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A volte ritornano: NAD 90

[NAD 90 - ampli integrato]

Modello: Amplificatore integrato NAD 90, 55w x canale, anno di costruzione 1973.

Quando si dice NAD viene spontaneo pensare al 3020, il caposaldo, l'inizio dell'alta fedeltà a portata di tasca, ma c'è stato un suo predecessore, il NAD 90, quando ancora l'azienda scriveva il suo nome per esteso (New Acoustic Dimension) che per le sue caratteristiche merita di essere un po' riconsiderato.

Ebbe una discreta diffusione nei primi anni '70, in un periodo in cui il trittico Thorens-Marantz-AR era quasi d'obbligo e con le sue caratteristiche soniche ed estetiche diede uno scossone ai convenzionali standard d'eccellenza con una impostazione sonica che già si rivogeva alla nuova generazione di diffusori bass-reflex che si affacciava sul mercato.
Era corredato di un ottimo manuale in italiano, una scheda di collaudo compilata a mano per ogni singolo pezzo (!) ed uno schema elettrico completo in formato A3 leggibilissimo che io conservo gelosamente. Il suo costo era di L. 230.000.

La sua robustezza ed affidabilità lo hanno condotto alle soglie del 2000 con il suo frontale in alluminio spazzolato e lucidato di lieve color champagne, con due bellissimi VU-Meter analogici azzurri in stile McIntosh ed i suoi 55 eleganti watts per canale.

Naturalmente dispone di tutta l'accessoristica richiesta a quei tempi con qualcosa in più anche sulle *migliori* dotazioni dell'epoca.
Oltre a volume, selettore ingressi e balance, dispone di controlli di tono non escludibili (sdoppiati coassialmente per canale destro e sinistro), jack frontali per due cuffie e per ingresso e uscita tape, selettore altoparlanti OFF, A, B, A+B, Quadro, un potenziometro-miscelatore per microfono, un filtro per alta frequenza e l'immancabile loudness.
Sul pannello posteriore sono presenti 2 prese di corrente in standard USA per gli altri componenti dell'impianto, 2 serie di connettori a molla di scarsa qualità per i cavi di potenza, 8 prese pin jack, tre connettori DIN, tre fusibili di protezione (1 generale e 2 per il canale destro e sinistro), la presa ground per il giradischi e un jack per microfono.
Lo chassis è in legno color noce con una griglia traforata in corrispondenza dei dissipatori.

[NAD 90 - pannello posteriore]

[NAD 90 - interno]

Uno sguardo all'interno ci fa capire subito con cosa abbiamo a che fare: trattandosi solo di componenti discreti il cablaggio è molto abbondante ma ordinatissimo e di buona qualità ma la parte del leone la fa la sezione alimentatrice, con un trasformatore a lamelle di dimensioni quasi spropositate, incapsulato per prevenire disturbi magnetici e i due elettrolitici da 12.000 mF l'uno.

L'ascolto

Ho effettuato la prova di ascolto utilizzando i seguenti apparecchi: CDP Pioneer PD-S 703 modificato, cavo di segnale Shield e X-3 di Thorsten Loesch, cavi di potenza Supra Ply 2,5 e Star ed altoparlanti Sonus Faber Concertino.
Purtroppo i segni del tempo passato e le numerose feste da ballo all'aperto, al mare, che il povero 90 ha dovuto sopportare, hanno comunque lasciato qualche traccia (piccoli disturbi di potenziometri e selettori) ma non ha in alcun modo scalfito la sua aristocratica compostezza.
Per non mortificarlo troppo (assolutamente non lo merita) ho limitato la scelta dei dischi di prova a piccoli ensemble jazz, folk e blues e devo dire che mi ha stupito la buona naturalezza di emissione e la totale assenza di asprezze e fatica di ascolto.
La gamma bassa è ben controllata ma non troppo estesa e il mediobasso leggermente rigonfio e pastoso. In compenso, però, ha una gamma media dolce e chiara a suo agio con le voci femminili, un po' meno con quelle maschili tendenti, queste, allo scuro.
Naturalmente dalla scatola sonora non c'è da aspettarsi troppo, ma ad un fronte non troppo ampio si contrappone una sufficiente altezza ed una ottima profondità.
Gli strumenti vengono correttamente localizzati e definiti anche se di aria attorno non se ne sente troppa.
Considerando tutti i *pesi* circuitali che si porta dietro, a volte penso a come potrebbe esprimersi in una configurazione minimale, eliminando tutto il surplus (toni, microfono, Quadrifonia, tape loop, ecc.) e dotandolo di nuovi connettori e potenziometri di qualità: immagino un suono veramente di classe, morbido, deciso e rispettoso della Musica.
Con lo schema circuitale a disposizione non dovrebbe essere difficile, anzi, se qualcuno smanettone la sente si faccia avanti!
Avendolo in casa voglio tenerlo in uso, gli sono molto affezionato. Così gli ho trovato questa destinazione: con TV e videoregistratore stereo gli ho collegato due diffusori anteriori e due posteriori in configurazione Hafler a sottrazione di fase (un sistema anni '70 molto valido, antesignano del Dolby Pro-Logic, ben descritto da FdS di Marzo) per una simulazione di Home Theatre.
E' solo per gustare meglio i film, non ho grandi pretese in questo campo. Ma già con così poco non si sente troppo la mancanza del canale centrale e talvolta il William Wallace di Braveheart rischia di entrarmi in casa con tutto il cavallo.
Non ci resta così che regalare al Nad 90 un posto nella Scatola del Tempo dell'alta fedeltà ed a voi la raccomandazione di non lasciarvelo sfuggire se per caso conoscete qualcuno che vuole disfarsene.
Se poi ne avete uno in soffitta non lasciatelo lì a far muffa, trovategli una collocazione, fatelo lavorare.
A me non chiedete di venderlo.

Copyright © 1998 Mimmo Cacciapaglia

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