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Nome prodotto: DLCP e NC400
Produttore: Hypex - Olanda
Costo: DLCP 275€, alimentatore 40€, schede aggiuntive 175€, NC400 325€, SMPS600 180€, modulo Soft start 40€, cavo XLR da 75cm: 130€ (tutti i prezzi sono al netto di imposte)
Recensore: Maarten van Casteren - TNT UK
Data recensione: Febbraio, 2015
Traduzione a cura di: Stefano Miniero
La Hypex è un'innovativa azienda Olandese con sede nella cittadina di Groningen. Sebbene la gamma dei loro prodotti sia molto completa e diversificata, la Hypex, in realtà, è famosa soprattutto per i moduli di amplificazione in classe D. Questa azienda gode di molta considerazione sul mercato, e la si potrebbe considerare una sorta di “produttore per i produttori”.
Quando l'anno scorso andai a trovare Max Townshend, il quale in quella occasione mi aveva mostrato il suo fantastico sistema di riferimento, fui piuttosto sorpreso di trovarci dei moduli di amplificazione Hypex. Max mi disse che li stava usando con il suo alimentatore lineare, ma in ogni caso non c'è dubbio che gli Hypex vengano usati in alcuni dei migliori sistemi che si possano trovare in giro, e di fatto molti amplificatori high-end piuttosto costosi sono semplicemente basati su moduli Hypex. Persino le ultimissime amplificazioni digitali NAD sono state sviluppate in collaborazione con la Hypex. Questi ragazzi sanno davvero il fatto loro, questo è poco ma sicuro.
Perciò, quando un produttore come questo annuncia l'introduzione di una nuova gamma di moduli di amplificazione, merita senz'altro la nostra attenzione. Si dice che i nuovi amplificatori NCore in classe D siano superiori rispetto agli attuali amplificatori UcD, che erano già stati recensiti molto positivamente qui su TNT. I nuovi moduli NCore vantano una distorsione ed un rumore estremamente bassi, anche per carichi di soli 2 ohm. I moduli NC400, forniti per questa recensione, sono in grado di erogare 400 watt, come implicitamente dichiarato nel nome, ma questo è solo il dato su 4 ohm. Sarebbe probabilmente più realistico dichiarare questi come amplificatori da 200 watt, ma di nuovo si tratta di un dato parziale: questi moduli possono effettivamente erogare quasi 600 watt su 2 ohm! E soprattutto hanno un damping factor (fattore di smorzamento - NdT) che arriva quasi a 1000 su quel carico di 2 ohm, a 20 kHz! Non troverete molti amplificatori con simili specifiche, credetemi. Con tali premesse quindi, l'aspettativa non può che essere un suono tecnicamente perfetto. So bene che, in realtà, non tutti gli audiofili desiderano una cosa del genere ma, per quanto mi riguarda, non riesco a trovare un solo motivo valido che giustifichi questa scelta.
Per dare corrente ai moduli NC400, la Hypex ha prodotto un alimentatore switching dedicato, di qualità audiofila, da 600 Watt, l'SMPS600. Questo alimentatore viene fornito completo di tutti i cavi necessari per la connessione agli NC400. Dal momento che gli NC400 implementano nativamente sistemi di protezione dal sovraccarico, potete costruirvi i vostri amplificatori di potenza usando semplicemente una scheda di alimentazione ed un NC400 per ciascun canale. Questa combinazione è esplicitamente pensata per gli autocostruttori di amplificazioni, e non viene fornita per applicazioni commerciali. E questo ci fa sentire privilegiati.
Avevo già recensito un altro prodotto Hypex, in precedenza: si trattava degli interessanti moduli per diffusori attivi AS2.100, che mi piacquero molto, per quanto non perfetti. Ebbene, la Hypex, di recente, ha anche rilasciato il DLCP, acronimo che sta per Digital Loudspeaker Correction Platform, cioè un modulo DSP adatto a creare un sistema stereo attivo a 3 vie, interamente digitale. I ragazzi della Hypex assicurano che sia di gran lunga migliore e ben più versatile rispetto ai precedenti moduli AS2.100, per cui aveva suscitato la mia curiosità.
Il DLCP dispone di ingressi sia digitali che analogici, controllo del volume, 6 canali di uscita indipendenti, filtraggio DSP integrale su tutte le uscite e lo si può comandare e configurare remotamente da un PC tramite una comune connessione USB. Riesce difficile immaginare qualcosa che non si possa fare con il DLCP, ma il suo scopo principale è ovviamente quello di creare un sistema stereo digitale con diffusori a 3 vie, con la possibilità di fare anche qualche elementare correzione ambientale. Dovete solo avere a disposizione una sorgente digitale o analogica e 6 uscite dall'amplificazione.
Che cosa succederebbe, mi sono chiesto, se questi due componenti venissero usati insieme? Si potrebbe sfruttare il modulo DLCP per separare il segnale per via digitale verso un sistema stereo a 3 vie, e 6 moduli di amplificazione NCore per pilotare attivamente dei diffusori, anch'essi a 3 vie. Questo sì che sarebbe un sistema davvero interessante! Immaginate: crossover attivi ed oltre un kilowatt di potenza totale, il tutto in qualità Hypex, ecco in sostanza il sogno! Almeno fino a quando non mi hanno proposto esattamente questo da recensire! Non potevo crederci.
A dire la verità, l'idea era anche un pochino intimidatoria. Creare un sistema a 3 vie interamente attivo è una faccenda piuttosto complessa e dovrebbe essere lasciata agli specialisti, ed io non lo sono. Tuttavia, un sistema come il DLCP è in grado di rendere la cosa molto più facile rispetto ad un tradizionale crossover passivo, e più facile anche rispetto ad un crossover elettronico. In teoria, questo dovrebbe essere un sistema piuttosto flessibile, ed inoltre avevo già avuto qualche esperienza con i moduli AS2.100, per cui la cosa sembrava fattibile, o almeno così speravo.
A questo punto mi mancavano solo dei diffusori adatti, ma per fortuna c'era un amico che poteva prestarmi una coppia di XTZ 99.38. Si tratta di diffusori a 3 vie che hanno il crossover esterno, per cui non necessitano di alcuna modifica per essere usati con la combinazione DLCP / NCore. I 99.38 montano un tweeter a nastro Fountek Neo CD3.0, un midrange da 150 mm Seas Excel ed un woofer Vifa da 225 mm, inseriti in un cabinet molto massiccio. Queste caratteristiche li rendono perfetti per un simile impiego.
Quello che ho ricevuto dalla Hypex è in effetti una soluzione su misura per rendere possibile la prova congiunta delle unità DLCP e NC400: la Hypex li vende separatamente per cui, se avete voglia di provarli, dovrete comprarli separatamente e montarveli da soli in un cabinet adatto. Qui infatti stiamo parlando di puro DIY.
Il DLCP è ospitato in un contenitore che lo rende assai simile ad un normale pre-amplificatore, con un display ed alcuni pulsanti sulla parte frontale e tutti i connettori sul retro. A parte il DLCP stesso, nel contenitore ci sono anche due componenti aggiuntivi: uno che ospita il display ed i pulsanti, che si trova nella parte frontale, per fungere da interfaccia con l'utente e che include anche il ricevitore per il telecomando, ed un altro posizionato nella parte posteriore, che include tutti i connettori per gli ingressi e le uscite. Costruire una macchina DLCP completa significa quindi, in estrema sintesi, mettere questi componenti aggiuntivi sulla parte frontale e sulla parte posteriore, metterci un modulo DLCP in mezzo, aggiungere un alimentatore e collegare il tutto con i cavi forniti in dotazione. Anche in questo caso, esattamente come per i moduli di amplificazione NC400, il tutto è indirizzato all'audiofilo con buone capacità di autocostruzione.
Bisogna ammettere che il DLCP non è proprio un esempio di ergonomia eccellente. Ci sono 4 pulsanti principali per comandarlo: un paio per selezionare le varie funzioni, ed un altro paio per attivarle. Quindi, si puoò scegliere contemporaneamente sia la sorgente che il volume. Se provate ad alzare il volume mentre si è ancora in modalità selezione sorgenti, cambierà la sorgente e non il volume! La cosa mi ha causato qualche problema in effetti, specialmente perché il telecomando all'inizio gestiva solo la parte relativa all'attivazione delle funzioni e non quella relativa alla selezione, prima che smettesse di funzionare del tutto a causa di un mio errore nella configurazione del software di filtraggio.
Oltretutto, il DLCP non è neanche così semplice da utilizzare, dal momento che necessita di un minimo di conoscenza ed attenzione per essere gestito correttamente. Qui ci troviamo di fronte ad un sistema veramente per appassionati, che sostanzialmente non è adatto ad un uso generico, almeno non nella sua forma attuale. Detto questo, adottare le modifiche necessarie per semplificare il tutto non dovrebbe essere una cosa troppo difficile, e la Hypex mi ha detto che stanno già lavorando su un nuovo software, quindi la situazione potrebbe migliorare nel prossimo futuro.
Il contenitore del modulo di amplificazione appare molto più semplice: 6 ingressi XLR, 6 uscite per i diffusori ed un connettore per l'alimentazione di rete. Non c'è un alimentatore specifico per ognuno dei moduli NC400: infatti, ci sono 6 moduli di amplificazione ma gli alimentatori sono solamente 4. Questo significa che 4 dei 6 moduli NC400 dovranno condividere l'alimentazione, mentre gli altri 2 avranno le proprie unità SMPS600 dedicate. Ovviamente, ho usato i due moduli dotati di alimentazione dedicata per pilotare i woofer, mentre gli altri erano collegati ai midrange ed ai tweeter.
L'amplificatore include anche un modulo soft start configurato per accendere il finale solo dopo l'accensione del DLCP. Questo richiede ovviamente un cavo trigger tra le due unità.
La Hypex fornisce inoltre 3 paia dei loro cavi di interconnessione XLR per collegare il DLCP all'amplificazione. Questi cavi sembrano veramente ben costruiti e sono terminati con connettori XLR Neutrik di ottima qualità. È davvero un piacere lavorarci, perché sono ben più flessibili della maggioranza dei cavi high-end. La Hypex dice che questi cavi hanno una doppia schermatura molto efficace ed una microfonicità estremamente bassa, il che dovrebbe renderli decisamente silenziosi. Dal punto di vista sonoro non ho notato differenze apprezzabili rispetto ai miei cavi di segnale XLR Van den Hul, o anche rispetto ai cavi XLR che mi sono costruito per collegare i miei diffusori attivi. Ma questo è esattamente quello che mi aspettavo, visto che i miei cavi sono di eccellente qualità. Probabilmente, i cavi della Hypex apporteranno dei benefici in ambienti più rumorosi (elettricamente ed acusticamente), ma non ho avuto la possibilità di valutarlo. Questi cavi non sono proprio a buon mercato, ma suppongo si possa dire che abbiano comunque un buon rapporto qualità/prezzo, considerato l'andamento dei prezzi, che in alcuni casi possono superare il costo di un buon lettore CD.
Cominciamo dai moduli di amplificazione. Per il test della normale modalità stereo passiva, ho ovviamente usato i due canali con gli alimentatori dedicati SMPS600. Fortunatamente, avevo ancora i diffusori Magnepan 1.7 che stavo recensendo. Si tratta di componenti estremamente rivelatori e piuttosto esigenti in termini di amplificazione, quindi eccellenti per testare amplificatori di alto livello come questi Hypex. Gli NC400 sembrano gradire segnali bilanciati, per cui come sorgente ho usato il lettore Blu-Ray OPPO BDP-105, configurato con la regolazione del volume in uscita. Anche in questo caso, si tratta di una sorgente bilanciata di alta qualità, che oltretutto ha il vantaggio di non richiedere alcun pre-amplificatore.
Inizialmente, allo scopo di avere un termine di paragone, ho provato gli M1.7 con il mio amplificatore Usher R1.5. L'Usher è un amplificatore decisamente potente e dotato di grande escursione dinamica, oltre che di un magnifico basso. Ne sono sempre stato innamorato, e non mi ha mai deluso: ha sempre fatto suonare i pannelli Magnepan in modo fantastico. Questo amplificatore si distingue per il suo basso molto solido ed assai ben controllato, e per la presentazione estremamente fluida, con un palcoscenico sonoro molto grande ed una notevolissima dinamica. Ascoltare una simile combinazione ti porta a pensare che non sia possibile spingersi molto oltre. In parole povere, suona in modo davvero fantastico.
Ma quando ho inserito nel sistema gli amplificatori Hypex, sono rimasto sorpreso dall'entità del miglioramento nel suono. Decisamente sorpreso. Il miglioramento più evidente ed immediato è stato nell'estremo superiore della gamma alta. Gli Hypex hanno semplicemente fatto emergere qualche limite dell'Usher in quella porzione dello spettro audio. Con i moduli NC400 che li pilotavano, i Maggies hanno suonato in modo più chiaro, più dolce, con più precisione e maggiore apertura. L'ultima volta che ho ascoltato un estremo acuto di questo livello era stato quando avevo ancora un amplificatore a valvole, ma quell'amplificatore non era in grado di riprodurre un basso paragonabile a questo. Gli Hypex suonano un pochino più asciutti rispetto all'Usher, ma pure in questo caso il basso è eccellente, con una definizione ed una struttura ancora migliori di quelli dell'Usher. Sotto qualche aspetto, produce la stessa impressione di quando si passa da un sistema di diffusori passivi ad uno con multi-amplificazione tramite crossover attivo. Si percepisce chiaramente che c'è più chiarezza, più controllo e più precisione.
In qualche modo, gli NC400 suonano quasi senza nessuna enfasi, tanto che ben presto vi dimenticate del tutto l'amplificazione. Fanno il loro lavoro, e lo fanno dannatamente bene, ma senza attirare l'attenzione su di sé. Non c'è alcuna traccia di artefatti aggiunti, o evidenza di un incremento nella percezione del dettaglio. Nessun calore supplementare nella gamma bassa, nessuna focalizzazione iper-affilata, nessuna ostentazione o altri trucchetti del genere. Solamente un'amplificazione onesta e sostanziosa, che lascia passare la musica esattamente per quello che è.
Non fraintendetemi: non è che qui non si possa apprezzare la potenza dell'amplificatore o il ferreo controllo che mantiene sui diffusori, ma tutto questo lo fa con grande naturalezza, al punto che, ben presto, non ci fate più caso e vi mettete semplicemente ad ascoltare la musica. Non occorre precisare che non vi priva per questo della componente del divertimento: è solo che il divertimento lo troverete nella musica, e non nel sistema che la riproduce. O almeno questo è quello che è accaduto a me. Ed infine no, questi moduli non suonano affatto analitici.
La differenza tra queste due amplificazioni si potrebbe sintetizzare nell'impressione che l'Usher sia stato tolto dal sistema. In altre parole, gli Hypex NC400 più o meno sottraggono l'amplificatore dall'equazione, applicando al segnale semplicemente la potenza, e niente altro. Non a caso, la Hypex dichiara che questi moduli non aggiungano impurità né polvere di fata, ed io non potrei essere più d'accordo. Infatti all'ascolto sembra proprio che non venga aggiunto nulla né tanto meno eliminato qualcosa. Se considerate che potete costruirvi un sistema stereo con una coppia di moduli Hypex per appena 3/4 del costo dell'Usher, potrete apprezzare quanto questi amplificatori siano straordinari. Adesso esaminiamo attentamente la costruzione: l'Usher pesa oltre 40 chili, mentre un amplificatore stereo basato su moduli Hypex si potrebbe sollevare con una sola mano. L'Usher consuma 280 Watt già appena acceso, ed ancora 60 Watt quando è in standby. Gli Hypex, invece, consumano solo una minuscola frazione di questi valori. Non c'è alcuna possibilità di paragonarli. E non pensate nemmeno per un attimo che sia perché l'Usher non è un buon amplificatore. Ho provato dozzine di amplificatori prima di scegliere l'Usher, e l'ho scelto per la sola ragione che era quello che suonava meglio tra tutti. Ha una formidabile reputazione e mi è sempre piaciuto moltissimo, ma ora devo ammettere che è stato superato da questi amplificatori Hypex NCore. Non si può dire che gli Hypex lo abbiano surclassato, ma chiaramente suonano meglio, sono meno impegnativi e costano decisamente meno dell'Usher. E questo per me significa comunque una vittoria definitiva.
Questa è la prima volta che ho a che fare con un amplificatore del quale faccio fatica a descrivere il suono, e sto facendo una fatica ancora maggiore a trovargli qualche pecca o qualche difetto evidente. Ho recensito un bel po' di amplificatori finora, e ne sono sempre uscito pensando: “se solo potessi avere la gamma bassa di questo amplificatore insieme agli alti di quell'altro, e la dinamica di quell'altro ancora...”. Alla fine, non facciamo altro che scegliere il compromesso che meglio risponde alla nostre esigenze. Con questi NC400 però, la sensazione è ben diversa. Qui è come se ci trovassimo di fronte alla quadratura del cerchio. Questo perché effettivamente suonano con la gamma bassa di un poderoso amplificatore a transistor, la gamma alta di un amplificatore a valvole e la dinamica di un amplificatore in classe-A: senza alcuno sforzo, senza difetti apprezzabili ed in modo godibilissimo.
Ed eccoci arrivati al tema della compatibilità. I moduli NC400 sono estremamente potenti, possono pilotare qualunque carico ed hanno tutta la trasparenza e la neutralità che si possa desiderare da un amplificatore. Accettano sia ingressi single ended che bilanciati, sebbene quelli che ho avuto io avessero solo quelli bilanciati, che non a caso sono quelli consigliati dalla Hypex. In ogni caso, il datasheet spiega dettagliatamente come ottenere il meglio anche dalle sorgenti single ended. Considerato tutto ciò, questi moduli saranno perfettamente adeguati praticamente in ogni situazione. Se comprerete un paio di questi moduli, la prossima volta che farete un upgrade dei diffusori non dovrete preoccuparvi troppo della compatibilità con il vostro amplificatore.
Il DLCP è tutta un'altra storia. Tanto per cominciare, la documentazione dice che potete usarlo già di suo come un pre-amplificatore digitale. Infatti ha sia ingressi digitali che analogici, nonché il controllo del volume, quindi tecnicamente è vero. E questo è stato infatti il primo utilizzo che ne ho fatto, essenzialmente perché era il modo più semplice di usarlo, ma anche per farmi un idea della qualità del DAC. E debbo dire che il risultato è stato leggermente deludente: non si è nemmeno avvicinato al mio lettore OPPO BDP-105 modificato, che oltretutto ha anche il controllo digitale del volume. A paragone con l'OPPO, il DLCP ha suonato in qualche modo piatto ed ha evidenziato anche un po' di grana. Inoltre non brilla per ergonomia, il che non aiuta. Quindi, sebbene non possa negare che possa funzionare anche come semplice DAC/pre-amplificatore, non me la sento di raccomandarlo per tale uso. Ci sono sicuramente delle soluzioni migliori in questa fascia di prezzo.
Ovviamente questo non è certo un problema, dal momento che, se anche esiste la possibilità di usarlo come un pre-amplificatore digitale, non è questo lo scopo per cui è stato pensato. Lo scopo principale, al contrario, è di essere il cuore di un sistema di diffusori che usino la multi-amplificazione attiva. E, naturalmente, per tale scopo vi occorrerà un software specifico, che vi permetta di configurare e controllare il modulo DLCP da un comune PC Windows. Per farlo, basterà collegarlo tramite un normale cavo USB. Mi dispiace dover dire, ancora una volta, che la facilità d'uso di questo software non è molto migliore di quella del DLCP stesso. E nemmeno la documentazione è granché.
Nonostante tutto però, sono riuscito a farlo funzionare per mandare il segnale verso i diffusori XTZ 99.38. A quel punto, la mia prima preoccupazione è stata quella di ottenere delle misurazioni valide. Infatti, senza misure precise ed affidabili è totalmente impossibile regolare correttamente i crossover digitali e gli altri filtri che potreste voler applicare. Fortunatamente, la Hypex è stata tanto cortese e previdente da includere nel pacchetto un microfono di precisione. Tuttavia mi sono presto reso conto che, anche con questo eccellente strumento, fare delle misurazioni sensate non era così semplice come pensavo. Il software Hypex include la funzione di registrazione, ed ovviamente può interromperla in modo corretto, per garantire l'uso della sola parte significativa della misurazione, e non quella dell'eco. Nonostante questo, ho scoperto che variazioni, anche di lieve entità, nella configurazione possono produrre cambiamenti macroscopici nella misurazione stessa. Mi ci è voluto un bel po' prima di avere delle misurazioni apparentemente valide.
Una volta arrivati a questo punto, regolare i crossover non è poi così difficile. Naturalmente, però, la maggior parte dei driver necessita di qualche filtraggio in più rispetto al crossover, ed anche se il crossover stesso potrebbe essere facile da specificare, questo non vuol dire che sia altrettanto facile sapere quale frequenza di taglio debba essere usata, o quale pendenza debba essere definita. In fin dei conti, deve esserci un motivo se i produttori affidano questo tipo di lavoro a gruppi molto esperti.
Uno dei grandi vantaggi dei crossover digitali sta nella possibilità di ritardare l'invio del segnale verso ciascun altoparlante. Al contrario, nei crossover passivi spesso è assai difficile correggere le differenze di fase tra il tweeter ed il midrange. In alcuni casi la polarità del tweeter può essere invertita per migliorare le cose, ma chiaramente si tratta di un rimedio molto grossolano. Con il DLCP potete allineare perfettamente la fase dei vostri driver, il che è indubbiamente uno dei punti di forza dei sistemi digitali.
Va da sé che, avendo a disposizione simili potenzialità di filtraggio nel DLCP, diventa relativamente facile correggere anche alcuni problemi dell'ambiente di ascolto. Di fatto potete costruirvi un suono su misura dell'ambiente in cui sono inseriti i diffusori, o anche su misura del vostro gusto personale.
Mi ci è voluto parecchio tempo, ma alla fine sono riuscito a ottenere un sistema decisamente buono, sia alle misure che all'orecchio. Il risultato finale di tutto questo lavoro è un suono splendidamente nitido e preciso, dotato di una dinamica pressoché illimitata. In altre parole, questo sistema ha tutte le caratteristiche di un buon sistema attivo. Il problema maggiore che avevo avuto con i moduli Hypex AS2.100, all'epoca della recensione, era l'immagine del palcoscenico virtuale, che mi era sembrata un po' povera. Ma la combinazione DLCP/NC400 non risente minimamente di un simile problema.
In effetti, l'unica pecca veniale a cui potrei accennare è la tendenza a suonare in modo, forse, un po' “banale”. Ovviamente potete sempre mettere a punto il sistema per suonare come preferite, mediante i filtri digitali, ma ho trovato comunque difficile eliminare anche quell'ultimo residuo di analiticità nella presentazione. O forse sono io che sono semplicemente troppo abituato a sistemi caratterizzati da un “bel suono”, per essere ancora in grado di apprezzare la verità nuda e cruda. In qualunque modo la si guardi, si tratta davvero di un problema secondario, perché la combinazione DLCP / NC400 / XTZ 99.38 ha suonato realmente benissimo. Basso profondo e articolato, gamma media estremamente trasparente ed estremo acuto di cristallina chiarezza producono un'esperienza d'ascolto molto coinvolgente ed illuminante.
In realtà, all'inizio temevo che questa combinazione potesse risultare non così esaltante, data l'esperienza che avevo avuto con il DLCP usato come pre-amplificatore ma, con tutta evidenza, questo non ha rappresentato il minimo problema nella configurazione finale. Al contrario, i vantaggi insiti in un sistema digitale attivo completamente ottimizzato sembrano compensare ampiamente il DAC del DLCP, che non si può considerare di livello high-end. Insomma, il sistema completo ha prodotto la migliore esperienza d'ascolto che abbia mai sperimentato nel mio ambiente.
Quindi, assodato che il risultato finale mi è piaciuto molto, dove sta il problema? Ebbene, il fatto è che non sono stato capace di fare molto più che specificare i punti di incrocio e aggiungere i filtri principali per definire questi crossover. Ho anche allineato i livelli di emissione per i tre driver e sono riuscito anche a ritardare il tweeter rispetto al midrange, per accordare la fase. Tutto benissimo, peccato però che fosse stato tutto fatto all'interno del software, nella modalità di simulazione, mentre non ho potuto fare le necessarie misurazioni del sistema nel suo insieme, per verificare che effettivamente stesse funzionando come avrebbe dovuto. Inoltre, non sono stato capace di compensare possibili criticità del mio ambiente di ascolto, o intervenire su altri eventuali problemi con i cabinet o con i driver dei diffusori.
Idealmente, un sistema DSP digitale dovrebbe consentirvi di fare tutte queste cose, ma il software della Hypex si è rivelato piuttosto inaffidabile quando si prova a fare qualcosa che vada oltre le funzioni di base. La buona notizia è che la Hypex ne è cosciente, ed ha già avviato la fase di riscrittura del software di gestione del DLCP. La nuova versione dovrebbe essere molto migliore, ma sfortunatamente ci vorrà un po' di tempo prima di averla a disposizione.
In fin dei conti, la cosa che mi ha dato più fastidio è il fatto che non si possa mai essere completamente sicuri che tutto sia stato configurato correttamente, o che le impostazioni vengano mantenute dalla volta precedente. Il software, ed il DLCP stesso, semplicemente non sembrano sufficientemente stabili per garantire che tutto sia esattamente come dovrebbe essere. E quando collegate un amplificatore in grado di erogare oltre 600 Watt direttamente ad un fragile tweeter, questa incertezza non è una sensazione piacevole. Non ha certamente favorito la mia esperienza d'ascolto, a prescindere dal fatto che tutto funzionasse comunque molto bene.
La mia opinione sugli amplificatori NC400, con gli alimentatori di rete SMPS600, è molto semplice: questi sono i migliori amplificatori che io abbia mai avuto finora, ed offrono un incredibile valore aggiunto per il loro costo. Sono potenti, agevoli da usare e sono la cosa più vicina all'ideale di “filo con guadagno” che abbia mai incontrato. Lo ripeto, hanno la gamma alta e quella media tipiche di un ottimo amplificatore a valvole, e la gamma bassa caratteristica di un muscoloso amplificatore a transistor. Ho sempre amato il mio Usher R1.5, ma i moduli Hypex lo hanno semplicemente battuto. Se state cercando un buon amplificatore di potenza, ed un po' di DIY non vi spaventa, dovete prendere in considerazione gli amplificatori Hypex NCore. Non credo che ci sia qualcosa che possa batterli, nella loro fascia di prezzo, e faccio persino fatica a pensare che qualche amplificatore possa superarli, a prescindere dal prezzo.
Il DLCP è tutta un'altra storia. È certamente un prodotto intrigante, e infatti mi aveva incuriosito parecchio, ma la dura realtà è che mettere su un sistema digitale attivo è una faccenda ben più difficile di quello che pensavo, ed oltretutto il DLCP patisce qualche problema di software ed ergonomia, che complicano ulteriormente la situazione. Se potete investirci una gran quantità di tempo e fatica, non posso che raccomandarvi il DLCP, visto che vi permetterà di costruire un sistema che suona alla grande, ma per la maggior parte delle persone potrebbe non avere molto senso. La Hypex sta già lavorando alla revisione del software, per cui le cose potrebbero migliorare presto. Le potenzialità ci sono tutte, questo è certo.
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