Prodotto: Preamplificatore Concordant Excelsior Premier Tube
Prezzo approssimativo: difficile da trovare usato, costava £825 al momento della sua introduzione e £1140 al termine della produzione (vedi testo)
Recensore: Mark Wheeler - TNT
UK
Recensito: Gennaio, 2006 (e 1987–1991)
Ricordo che nel periodo in cui nacque in me la passione per l'hi-fi ero solito acquistare riviste specializzate come HiFi News & Record e tra le sue varie inserzioni mi capitava spesso di notare alcuni piccoli annunci pubblicitari che promettevano tweaks e modifiche ad apparecchi famosi, tra cui il finale valvolare Quad II ("arriverà ad almeno 25 watt") ed il braccio SME 3009-II (una modifica all'articolazione).
Il mio amico Flat possedeva proprio una coppia di Quad II che però iniziavano ad avere qualche problema (si era intorno alla metà degli anni '80), e quindi Derek Whittington, il titolare di Sound Advice a Loughborough, mi spedì in visita presso Doug Dunlop, che scoprii essere proprio la persona che stava dietro a quegli annunci.
Doug infatti aveva una grande esperienza nel settore perché era stato impiegato per molto tempo nella Leak, la rinomata azienda inglese produttrice di amplificatori, prima di decidere di mettersi in proprio. Trascorremmo una piacevole serata con Doug durante la quale ci illustrò le caratteristiche dei preamplificatori che stava sviluppando, si tenne i Quad di Flat, rifiutò di essere pagato e ci invitò di nuovo la settimana successiva.
Al nostro ritorno pensavamo che avremmo semplicemente ritirato i Quad, ma trovammo invece ad aspettarci una pila di piccole scatole di valvole ECC83 di varie annate e marche: Doug ci aveva reclutato per testare il loro suono nel nuovo prototipo di preamplificatore che stava sviluppando. Fino a quel momento non avevamo mai riflettuto sul fatto che differenti marche di valvole vintage potessero suonare in modo diverso; io pensavo alle mie valvole solo quando c'era bisogno di cambiarle.
Qualche anno prima ero entrato in un negozio di parti di ricambio per radio e TV (il tipo di negozio dove ogni cosa si trova dietro un bancone presidiato da uomini in cappotto marrone) e avevo chiesto un set di valvole KT66. L'uomo dal cappotto marrone era riapparso con quattro GEC KT66 nella loro scatola originale ed era stato costretto a convertire il prezzo sull'etichetta nel moderno sistema decimale perché era ancora espresso nel vecchio sistema di sterline, scellini e pence, usato in Inghilterra prima del febbraio del 1971! Mi disse che quella era la prima volta che qualcuno chiedeva delle valvole da 15 anni a quella parte. Così ero piuttosto orgoglioso della mia capacità di trovare qualsiasi tipo di vecchia valvola, ma ora Doug Dunlop mi stava dicendo che persino le diverse marche potevano suonare in modo diverso! Questo fu il primo dei paradigmi di Doug a modificare il mio pensiero, e non fu l'ultimo. Doug descriveva le differenze tra le marche storiche, come Mullard, Teonex o GEC, e quelle moderne, ad esempio Golden Dragon o Groove Tube, come "il giorno e la notte", e si divertiva a mescolare le varie marche per ottenere un suono che bilanciasse le qualità di ciascun tipo.
Doug ci fece ascoltare anche un preamplificatore Audio Research SP8 di cui avevamo solo letto delle recensioni senza avere mai potuto sentirlo suonare prima. A quei tempi per noi inglesi di provincia gli Audio Research erano esotici e leggendari quanto gli amplificatori giapponesi hi-end single-ended che pilotavano array attivi di trombe e tweeter Onken. Doug ci disse che l'Audio Research SP8 era il miglior preamplificatore commerciale che avesse mai ascoltato fino a quel momento ma che egli sapeva fare, ed aveva fatto, qualcosa di meglio. Doug ammirava e apprezzava l'SP8 per l'aspetto anticonvenzionale del suo pannello posteriore che confondeva i recensori inglesi, irritati dal fatto che i connettori del canale destro si trovavano in alto mentre quelli del canale sinistro in basso. Doug tendeva a valutare la bontà dei propri prodotti confrontandoli con l'SP8 (e in seguito anche con l'SP11), mantenendo nello stesso tempo il loro prezzo decisamente più basso rispetto a quelli del prestigioso concorrente americano.
Doug tentò ottenere visibilità nel mercato contattando alcuni famosi distributori di apparecchi hi-end, ma il ricarico che essi chiedevano era così alto che egli ne restò sdegnato. Nelle sue intenzioni, infatti, il prezzo al quale avrebbero dovuto essere commercializzati i suoi prodotti non doveva essere altro che il costo di produzione più un ragionevole profitto. A Doug non piaceva nessuno degli aspetti del business dell'industria dell'hi-fi e fece affidamento su sua moglie Sylvie per tener d'occhio l'ambiente. Fu così che nacque l'inedita idea del Concordant Music Club, un gruppo di appassionati pronti a dimostrare le virtù dei prodotti Concordant direttamente nelle abitazioni dei potenziali clienti, in cambio di una piccola ricompensa. Flat ed io diventammo rappresentanti Concordant per la città di Derby ed in questo modo ci fu possibile entrare nelle case degli audiofili e confrontare e valutare il suono dei vari impianti.
Ci aspettavamo di essere ridicolizzati dagli esotici apparecchi hi-end di alcuni appassionati, ma al contrario restavamo spesso stupiti e delusi dal mediocre baccano che proveniva da questi impianti, anche dai più costosi. Neanche una volta riuscimmo a trovare un pre che suonasse meglio dei nostri Concordant. Purtroppo il fatto che il marchio fosse nuovo e non avesse quindi né una grande tradizione alle spalle né un riconoscimento da parte della stampa, l'aspetto dimesso degli apparecchi e la mancanza di una solida rete distributiva rappresentavano pecche insuperabili agli occhi degli audiofili. Non riuscimmo a vendere nemmeno un apparecchio nonostante la loro evidente superiorità rispetto ai più blasonati concorrenti; sembrava che gli audiofili apprezzassero più l'apparenza e il prestigio del marchio che la bontà del suono.
All'inizio il prezzo dell'Excelsior era di 825 sterline (tasse incluse), ma crebbe gradualmente fino a raggiungere le 1140 sterline quando Doug aggiunse un coperchio in legno e fece altri piccoli miglioramenti; in ogni caso, costava sempre molto meno rispetto ai suoi concorrenti. L'Excelsior fu recensito molto positivamente da alcune prestigiose riviste; fu raccomandato da HiFi Choice nel dicembre del 1989 e da Ken Kessler nella sua rubrica "Headroom" su HiFi News dello stesso anno. I Concordant costavano quanto i pre Naim NAC42 o NAC32, due degli apparecchi maggiormente apprezzati dalla stampa inglese del periodo, incluso l'alimentatore esterno SNAPS. I pre Concordant erano disponibili in marrone con scritte dorate, in blu con scritte argentate e in nero con scritte dorate o argentate a scelta, e apparivano più stravaganti nell'atmosfera classica degli anni '80 che nell'epoca postmoderna attuale.
Tutti i Concordant appartenenti alla famiglia Premier Tube ed equipaggiati con lo stadio phono erano forniti con l'alimentatore esterno "Super A". Doug descriveva il circuito Super A come "una specie di scorta di benzina elettronica". Doug aveva utilizzato per la prima volta questo tipo di circuito nel suo Quad II modificato Exultant, dove la valvola rettificatrice GZ37 era stata sostituita da un ponte rettificatore a stato solido seguito da un tetrodo regolatore di potenza (un particolare transistor a quattro piedini, NdT). Nel Concordant Exultant Quad IIA l'influenza sul suono della valvola impiegata nel circuito "Super A" era addirittura maggiore di quella delle valvole dello stadio di uscita. Ad esempio, sebbene in quest'ultimo fossero utilizzate delle EL34, inserendo una KT66 nel circuito "Super A" al posto della solita GZ37 il suono dell'ampli diventava simile a quello tipico dei Quad, mentre impiegando una 6550A ricordava molto quello degli Audio Research. L'alimentatore dell'Excelsior Explicit impiegava una 6CG7 dopo il circuito a stato solido di regolarizzazione. La 6CG7 è un doppio triodo a medio mu (in questo caso, il "mu" definisce il fattore di
amplificazione, NdT) progettata per essere utilizzata nei deflettori verticali dei televisori ed è caratterizzata da un tempo di riscaldamento controllato, che ha benefici effetti sulla sua durata una volta impiegata nell'alimentatore Concordant, applicando la tensione corretta molto dopo che gli heaters sono entrati in temperatura. La comunità degli autocostruttori hi-end sta utilizzando sempre di più questo tipo di valvole come rettificatrici in quanto hanno livelli di rumore molto minori rispetto ai diodi convenzionali.
Probabilmente l'alimentatore esterno Super A è uno degli elementi che contribuiscono maggiormente a mantenere il bassissimo livello di rumore totale tipico di tutta la gamma dei pre Concordant, molto minore rispetto alla maggior parte dei valvolari dell'epoca. HiFi Choice misurò il rapporto segnale-rumore -108db, definendolo "spettacolare".
L'Excelsior era decisamente differente rispetto all'Exhililarant e all'Exquisite, che avevano entrambi uno stadio linea più sofisticato. L'Excelsior usa due ECC83 (un gradino sopra come qualità e costo rispetto alle ECC83 e alle 12AX7) e una insolita GE 5965 a specifiche militari nello stadio phono (alcuni esemplari usano invece la ECC85) e altre due E83CC nello stadio linea. La 5965 è un insolito doppio triodo progettato per essere utilizzato nei computer ed è caratterizzato dalla completa separazione dei due catodi. In questo modo si ottiene una minore diafonia rispetto alla maggioranza delle altre valvole, mantenendo un'interferenza interna a 1KHz pari a quella di uno stadio dual-mono. In breve tempo la gamma Premier Tube si arricchì del modello Exultant, che si differenziava dall'Excelsior in quanto privo del quinto triodo nello stadio phono. L'Exultant era un preamplificatore entry-level con stadio phono progettato per integrarsi con i ben noti finali Quad II modificati, che erano stati anch'essi commercializzati come Exultalt nel momento in cui avevano raggiunto la loro configurazione finale:
Sia l'Exhilarant (solo linea, prezzo finale 900 sterline) che l'Exquisite (phono+linea, prezzo finale 1950 sterline) usavano lo stadio linea che Doug chiamava "DC Repeat", mentre l'Excelsior aveva una ECC83 prima del potenziometro del volume. Questa posizione era piuttosto insolita in quanto comunemente si usava sistemare il potenziometro tra il selettore degli ingressi e lo stadio di guadagno. In questo modo l'Excelsior diventava simile a un'unità di controllo passiva (pre passivo), il che avrebbe potuto far nascere problemi con cavi lunghi o reattivi, sebbene tutto sia andato bene con i miei cavi di segnale da 6 metri. La capacità di uscita di 5 volt (l'Excelsior ne poteva fornire oltre 30 se si tollerava una distorsione superiore all'1%) probabilmente aiuta a vincere l'alta impedenza d'uscita che può superare gli 8kOhm ad alcuni livelli di volume.
Durante la sua vita produttiva l'Excelsior subì molte revisioni, soprattutto in risposta alle richieste dei clienti e dei rivenditori, ma Doug non smise mai di provare di sua iniziativa nuove combinazioni di valvole e nuove migliorie ai circuiti. La versione finale faceva a meno dei convenzionali selettori mono girevoli (?) e del controllo del bilanciamento e al loro posto aveva due controlli di livello linea chiamati "input level". Nelle ultime versioni non fu più utilizzato il selettore rotativo del "bypass" (la cui denominazione poteva essere ambigua), al cui posto fu impiegato un più convenzionale selettore "line-mute-phono". Doug aveva introdotto il controllo del bypass per accorciare il più possibile il percorso del segnale della fonte principale (che per l'Excelsior era il giradischi), ma in alcune versioni aveva anche la funzione di variare la quantità di feedback negativo nello stadio linea: la posizione "high" selezionava il minor feedback (cioè il maggior guadagno). Dato che gli stadi di guadagno erano dispari il pre invertiva la fase, inconveniente al quale i puristi rimediavano scambiando tra di loro i cavi dei diffusori; tuttavia nelle mie prove d'ascolto solo pochi dischi hanno manifestato qualche preferenza per l'una o l'altra connessione.
Questi preamplificatori infrangono molti dei capisaldi dell'high-end del ventunesimo secolo. A Doug Dunlop non piacevano i componenti passivi audiofili (si rifiutava semplicemente di usarli) e i più famosi e rinomati componenti commerciali di alta qualità. Tutti i preamplificatori Concordant utilizzano il feedback negativo nello stadio linea, una soluzione oggi decisamente fuori moda. L'Excelsior utilizza una equalizzazione RIAA mista basata sul feedback attivo dall'output della seconda ECC83 al catodo della ECC83 di entrata. La tendenza dei moderni puristi è quella di applicare una equalizzazione RIAA completamente passiva tra i 75uS (2122Hz) e i 318uS (500.5Hz). L'equalizzazione RIAA dei Concordant non era stata progettata o costruita per essere perfettamente precisa a spese della complessità e della bellezza del suono. La risposta in frequenza era piatta tra i 15Hz e i 200Hz, risaliva gradualmente fino a raggiungere un picco di 1,5dB intorno ai 10kHz per poi ridiscendere a poco a poco fino ai 50kHz, dove era 6dB sotto la media. Doug descriveva il progetto del suo circuito come "high invert phase", ed era convinto che fosse più simile ai moderni progetti a transistor che non ai classici progetti valvolari da manuale.
Tutti i preamplificatori Concordant prelevavano l'uscita tape dallo stadio finale. Dato l'alto livello, questo significava che era possibile sentire le canzoni dal proprio Concordant in auto, secondo Doug. Questo significava anche che l'uscita tape era bufferizzata dopo il suo ingresso, per cui era necessario fare attenzione con il monitor switch dei registratori che avevano la testina di registrazione e di riproduzione in comune, ed era invece possibile utilizzare i Revox a tre testine come echo machine (qualsiasi cosa sia accaduta al WEM Copycat?) (?). Non ho mai sentito Doug usare altra sorgente che non fosse il vinile, generalmente un giradischi Source con braccio Odyssey e testina Decca London Gold. Mike Moore, il progettista dei giradischi The Source, era un amico di Doug, e spesso Mike andava a trovarlo per ascoltare e valutare le varie modifiche agli apparecchi e per convincerlo a suonare qualcos'altro che non fossero dischi di Johnny Cash.
Ad una delle edizioni dell'HiFi Show di Chesterfield Doug allestì una saletta in cui faceva suonare alternativamente una coppia dei miei diffusori e le Seventh Veil di Steve Margolis, il tutto pilotato dai finali Exultant IIA e dalle versioni definitive dei vari modelli di pre Concordant. Le mie casse erano equipaggiate con i tweeter Decca London Ribbon, mentre le Seventh Veil (molto trasparenti) avevano quattro altoparlanti Bandor largabanda da 50mm senza crossover caricati in linea di trasmissione, e suonavano in modo sorprendentemente simile a quello dei miei bestioni da 100 litri. Attraverso questi due sistemi di diffusori ogni nuance della musica diventava estremamente familiare, così come i dischi scelti da Doug (ancora troppo Johnny Cash). Il disco che andava per la maggiore in quella mostra era Jazz at the Pawnshop e fu suonato più e più volte, e mi resi conto che l'Excelsior era la vera star della gamma. Il più costoso Exquisite esibiva una maggiore raffinatezza high end e un maggiore soundstage, ma l'Excelsior rispondeva con una migliore capacità di seguire con coerenza il ritmo e il tempo della musica. Questa era anche l'opinione di molti dei presenti e alcuni di essi, impressionati dall'esibizione, non persero tempo e ordinarono uno di questi apparecchi.
Il progetto successivo di Doug fu l'amplificatore a stato solido Exemplar da 100 watt, che avrebbe dovuto avere "il suono delle valvole". Nel 1993 nacque il mio primo figlio ma mia moglie, che era infermiera, dovette continuare a lavorare con i soliti turni, così ero io a prendermi cura di lui, in quanto i miei orari di lavoro erano compatibili con questa attività. In questo modo non ebbi più il tempo di seguire Doug Dunlop e la Concordant. Dopo qualche anno mi giunsero alcune voci secondo le quali Doug era malato e non poteva più produrre i suoi preamplificatori. Si cercò di trovare un'alternativa tra i produttori locali, e si pensò perfino di riposizionare il prodotto come vera hi-end con una nuova veste estetica, ma tutto si risolse in nulla. Non riuscii a contattare Sylvie, la moglie di Doug, per chiederle notizie del marito, e infine venni a sapere che purtroppo Doug ci aveva lasciato.
Mark Orr, progettista e proprietario di Something Solid (azienda produttrice di rack portaelettroniche e supporti per diffusori), faceva parte del Concordant Music Club e possiede ancora il suo Excelsior originale, che mi ha gentilmente prestato per questa prova. La finitura in marrone scuro presenta alcune macchie scolorite e sta diventando color malva in alcune parti, mentre il selettore degli ingressi funziona solo a tratti sul canale destro, causando interruzioni del suono o tagliandolo completamente. Siccome il selettore del bypass sul pannello frontale fa proprio quello che dice di fare, questo non è un problema con il vinile. Ero curioso di sentire se l'Excelsior sarebbe stato in grado di reggere il confronto con gli apparecchi moderni dopo così tanti anni. L'esemplare di Mark ha il coperchio standard in acciaio, ma Doug mi aveva dimostrato che il suono era migliore senza, e ancora di più con la copertura in legno di iroko da £100 che era stata adottata alla fine in tutti i modelli.
Il senso di realismo e il ritmo che ricordavo sono ancora tutti qui. La memoria acustica è notoriamente poco affidabile (in parte per il funzionamento stesso dell'udito, in parte per il modo in cui il cervello registra e recupera le informazioni), ma gli aspetti della performance del Concordant Excelsior che mi avevano maggiormente colpito al tempo sono ancora presenti in quantità. C'è anche da dire che suona molto meglio senza coperchio, un altro dei cambi di paradigma di Doug che mi ha guidato nei miei esperimenti sui cabinet intelligenti.
Ho rovistato tra i dischi che ascoltavo nei tardi anni '80 e ho trovato Modern Times dei Latin Quarters. Era stato proprio Doug a farmi conoscere questo lp, in uno dei rari momenti in cui non ne stava ascoltando uno di Johnny Cash. Modern Times soffre di una produzione poco coerente, di una strana equalizzazione dei microfoni e di un eccessivo riverbero, ma le canzoni che contiene sono orecchiabili e i loro testi sono scritti molto bene (trattano di temi politici che coincidono con le mie convinzioni e rinforzano i miei pregiudizi). L'Excelsior riproduce questo disco proprio come lo ricordavo. Il basso è insolitamente teso e preciso per un vecchio progetto a valvole, e rimbalza su e giù come quello di un Naim o di un Exposure. Si possono individuare e seguire facilmente tutti gli strumenti; il basso sovrainciso di Herbie Flowers in Walk On The Wild Side di Lou Reed si avvicina molto a quello riprodotto dal mio Naim modificato.
Last Record Album di Little Feat è un test durissimo per ogni giradischi. Le modulazioni del basso più profondo possono facilmente sporcare le voci, ma l'Excelsior accoppiato alla mia testina Decca le riproduce chiaramente e negli unisoni ogni cantante è ben distinto dagli altri. L'Excelsior dimostra un senso del tempo superbo nonostante il feedback negativo: i piatti di Day and Night suonano chiari e distinti, perfettamente a tempo con le altre percussioni, e i salti dinamici di questo disco sono riprodotti in tutta la loro gloria: l'Excelsior eccelle nel contrasto dinamico.
Il soundstage è ampio e profondo e presenta anche qualche illusione di altezza, ma ricordo che da questo punto di vista il top di gamma Exquisite era migliore. Il soundstage dell'Excelsior è notevole per la precisione con cui dispone gli strumenti nello spazio. Non sto parlando di quella illusione di spazialità che esiste solo nella riproduzione hi-fi, ma di quel modo coerente e costante in cui ogni strumento viene localizzato al proprio posto, a partire dalle frequenze più gravi fino alle sue più alte armoniche. Una efficace dimostrazione che il pensiero comune sul feedback negativo non è la verità assoluta: ancora una volta le "eresie" di Doug turbano le egemonie prevalenti.
C'è una certa granulosità che si sovrappone al segnale musicale; penso che questo possa essere dovuto sia all'età dei condensatori elettrolitici che a qualche loro screpolatura interna. L'esemplare di Mark ha ormai più di 15 anni, un'età ben superiore alla vita utile dei migliori elettrolitici. Il rumore di fondo è ancora molto basso, ma mi sarei aspettato di sentire anche i salti di segnale tipici dei vecchi condensatori.
Anche dopo tutti questi anni il Concordant Excelsior resta un apparecchio competitivo. L'esemplare di Mark Orr risente di una certa granulosità del suono, ma mostra ancora tutta la grandezza che ricordavo. Forse chi segue un approccio più moderno vorrebbe sostituire il regolatore del voltaggio del riscaldatore delle valvole con un circuito di regolazione di corrente, e vorrebbe anche coppie selezionate di condensatori di alta qualità... e quando bisognerebbe fermarsi?
L'impedenza d'uscita variabile non ha mai dato fastidio per tutta la durata della recensione, nonostante il fatto che nel mio impianto il collegamento tra pre e finale sia affidato a cavi schermati da 6 metri. Mi sarei aspettato di dover utilizzare uno stadio di buffer in questa circostanza, ma l'Excelsior si è comportato benissimo anche senza. Uno dei soliti salti di paradigma di Doug Dunlop.
L'equalizzazione RIAA non è accurata. L'equalizzazione RIAA è applicata attraverso un circuito di feedback attivo. L'equalizzazione RIAA è un circuito composto. L'approccio moderno ritiene che tutto questo non possa che far suonare lo stadio phono privo di vita, con un piccolo soundstage, un'immagine povera, ritmo scarso e un senso del tempo poco preciso. Ma la prestazione del Concordant Excelsior con gli LP si avvicina pericolosamente al realismo dell'evento live, con un soundstage enorme ed un senso del tempo meravigliosamente coerente. Un altro dei salti di paradigma di Doug molti anni dopo la sua scomparsa.
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Traduzione: Fabio Baldin