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L'uscita digitale
ovvero: è meglio un lettore CD integrato o una coppia meccanica + DAC?
Se possedete un lettore CD sufficientemente ricco di dotazioni avrete certamente notato sul retro, oltre a due comuni RCA d'uscita, una o due misteriose prese marcate digital out.
Se il lettore è di livello economico presumibilmente sarà dotato di una strana uscita a volte chiamata optical ovvero più comunemente nota come uscita digitale ottica. Spesso questa è affiancata da una uscita denominata coaxial ovvero quella che normalmente viene chiamata uscita digitale coassiale
Ora che le avete individuate, imparerete a cosa servono.
Se il vostro lettore non possiede alcuna di queste due uscite, ma una sola coppia standard di uscite analogiche RCA standard (quelle che collegate all'amplificatore, per capirci) niente panico! Il vostro lettore CD funzionerà comunque benissimo e l'assenza di uscite digitali non è di per sè indice di apparecchio di bassa qualità.
Ora che abbiamo capito di cosa parleremo in quest'articolo, vediamo di fare un piccolo passo indietro, giusto per chiarire come mai i costruttori di HiFi hanno deciso di complicare la vita agli audiofili :-)
Uscita digitale...cioè?
Un lettore CD legge i dati digitali (cioè una sequenza di 0 ed 1) dal dischetto CD e successivamente li invia ad un circuito interno, chiamato convertitore o DAC (Digital Analog Converter) che si preoccupa di convertire tale sequenza binaria in segnale analogico pronto per essere amplificato dall'amplificatore esterno e quindi ascoltato attraverso le casse.
Tutti i lettori CD funzionano con questo schema: una sezione meccanica che fa ruotare i dischetti e li legge grazie ad un laser, rilevandone l'informazione incisa in termini di 0 e 1 e poi una sezione elettronica successiva che elabora e CONVERTE tale sequenza in analogico.
Quello che dovete fare è quindi collegare le due uscite destra e sinistra al vostro amplificatore per godervi al vostra Musica preferita.
Facile. Ma ecco che scorgete questa uscita denominata digital out e cominciate a rodervi il cervello, cercando di capire a cosa mai potrà servire.
Il processo di convertire il segnale da digitale in analogico, svolto dal circuito interno citato sopra, è piuttosto delicato e complicato. Per questo motivo alcuni costruttori hanno cominciato a progettare tali sezioni di conversione (DAC) come apparecchi a sè stanti, chiamati comunemente convertitori separati o DAC separati.
Tali apparecchi, normalmente più sofisticati dei corrispettivi circuiti interni ai lettori CD, sono in grado di convertire il segnale in modo migliore e più preciso, essendo dotati di processori più raffinati e di stadi d'uscita con componentistica più pregiata. Per poter funzionare hanno dunque bisogno di ricevere un segnale digitale cioè una sequenza di 0 e 1, direttamente da un lettore CD. Ed ecco che entra in gioco l'uscita digitale!!!
In pratica attraverso di essa passa la sequenza digitale dei dati appena estratti dal dischetto CD, pronti per essere convertiti...esternamente. In questo modo, sostanzialmente, si salta la conversione interna al vostro lettore CD e lo si utilizza come pura e semplice meccanica di lettura dei dischetti, nella speranza che la conversione effettuata dal vostro DAC esterno sia di qualità superiore a quella "di serie" interna al lettore CD stesso.
Ottica o coassiale elettrica?
Nell'uscita ottica, riconoscibile perchè non ci potete collegare alcun cavetto tradizionale se non uno speciale connettore a fibra ottica, il segnale digitale esce come impulso luminoso e come tale viene trasmesso fino al convertitore esterno, dove viene riconvertito in segnale elettrico.
In sostanza, tramite questo tipo di collegamento, il segnale digitale, originariamente elettrico, viene convertito in luminoso, spedito attraverso il cavo a fibra ottica e riconvertito nuovamente in elettrico.
I vantaggi della trasmissione con cavo in fibra ottica sono sostanzialmente (semplificando molto) due: il segnale luminoso è meno sensibile a disturbi elettromagnetici e la perdite lungo il tragitto sono minime.
L'uscita digitale coassiale invece è del tipo elettrico, quindi il segnale viaggia all'interno di un cavo elettrico coassiale (a 75 Ohm, tipo quello dell'antenna TV, per capirci) e non subisce trasformazioni di sorta. Arriva al convertitore già pronto per essere...convertito :-)
Il vantaggio consiste proprio nel fatto che il segnale digitale non viene trasformato in alcun modo per essere spedito e fra poco vedremo cosa questo tipo di soluzione comporta.
Per contro il segnale elettrico è molto più sensibile alle perdite ed alle interferenze elettromagnetiche lungo il percorso.
Quale sistema è migliore?
Il vero problema nella trasmissione di dati digitali tra meccanica di lettura e convertitore è uan sorta di disallineamento temporale col quale i dati arrivano a destinazione. Tale distorsione temporale, ovvero un certo sfasamento di tempo tra il clock della meccanica e quello del convertitore (mi perdonino i tecnici!), viene comunemente chiamato jitter ed è il principale responsabile delle differenze di suono tra un collegamento e l'altro.
Infatti le due uscite, ottica e elettrica, normalmente producono all'ascolto risultati differenti. Si tratta di lievi differenze, avvertibili solo con impianti di livello abbastanza elevato...ma tutt'altro che trascurabili quando si cerca il massimo della fedeltà.
Non voglio addentrarmi nel complesso e tecnico discorso del jitter al quale fortunatamente uno dei massimi esperti mondiali del problema, l'ingegnere del suono della Digital Domain, Bob Katz (ingegnere del suono per i dischi Chesky e vincitore di numerosi awards internazionali per la qualità delle sue incisioni digitali) ha gentilmente dedicato una parte dell'Inter.vista cortesemente rilasciataci qui su TNT-Audio. Quindi, prima di storcere il naso dubbiosi, credendo di sapere tutto sulla teoria della trasmissione dei dati digitali, andate a studiarvi cosa pensano i massimi esperti mondiali del settore sul problema del jitter.
In questo momento ci interessa maggiormente capire quale delle due uscite produce, di norma, risultati migliori.
Ora, sebbene la trasmissione ottica abbia innumerevoli vantaggi su quella elettrica, sembra proprio che la doppia conversione del segnale digitale, da elettrico in luminoso e da luminoso a elettrico poi, crei un non trascurabile problema temporale ed un asincronismo tra i due clock (meccanica e DAC) e di conseguenza un suono ormai universalmente riconosciuto come di qualità inferiore.
L'uscita elettrica invece, a patto di utilizzare un cavo di buona qualità (ben schermato contro i distrubri esterni, ad esempio), consente livelli di distorsione temporale di norma inferiori e, pertanto, una qualità sonora più elevata.
Non è un caso infatti che tutti i lettori CD di qualità più elevata offrono, insieme a quella ottica, anche l'uscita coassiale elettrica, normalmente assente in apparecchi di fascia economica. Salendo ancora di livello si possono incontrare anche altri tipi di uscite digitali, meno interessanti nell'ambito di una trattazione introduttiva come questa.
Ne vale davvero la pena?
Ovvero: è due sempre meglio di uno?
Una bella domanda! Vediamola così: l'uso del convertitore esterno aggiunge l'incognita data dal collegamento, come abbiamo visto sopra, ma tale svantaggio è normalmente annullato dalla superiore qualità della conversione e degli stadi d'uscita.
Voglio dire che, normalmente, collegando l'uscita digitale del vostro lettore CD ad un convertitore esterno la qualità sonora aumenta, a meno che il vostro CD player non sia già una macchina di elevato livello dotata di una eccellente sezione di conversione ed uscita.
Se possedete un lettore di fascia economica, diciamo intorno alle 500 mila lire, piuttosto che spendere 2 milioni in un convertitore esterno è probabilmente più saggio acquistare un lettore CD integrato di livello superiore.
Infatti, in un lettore CD economico, tutto è votato al risparmio, compresa la meccanica di lettura. Di conseguenza avrebbe poco senso utilizzare un convertitiore raffinato con una meccanica scadente. La parola chiave in HiFi è sempre equilibrio, non dimenticatelo mai.
Già su lettori CD di fascia intorno al milione la cosa comincia ad assumere un senso e l'operazione di accoppiare un DAC esterno diventa conveniente, a patto di utilizzare l'uscita elettrica ed un buon cavo.
Il passo successivo potrebbe essere quello di acquistare una meccanica di lettura (SOLO meccanica) di qualità più elevata in modo da avere un sistema meccanica + convertitore dove ognuno dei due componenti è stato progettato per svolgere al meglio il proprio lavoro. Più o meno è lo stesso discorso che si può fare per una coppia pre + finale al posto di un ampli integrato.
In definitiva: se possedete un lettore CD economico e volete passare ad una coppia meccanica + convertitore separato ma desiderate diluire nel tempo la spesa, acquistate pure prima il DAC e collegatelo all'uscita digitale del vostro lettore. Non sarà il massimo della sinergia...ma solo il primo passo verso un vero sistema separato.
Considerate anche che, così come accade con gli ampli integrati, esistono ottimi apparecchi di alto costo che già sono di fatto un sistema integrato al meglio meccanica + convertitore di alto livello e che quindi difficilmente sarà migliorabile se non acquistando DAC esterni (o meccaniche separate) di classe MOLTO più elevata.
Inoltre, mentre per un recensore HiFi è quasi indispensabile disporre di un sistema meccanica + convertitore separato per poter effettuare le prove dei diversi apparecchi (più combinazioni, più possibilità di prova e di giudizio), per un audiofilo interessato al solo ascolto della buona Musica, un buon lettore CD integrato, magari di alto livello, può essere una soluzione pressochè definitiva, più comoda da usare (un apparecchio anzichè due) e meno critica negli abbinamenti.
Se infine appartenete alla categoria degli audiofili smanettoni, sempre intenti alla ricerca ed alla sostituzione di componenti...certamente la soluzione meccanica + convertitore separato vi offre molte più possibilità di giocare con le varie combinazioni. Non dimenticate mai però che alla fine del gioco è l'ascolto della Musica il vero ed ultimo fine.
Conclusioni
Spero che ora il problema dell'utilità dell'uscita digitale vi sia un po' più chiaro.
Non mi resta che consigliarvi, come sempre, di provare in prima persona gli eventuali benefici derivanti dall'utilizzare un convertitore esterno. Alla fine di tutti questi discorsi pseudo-tecnici è pur sempre l'orecchio (il vostro!) che deve dare il suo giudizio.
© Copyright 1999 Lucio Cadeddu - https://www.tnt-audio.com
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