Prodotto: Labtek Nemo - finale di potenza single-ended dual-mono con 300B
Costruttore: Labtek - Italia
Prezzo approx: 2700 Euro (2200 € - in promozione)
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Recensito: Maggio, 2004
Sono sicuro che pochi di voi siano a conoscenza del marchio italiano Labtek. Infatti, si tratta di una nascente Azienda di Belluno che si affaccia nel mondo dell'HiFi con le idee piuttosto chiare. Il Nemo è il primo apparecchio che la Labtek propone al pubblico, oltre a diversi accessori (punte e sottopunte), cavi di alimentazione e modifiche a lettori digitali.
Il Nemo è un finale di potenza piuttosto classico, essendo un single-ended in Classe A di valvole 300B (della serie Gold di Electro Harmonix) con in più la particolarità di essere completamente dual-mono. La potenza, come tipicamente accade con questo tipo di circuito, si attesta sui 9 watt per canale su 8 Ohm. Il rapporto segnale/rumore è di 90 dB dichiarati mentre la risposta in frequenza si estende da 15 Hz fino a 45 kHz.
Tutto l'apparecchio è stato pensato per combattere la propagazione delle vibrazioni, aspetto piuttosto importante quando si tratta di progetti a valvole. Così, ad esempio, i due trasformatori toroidali d'alimentazione (uno per canale) sono montati elasticamente sullo chassis mentre il notevole peso (circa 26 kg) poggiato su quattro acuminate punte in alluminio tornito rende la struttura molto stabile. Di serie sono fornite anche le sottopunte, ancora in alluminio tornito, tutto di produzione esclusiva LabTek.
Il cavo d'alimentazione è staccabile ed è, in pratica, una sorta di TNT Merlino (trifase schermato di buona sezione). Il frontale e la base dell'ampli sono in legno massello (noce) di buon spessore, con incisi marca e modello, oltre alle usuali indicazioni per la funzionalità dei 4 led verdi sul frontale. Lo chassis metallico è in acciaio modellato al laser e le saldature con stagno ad alta percentuale d'argento sono controllate al microscopio. In generale, l'oggetto lascia trasparire una cura dei dettagli quasi maniacale, insolita per un "principiante".
Per venire incontro alle esigenze diverse della clientela, il Nemo può essere customizzato su richiesta con legni diversi o valvole di altra marca e/o selezione.
A breve sarà disponibile una versione integrata, con 3 ingressi linea passivi e volume telecomandato a circa 200 € in più.
Mentre la maggior parte dei costruttori di amplificazioni di questo tipo (bassa potenza) suggerisce l'utilizzo di diffusori ad alta sensibilità, la Labtek consiglia di non scendere sotto gli 89 dB/w/m. Trovo la cosa piuttosto strana ed ancora più sorprendente è il fatto che tutto l'apparecchio sia stato sviluppato intorno ad una coppia di diffuori Diapason Prelude III, certamente né ad alta efficienza, né facilissimi da pilotare.
Per l'occasione ho ricevuto l'offerta di una coppia di Diapason Adamantes, dietro consiglio della stessa Labtek, quali partners ideali per questo amplificatore. Ho preferito non introdurre una nuova variabile nel gioco degli abbinamenti, utilizzando dunque il Nemo con il range di diffusori che utilizzo normalmente per le prove (inclusa una coppia di Thiel di bassa efficienza e carico "assassino").
Avendo recensito non molto tempo fa un amplificatore per molti versi simile, l'Opera J500 Plus, facente uso delle stesse valvole (serie "normale", però) in una topologia circuitale praticamente identica (single-ended in Classe A) mi aspettavo sensazioni d'ascolto non troppo dissimili. Invece le differenze, piuttosto sostanziali, non sono mancate, aiutando in qualche modo il mio compito di "recensore".
Come altri amplificatori single-ended dotati di 300B, questo Nemo suona piuttosto morbido e "liquido" nella gamma medio-alta, certamente un po' rilassato, seppur tutt'altro che lento.
Quel che sorprende e colpisce, però, è la qualità della gamma bassa e medio-bassa. Perfettamente "in tune", teso e "muscolare" come le migliori realizzazioni a stato solido, questo ampli è veramente coinvolgente specie quando è alle prese con materiale fortemente ritmato e nervoso, dove basso e batteria giocano un ruolo fondamentale.
E' dotato di un groove irresistibile, trascinante e sorprendente, specie se si considera la bassa potenza in gioco.
Le linee di basso elettrico sono facili da seguire, forse anche un tantino in evidenza, ma assolutamente energiche e vitali, reattive, mai slabbbrate. Si può sentire con facilità ogni singola nota di basso, anche in presenza di programmmi musicali intricati e complessi. Non pensiate sia un compito semplice. Molti amplificatori falliscono in questo delicato compito, specie quando basso e batteria "battono" all'unisono. In tal caso, qualche volta, si sentono amplificatori fondere le due note insieme in un unico impreciso e monocorde "booom". Fateci caso la prossima volta che ascoltate basso e cassa della batteria insieme: riuscite a staccare nettamente il colpo sulla corda dal battere sulla pelle?
Non è facile quando basso e batteria sono gli unici strumenti a suonare, ma le cose si complicano ulteriormente quando il tutto si inserisce in un pattern musicale più complesso, fatto di crescendo e di fortissimo. Quello che può succedere è che la separazione tra gli strumenti collassi di colpo lasciando spazio a tanta confusione, specie in basso.
Fintanto che i suoi 9 watts sono sufficienti, il Nemo stupisce proprio da questo punto di vista, districandosi con facilità anche nelle situazioni più difficili. Ecco perchè ho sottotitolato questa recensione con "Get yo groove on" (brano tratto da "Emancipation", il bellissimo triplo album di Prince - NPG Records 1996 - 7243 8 54982-2). Credo di aver ascoltato "The Holy river" in sequenza continua per almeno 20 volte! Kinda groooovy!
Il resto della performance è di buon livello, anche se non raggiunge le vette del basso e del medio-basso. Il bilanciamento timbrico tende verso il neutro con una gamma alta molto ariosa ed una gamma media piuttosto fluida e liquida. Decisamente non si tratta di un amplificatore ultra-dettagliato o analitico ma piuttosto il Nemo colpisce per una omogenea sommatoria di virtù, piuttosto che per i soliti parametri audiofili portati all'esasperazione. E' un apparecchio di "sostanza", certamente non impeccabile, di sicuro migliorabile in diverse aree, ma che resta estremamente divertente da ascoltare, dote questa da me sempre cercata e trovata abbastanza di rado, devo confessare.
Le considerazioni di cui sopra vanno poi rapportate al prezzo di vendita, piuttosto basso se si pensa alla qualità della costruzione, dei materiali impiegati e del fatto, tutt'altro che trascurabile, che l'ampli è interamente costruito a mano in Italia e non in Cina :-)
Per essere più specifico sulle "critiche" devo far ricorso ai miei appunti. Ad esempio, le voci nei cori femminili tendono ad essere più "sottili" di quanto dovrebbero. I solisti maschili, invece, mostrano qualche traccia di nasalità e di ruvidità, specie su certi registri in gamma medio-alta. Passando agli strumenti, i piatti della batteria dovrebbero suonare più metallici e splashy, con maggiore ricchezza armonica mentre il piano avrebbe dovuto essere più "percussivo". Tuttavia, mettendo insieme tutte queste cose, anzichè concludere che si tratti di difetti fastidiosi, si rimane concentrati sul messaggio musicale in sè stesso. E' questa quella che chiamiamo musicalità? Può essere. Certamente il Labtek Nemo consente di dimenticare con discreta facilità l'impianto per concentrarsi sulla Musica.
Ci sono vari apparecchi HiFi che fanno dei parametri "audiophile" la loro forza: puliti, precisi, raffinati, perfettini. Mettendo insieme tutte queste "belle" cose alla fine arriva lo sbadiglio, come se l'anima si fosse persa alla ricerca vana del dettaglio fine a se stesso. Ecco, il Nemo non è perfetto ma di certo non è noioso. Sicuramente la corretta scansione dei tempi musicali gioca un ruolo fondamentale da questo punto di vista.
9 watts per canale sono pur sempre 9 watt per canale...che volete che siano? Questo, in particolare, significa che il clipping è sempre in agguato, specie se si usano diffusori di efficienza non elevata. Come già detto in occasione della prova dell'integrato Opera J500, il problema vero risiede nei salti dinamici: per sentire decentemente i pianissimo si è costretti ad abbassare il volume nei fortissimo e viceversa.
Quindi, a meno che la stanza sia molto piccola, consiglio di stare su sensibilità dell'ordine dei 93 dB/w/m. Disattenderei pertanto il consiglio della Labtek di partire da "almeno" 89 dB. Secondo me il minimo ammissibile è più vicino ai 93 dB/w/m (non una piccola differenza, eh).
Tuttavia, basta non chiedere troppo, ed il Nemo sfodera un punch ed una dinamica davvero notevoli, certamente superiori a quelli esibiti dal (simile) Opera J500 Plus. Non c'è dubbio che qualcosa nel progetto del Nemo abbia consentito questa performance superiore, nonostante la topologia sia analoga e così pure le valvole utilizzate. Potrebbe essere la curatissima sezione di alimentazione, i trasformatori d'uscita o la migliore selezione della componentistica e delle valvole...ma certamente qualcosa di diverso c'è.
Il Nemo è veloce, con ottimi tempi di salita e di discesa nei transienti musicali, specialmente in gamma bassa. Da questo punto di vista ricorda molto da vicino i buoni progetti a transistors.
Nell'area della microdinamica non impressiona, un po' per quella cura non esasperata del dettaglio un po' perchè non è iper-analitico. Diciamo che fa il suo lavoro, concentrandosi sulla Musica in maniera naturale, senza equilibrismi audiophile.
Il Nemo esibisce una performance "scenica" piuttosto interessante. Così, sebbene la messa a fuoco possa essere migliorata (contorni sfuocati qua e là) le 3 dimensioni spaziali dello stage sono proporzionalmente corrette. Tra le tre forse quella un po' migliorabile è l'altezza ma lo sviluppo in profondità, che si struttura su diversi piani orizzontali ben distinti, fa dimenticare anche questa piccola mancanza. L'ampiezza è molto buona. Non ho dubbi sul fatto che questo amplificatore sia stato progettato anche con l'orecchio oltre che con gli strumenti. Certi risultati così "omogenei" non si ottengono per caso.
Sebbene l'ampli sia dichiarato operare in pura Classe A, lo stadio finale e le 300B non sviluppano un calore eccessivo. Tuttavia, le valvole sono "a vista" quindi esposte al tocco accidentale (di bambini, ad esempio). Consiglierei di posizionare l'ampli fuori dalla portata di innocenti manine esploratrici.
La procedura di accensione è piuttosto lunga. I primi due led verdi (uno per canale) si accendono non appena si preme il tasto d'accensione posto sul retro ma poi occorre aspettare l'inserzione ritardata per il pre-riscaldamento dei filamenti. Il tutto potrebbe richiedere tra 1 e 2 minuti.
Per ottenere le massime prestazioni sonore occorre aspettare almeno altri 30 minuti di funzionamento a volume moderato (si capisce che non sono un tipo molto paziente?).
Il cavo d'alimentazione, come già detto, è un buon trifase schermato, quindi non necessita di immediata sostituzione. Per quanto riguarda l'interfaccia col mondo esterno, il Nemo è già previsto per essere utilizzato con punte e sottopunte, fornite in dotazione.
Per quanto riguarda l'interfaccia coi diffusori, fatte salve le raccomandazioni già fatte sulla sensibilità, non prevedo problemi particolari. Il Nemo si è dimostrato capace di pilotare con disinvoltura carichi anche piuttosto ostici.
Costruzione e finitura. Il Nemo appare solido e ben costruito, la qualità dei materiali e della finitura sono di livello eccellente, da artigianato della miglior scuola. Per queste ragioni il prezzo mi pare assolutamente adeguato.
Avrei preferito avere la disponibilità di una griglia protettiva per le valvole, la sicurezza in casa per bambini (ed animali domestici) è un aspetto troppo spesso trascurato dai progettisti di apparecchi HiFi.
Durante il riscaldamento dell'ampli (ed il successivo raffreddamento) si possono sentire dei netti "click" provenire dall'amplificatore, come se alcune parti metalliche si dilatassero per l'aumento di temperatura. Raggiunta la temperatura di esercizio (circa 20-30 minuti) i rumori scompaiono del tutto. Non sono stato in grado di determinare con esattezza l'area di provenienza di tali rumori ma di sicuro mi hanno un po' infastidito durante l'ascolto. Potrebbe essere colpa delle valvole, ma ho sentito altre 300B essere silenziosissime da questo punto di vista.
Suono. Compromessi, compromessi. La vita è fatta di compromessi, e così l'HiFi. Qualcuno potrebbe preferire un suono più preciso e dettagliato in gamma medio-alta unito ad una trasparenza superiore. Anch'io. Dobbiamo imparare ad accontentarci, specie quando si tratta di oggetti certo non economici ma neppure della serie "no compromise". Nel caso del Nemo, a fare da contraltare a queste piccole critiche almeno abbiamo una gamma bassa e medio-bassa coi controfiocchi.
A voler essere molto pignoli, l'estensione nella prima ottava potrebbe essere migliore e forse il medio-basso è un po' troppo "vitaminizzato" ma, considerando i diffusori attorno ai quali tale ampli è stato sviluppato, i Diapason Prelude III la cosa non mi sorprende affatto. In qualche modo, l'ampli controbilancia la tendenza asciutta ed anzi un po' avara dei diffusori, proprio in quella porzione dello spettro audio.
Groovy. Questo è l'aggettivo migliore che mi viene in mente per descrivere questo nuovo amplificatore italiano. Non esiste una traduzione italiana, ma spero di essere stato abbastanza chiaro circa le virtù del Nemo nel corso della recensione.
Ben costruito, venduto ad un prezzo ragionevole, estremamente divertente da ascoltare, questo amplificatore se la cava egregiamente su quelli che io chiamo i "fondamentali".
Per essere un assoluto principiante tutto ciò merita un vero apprezzamento.
Copyright © 2004 Lucio Cadeddu - www.tnt-audio.com
Innanzitutto un grazie a Lucio Cadeddu per la sua professionalità e per aver dato credito a una microscopica entità quale siamo noi, per aver capito che abbiamo delle buone idee e intenzioni serie e per non averci snobbato solo perchè non abbiamo un passato e stiamo costruendo ora il nostro futuro.
Sono veramente felice che il Nemo riesca a far godere di buona musica chi lo ascolta: l'importante, più che quanti lo acquisteranno, è quanti utilizzandolo capiranno che esso vuole farsi piacevolmente ascoltare più che giudicare.
La sua dote sulle basse frequenze lo differenzia e sfata il mito delle 300B poco precise o impastate in questa gamma. Per il resto, cambiando i cavi OFC utilizzati, le cose migliorerebbero sicuramente (spero che qualche produttore di cavi colga l'occasione per un'eventuale collaborazione).
Il CLICK rilevato dal recensore, provando vari modelli di valvole, può presentarsi o meno. Sul metodo e sulla qualità costruttiva del prodotto, vorrei solo aggiungere che il Nemo è anche DUAL-MONO e (credo) sia una cosa unica in questa fascia di prezzo.
Labtek - Belluno