Prodotto: Burson Audio Timekeeper - amplificatore finale di potenza
Costruttore: Burson Audio - Australia
Distribuito in Italia da: Audio Azimuth
Prezzo di listino: 2600€ (può variare a seconda della nazione)
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Recensito: Febbraio, 2014
Per una disamina dettagliata di questi finali di potenza vi rimando alla prima parte di questa recensione, dove sono stati valutati come semplici finali stereofonici tradizionali. In questa seconda parte concentreremo la nostra attenzione sui Timekeeper configurati come amplificatori mono da 240 watt per canale.
Trasformare un finale Timekeeper da 80 watt in un mostro monofonico da 240 watt è estremamente semplice e veloce, un gioco alla portata di tutti. Non c'è da aprire l'apparecchio e configurare ponticelli o collegamenti strani, infatti è sufficiente agire sul selettore posto nel retro, che consente di scegliere tra tre modalità: stereo standard, mono a ponte sbilanciato (RCA), mono a ponte bilanciato (XLR). La doppia opzione bilanciato/sbilanciato è particolarmente utile nel caso si utilizzi un preamplificatore anch'esso bilanciato, naturalmente.
Scelta l'opzione di nostro gradimento, sarà sufficiente collegare i cavi di potenza e di segnale in maniera che un finale serva solo il canale destro e l'altro il canale sinistro. Tutta la procedura non richiede più di 60 secondi ed è a prova di errore. In ogni caso, raccomando di seguire la procedura guidata indicata sul manuale, non si sa mai! E, comunque, non dimenticate che tutti i cambiamenti vanno fatti ad apparecchi rigorosamente spenti.
Ora che i due finali sono configurati in mono, non scordate che ai diffusori arriveranno 240 watt per canale, che non sono esattamente bruscolini, quindi occhio alla manopola del volume del pre.
La prima cosa che si nota, ma forse è abbastanza ovvio, è l'aumento della potenza a disposizione ma, in realtà, c'è molto più di questo: il suono diventa più grosso, importante, molto più teso e persino più veloce. Per farla breve, è come disporre di un Timekeeper sottoposto a una cura anabolizzante! Non serve utilizzare tutta l'enorme potenza a disposizione - peraltro sovrabbonante in qualunque ambiente domestico e con qualunque diffusore - perché la differenza di carattere si percepisce anche a volumi contenuti. In effetti, non bisogna mai dimenticare che sono i primi watt a fare la reale differenza tra un amplificatore e l'altro.
La macrodinamica, che era già su livelli molto buoni, migliora ancora e diventa eccellente: programmi musicali complessi ed estremamente impegnativi traggono grande beneficio dalla conversione in mono. I già bassi livelli di distorsione, osservati nel corso della prova del finale semplice in configurazione stereo, sembrano ancora più bassi, specialmente a livelli d'ascolto pure vergognosamente elevati.
C'è una leggera, ma significativa, differenza anche in termini di microdinamica: gli attacchi e i rilasci sono più precisi e più rapidi. Questo fatto fa apparire il suono come leggermente più asciutto e nervoso. La gamma bassa beneficia di un maggior peso e una migliore articolazione.
D'altra parte, però, sembra che i due finali configurati a ponte perdano quella leggera nota di velluto che caratterizzava il suono del Timekeeper in versione stereo. Questa sua caratteristica, che si evidenziava subito come tratto saliente del carattere sonoro di questi finali australiani, si è un po' persa per strada. I due finali in mono sembrano perdonare pochissimo alle cattive incisioni. Probabilmente la loro performance è più trasparente e vicina al reale contenuto dell'incisione ma questo significa anche che le cattive registrazioni suonano molto meno tollerabili di prima.
Il suono più teso e nervoso si traduce anche in un'immagine tridimensionale più a fuoco e più stabile, con contorni meglio definiti, sia per gli strumenti che per le voci.
Un Timekeeper costa, più o meno, 2500€ e possiede un buon rapporto qualità/prezzo. Abbastanza potente per far fronte a tutte le esigenze domestiche, anche con diffusori difficili in termini di pilotaggio, questo finale può rappresentare il cuore di un impianto HiFi abbastanza impegnativo. Con due Timekeeper la potenza a disposizione sale vertiginosamente, ma il prezzo raddoppia e sfiora i 5000€, un territorio dove la concorrenza comincia a farsi agguerrita. È vero che nella maggior parte dei casi si tratta di amplificatori stereo di potenza più bassa e spesso neppure bilanciati ma un confronto serrato potrebbe rivelare qualche sorpresa. Certamente, se avete diffusori di sensibilità molto bassa e/o una sala d'ascolto molto ampia e, in più, amate ascoltare a livelli molto elevati, potreste aver bisogno della grande riserva di potenza e dell'ottimo controllo sugli altoparlanti che una coppia di Timekeeper in mono può garantirvi. Non solo, ma potrete utilizzare due (o più) Timekeeper in mono all'interno di un sistema in multiamplificazione attiva.
D'altra parte, se gli 80 watt della modalità stereo dovessero bastarvi e non aveste intenzione di esplorare le gioie della multiamplifcazione attiva il mio consiglio spassionato è quello di prendere un solo Timekeeper e spendere il resto del budget in diffusori più raffinati, un preamplificatore migliore o una sorgente di più alto livello. La coppia di finali suona sostanzialmente meglio, ma non abbastanza da giustificare la spesa doppia, se non, appunto, in caso di particolari esigenze.
Un solo Timekeeper era già molto buono, due Timekeeper sono ancora meglio! L'impostazione generale del suono cambia un po': da potente ma cortese in stereo diventa nervoso e asciutto in mono. Fortemente raccomandata la conversione in mono se ci sono esigenze particolari, altrimenti un singolo Timekeeper sarà comunque una scelta molto saggia.
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