura di ogni cambiamento sia simile in alcuni dettagli
su ogni componente testato, ma quasi troppo simili per poterli distinguere
quando vi è lo scambio tra i componenti. Le due piattaforme extra piccole
mi hanno permesso di provare l'effetto cumulativo sotto tutti i componenti
a portata di mano, inclusi pre e finali separati, alimentatori esterni, sorgenti
e diffusori. Poiché gli Space Harmonisers si allontanano così tanto
dalle tendenze prevalenti, è compito di una rivista esplorare tutte le
possibilità, in uno spirito di ricerca, piuttosto che fare un'altra recensione
di un prodotto, per me, troppo commerciale.
Come suggerito, ho cominciato con il provare gli Space Harmonisers solamente sotto i diffusori. Dopo un esperimento senza successo con gli Space Harmonisers sotto delle Rogers Studio 1a, dal suono pieno (e un'esperienza simile sotto pesanti stands a colonna supportanti mini monitors), ho aspettato finché non sono stati disponibili dei diffusori da pavimento. Gli JMR Arpeggione in recensione a Novembre scorso, hanno dimostrato di essere il candidato ideale per questo trattamento, avendo una piccola superficie d'appoggio e una risposta tipica di un fattore Q molto basso. Le punte devono essere rimosse dai diffusori e la loro superficie inferiore posta sulle piattaforme. La rimozione delle punte è facile, ma gli inserti introdotti sono posti leggermente al di sopra della superficie inferiore, rendendo, così, il contatto con la superficie in legno impossibile. Ho provato entrambe le misure degli Space Harmoniser in questa collocazione, sia con e sia senza i coni in acciaio.
La scoperta più ovvia con entrambe le misure della piattaforma e con ogni posizionamento dei diffusori, è che gli Space Harmonisers dovrebbero essere usati soltanto sotto i diffusori con i quattro coni in acciaio agli angoli. Senza i coni (con le piattaforme supportate dai loro nipple in gomma all'interno della struttura) la musica perde tutto il senso del tempo, Il ritmo è, sostanzialmente, rallentato e il suono diventa confuso ed incoerente. Da questo punto in avanti tutti i commenti si applicano agli Space Harmonisers sui coni in acciaio, ma questi ultimi devono essere nella posizione corretta; non sotto i nipple in gomma e quanto più vicini agli angoli della tavola. L'effetto dei coni in acciaio sotto i nipple in gomma è trascurabile comparato a quello delle punte dei coni negli angoli dovunque testate.
Le piattaforme più piccole sono più adatte nelle dimensioni al piano d'appoggio delle Arpeggione e suonano meglio di quelle più grandi in questa collocazione. Rispetto al posizionamento delle punte direttamente sul pavimento, vi è un vantaggio in diversi campi. Stranamente il suono sembra più forte, proprio come con l'amplificatore "da allenamento" per il basso elettrico che ho usato nella prima parte. Il soundstage guadagna più profondità, le voci diventano più naturali e il carattere dei differenti strumenti è messo in primo piano (per es. il basso Fender o Alembic, il moderno Steinway o il più vecchio e maturo Broadwood); i tamburi con pelle di cuoio e gli strumenti a corda diventano più chiari, ma ci sono anche difetti o carenze. Il basso diventa più frenato ma anche più esile (il contrario dell'esperienza con le Rogers nella prima parte) e il dettaglio delle alte frequenze (il suono che produce il battito delle bacchette sui cimbali ad esempio) diventa molto arretrato. La prova con diffusori con base più ampia ed area simile alle piattaforme piccole, produce risultati simili.
Ero curioso di sapere se la consapevolezza che parti del mio sistema hifi stavano poggiando, effettivamente, sulle casse armoniche del violino aumentava la mia aspettativa dei fenomeni. Così verificai se ci fosse un qualche effetto su una coppia di persone senza alcuna conoscenza o interesse per la musica e l'hifi. Furono concordi solo una volta quando domandai se la musica era cambiata, cioè che la musica era lievemente più forte con le piattaforme sotto i diffusori. Sono sicuro che questo non è ciò che Valery intende quando dice che "gli Space Harmoniser portano la riproduzione sonora dell'intero sistema ad un nuovo livello"!
La configurazione ottimale degli harmonisers sotto i diffusori ebbe i seguenti
effetti, utilizzando le mie notazioni +3~0~-3:
Profondità dei bassi-1
Accordo/altezza dei bassi +1
Peso dei bassi -2
Fermezza dei bassi +2
Naturalezza delle voci +1
Corporeità delle voci +1
Trasparenza dei medi -1
Trasparenza degli alti -2
Aumentata altezza del soundstage +1
Voci più prominenti nell'insieme dei suoni e nella posizione del sounstage
molta più ambienza +2 o +3
Microdinamica +1
Macrodinamica +1 o +2
Il sistema di votazione è basato su parametri soggettivi abbastanza convenzionali,
ma questi non sono prodotti convenzionali. Sono solito non divulgare i punteggi
che uso come aiuto per la memoria, ma le ovvie contraddizioni nel mio foglio
di valutazione sarebbero difficili da descrivere. Non c'erano differenze ovvie
tra i 12 parametri, incluse quelle di PRaT né il fattore "brivido" (la capacità della performance
musicale di sollevare i capelli dal collo). A questo punto dell'esercitazione,
con le piattaforme più piccole sotto i diffusori JMR, è opportuno
muoversi nel sistema usando la guida della ERaudio, cominciando con i lettori
CD. Mi piacerebbe provarli sotto i giradischi ma le dimensioni non si adattano
ad alcuna struttura di supporto o giradischi che avevo a disposizione. Dopo
varie prove, deduco che le piattaforme devono essere usate con i coni. Senza
i coni, il ritmo è, di nuovo, pesantemente compromesso ed il basso diventa
debordante, caldo e scarsamente definito sia con i coni e sia senza Space Harmoniser.
Ulteriori esperimenti dimostrano la configurazione ottimale degli Space Harmoniser:
lettore CD direttamente sullo SpaceHarmoniser
SpaceHarmoniser su 4 coni d'acciaio ERaudio
coni d'acciaio su piattaforma rigida a bassa massa (un obsoleto prototipo di
Mark Orr del 1988 per il Concordant di Doug Dunlop) su tre punte e 2 BrightStar
Isonodes su un'intelaiatura di supporto in acciaio
intelaiatura di supporto su isolanti Polychrystal (misura standard)
Ogni genere di vetro è assolutamente controindicato con lo Space Harmoniser, non usatelo! Alla stessa maniera lo Space Harmoniser non va bene con i suoi coni in acciaio direttamente sull'intelaiatura di supporto in acciaio. Superficialmente questo sembra un set-up molto complicato, ma non meno che l'assemblamento delle mensole Mana o altri sistemi di isolamento da montare in stadi succesivi. Allo scopo di valutare il solo contributo dello Space Harmoniser, l'ambiente doveva essere ottimizzato quanto meglio possibile per le vibrazioni, e la situazione di confronto (per es. senza piattaforma ERaudio) doveva essere altrettanto buona.
Nella configurazione ottimale lo Shanling CDT100c (con il buffer di uscita a valvole nel circuito) è sottoposto a netti cambiamenti nella presentazione musicale e nella qualità del suono. Sia le voci maschili che femminili, sembrano suonare più naturali, più umane, più corporee. Le caratteristiche dell'individuo nei duetti e nei cori sono più chiaramente differenziate e, nello stesso modo, le caratteristiche individuali di particolari strumenti risaltano più chiaramente. Il soundstage, talvolta, sembra essere in uno spazio pù definito e c'è una minore tendenza per i soundstage di alcune registrazioni multitraccia di collassare nei diffusori.
Con alcune registrazioni multitraccia dal vivo, diventa più facile separare
il rumore del pubblico dagli esecutori; Waiting for Columbus dei Little Feat
(Warner 8122-78274-2), di solito, si presenta come se il pubblico sia dietro
gli esecutori, ma con l'intero sistema sugli Space Harmonisers, i suoni del
pubblico si dissolvevano, mentre gli esecutori diventavano più saldamente
delineati nella posizione. Live at the Filmore East di Hendrix (Experience
Hendrix/MCA mcd-11931) non ha mai suonato in maniera più accessibile.
Sfortunatamente questi vantaggi non si realizzano senza svantaggi, che si sono
manifestati, differentemente, con ogni tipo di musica. Le registrazioni dal
vivo che hanno, già, un'eccellente presentazione acustica con uno spazio
acustico ben distinto e ben registrato (qualsiasi cosa registrata da David
Chesky, per esempio) perdono questo senso dell'acustica, che si dissolve come
il rumore del pubblico nella registrazione di Little Feat. E' come se gli SpaceHarmonisers
agissero in maniera aspecifica sui particolari sonori.
Gli ottoni dal suono stridulo mantengono o anche guadagnano forza senza diventare
affaticanti, ma i tamburi con i microfoni molto vicini e i cimbali sembrano
essere affievoliti ed imprecisi nel tempo. La complessa interazione del ritmo
tra le differenti percussioni del latin o del jazz, perde, talvolta, la sua
focalizzazione. E' molto difficile da descrivere, non c'è un errore o
un difetto evidente, solamente una lieve perdita di interesse. Questo effetto
nelle percussioni, contrasta in maniera evidente con il carattere esagerato
degli strumenti a percussione con gli SpaceHarmonisers. Sembra più facile
indovinare se un snare-drum ha un involucro in acciaio inossidabile invece
che in legno. Forse l'abilità dell'ERaudio nel fabbricare strumenti musicali,
li rende particolarmente sensibili a questo aspetto della performance audio
e perciò la rende una priorità predominante.
Poiché questa è un'esperienza audio così inusuale, è molto difficile tracciare una qualunque analogia con qualsiasi esperienza che possa essere familiare al lettore. Quei lettori che hanno suonato con i compressori e gli espansori in studio, potrebbero essere avantaggiati, insieme agli entusiasti dell'hifi con buona memoria. Alcuni lettori potranno ricordare il range dei companders DBX (compressori-espansori), destinati al mercato audio domestico verso la fine degli anni 70 ed i primi anni 80. Immaginate di regolare un compander in modalità di modesta espansione (meno di 1.4:1) e di farci suonare attraverso un mix finale. E' molto diverso dal suono di un singolo strumento poiché l'espansione influenzerà l'estensione di ogni strumento differentemente, in funzione dello spettro di frequenza ad ogni dato momento e quanto in modo prominente è stato posto nel mix. Ricordo che questi dispositivi producevano un midrange che era più in evidenza rispetto al basso. I medio-alti e gli alti, spesso, suonavano come se il livello globale fosse più alto, piuttosto che espandere, solamente, le dinamiche; come se un'equalizzazione aggiuntiva fosse presente nell'elaborazione. L'analogia più stretta che posso evocare per gli ERaudio SpaceHarmonisers, nonostante siano dispositivi passivi che operano nell'ambito meccanico piuttosto che in quello elettrico, è quella con i companders DBX, e i loro moderni fratelli da studio, proprio al di sotto del selettivo effetto di frequenza.
Ancora più vicino all'esperienza musicale, ma ancora più oscuro, era il "peak-unlimiter", suppongo introdotto sul mercato anche dalla DBX. Il limitatore di picco sarà un dispositivo familiare agli operatori p.a. e ai complessi musicali in concerto come i compressori e il cross-over attivo. Lavora come un compressore ma agisce solamente ad un livello superiore a quello di soglia preselezionato dall'ingegnere. E' un dispositivo molto maneggevole per preservare i tweeters negli eventi musicali, come pure per garantire che il livello di picco sonoro nella sala non superi i valori previsti per legge. The peak-unlimiter era un dispositivo presente per breve tempo sul mercato audio domestico con la promessa che avrebbe dato via libera al pieno impatto dei transienti che erano stati repressi dal peak-limiter, che si mormora essere, spesso, brutalmente impiegato nel trasferimento di registrazioni in vinile su nastro laccato o su registrazioni in sovraccarico su nastro a bassa velocità. Era un espediente che prometteva molto, in teoria, ma, successivamente, funzionò solo su poche registrazioni, ma, quando lo fece, fu davvero una rivelazione. Certamente regalò, ad alcuni di noi, ore di divertimento. La sua attinenza con ciò di cui stiamo parlando è che funziona bene su alcune registrazioni, ma degrada il suono di altre. L'ERaudio SpaceHarmoniser è meno delineato nel suo variabile effetto, ma i suoi risultati non sono, soltanto, mescolati, ma imprevedibilmente mescolati. Anche al suo livello più basso, il suono non diventava mai sgradevole e mi piaceva l'effetto quando era al suo massimo livello. E' una questione di gusti.
L'ERaudio SpaceHarmoniser presenta un mix, egualmente diverso, di aspetti buoni e meno buoni. Queste piattaforme enfatizzano alcuni aspetti della dinamica, ma, a differenza dei loro antenati elettrici, lo fanno in maniera equilibrata. Questa è sia la loro forza più grande che il loro tallone d'Achille. Funzionano alla stessa maniera con ogni registrazione, gran vantaggio con le registrazioni di livello inferiore, dove lo Space Harmoniser sembra estrarre le migliori pepite della performance, ma le registrazioni veramente di gran livello non risaltano più di tanto e sembrano avere le loro speciali qualità quasi attenuate.
Un'altra analogia sarebbe il passaggio tra il cd red-book e i vari prodotti con upsampling disponibili. La mia esperienza è che alcune registrazioni beneficiano dell'upsampling, guadagnando un soundstage più profondo e alti più gradevoli, ma, alla stessa maniera, è come se stessero perdendosi qualcosa del suono. Gli effetti sono, spesso, lievi, ma sempre imprevedibili. L'unico effetto prevedibile è che le buone registrazioni dal vivo su un buon cd, raramente traggono beneficio dall'upsampling, ma tali registrazioni sono molto rare. Più della metà dei cd che ho provato con lo Shanling sullo Space Harmoniser miglioravano in alcune modalità impercettibili, e solamente pochi soffrivano, in maniera evidente, del contrasto. I due CD player a stato solido non ne beneficiavano o addirittura ne soffrivano molto spesso.
Il trattamento per l'intero sistema è stato provato in varie configurazioni. Sono giunto alla conclusione, dopo molti cambi e combinazioni, che gli Space Harmoniser non producevano un effetto che mi soddisfaceva, posti sotto i diffusori. Tutte le migliori combinazioni erano raggiunte con i diffusori montati nella loro configurazione convenzionale ed ottimale sul mio solido pavimento di calcestruzzo. L'attrezzatura a transistor non ne beneficiava a sufficienza da giustificare la spesa, per lo più vi era un effetto molto ridotto. L'attrezzatura a valvole, siano essi pre, amplificatori, o, anche, ampli per chitarra erano tutti notevolmente modificati dalla semplice aggiunta di una piattaforma (confrontata con un già buon isolamento). L'effetto, con l'amplificazione a valvole, vale il prezzo in termini high-end. Il cambio, con i cd players, è positivo con qualche svantaggio, ma spesso positivo, per la maggior parte del tempo, con molti cd, e sicuramente meritevole con lo Shanling.
Qualunque sia la vostra esperienza con gli ERaudio Space Harmoniser nel vostro sistema, il range delle dimensioni ha bisogno di essere ampliato per essere accessibile al più ampio range di combinazioni dei componenti audio. L'86% di tasso di scarto delle tavolette accordate, può non essere un buon affare, forse potrebbero tagliare un po' quelle tavolette finché possano essere usate. Vi devono essere dei modi per incrementare il range delle dimensioni, che potrebbe avere l'ulteriore beneficio di utilizzare tavolette altrimenti scartate, la qual cosa ridurrebbe, successivamente, il costo unitario e renderebbe il range più abbordabile, in termini di prezzi, e, perciò, più ampiamente commercializzabile.
La determinazione del prezzo sembra, anche, un po' misteriosa. Il distributore
inglese Audio Synergy afferma che può fornire solamente lo Space Harmoniser
più largo in coppia. Il loro prezzo per coppia rende il loro costo unitario,
solamente nel Regno Unito, più basso di quello delle piattaforme più piccole.
Indicano, anche, 29 sterline per un set di quattro coni d'acciaio, separatamente.
Ora il distributore inglese è cambiato: RPM Audio.
I coni in acciaio sono ben rifiniti e forniti nell'imballaggio meglio progettato
che abbia mai visto per un prodotto audio. Solo due piccoli pezzi di carta
forniscono un'eccellente protezione e trasformano le sgraziate forme a cono
in un contenitore a forma di cubo ben definito ed facile da conservare. Non
c'è plastica (prodotto dal petrolio o chimico), né una scomoda confezione
a blister e quello scarso materiale utilizzato può essere riciclato facilmente.
Tutti i prodotti da testare sono arrivati ben imballati in un sacco postale
con antiquati sigilli di cera che rendono l'esperienza dello scartare quasi
un'avventura.
Conclusione
Gli ERaudio SpaceHarmonisers arrivano sulla scena hi-fi supportati da dichiarazioni abbastanza oneste. Valery Pankov scrive di loro come "Riproduttori di Risonanza" che mi è sembrata come una sincera spiegazione del fatto che aggiungono il proprio carattere al suono. Questo è un onesto ed innovativo cambiamento rispetto alla folle pseudoscienza che arriva con tanti prodotti "upgradanti", tipo pozioni miracolose, nella storia dell'hi-fi, inclusi fluidi speciali, rivestimenti, pietre magiche, cavi annodati etc. Il dibattito filosofico che deriva dall'onestà di Valery Pankov è un gradito venticello nell'audio attuale, anche se carico di difficoltà per un recensore.
Trovo difficile credere all'ampiezza dell'effetto che una piattaforma può avere, oltre l'usuale smorzamento della vibrazione o il criterio dell'isolamento.
All'ERaudio sono sfrontati nel vendere i coni d'acciaio come un prodotto separato quando non si può dire che funzionino con successo senza di loro. Il range delle dimensioni è molto limitato, data la diversità delle dimensioni dell'hardware e dei rack nel mercato dell'high-end. Questi sono prodotti costosi ed interesseranno, solamente, ad acquirenti high-end, così questa faccenda ha veramente bisogno di essere presa in considerazione da ERaudio per influenzare il mercato in maniera significativa.
I diffusori cambiano selvaggiamente nel loro incontro con queste piattaforme. Allo stato attuale, posso ottenere un risultato differente da alcuni diffusori futuri, non li terrò sotto i diffusori nel mio sistema. Gli effetti sono pieni di difetti con diffusori dal buon progetto; gli SpaceHarmonisers alteravano il bilanciamento delle frequenze ed esageravano alcuni aspetti della performance. Sono molto sorpreso dall'ampiezza della trasformazione apportata da qualcosa di così semplice come una piattaforma sotto ogni diffusore, ma il cambiamento era eccessivo e troppo lontano dalla precisione per i miei gusti. Sarebbe interessante se la ERaudio costruisse, anche, diffusori che incorporino gli SpaceHarmonisers nel loro progetto, così che l'effetto potrebbe essere più bilanciato da altri parametri del progetto.
Gli SpaceHarmonisers, di sicuro, si adattano ad un'apparecchiatura basata sulle valvole e non è una sorpresa che gli unici altri prodotti dell'ERaudio siano amplificatori a valvole. I lettori CD sembrano, anche, funzionare su di loro, sebbene l'effetto non sia stato ampio sui due modelli a stato solido provati, e ci sarebbero altri tweaks dal miglior rapporto costo/beneficio su questi due modelli. Lo Shanling CDT100c, con il suo stato di uscita a tubi, è stato un gran abbinamento e non aveva mai suonato così bene come con lo Space Harmoniser, nel setup descritto sopra. Lascerei, ora, il mio Shanling CDT100c permanentemente su uno SpaceHarmoniser su coni d'acciaio. Mi diverte l'effetto. Il mio Rotel RCD965BX Discrete è un'altra faccenda. E' chiaramente meno preciso sullo SpaceHarmoniser in una modalità che ha tanti vantaggi quanti svantaggi. La maggior parte delle elettroniche sono microfoniche, in una certa misura (da ciò l'attenzione al controllo delle vibrazioni di tanti produttori audio) e le valvole sono, ovviamente, più microfoniche ma ero frustato perché non riuscivo a comprendere il motivo di tale differente effetto con queste piattaforme. Sarebbe mio desiderio poter offrire, quì, una spiegazione del meccanismo di funzionamento, sia elettro-meccanico che psico-acustico, ma, tutto ciò che posseggo, sono ipotesi sperimentali. Gli amplificatori viaggiano alla stessa maniera. Il mio più piccolo triodo single-ended, fatto in casa, con alimentatore esterno, ora giace permanentemente su uno SpaceHarmoniser, dove le forze del piccolo amplificatore sembrano risplendere mentre le sue debolezze non ne sono influenzate. L'assemblato SET300B (kit Sonic Frontiers) non funzionava durante il periodo della recensione, ma sarà provato su queste piattaforme non appena riparato. Una selezione di finali e preamplificatori a stato solido ne era solo lievemente influenzata. Che siano desiderabili adeguati al costo/beneficio è un punto irrilevante che dipende, interamente, dal gusto.
Gli ERaudio SpaceHarmonisers sono un prodotto destinato a suscitare polemica nel mondo audio. Per qualcuno, l'idea che una piattaforma possa avere questo genere di effetti sarà un'eresia. Per alcuni queste piattaforme saranno una semplice colorazione. Per alcuni saranno un grosso passo di avvicinamento al Nirvana dell'audio. Spero che l'ERaudio sia capace di creare una rete di distributori-rivenditori sufficiente ad offrire persone che effettuino dimostrazioni in prestito, poiché si caratterizzano troppo facilmente per essere offerti su una base di vendita e reso. Gli SpaceHarmonisers sono troppo particolari per offrire una raccomandazione inequivocabile ed universale. Se questa recensione sembra troppo ambigua o, anche, ambivalente, allora avrete capito ciò che sto provando a comunicare.
Nello studio il compito è ottenere il suono più desiderabile, su nastro e i cataloghi sono pieni di musica che, presumibilmente, aiuta gli apparecchi a raggiungere questo scopo. A casa lo scopo primario è quello di riprodurre quanto più accuratamente possibile i contenuti del nastro (attraverso il CD, nastro o vinile); essendo la definizione di accuratezza, per gli oggettivisti, basata sulla misurazione, per i soggettivisti basata sull'esperienza uditiva. Qui abbiamo un range di prodotti che non dichiarano di migliorare la precisione, ma il piacere d'ascolto. Ci fu un momento, non molto tempo fa, in cui avrei detto che questo li rende irrilevanti, per l'hi-fi, nella mia casa. I miei Masters di ricerca post-laurea furono tutti incentrati sulle lievi sfumature dell'esperienza artistica e sui loro effetti sul nostro stato emozionale (attraverso, per esempio, il sistema nervoso autonomo) e, ora, mi scopro ad interrogarmi su gran parte della saggezza ricevuta, in egual misura, dagli oggettivisti e soggettivisti. Se mai mi troverò coinvolto, nuovamente, in una seduta di registrazione, proverò, ogni volta, gli Space Harmonisers sotto la strumentazione di amplificazione.
Gli ERaudio SpaceHarmonisers hanno un effetto molto particolare. Non sono capace di dire se tale effetto sia una cosa buona o cattiva perché è talmente dipendente dalla filosofia del sistema e dal gusto. Se desiderate incrementare il piacere musicale del vostro sistema HiFi, indipendentemente da considerazioni di oggettività ed accuratezza, dovreste provare gli Space Harmonisers. Potreste non gradire l'effetto o essere, proprio, ciò che desideri. Questi dispositivi riducono l'accuratezza ma possono incrementare il piacere, come il vino. Due bicchieri di Barolo, prima di una serata a teatro, non aumenteranno la tua capacità di comprensione delle complesse trame, ma, di solito, renderanno l'intera serata più gradevole. Se avete valvole nel vostro sistema, provate in prestito alcune di queste piattaforme per sperimentare e decidere se piace ciò che si ascolta oppure no.
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