Un qualsiasi prodotto della NAD, dal prezzo conveniente, difficilmente può essere considerato una *novità* poichè questo Produttore è lo specialista dell'HiFi dal buon rapporto qualità-prezzo e pretese audiophile.
Tuttavia il finale di potenza 214 si distacca dalla classica politica NAD nel campo delle amplificazioni.
Con questo amplificatore, che è il modello inferiore rispetto ai due giganti 208 e 218 la NAD sembra aver abbandonato le sue topologie circuitali per l'alta dinamica meglio note come Power Envelope e Extended Dynamic Power (EDP).
Al loro posto una topologia circuitale molto semplice fatta di convenzionali stadi finali bipolari in classe B.
Per me questo è un sollievo, in quanto più persone concordano sul fatto che i summenzionati circuiti PE e EDP possono influenzare negativamente le caratteristiche timbriche dell'amplificatore.
Diamo un'occhiata da vicino al finale NAD 214.
La potenza dichiarata, al solito in modo piuttosto prudenziale, è di 80 Watts su 8 Ohms mentre in regime dinamico si dichiarano 110/180/250 Watts rispettivamente su 8/4/2 Ohms, lasciando intendere uno stadio d'alimentazione ben progettato.
Essendo un semplicissimo finale stereofonico non sono molte le *features* presenti: il solito circuito NAD *Soft Clipping* per prevenire sovraccarichi agli altoparlanti duranti ascolti alla massima potenza più la possibilità di far funzionare l'ampli in modalità *bridged mono* (mono a ponte).
L'interno del NAD 214 è dominato da generose alettature di raffreddamento e da un grosso trasformatore toroidale *Made in Sweden*.
Il cablaggio è ordinato e tutti i componenti utilizzati sono di qualità al di sopra della media.
In sostanza quest'apparecchio asseblato in Cina ispira confidenza grazie al suo progetto intelligente e davvero budget-conscious.
Faccio osservare inoltre che il fratello maggiore 216 è sostanzialmente simile al 214 a parte una sezione d'alimentazione ancor più generosa ed un maggior numero di transistors d'uscita per una potenza nominale di circa 125 watts per canale.
Inoltre, per coloro tra voi che vanno a caccia di *etichette* (si, voi con la Lacoste!) vi dirò che il 216, contrariamente al 214, è pure certificato THX.
Il 214 è stato testato in una catena di prezzo compatibile con questo finale, comprendente un giradischi Linn Axis con braccio Akito e testina Audio Technica AT-OC9, lettore CD Marantz CD 52SE, preamplificatore Quad 34 e diffusori planari Magnepan SMGb.
L'ampli che pilotava i diffusori era un modesto Mission Cyrus One, che riusciva a produrre un suono piacevole ma piuttosto compresso e chiuso, con mancanza di dettaglio nei registri più bassi.
Col NAD 214, con un brano dei Morphine, il basso delle Maggies si è trasformato: teso, profondo (bè, più profondo del solito) and magnificamente controllato.
Questo controllo sulle frequenze più basse ha comportato un'apertura dell'immagine edel palcoscenico virtuale, rendendolo veramente tridimensionale e estremamente preciso.
In realtà stavo ascoltando il miglior palcoscenico virtuale che mi fosse mai capitato di sentire riprodotto da questi particolari diffusori.
Provando diversi generi musicali, da i Vespri di Maria di Monteverdi (registrati a San Marco in Venezia), al suono caldo delle ultime produzioni Morphine fino ai suoni aspri e *grungy* degli U2, ho scoperto che il NAD 214 è essenzialmente neutro, con una personalità precisa e ben a fuoco nella zona del medio e degli alti.
L'unico difetto che ho riscontrato è una certa qual *secchezza* degli alti, che avrei preferito un po' più liquidi.
Certo che questo difetto si può perdonare facilmente, dato il basso prezzo, ritengo infatti che il NAD 214 sia uno dei più desiderabili amplificatori finali di potenza medio-alta che abbia incontrato sinora.
Chi sta cercando un amplificatore potente per la musica rock o per cominciare a costruire un grande impianto Home Theater dovrebbe prenderlo in seria considerazione.
Copyright © 1997 Werner Ogiers Traduzione italiana Lucio Cadeddu