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Prodotto: Amplificatore Audio Note Oto SE
Produttore: Audio Note - Gran Bretagna
Prezzo: 3.146,77 sterline (Convertitore di valuta) - Il prezzo può variare
Recensore: Graeme Budd - TNT Francia
Pubblicato: Luglio, 2020
Traduttore: Roberto Felletti
Nel corso degli ultimi 10 o 15 anni ci sono stati alcuni interessanti sviluppi nel mercato degli amplificatori integrati, con l'arrivo di stadi di uscita digitali che hanno portato alla ribalta amplificatori piccoli e potenti. E perché no -- alcuni di essi sono tra i nostri favoriti, qui a TNT-Audio, e possono costituire un'ottima base per un impianto -- hey, persino mio padre ne ha uno! Ciò di cui parliamo oggi è esattamente l'opposto, poiché è in circolazione da prima dell'invasione digitale e, contrariamente alle caratteristiche accennate prima, non è piccolo né ha potenza elevata (sulla carta). Quindi, per coloro che non siano ancora riusciti a capire di cosa sto parlando, si tratta di un amplificatore a valvole single ended.
La Audio Note produce l'Oto da parecchio tempo, rendendolo disponibile in vari modelli. Innanzitutto potete avere la versione solo linea oppure quella con stadio phono integrato. Poiché a casa avevo già un R Zero II Phono, Peter (dell'Audio Note) mi ha consigliato il modello linea -- che per me va benissimo. Poi potete avere la versione push-pull, una versione SE (single ended, quella che ho qui) oppure le versioni SE signature e SE signature argento, caratterizzate da componenti con caratteristiche migliorate. Come potete vedere, soltanto i modelli SE hanno le versioni signature, il che rivela la preferenza dell'Audio Note (UK) per la topologia di uscita single ended. I modelli single ended sono classificati al Livello 2 nella gerarchia AN(UK), per via della componentistica e della topologia di uscita, per cui saliamo lungo la scala ma i quattro pioli successivi sono davvero molto distanziati tra loro... L'Oto SE recensito costa 3.146,77 sterline. Non chiedetemi perché il prezzo non è 3.149,99 sterline. Comunque direi che è un prezzo molto buono da parte di AN(UK), magari il 46 e il 77 hanno qualche significato mistico. Personalmente come prezzo avrei messo 3.141,59 sterline (non ci sono premi in palio se indovinate il significato di questi numeri).
L'amplificatore è di dimensioni e aspetto convenzionali, e di sicuro spunta tutte le caselle alla voce “praticità”. Non ci sono valvole che sporgono, il che lo rende gradito in famiglia, e non è troppo pesante (17 kg). Il pannello frontale presenta un commutatore per selezionare i quattro ingressi, un interruttore a rotazione per il tape monitor, il controllo del bilanciamento e il controllo del volume. Due tra questi sono sicuramente abbastanza rari da far sollevare alcune sopracciglia. Ho avuto la forte tentazione di riesumare il mio vecchio Nakamichi, ma alla fine ho deciso di non staccarmi dal vinile e dal CD. Il pannello frontale è disponibile in acrilico nero o in alluminio spazzolato; dipende dalle vostre preferenze estetiche. Il nero mi piace, ma ammetto che è difficile da fotografare senza che voi, sfortunati lettori, vediate la mia immagine riflessa. Dietro ci sono dei connettori per diffusori piuttosto belli, per 4 Ω e per 8 Ω, e la percezione della medesima qualità si estende ai connettori RCA. Ci sono anche dei connettori di terra per il segnale e il telaio. Penso che la presenza del primo sia dovuta al telaio condiviso con le versioni Phono, mentre il secondo permette un facile collegamento con i sistemi di messa a terra -- una cosa che io non ho, ma che sono tentato di provare prima o poi, per cui ecco un'altra casella da spuntare se riuscirò a farlo prima che l'Oto torni al mittente. C'è anche un interruttore on/off, e sebbene questo possa indicare che l'amplificatore può rimanere sempre acceso (non scalda eccessivamente), non è qualcosa che consiglierei dal punto di vista del consumo di energia elettrica. Ricordate solo di accenderlo un po' prima di ogni sessione di ascolto serio, per concedergli un po' di tempo affinché si riscaldi.
L'equipaggiamento valvolare è costituito da 1 ECC82 e 2 ECC83 nella sezione di pre-amplificazione e da 4 EL84 nella sezione di potenza. Tutte queste valvole sono facilmente reperibili a prezzi ragionevoli, il che garantisce un futuro cambio valvole facile e poco costoso. Ovviamente potete esagerare e acquistare un lotto di valvole costose, se volete. Qui non siamo nel territorio dei prezzi dei triodi single ended, ma mettiamoci al lavoro e vediamo cosa può fare una configurazione a pentodo single ended.
Come giradischi ho utilizzato sia una configurazione Linn Axis/Akito/Etile sia una configurazione AN TT2 Deluxe/Arm II 2/Io1; come stadi phono ho utilizzato sia il CEC PH53 sia l'Audio Note R Zero Phono II. Il Naim CD5i ha svolto i compiti del lettore CD e i diffusori Living Voice IBX RW3 hanno prodotto i rumori necessari alle spalle dell'impianto. Per eventuali confronti tra amplificatori c'era a portata di mano il Canary CA 608 LV.
L'Oto SE richiede un po' di tempo per andare a regime, e poiché questo esemplare è stato costruito da zero per la recensione (come per tutti i componenti Audio Note -- qui non ci sono privilegi del recensore né altre “balle”) nel corso del periodo di rodaggio è cambiato. Ha iniziato già da subito a mostrare un'impressionante fluidità e musicalità continuando a migliorare, tranne per un paio di giorni in cui ha suonato semplicemente in maniera un po' noiosa e smorta (ma questo è relativo). Davvero strano, ma ora posso riferire che è tornato normale.
Allora, cosa offre e come si raffronta con il mio amplificatore di riferimento, il Canary 608LV, che se fosse prodotto oggi probabilmente costerebbe la stessa cifra? Beh, è molto svelto e ha la meravigliosa abilità di seguire una melodia. Ma questo seguire la melodia non è ciò per cui i fan Linn si entusiasmerebbero. Con questo voglio dire che non c'è un ritmo che domina il resto della presentazione a spese di tutto quanto. È piuttosto un suono disarmante, come se fosse tutto lì ma senza forzature verso l'ascoltatore. È un suono dettagliato senza essere proiettato in avanti o brillante. La musica richiede tempo affinché si manifesti -- non avete la sensazione che i musicisti abbiano fretta di finire. Il basso c'è, ma senza rimbombi; l'immagine c'è, ma senza essere impressa accuratamente nello spazio. Potete senz'altro trovare amplificatori che fanno di meglio in una o l'altra di queste caratteristiche hi-fi, ma sembra che all'Audio Note abbiano superato quella linea sottile riuscendo ad ottenere una precisione musicale senza creare alcun difetto evidente. Non è la cosa più facile da fare, ma dà molta soddisfazione quando la si ottiene.
Penso che qualche esempio musicale sia meglio a questo punto, per cui iniziamo.
Prendiamo come esempio Hi Rez, dei GoGo Penguin. Ascoltatela con il Canary 608LV ed è piuttosto impressionante. Le mani sul pianoforte sono chiaramente delineate nello spazio. Il contrabbasso scende in basso e le parti di batteria hanno potenza, corpo e tonalità realistica. Sostituite il Canary con l'Audio Note e, sebbene ci siano meno bassi, il flusso della musica prende il controllo e in un certo senso l'interazione tra gli strumenti ha più senso. Le mani del pianista sembrano, come dire, più umane. Se questo vi sembra strano restate con me, e io cercherò di spiegarlo meglio.
Recentemente ho trovato una copia dell'album New Energy, di Four Tet. Ascoltare i due brani di apertura sia con l'Oto SE che con il Canary 608 è stato altrettanto interessante. Entrambi gli amplificatori sono molto godibili -- il Canary tende a favorire la profondità del palcoscenico e i registri inferiori. In distanza sentirete cose che sono presenti anche con l'Oto SE, ma in maniera meno evidente. L'Oto SE baratta un po' di profondità e di larghezza del palcoscenico, oltre a un po' di bassi, per la presentazione degli strumenti e del tocco di coloro che li suonano. Esso vi farà sentire ciò che i musicisti volevano che voi sentiste. Sostanzialmente penso che l'amplificatore aggiunga del suo carattere alla musica lo stretto necessario. Non prova a impressionare ma, come risultato, ci riesce.
Ho messo sul piatto Second Coming, degli Stone Roses, e ho messo la puntina su Ten Storey Love Song. Questa è una grande canzone, che ricorda un po' i Byrds (decisamente un “plus” secondo me), ma non è particolarmente ben registrata. C'è poco spazio tra gli strumenti e non si ha la sensazione di essere lì. Ma basta passare al brano successivo e all'improvviso la batteria suona come una vera batteria, con evidenti risonanze e presenza nello spazio. La chitarra è a sinistra e il basso a centro palco sembra proprio che sia suonato con un amplificatore decente (probabilmente a valvole). Mi è bastato cercare un po' su Internet per scoprire che avevo ragione. Ora, questo cosa ci dice? Beh, innanzitutto che dovrei uscire di più e secondariamente che l'Oto SE vi mostra anche quando il tecnico del suono aveva il giorno libero e quando invece faceva bene il suo lavoro.
Similmente, un rapido ascolto di Morning Glory, dei Jamiroquai, ha permesso all'Oto SE di impressionare ulteriormente. La sua capacità di rappresentare anche i più sottili cambiamenti nel modo in cui il rullante viene percosso e il modo in cui Jay Kay canta particolari frasi sono aspetti che veramente non ho mai notato prima. Di nuovo la parola “umano” mi ritorna in mente. Suppongo che sia questo ciò a cui molti si riferiscono con il termine “microdinamica” -- qualsiasi termine vogliate usare, l'Oto SE è in grado di mettere in mostra le minuscole differenze che distinguono i musicisti veri da campionamenti o loop.
I sostenitori del single ended spiegherebbero la cosa dicendo che questo carattere comunicativo è dovuto al progetto dell'amplificatore. Poiché la necessità mi impone di essere il più imparziale possibile e non ho una laurea in ingegneria elettronica, non sono nella posizione di commentare questa scelta tecnologica rispetto ad altre. Quello che posso dire è che l'Oto SE è stato il primo amplificatore single ended che ho avuto in casa, ma ho la sensazione che non sarà l'ultimo. Di sicuro non mi ha fatto passare la voglia.
Dunque, il single ended funziona per voi e i vostri futuri upgrade? Senza dubbio i critici anti-single ended sottolineeranno la scarsità di potenza che questo tipo di progetto comporta. Sulla carta sarei tentato di essere d'accordo, ma facciamo dei confronti da mondo reale tra gli amplificatori summenzionati. Il Canary si basa su un progetto ultra-lineare con 4 EL34, ed è in grado di suonare sorprendentemente forte se è il caso (per i chitarristi tra voi, 4 EL34 sono ciò che alimenta un Marshall da 100 W). Butta fuori circa 35 W per canale e il controllo del volume raramente va oltre le 8:30. Funziona a meraviglia con i Living Voice (e non se la cava male con altri diffusori) e questo è il motivo per cui non ho intenzione di separarmene. L'Oto SE eroga 10 W per canale che, francamente, sono ampiamente sufficienti per un ascolto normale, specialmente se apprezzate le caratteristiche comunicative alle quali ho accennato prima più che essere costretti a stare seduti in poltrona. Sì, il controllo del volume va portato più vicino alle 11 per un ascolto coinvolgente, ma francamente cosa importa -- è soltanto un numero! Esso riesce ad essere sia delicato che energico quando serve, e funziona ugualmente bene con la mia scelta di diffusori. Nel mio emporio locale di hi-fi mi è stato detto anche che hanno venduto impianti con l'Oto SE e diffusori LS3/5a, che hanno una sensibilità misera: 83 dB/W. Non ho provato questa combinazione, ma di sicuro è qualcosa su cui riflettere. Comunque, forse credo sia meglio evitare i Wilson Audio MAXX...
Sembra che l'Audio Note faccia le cose bene da un po' con l'Oto SE. Sebbene sulla carta non sia molto potente, ho la sensazione che potrebbe essere la risposta alle domande di amplificazione di molte persone. Ha un prezzo ragionevole ed è costruito per durare un bel po' di anni -- durante il periodo della recensione non ha mai fatto un passo falso: niente scoppi, crepitii o ronzii. Riesce a raggiungere un livello di realismo con cui è un piacere convivere -- ne sarei più che felice. L'unica riserva in termini di consigli sarebbe per coloro che ripongono una cieca fiducia negli infra-bassi, ma non si può mai dire -- l'essenziale è avvicinarsi ad esso con mente aperta e lasciare che compia la sua magia. Potrebbe fare di voi dei nuovi discepoli del Single Ended.
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