Jurassik (S)park! B&O Beomaster 1900 - sintoamplificatore vintage

Troppo bello per essere vero?

[B&O Beomaster 1900]
[B&O Beomaster 1900]
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Prodotto: B&O Beomaster 1900 - sintoamplificatore
Costruttore: Bang & Olufsen - Danimarca
Prezzo appross.: altamente variabile, a seconda delle condizioni. Costava 250 sterline nel 1979
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Recensito: Novembre, 2020

Premessa

Bang & Olufsen (B&O) è un marchio danese di prodotti elettronici che realizza non solo componenti HiFi e audio, ma anche oggetti lifestyle, TV, telefoni e altri accessori hi-tech. Fondata nel lontano 1925 da Peter Bang e Svend Olufsen, l'Azienda ha di recente deciso di sospendere la realizzazione di molti prodotti HiFi a componenti separati, pur continuando a sviluppare la serie Beolab di diffusori, le cuffie Beoplay, una versione aggiornata (e costosissima!) del glorioso giradischi Beogram 4000, più i famosi moduli in classe D, grazie all'associata IcePower.

A partire dal 1960, B&O iniziò a realizzare prodotti HiFi che lasciarono il segno, sia per i contenuti tecnici ma soprattutto per il design, curato da stelle di prima grandezza come Henning Moldenhawer e Jacob Jensen. David Lewis, altro famoso designer industriale, iniziò la sua collaborazione nel 1965 e firmò la maggior parte dei progetti B&O a partire dal 1980. Nel 1978, il museo d'arte moderna di New York tenne una mostra dedicata ai prodotti B&O. Il sintoamplificatore del quale sto per parlarvi è stato premiato con l'ambito Industrial Design Award nel 1976.

[B&O Beomaster 1900] Quando ero un ragazzino, i componenti B&O erano sogni proibiti, per via della non facilissima reperibilità e per l'alto costo. Per me inarrivabili, all'epoca. Uno di quei componenti che sognavo era esattamente il sintoampli 1900 e l'altro era il giradischi Beogram 1400 (1972). Beomaster era il nome che l'azienda dava a tutti i suoi sintoamplificatori ma il più famoso di tutti è stato proprio il 1900, il primo prodotto elettronico al mondo ad offrire i comandi a sfioramento, noti come “Sensi-touch”. È rimasto in produzione dal 1976 al 1982 e il merito del suo design era tutto del grande Jacob Jensen.

Il capolavoro di Jacob Jensen!

Il Beomaster 1900 era un oggetto decenni avanti rispetto alla concorrenza. L'aspetto più fantascientifico erano i comandi a sfioramento, destinati alle funzioni più frequenti. Per tutte le altre B&O si è affidata a comandi tradizionali, elegantemente nascosti sotto un bellissimo sportellino a discesa frenata. Tutti i comandi e il loro status operativo erano indicati da diversi sistemi di retroilluminazione.

Il Beomaster 1900 disponeva di un'amplificazione da 2 x 20 watts RMS (@ 8 ohms), con una distorsione inferiore allo 0,07%, e un sintonizzatore con cinque stazioni FM preselezionabili (a pulsante!). Arricchiva il pacchetto una versatilità abbastanza ampia, con uscita cuffia, due uscite per due coppie di altoparlanti, ingresso per giradischi e registratore (linea). Presenti i controlli di tono (con un'escursione esagerata), il loudness e il controllo di volume regolabile con tre sensibilità diverse. I comandi sensi-touch erano una novità assoluta (nella pubblicità dell'epoca si vede un gruppo di ingegneri giapponesi che ammirano stupiti un 1900!) e bellissimi da utilizzare. Incredibilmente, nel mio esemplare, funzionano tutti senza alcuna incertezza e basta effettivamente sfiorare (senza pressione) i comandi per attivarli. Più veloci e semplici da usare di un moderno touchscreen!

Per tutte queste ragioni il Beomaster 1900 divenne un oggetto di culto e fu venduto in un numero elevatissimo di esemplari, così alta fu la richiesta che il lancio del modello telecomandato (Beomaster 2400) fu rimandato di qualche tempo.

Il componente oggetto di questa prova fa parte della mia collezione privata di apparecchi HiFi vintage ed è stato restaurato professionalmente da Williams Pisu (qui la sua pagina Facebook e la e-mail) poiché aveva qualche componente da sostituire, alcune luci non funzionanti e degli slider un po' ossidati. È uno dei primi modelli serie 2903 (1976-1979), con numero di serie 15812.

BeoMaster 1900/1900-2 - caratteristiche tecniche

[Beomaster 1900 - vista interna]
Beomaster 1900 - vista interna: insospettabile presenza di un trasformatore toroidale!

Troppo bello per essere vero?

Va bene, lo confesso, non mi aspettavo granché. Io lo acquistai per nostalgia, per entrare in possesso di uno dei miei sogni proibiti di quando ero ragazzino, senza un soldo in tasca. I componenti B&O, poi, non hanno mai goduto di una fama immacolata presso gli audiofili più smaliziati, e sono stati spesso considerati più oggetti di design che veri e propri componenti audio di qualità. Seppur esistano eccellenti controesempi (i diffusori Beolab recenti e i moduli IcePower) i pregiudizi audiofili sono duri da sconfiggere.

Essendo un componente della metà degli anni '70, mi aspettavo un suono morbido, privo di estensione sia in basso che in alto, magari pure lento e poco dinamico. Invece, dopo un buon warm up di almeno 30 minuti, questo 1900 sfodera un suono di tutto rispetto, che può persino essere considerato abbastanza attuale. Può essere descritto come asciutto e forse un po' povero in contenuto armonico ma il bilanciamento timbrico è sostanzialmente corretto, con bassi assolutamente buoni e una gamma alta sufficientemente estesa. La prima ottava non è energetica come dovrebbe essere ma il controllo del basso e l'articolazione sono su standard buoni, anche secondo i parametri di giudizio attuali.

La gamma media pecca un po' in effetto presenza, resta forse un po' indietro, ma le voci comunque vengono riprodotte in modo naturale e chiaro. C'è qualche traccia di asprezza qua e là, specialmente se si chiede un po' troppo ai 20 watt per canale della sezione amplificatrice. Programmi musicali semplici, tipo jazz o musica acustica, sembrano essere il terreno di caccia preferito dal 1900, ma se la cava in maniera assolutamente onesta anche con il rock e la classica. In generale, meno strumenti ci sono e meglio è.

La gamma alta è estesa e ben definita, ma il contenuto armonico è un po' povero, per gli standard attuali. Ad esempio, i piatti della batteria o le note del pianoforte appaiono tendenzialmente monocromatiche, essenziali, un po' ridotte alle frequenze fondamentali. Questo non fa che confermare quel senso di suono asciutto che descrivevo prima.

Non bisogna mai dimenticare che sono pur sempre 20 watt di una volta, quindi non esattamente il massimo dal punto di vista della dinamica e dell'erogazione di corrente, tuttavia, se tenuto entro i limiti di buon senso, questo 1900 può suonare coinvolgente e divertente, vivace. Di sicuro non è né morbido né lento come certe amplificazioni dell'epoca.

L'effetto del piede che batte il tempo è garantito, e non è poco! Con programmi ad alta dinamica, certo, ogni tanto mostra la corda, specie in presenza di bassi molto profondi o tracce con tanti strumenti. Persino le voci e la batteria, di tanto in tanto, mostrano segni di affaticamento. Nonostante ciò, è riuscito a coinvolgermi anche suonando materiale non esattamente delicato, come il solito album killer che uso sempre nelle prove, ossia il disco d'esordio dei Rage Against The Machine. Attacchi e rilasci sono abbastanza veloci da non rallentare la corretta scansione dei tempi, anche del rock più scatenato. Noioso non lo è di sicuro!

Dal punto di vista dell'immagine tridimensionale c'è ben poco da aspettarsi. All'epoca non era un parametro preso in seria considerazione né dagli appassionati né dai progettisti. Il palcoscenico sonoro, infatti, è bidimensionale, piatto e privo di profondità. Più che altro, il 1900 crea una sorta di wall of sound che era lo standard per l'epoca. Inutile aspettarsi molto più di così.

In definitiva, questo Beomaster 1900 è sorprendente e di sicuro può essere utilizzato ancora oggi senza troppi compromessi dal punto di vista sonoro. All'epoca non godeva di una buona reputazione perché la sua bassa potenza di sicuro non andava d'accordo con la bassa sensibilità dei diffusori che c'erano sul mercato, alcuni pure non proprio facili da pilotare. Con diffusori moderni, che tipicamente sono molto più sensibili e più semplici, da un punto di vista elettrico, questo 1900 può ancora dire la sua e mostra virtù che certamente erano castigate dai partner dell'epoca.

Reperibilità, qualche consiglio & lamentele

Tanti Beomaster 1900 sono stati venduti in tutto il mondo, quindi oggi non è difficile trovarne diversi in vendita, in condizioni molto variabili. Il range di prezzo varia da nazione a nazione e, ovviamente, le condizioni sono il discriminante principale. Si può andare dai 150 ai 400€ per un esemplare perfetto, sia esteticamente che elettricamente.

Poiché alcuni componenti sono fuori produzione e pertanto difficili da reperire, consiglio di acquistare un modello che sia perfettamente funzionante (sensi-touch compresi!). Il restauro potrebbe essere un salto nel vuoto. Anche l'aspetto estetico è importante, il legno, le plastiche e i metalli utilizzati - di ottima qualità - potrebbero non essere semplici da riportare in condizioni ottimali e non c'è niente di peggio di un oggetto così bello (le foto non rendono minimamente l'idea, ma è un'opera d'arte) che sia in condizioni estetiche men che perfette.

Per quanto riguarda le connessioni bisogna tenersi pronti a un po' di lavoro: le uscite per i diffusori utilizzano uno standard DIN a due poli (noto anche come punto-linea). Qualora voleste utilizzare cavi con connessioni moderne o anche del semplice cavo spellato dovete costruirvi degli adattatori. Meglio ancora una soluzione come questa che ho utilizzato io, con uno spezzone di cavo di lunghezza sufficiente per sbucare fuori dal cabinet (i connettori sono nascosti sotto!), terminato con due boccole che accettino banane, forcelle o cavo spellato. Discorso analogo per i DIN pentapolari per l'ingresso linea e quello fono: meglio dotarsi di adattatori (con uno spezzone di cavo) per gli RCA femmina. C'è un unico ingresso linea, ed è quello per il registratore: là ci si può collegare una qualunque sorgente come un lettore CD, un DAC o altro.

Quando si ascolta a livelli alti, l'unità diventa molto calda, quindi è bene lasciare spazio dietro e al di sopra del cabinet, in modo che l'aria sia libera di circolare. Bello com'è, andrebbe posizionato in cima al mobile portaelettroniche (occhio che è largo ben 62 cm!).

Un pre-riscaldamento è obbligatorio, il mio 1900 impiega circa 30 minuti a volume sostenuto per dare il meglio di sè. Non giudicate il suono prima di questo periodo di riscaldamento, perché gli fareste (e vi fareste) un torto enorme.

[B&O Beomaster 1900]

Conclusioni

Il Beomaster 1900 è un pezzo di storia, sia dell'HiFi che del design industriale. Forse non è un componente puramente audiophile ma è dannatamente bello da utilizzare e da vedere, persino da spento. Sono sicuro che non appena avrete la possibilità di metterci le mani sopra, sentire la magia dei tasti sensi-touch e vederlo acceso, ne desidererete ardentemente uno. È semplicemente irresistibile, ipnotico. Dal punto di vista sonoro è un performer vivace e coinvolgente: coi diffusori adatti, facili e sufficientemente sensibili, può persino riservare qualche sorpresa. Io ne sono innamorato.

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