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Una ulteriore esperienza di costruzione ed ascolto dell'amplificatore in Kit Edison 60

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Una dura ricerca

Dopo un buon preamplificatore come il mio MW Pre 01 avevo bisogno anche di un finale di buon livello. In effetti questo è il maggior guaio dell'essere audiofili: ogni volta che si cambia un componente per uno migliore, saltano fuori i limiti di tutti gli altri componenti del sistema; e se non si cambia niente del tutto, allora l'orecchio si abitua al livello di qualità del sistema e dopo un po' ricomincia a confrontare la riproduzione offerta dal sistema con il suono reale e scopre una infinità di difetti... cosicché alla fine il limite è solo il contenuto del portafoglio... Comunque nel caso dell'amplificatore la scelta non era troppo ampia.

Ritenevo di avere bisogno di un finale da 10-20 watt, estremamente ben suonante. Per quanto potessi immaginare, volevo un amplificatore single ended a triodi, ma per ottenere tutta quella potenza da un amplificatore SE ci vuole una 300B di qualità eccezionale o tubi ad alta tensione come 211 od 845.Tutte le soluzioni citate corrispondono a progetti molto costosi (una singola 300B Western Electric mi risulta venduta qui in Italia attorno al milione, e per i tubi ad alta tensione sono richiesti componenti speciali o serie di componenti non così comuni); quello che è peggio, tutto il risultato dipende moltissimo dal trasformatore di uscita, che è comunque estremamente costoso, ma nessuno è in realtà certo del suono di un dato trasformatore all'interno del proprio progetto. Con i tubi ad alta tensione si deve prendere in considerazione il rischio che si corre lavorando con tensioni letali... mentre con 200V il rischio è normalmente limitato a scosse estremamente forte e spiacevoli, e solo a seguito di contatto diretto con un conduttore di anodica, con 1000-1200V il rischio consiste nella morte istantanea per fulminazione anche senza contatto diretto con un conduttore (si può formare un arco elettrico).

Quindi se volete realizzare un progetto SE duro e puro con più di 10W di potenza in uscita, dovete spendere un sacco di soldi senza avere alcuna certezza del risultato... con la possibilità che non vi sia nessuna certezza anche per quanto riguarda la durata residua della vostra vita ...

Quindi l'unica soluzione saggia sembra sia rivolgersi a qualche cosa di meno costoso: un single ended parallelo può essere un ottimo punto di partenza; i tubi potrebbero essere 2A3, oppure anche tetrodi o pentodi in configurazione a triodo (anche se questi ultimi permetterebbero in teoria di allestire diverse configurazioni, ultralineare o pentodo, normalmente la prima configurazione è secondo me preferibile: tutti i miei amplificatori, nati come ultralineari o a pentodo, attualmente sono a triodo, anche se questo riduce drasticamente la potenza disponibile in uscita.

Il punto aperto è ancora il trasformatore, che ha lo stesso problema indicato sopra.

Così alla fin fine stavo raccogliendo informazioni in relazione a buoni trasformatori di uscita per un finale di media potenza a SE parallelo, probabilmente con tubi EL34, che avrebbero fornito circa 12 W in uscita.

Ma un giorno un amico salta fuori con una recensione di un amplificatore che suona veramente bene, progettato per supportare diverse configurazioni, con ancora altre configurazioni possibili con semplici modifiche, e dotato, per quanto si può capire, di un ottimo trasformatore di uscita. è l'ultimo discendente di una illustre ed antica famiglia, conosciuta nell'intero reame per la bellissima voce dei suoi membri. Una delle configurazioni base possibile è il SE parallelo e i tubi sono EL34...

Come potresti far a meno di ascoltare quella sottile, maligna e rumorosa vocina che ti dice "ehi, quello è il tuo amplificatore... perché dovresti spendere un sacco di soldi e di tempo per progettarlo? è lì. Pronto ad andare, magari meglio di qualsiasi cosa tu possa mettere insieme... quello è il tuo amplificatore, dà retta a me... al minimo, potresti usarlo come amplificatore di riferimento... Ed è meno costoso della coppia di trasformatori a cui stavi pensando... e Thorsten l'ha provato, e dice che è buono, molto buono: nessun rischio, quello è il tuo amplificatore...." (a voi non capita di sentire Voci di questo tipo? Mi spiace per voi, dato che la mia voce è piuttosto accurata e precisa nei suoi consigli ed è veramente piacevole avere il suo pieno supporto quando si spende un sacco di soldi. Ha un paio di problemi, però; il primo è che non si guadagna uno stipendio, il che è davvero spiacevole, ma quel che è peggio è che di conseguenza sembra superiore a qualsiasi considerazione economica ; il secondo problema è che non posso condividerla con mia moglie... ho chiesto alla Voce, ma sembra sia assolutamente impossibile... lei ha già una sua Voce personale, con una diversa - ma purtroppo non economica - specializzazione, e sembra sia estremamente difficile sostituirgliela...)

Bene ,questo tanto per spiegare come avvenne che un Edison 60 venne a bussare alla mia porta...

L'Edison 60

Non ne farà di nuovo una descrizione completa: vi darò solo alcune note sull'aspetto, il progetto e il montaggio del kit. Potrebbero sembrare note ipercritiche, in quanto lo sono davvero. Si possono interpretare in due modi: un forte e ferma richiesta al produttore di apportare alcune modifiche, decisamente secondarie, al kit ed un avvertimento per l'autocostruttore in modo che eviti alcuni problemi che potrebbe incontrare.

Prima di iniziare la descrizione, comunque, è importante dire che questo non è certamente un kit per principianti. Ci vuole parecchio tempo per completarlo (il tempo libero di un week end non basta certamente), alcune soluzioni non sono così evidenti, si devono praticare alcuni fori, non tutte le configurazioni sono coperte né dal manuale né dallo schema, perciò se non avete una chiara idea di come deve essere lo schema finale nella vostra configurazione potreste trovarvi in grossi guai. Ma il risultato? calma, ragazzi... ci sono tante altre cose da dire...

Il kit è arrivato in una scatola molto robusta da 12Kg. L'imballaggio è estremamente professionale, e pesante... come disse Thorsten. Ho ordinato fin dall'inizio il secondo trasformatore di alimentazione ed i connettori di ingresso e di uscita di alta qualità ( due soli di ingresso: mi interessava un finale...) ma nessun elemento "cosmetico".

Non ho ordinato neppure i componenti extra di filtraggio dell'alimentazione per il SE, in quanto il prezzo era, secondo me, leggermente eccessivo. Ho acquistato condensatori con tensione più elevata e gli altri componenti per metà del prezzo. Ovviamente, la qualità dei componenti potrebbe spiegare tutto, ma la differenza resta piuttosto elevata. Vi consiglio invece di ordinare la seconda unità di alimentazione (qui parte del costo potrebbe essere comunque dovuto alla PCS).

Il contenitore è completamente in metallo, di buona qualità, con parecchi inserti filettati, rifinito con una ottima vernice coprente nero opaco e. Una struttura decisamente di buona qualità. C'é solo uno strano problema estetico: ci sono parecchie viti color metallo da montare sulla parte frontale, il che è difficilmente comprensibile, dato che un certo numero di viti nere è presente nel kit; probabilmente si adattano alla copertura chiara. Fra l'altro quel tipo di viti nere mi risulta piuttosto difficile da trovare (a meno che non vi rivolgiate al catalogo RS...).

Sulle specifiche c'é un dato errato. È forse di poco conto, per la maggior parte di voi, ed entro certi limiti lo è certamente, ma sotto un altro punto di vista può essere estremamente spiacevole, perché è un parametro veramente facile da misurare (chiunque di voi può farlo) e può rendere necessaria una spesa inattesa (neanche così bassa... probabilmente più di metà del valore dell'amplificatore!!!) per procedere ad una corretta installazione. Il dato compare fra le dimensioni complessive: l'altezza, riportata come 11.5cm è errata, o meglio è l'altezza del cabinet senza i tubi; la dimensione totale è attorno ai 17 cm, il che rende impossibile sistemare l'amplificatore in un rack standard, a parte sul piano superiore, che sarebbe opportuno fosse occupato da un giradischi analogico; in effetti i rack standard hanno una spaziatura di 16cm fra un ripiano e l'altro.

Fra l'altro, solo poche serie di rack accolgono amplificatori così alti, tenendo conto del fatto che i tubi diventano veramente caldi (ma anche il cabinet non è così freddo come vorrei) quando l'amplificatore è acceso, anche d'inverno, e quindi è necessario lasciare una adeguata massa di aria libera al di sopra dell'amplificatore, sia per evitare un surriscaldamento delle valvole sia per evitare di bruciare quanto vi viene posto sopra; a sua volta questo può portare a dover acquistare un rack costoso. La migliore soluzione è probabilmente quella di lasciarlo sul pavimento, ma tenete ben presente che è ben scomodo lavorare sul pavimento, e che un kit (almeno capita ai miei kit...) nasce rapidamente, ma impiega parecchio a raggiungere la sua forma definitiva...

I connettori di ingresso ed uscita sono un altro punto di cui parlare. A trovarsi per le mani la dotazione standard uno può veramente rimanere molto male. Quelli di uscita sono probabilmente CE compliant, ma sono costituiti da prese banana di costo ultraridotto con un semplice contatto singolo all'interno. Nessuna doratura. Nessuna speranza di usare né filo nudo né forcelle. Si dà il caso che siano i peggiori connettori che abbia mai trovato in un kit. Non prenderei mai in considerazione neppure l'ipotesi di utilizzarli, soprattutto in un kit da un milione e mezzo (probabilmente però il problema è mio: ho il sospetto che funzionino perfettamente, e che quindi qualsiasi ulteriore spesa sia in qualche modo non giustificata). I connettori di ingresso standard sono normali prese RCA montate in coppie su piccoli rettangoli di materiale isolante. Niente dorature neanche qui.

I connettori di alta qualità sono invece tutt'altra storia. Quelli di uscita sono di origine Audion, a vite, dorati, massicci e sfavillanti, con una ampia testa che permette un agevole serraggio; accettano filo nudo (di diametro non eccessivo: ho avuto qualche problema ad inserire dei Supra 4 nei fori), banane e forcelle. I connettori di ingresso, ancora di origine Audion, sono pezzi singoli di ottima qualità, dorati ed isolati in teflon(?). I fori nello chassis accettano senza alcun problema i connettori di alta qualità (ammetto di non avere provato gli altri; allo stato attuale anzi i connettori a banana sono dati per dispersi... non riesco a indurmi a considerarlo un grosso danno...).

Il costo dei connettori speciali non è basso ma neppure straordinario. Quelli di ingresso costano decisamente più dei connettori apparentemente identici che trovo qui in Italia, ma una migliore placcatura potrebbe giustificare la differenza di prezzo; i connettori di uscita costano leggermente meno di quelli che uso di solito, sembrano di qualità leggermente più elevata, sono più massicci e meglio isolati, ma quelli che trovo io accettano cavi di maggior diametro ed hanno un aspetto molto più luccicante... Di sicuro né gli uni né gli altri rispettano le norme CE...

Fra l'altro quando si ordinano i connettori di alta qualità si paga per entrambe le serie, quelli standard e quelli di alta qualità: è vero che i componenti standard sono veramente di basso costo e che il costo di toglierli dal kit potrebbe essere superiore al loro costo, ma nessuno ama pagare per qualche cosa che evidentemente non gli interessa (é probabilmente più un fatto di immagine che altro, comunque: il costo totale dei connettori standard è forse inferiore a 10$).

Il cablaggio è un altro punto dove si possono fare grossi miglioramenti con poca spesa. Il cavo solid core fornito è accettabile, ma il resto non è particolarmente eccitante. Specialmente il cablaggio di segnale sembra non essere di qualità così elevata. Invece del cavo schermato indicato nelle istruzioni e nella lista componenti ho trovato solo un flat cable a sette poli (o meglio una striscia a sette poli di un flat cable multiconduttore: apparentemente è stato ritagliato per il lungo da un cavo più largo), che si suppone debba essere usato per avviare i tre ingressi dalle prese al selettore degli ingressi.

In un amplificatore finale il problema potrebbe non essere così rilevante. Il fatto è che l'Edison 60 è un amplificatore integrato con un guadagno in tensione relativamente elevato (la sensibilità in ingresso è dell'ordine di 250mV per l'uscita massima in push pull; non ho misurato né calcolato il guadagno in SE parallelo, ma è dello stesso ordine di grandezza; fra l'altro io ho modificato il guadagno eliminando i condensatori di bypass sul catodo delle valvole di ingresso e la retroazione). Ciò significa che il segnale di ingresso sarà normalmente di livello molto basso e quindi facilmente soggetto ad essere disturbato dagli alimentazioni. L'idea originale di utilizzare cavo schermato sembra assolutamente corretta, anche se rende necessario l'utilizzo di cavo di alta qualità. Una soluzione alternativa potrebbe essere l'utilizzo di un doppino ritorto di cavo solid core, con un conduttore per il segnale ed uno per la massa, per ciascun ingresso.

Il problema reale comunque non è il tipo di cavo, ma la sua lunghezza. A dire il vero io non apprezzo l'intero layout della sezione di ingresso. C'é tutta una serie di cose che non mi vanno.

Per prima cosa, i connettori di ingresso sono molto lontani (più di 40 cm) dal selettore degli ingressi. Questo ovviamente, combinato con la qualità della connessione, aumenta il rischio di raccogliere disturbi. Quello che si trova al giorno d'oggi in qualsiasi preamplificatore di media od alta qualità è il selettore degli ingressi piazzato il più vicino possibile ai connettori di ingresso; quando questi sono posti sul pannello posteriore ed il selettore è meccanico, c'é una prolunga meccanica che collega la manopola sul pannello con il dispositivo di selezione. Questo non è possibile nell'Edison 60, dato che un trasformatore di uscita è piazzato esattamente fra il pannello frontale e i connettori. Probabilmente la soluzione migliore sarebbe porre i connettori sul pannello laterale.

Il selettore degli ingressi è un'altra soluzione infelice: sono state utilizzati due interruttori a levetta a due posizioni posti in serie per poter selezionare tre ingressi. Questo significa che il segnale deve attraversare due contatti prima di raggiungere l'ingresso del primo stadio. Personalmente riesco a trovare un selettore rotativo, con contatti dorati, con un involucro plastico apparentemente sigillato, che con ogni probabilità non costa più dei due interruttori a levetta, se sono di analoga qualità. Questo ovviamente richiederebbe una ulteriore manopola, ma quella fornita è di qualità tanto elevata, in alluminio tornito dal pieno, che non sarebbe stato difficile trovare due manopole di qualità inferiore per il prezzo di questa... e l'aspetto del frontale sarebbe certamente stato migliore che con le due levette...

Il potenziometro del volume è in carbone, di basso costo: è lo stesso tipo di quello che ho utilizzato nel mio MW Pre 01, per quel che si può giudicare dall'apparenza. Personalmente l'ho inviluppato nel nastro di teflon, in modo da sigillarlo completamente; nel mio pre non c'é stato ancora alcun problema o rumorino in sei mesi (notare che si tratta di sei mesi da prototipo, veramente duri... con polvere di legno e simili piacevolezze attorno..). Il suono sembra migliore di quello dei potenziometri a film di alto costo, ma l'aspettativa di vita dovrebbe essere assolutamente non comparabile. Anche il costo è meno di un decimo, comunque...

Gli altri componenti sono di tipo normale, "industry standard", senza particolarità ad illuminare l'insieme.

Lo schema può essere facilmente criticato, se si analizza come SE parallelo. Infatti è immediatamente chiaro che uno dei due triodi dello stadio driver è del tutto inutilizzato, mentre avrebbe potuto essere utilizzato per implementare uno stadio driver in grado di gestire una maggiore corrente. Tuttavia questo amplificatore è nato come push pull, e la versione PSE è solo una delle possibili alternative messe a disposizione del costruttore. Da questo punto di vista lo schema sembra del tutto adeguato e correttamente implementato, e le configurazioni extra disponibili devono essere considerate un bellissimo regalo da apprezzare moltissimo.

Ci sono comunque un paio di cose che mi hanno messo piuttosto a disagio.

La prima cosa si estende ad un notevole numero di componenti: ci sono parecchi componenti utilizzati in modo tale che la loro dissipazione in situazione statica raggiunge quasi la dissipazione massima ammessa. Questa è una prassi di progettazione corretta quando si progettano prodotti a basso costo che non possono causare alcun danno anche se alcuni componenti raggiungono temperature molto elevate, dato che si assume lavorino in una struttura chiusa e non si prevede subiscano alcuna modifica. In un kit, e soprattutto un kit di alto livello come questo, queste prassi votate al risparmio sembrano meno accettabili.

Di fatto parecchie resistenze diventano decisamente calde, più calde di quanto mi piaccia avere in giro dei componenti quando ci si aspetta che io possa operare sul circuito stampato nudo.

Nei miei progetti di solito seleziono componenti con una dissipazione massima di potenza 2 o 3 volte superiore alla dissipazione attesa: questo permette di lavorare ad una temperatura ridotta e con un elevato margine di sicurezza, anche durante i primi test, dove un collegamento errato o un calcolo grossolanamente approssimato possono produrre una dissipazione maggiore di quella attesa. Fra l'altro, il kit non si presenta come un kit "tutto compreso, semplice e lineare" per principianti, ma come un kit complesso ed avanzato per gente che sa prendere delle decisioni per conto proprio; quindi il progettista avrebbe potuto tener conto del fatto che il progetto avrebbe potuto subire alcune modifiche, oltre quelle già previste, in corso di realizzazione... d'altra parte chi osa mettere le mani in un progetto così complesso deve avere solide basi in elettronica.

In ogni caso, se intendete apportare alcuna modifica nel circuito, farete meglio a controllare la dissipazione nei vari componenti, perché è del tutto possibile che le modifiche causino il superamento della potenza massima ammessa per qualche componente.

Il secondo punto non è fondamentale, ma neanche così secondario, alla fin fine, e fa riferimento all'alimentazione anodica. L'alimentazione anodica è a stato solido (non deve essere assolutamente considerata una parolaccia e neppure un difetto: una alimentazione a stato solido normalmente garantisce una maggiore velocità ed un migliore controllo dei bassi, spesso accompagnati anche da bassi più profondi) ed è seguita da un filtro a singolo (in configurazione push pull) o doppio (nel caso single ended con i componenti extra) pi greco resistivo con ingresso capacitivo. Il primo problema è che tutti i condensatori di filtro sono da 110uF, che è veramente un valore basso, tenuto presente che ciascuna scheda consuma 140mA: il ripple di uscita non può essere troppo basso. Il secondo problema è che questi condensatori da 110uF 500V sono realizzati come serie di due condensatori da 220uF 250V, correttamente in parallelo ad un partitore resistivo che garantisce una equa ripartizione dell'alta tensione su due condensatori; questo tuttavia causa un aumento della resistenza interna apparente dei condensatori di filtro; il terzo problema è che la tensione attesa su questi condensatori è di 460V, ma c'é un certo rischio che si superi in realtà la massima tensione ammessa sui condensatori a causa di una tensione di rete superiore allo standard, con la possibile distruzione dei condensatori.

Avrei largamente preferito dei condensatori singoli da 600V dappertutto, ma il costo sarebbe probabilmente stato molto più elevato; fra l'altro, mentre è abbastanza facile trovare condensatori per tensioni massime fino a 450V, è molto più difficile trovare condensatori da 600V.

Il manuale secondo me è scritto abbastanza bene, anche se copre solo le configurazioni più normali. Se scegliete di raddoppiare l'alimentazione o di installare i condensatori di filtro opzionali, scoprirete che il manuale non copre assolutamente questi casi, il che è entro certi limiti inatteso e può essere causa di notevole disappunto anche per chi ha letto, magari di sfuggita, il manuale prima dell'acquisto.

C'é qualche problema di numerazione dei punti di connessione con l'esterno nello schema che accompagna il manuale rispetto ai numeri presenti sulla PCS e quelli citati nel testo sul manuale stesso; sembrano in parte scambiati, ma fin tanto che seguite la serigrafia della PCS ed il manuale non c'é alcun problema.

Nel seguito riporto alcune note sulla versione dual mono: tenete presente che quanto segue FA RIFERIMENTO SOLO A QUESTA VERSIONE: per le altre versioni fate riferimento al manuale.

I componenti opzionali di filtro delle alimentazioni possono essere montati sulla scheda principale semplicemente seguendo le posizioni assegnate nella serigrafia: si tratta di C20,C21,R50,R51,R52.

Per la configurazione dual mono è meglio cercare di montare gli alimentatori il più lontano possibile dai trasformatori di uscita. Tanto per cominciare bisogna forare lo chassis in modo da montare i due trasformatori di alimentazione uno di fianco all'altro in posizione centrale fra i trasformatori di uscita. Poi bisogna piazzare gli alimentatori. La posizione normale è centrale, ma solo un alimentatore può essere montato in tale posizione. Io ho utilizzato per l'alimentatore di destra una serie di fori adatti già esistente direttamente di fronte al trasformatore corrispondente, ma ho dovuto eseguire alcuni altri fori in posizione simile per l'alimentatore sinistro. Cercando accuratamente e usando i fori di sinistra della PCS (ciascun foro di fissaggio nelle PCS degli alimentatori è doppio) per montare le colonnine spaziatrici per l'alimentatore di destra e viceversa per l'alimentatore di sinistra potrebbe essere comunque possibile trovare almeno alcuni fori adatti anche per la PCS di sinistra.

Un'altra cosa che deve essere modificata nel caso dual mono è la disposizione delle linee di massa e di alimentazione. Leggete attentamente e completamente il manuale e ridisponete tutto tenendo presente che vi sono due alimentazioni separate prima di iniziare a lavorarci. Un piccolo problema consiste nell'identificazione dei cavi che escono dal trasformatore; i colori non sono sufficientemente differenziati da permettere una identificazione immediata, cosicché si rende necessario u tester per accoppiarli correttamente. I trasformatori devono essere assolutamente montati con i cavi che escono verso il pannello frontale dell'amplificatore, non solo per evitare la propagazione di disturbi, ma anche per evitare di dover prolungare alcuni cavi per poter completare le connessioni.

State particolarmente attenti ai collegamenti di filamenti sempre:

Per evitare che rumore di alimentazione sia raccolto dai circuiti audio, è opportuno ritorcere strettamente fra di loro i due fili di alimentazione dei filamenti.

Un ulteriore consiglio. C'é una quantità di cavi che va dal cabinet o dai tubi EL34 alle PCS, cosicché smontare in seguito una PCS non è impossibile, ma certamente un lavoraccio. I collegamenti dei filamenti delle EL34, comunque, potrebbero essere resi permanenti semplicemente saldandoli prima di installare la PCS, facendoli passare fra la PCS ed il cabinet; c'é però un potenziale rischio di surriscaldamento ed anche la possibilità di una eccessiva vicinanza della connessione ai circuiti audio, perciò la cosa non è poi così sicura e deve essere tenuta un po' sotto controllo. Personalmente non ho adottato questa soluzione.

Un ultimo consiglio: controllate accuratamente le saldature degli zoccoli delle 6922: saldarle non è semplice (il foro ha un tale diametro che la saldatura si localizza ai lati del pin, dove questo è più sottile), è anche difficile vedere se la saldatura è buona, e sospetto pure che lo stress meccanico di inserzione del tubo possa rompere la saldatura. Se trovate problemi, potete tentare di saldarli senza smontare la PCS riscaldando col saldatore il pin dello zoccolo del tubo dall'interno e inserendo lo stagno sul lato esterno del pin, in modo che vada a fondersi all'altezza della connessione fra PCS e pin. Questa è una pratica assolutamente scorretta, che vi racconto solo perché ho verificato che funziona... e vi può risparmiare circa un ora di lavoro. State molto attenti a non surriscaldare né la PCS né il pin.

 

L'ascolto

Ora arriva la parte divertente, i test di ascolto.

Dopo tutte queste critiche che cosa ci si può aspettare da un tale amplificatore?

Prima di tutto, tenete presente che ho realizzato una versione con

Per quanto mi possa ricordare, non è stata apportata alcuna altra modifica (fino ad ora...).

Parliamo allora dei test di ascolto. Test di ascolto? Bene, in realtà, veramente non test di ascolto... No, io non li chiamerei così. Sì, bene, potrei anche chiamarli in quel modo, ma non nel solito senso... non sono stati dei veri test... non è stato proprio possibile...

Il problema qui è molto più grave che quelli citati sopra. Cioè, quando ho acceso per la prima volta l'Edison 60 connesso al Linn Mimik attraverso il MW pre 01 ed a pilotare le Snell K III, semplicemente per il primo test funzionale, senza alcun tipo di rodaggio, mi aspettavo un suono un po' aspro, non educato, eccessivamente prillante come spesso capita con le Sovtek nuove di pacca. Veramente non mi aspettavo molto dall'amplificatore, dopo tutte le piccole cose che mi avevano messo a disagio, ero quasi dispiaciuto di averlo costruito.

Bene, dopo circa dieci minuti avevo già radicalmente cambiato idea. Come scrive Thorsten, anch'io non avevo mai sentito un amplificatore suonare in quel modo nel mio sistema.

Per prima cosa, le Snell, che sono casse da -2dB a 70Hz, erano finalmente capaci di mostrare che anche loro sono in grado di emettere dei bassi ed anche con un amplificatore single ended a tubi. Un basso pieno, pulito, con un buon controllo, anche se ovviamente non raggiungeva il basso più profondo. Ma questo non si può pretendere con le Snell K III.

Le frequenze intermedie erano veramente piacevoli, piene, complete. Veramente buone.

Infine gli alti, chiari, assolutamente non esili ma trasparenti, in perfetto equilibrio con le altre bande, solo appena taglienti (questo problema scomparve completamente dopo un paio di settimane di rodaggio).

L'immagine era ampia, magari non così profonda, un po' proiettata in avanti verso l'ascoltatore senza però mai schiacciarlo, cioè senza arrivare a fenomeni di gigantismo come talvolta accade. Molto più stabile che con ogni altro amplificatore che aavessi utilizzato in passato, e direi stabile come nelle migliori performance (di riproduzione sonora...) cui avessi mai assistito in passato. Si poteva veramente sentire l'immagine innalzarsi ben più in alto degli altoparlanti, cosa che non è poi così facile: i miei altoparlanti sono piazzati leggermente (eufemismo..) più in basso di quanto dovrebbero (è stata la prima cosa che ha notato Lucio quando gli è toccato ascoltare il mio sistema...) ma la scena era almeno 20 cm sopra gli altoparlanti, e quindi si riusciva a recuperare una immagine piuttosto realistica dei cantanti.

Mi misi ad ascoltare l'Ultimate Demonstration Disc delle Chesky. Dopo un po' entrò mia moglie che stava facendo tutt'altro e disse: "Ma sembra di avere qui in casa la cantante (Rebecca Pidgeon, nella fattispecie)!".

In una parola, si ascolta la Musica stessa. O meglio, questo è quello che si dovrebbe fare: la scena è tanto corretta, realistica e dettagliata che si trova difficoltà a concentrarsi sulla Musica; in realtà si inizia a seguire ora l'uno ora l'altro musicista e la sua linea musicale; si riesce veramente ad ascoltare il singolo Musicista che fa Musica.

Il suono, fra l'altro, è ulteriormente migliorato col rodaggio, anche se non tanto quanto mi sarei aspettato (era già troppo buono dall'inizio...).

Bene, c'é qualche problema allora? Sì, ma veramente minimi.

C'era un po' di rumore di rete che usciva dagli altoparlanti (sensibilità 90dB a 1W / 1m); il livello mi è sembrato decrescere dalla prima volta che ho acceso l'amplificatore, forse potrebbe essere dovuto al rodaggio dei condensatori. Comunque il cavo schermato dall'ingresso al potenziometro ed un foglio di alluminio attorno a tutti i cavi non connessi provenienti dal trasformatore ha aiutato moltissimo a ridurre le componenti ad alta frequenza del ronzio. Anche abbassare il guadagno dell'amplificatore con il potenziometro del volume aiuta. Attualmente, senza nessun altra modifica, il rumore non è praticamente udibile sotto ogni aspetto pratico. Tenete presente comunque che il mio preamplificatore ha una impedenza di uscita straordinariamente elevata, il che potrebbe far sì che venga raccolto del rumore anche a livello dell'interconnessione pre-finale; è possibilissimo che con altri pre non ci sia alcun problema.

Un altro punto sono i condensatori di accoppiamento (ho usato quelli standard). Per quanto posso giudicare dal suono dell'inteso amplificatore, tendono a colorare un po' il suono. Probabilmente dei buoni condensatori carta ed olio potrebbero essere migliori, ma vorrei essere certo di non modificare troppo la timbrica. C'é anche un piccolo problema di costi: se si comprano dei condensatori Jensen, si spende qualche cosa come un sesto dell'intero amplificatore (servono 8 condensatori)... Un po' troppo? Non saprei, personalmente sto mettendo da parte i soldi per comprarli, tanto per verificare...

Ultima cosa: ho fatto solo dei brevi test confrontando il suono dell' Edison 60 connesso direttamente al CD player oppure connesso attraverso il mio preamplificatore MW Pre 01. Sembra che un buon preamplificatore possa aiutare parecchio. La cosa non sorprende di certo, ma non suona neanche così corretta parlando di un integrato.

Non credo sia necessario spiegare ulteriormente se e quanto vale la pena di comprarlo. Dico solo che rispetto al livello del risultato i discorsi fatti sopra sui costi di alcuni componenti diventano addirittura ridicoli. E devo aggiungere che da quando ho acceso per la prima volta l'Edison 60 non ho più ascoltato neppure una volta il finale che utilizzavo prima....

Solo una ultima nota per l'autocostruttore e il produttore: non riesco ad immaginare come potrebbe suonare se tutti i (decisamente piccoli, dati i risultati) problemi annotati sopra fossero totalmente risolti. Forse non sono neanche dei veri problemi: dopo avere ascoltato l'Edison 60 uno non è più molto certo che tutte le cure speciali usate dai maniaci dell'autocostruzione nella realizzazione dei loro amplificatori servano a qualcosa, rispetto ad una implementazione di livello normale di un ottimo progetto con un ottimo trasformatore di uscita.

Bene, questo è tutto. Test di ascolto? Spiacente, non ho tempo per queste baggianate. Ho un sacco di CD nuovi ed anche alcuni LP da ascoltare, e devo riascoltare tutti i miei vecchi dischi di tutti i tipi, perché con l'Edison 60 sembrano tutti delle novità, perfino un LP di Brahms della DG che avevo sempre disprezzato riesce a suonare decentemente...

Perciò sono veramente dispiaciuto, ma per favore non disturbatevi a mandarmi mail per le prossime due o tre stagioni: penso che sarò veramente troppo impegnato ad ascoltare Musica per potervi rispondere.

© Copyright 1999 Giorgio Pozzoli

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