Prodotto: Amplificatore finale AQ1007
Costruttore: Antique Sound Lab - Hong Kong
Prezzo: Euro 2732
Distribuito in Italia da Hifi Carucci - Battipaglia
Recensore: Mimmo Cacciapaglia
Recensito: Luglio 2001
Antique Sound Lab è un marchio che si è guadagnato, sin dalla sua prima uscita sul mercato, una buona notorietà nel pubblico audiofilo grazie alle sue realizzazioni valvolari caratterizzate da prezzi veramente competitivi. Inizialmente qualche riserva ci fù, principalmente sull'accuratezza costruttiva, e sappiamo bene che, superata la fascia dell'entry-level, anche questo aspetto diventa importante.
Oggi, grazie anche ai consigli degli importatori che la distribuiscono nel mondo, questo gap è stato colmato, anzi sono presenti caratteristiche, in termini di componenti e di finitura, che normalmente erano appannaggio dei top di classe. Certo, qualche resistenza gli ultras più attaccati ai marchi storici e blasonati continueranno ad opporla, ma, alla luce delle prestazioni che riescono ad offrire è bene che qualche giudizio "assolutistico" venga rivisto.
L'AQ-1007 è un amplificatore finale in classe A da 22 watts per canale ottenuti con un push-pull di 300B guidate da quattro 6SN7; tutti gli otto tubi, insieme con due ottimi condensatori Elna Cerafine da 500v-220mF, spuntano da un pannello in lamiera cromata; il frontale è di alluminio dorato e riporta centralmente il logo aziendale, sul lato sinistro l'interruttore di accensione e la relativa spia; alle spalle delle valvole i trasformatori, resinati e inscatolati in contenitori metallici neri. Il tutto secondo una disposizione molto classica. Non credo sia prevista una griglia di protezione, che credo sia obbligatoria per le norme di sicurezza.
Poi la prima delle piacevoli sorprese di questo ampli:
tutto il lato destro è occupato dal selettore e dalle quattro prese da 4mm per
la taratura del bias.
Questa è una grande comodità: per la riproduzione migliore possibile bisogna
tenere d'occhio questo parametro che, col tempo, tende a variare.
Il valore consigliato è attorno ai 55mA, anche se andando verso i 60mA non si
avvertono differenze notevoli; superando i 60mA si va a perdere quella magia
sonora (o il "grande imbroglio", come dicono i fanatici dello stato solido) che
solo i triodi sanno dare.
Per rendere possibile e corretta questa operazione però è necessario un buon
tester e, come il cacio sui maccheroni, ho ricevuto notizia dall'importatore, a
prova in corso, che su tutti gli ampli ASL a triodo sarà da subito "accessorio
di serie" un tester per quest'uso.
Ottima mossa commerciale e grande favore all'acquirente.
Tornando all'esame esterno andiamo al pannello posteriore: oltre alla vaschetta di alimentazione IEC (comoda per esperimenti - consigliatissimi - sui cavi di alimentazione), il classico portafusibile e i due pin dorati di ingresso, una bella sfilata di otto binding posts per i cavi di potenza che permettono la connessione ideale del carico con uscite a 4, 8 e 16 ohms. Una vera "autostrada" verso l'interfacciamento migliore.
La costruzione è sobria ma accurata: niente più e niente meno del necessario. Le quattro 300B sono le ValveArt by O&J mentre le 6SN7 sono le ben note (e non sempre amate) Sovtek della serie GT. Avevo già detto dei condensatori Cerafine.
All'interno l'aspetto rassicurante non cambia per nulla: ordinata e ben disposta la filatura in aria con cavi in rame OFC. Poi quanto di meglio necesario per una bella realizzazione di qualità: condensatori Mit Multicap, resistenze a strato metallico a bassa tolleranza; non c'è insomma nessuna caduta nella tentazione di giocare al risparmio.
Sarei molto contento, se dovessi pensare all'acquisto di questo apparecchio, di non dover pagare un milione in più per la presenza di fiancatine in legno esotico.
Con questi Antique Sound Lab la sensazione che si ha è quella di pagare
il giusto per ciò che si prende e per ciò che realmente determina il suono.
L'AQ-1007 costava 6.660.000 lire ma frà poco uscirà il nuovo listino che,
grazie a scelte e azioni commerciali oculate lo presenterà al prezzo di 2732 Euro.
Teniamo anche conto che, se non si lascia permuta, uno sconticino lo si dovrebbe ottenere e
l'AQ1007 diventerebbe così, anche senza sentirlo :-) , il cavallo da battere
nella classifica Qualità/Prezzo per apparecchi di caratteristiche simili.
La prova d'ascolto
Con una certa apprensione sulla adeguatezza dei miei diffusori da 87db/1w/1m, collego il tutto e parto con qualche ascolto di riscaldamento. Immediatamente noto il tempo necessario per andare a regime: non eccessivo, una mezz'ora abbondante (ma nella stanza ci sono 32 gradi!); dopo un'oretta però arriva al meglio. L'ampli in prova non necessitava di rodaggio: evidentemente aveva già suonato a sufficienza. Da nuovo, invece, sarà opportuno dare alle 300B un graduale e progressivo allenamento prima di cominciare a spremergli il succo.
Notevole è la sensazione della potenza espressa: non è necessario avere casse efficientissime per godere di un ascolto soddisfacente in ambienti medi; in una stanza diciamo 6x4 già con una sensibilità attorno agli 87db/w/m si riescono ad ottenere volumi di ascolto non dico realistici ma soddisfacenti, al limite massimo per non causare le ire degli altri abitanti della casa e di qualche vicino.
Il "sapore" sonoro è esattamente quanto ci si aspetta: cosa vorreste da un ampli a triodi, muscoli, sudore e sangue? Per carità, ci si aspetta il tocco di velluto e lo si trova, già con un pre a stato solido di classe non eccelsa: un consistente balzo in avanti invece lo ha fatto quando l'ho collegato ad un ARC SP9 mkIII e ad una coppia di ProAc Response 2.5, configurazione questa che mi ha permesso di utilizzare al meglio il giradischi e continuare la prova nelle migliori condizioni.
Il particolare che ha sovrastato tutti gli altri è stata la totale assenza di fatica d'ascolto e qui il resoconto della prova d'ascolto potrebbe anche finire: forse è questo il parametro che condiziona maggiormente la definizione di un impianto come "bensuonante" o "malsuonante", senza andare ad arrovellarsi troppo in contrasto, dinamica estensione e grana!
L'AQ-1007 è dotato di una buona dinamica generale, una estensione corretta e
omogenea, con un leggero arrotondamento degli alti ed un basso che, pur mancando
leggermente in articolazione in alcuni passaggi critici, viene correttamente
riprodotto con una grande estensione e senza code che rotolano per la stanza (ma
attenzione a non abbinargli diffusori troppo esuberanti in questa sezione).
Della gamma media c'è poco da dire: quando si parla di triodi a riscaldamento
diretto ogni commento è inutile per la superiorità intrinseca di questi tubi:
mai sentito un triodo che pecca in gamma media; qui però è anche lucida, liquida
e calda, senza problemi di ruvidità e con una emissione naturalissima sia nelle
voci maschili che in quelle femminili; anzi, forse proprio con quelle maschili,
molto più difficili da riprodurre a mio giudizio, l'AQ-1007 si esprime al meglio,
riuscendo anche a riproporre senza sforzo quelle sfumature scure che a volte le
caratterizzano.
La restituzione della scena sonora è rigorosa e senza eccessi: strumenti correttamente spaziati e molto a fuoco. Niente batterie larghe quattro metri o cantanti watussi: solo ogni cosa al suo posto, e credetemi non è poco; grande profondità nella zona centrale e chiusura a semicerchio verso l'ascoltatore sui lati.
Qualche calo di prestazione l'ho notato quando lo si fa suonare a livelli di volume molto elevati: qualcosa si va a perdere, prime fra tutte le armoniche degli strumenti acustici e uno sfocamento nei contorni degli esecutori.
I dischi di prova
Nella prova (tutta "vinilica") dell'AQ 1007 ho riassaporato lo splendido Jazz di Ry Cooder, un disco giocato tutto su strumenti acustici e un grande Decca FFRR di eccelsa qualità d'incisione, Eugenia Lima - Fado portoghese, solo chitarra, basso e fisarmonica. La rotondità degli strumenti acustici veniva riproposta senza incertezze o zone d'ombra con una correttezza esemplare.
Poi gli immancabili Time Out di Dave Brubeck, che uso come test di ripresa spaziale e per i transienti, l'omonimo primo album di Rickie Lee Jones, per cogliere tutte le sfumature di una voce femminile difficile, aspra e dolce insieme, l'esplosivo bluegrass di Act 3 dei Seldom Scene con i suoi micidiali attacchi e rilasci di strumenti a corda suonati a velocità supersonica ed il loro canto in armonia.
Infine Creuza de mà di De Andrè, come dire l'esame finale di un impianto, con i suoi rumori-umori ambientali, strumenti di ogni genere ed una voce, quella di Fabrizio De Andrè, ripresa in maniera eccellente;
una bella "botta digitale" invece l'ho data con il cd The Score dei Fugees, (non gridate "anatema", please, dovevo pur scaldare l'impianto!) rap ben inciso (e non poco), con belle voci (Laureen Hill e Wyclef Jean), basso profondo, rumori di studio, scratch, etc.
Pregi
Facilità di interfacciamento con il resto dell'impianto;
Impressione di buona robustezza e solidità;
Assenza di inutili abbellimenti non suonanti ma, passatemi la parola, "costanti", nel senso di moneta;
Tester in dotazione per la regolazione del bias;
Garanzia di 1 anno anche sulle valvole;
Disponibilità dello schema elettrico completo che permette uno studio per eventuali esperimenti;
Il prezzo, probabilmente imbattibile.
Difetti
Uno grosso, per primo: l'imballo non adeguato per salvaguardare efficacemente l'AQ 1007 durante il trasporto; con una spesa bassa si potrebbe fare una cassa in compensato ben isolata da schiuma poliuretanica o polistirolo e magari anche una cassettina protetta per farlo viaggiare con le valvole smontate. Sembra poco ma vedersi arrivare una 300B rotta penso farebbe piangere chiunque. L'importatore mi ha però confermato che, da ottobre, la merce viaggerà in casse di legno.
La mancanza della griglia di protezione: ad averla sarei il primo a toglierla, ma le norme parlano chiaro.
Consigli d'uso:
Possibilmente abbinarlo ad un pre valvolare; scegliendolo della stessa marca si ridurrebbe molto il margine per eventuali "incompatibilità caratteriali". Con questo non dico che con i pre a stato solido va male, anzi: solo che l'accoppiata dovrà essere provata e ascoltata bene prima dell'acquisto.
Ricordarsi che necessita di un adeguato spazio per la ventilazione: l'AQ 1007 scalda come una stufa; lasciare perciò almeno 40cm al di sopra per far circolare l'aria.
Utilizzare un cavo di alimentazione speciale, e quando trovate quello giusto, se proprio volete fare il lavoro completo, bypassate la vaschetta IEC e saldatelo ai terminali interni.
Poggiarlo su coni e su una base stabile, aiuta molto: i piedini in dotazione sono un po' poverelli: ho avuto un buon miglioramento di dettaglio utilizzando i Tenderfeet della Michell
Avviso ai tweakers
Penso che, acquistandolo, difficilmente resisterete, dopo la scadenza
della garanzia, a intervenire in qualche modo, grazie anche allo
schema elettrico fornito con il manuale di istruzioni.
L'uso di valvole pregiate e l'inserimento di condensatori carta e olio sul
percorso del segnale sono quegli interventi che possono far fare all'AQ-1007
un grosso balzo in avanti nell'olimpo dell'hi-end.
Da non trascurare il cavo di alimentazione: usando il TNT-TTS ho già notato differenze. Quando trovate quello giusto, se proprio volete fare il lavoro completo, bypassate la vaschetta IEC e saldatelo ai terminali interni. Penso anche a cosa possa venir fuori con un bel condizionatore di rete.
Poche parole: questo ampli non ne ha bisogno di troppe.
Prova superata a pieni voti, è una di quelle macchine che fanno recuperare il piacere di ascoltare musica e non impianti. Per avere di più bisogna entrare in un ordine di investimento veramente alto.
E parlando di prezzo, a chi può farci un pensierino, dico che l'AQ 1007 è conveniente, nel senso stretto del value-for-money. Spendendo le stesse cifre (e qui vado a memoria) non ci sono, escludendo autocostruzione ed usato, concorrenti di tipologia simile che possano impensierirlo.
Inoltre è assicurata una puntuale assistenza: il distributore, Martino Carucci, che ringrazio per il materiale messo a disposizione per la prova, è un grande appassionato e resosi conto che il mercato hifi ha bisogno di strutture agili e snelle sta ripartendo, da solo questa volta e con un numero limitato di distributori per ogni zona, per una nuova avventura che ha come obiettivo, fra gli estremi delle vendite dirette in rete e i distributori di dimensioni da multinazionale, quello di creare un rapporto molto personale con il cliente, utile alla soluzione di mille piccoli problemi o per semplice necessità di scambio di impressioni e consigli.
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HTML editing a cura di Paolo Saggese
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