Prodotto: pre SC-1 e finale 8.7 HV
Costruttore: Norma Audio Electronics - Italia
Prezzo approssimativo: 2520 Euro (SC-1), 4070,00 Euro (8.7 HV), 670,00 Euro (PS-1R)
Recensore: Stefano Monteferri - TNT Italia
Recensito: Novembre 2003
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Prima di questa recensione, non mi era mai capitato di ascoltare i prodotti Norma. Avevo avuto modo di osservarne alcuni, in esposizione statica, in occasione di qualche mostra di Alta Fedeltà. Devo ammettere che, in tali occasioni, sono sempre rimasto piacevolmente impressionato dalla costruzione interna, che mi è sempre parsa molto ordinata e bene ingegnerizzata. Non a caso, in genere, gli apparecchi Norma vengono esposti al pubblico privi di coperchio superiore, a mostrare con orgoglio il risultato dell'impegno profuso dal loro progettista, l'Ing. Enrico Rossi.
È quindi con vero interesse e che ho accettato la proposta di recensire questo sistema di amplificazione tutto italiano, al quale ho dedicato diverso tempo per cercare di comprenderne al meglio il carattere musicale. Già, perchè questo trio di elettroniche di casa Norma, il preamplificatore SC-1 Linea, il relativo alimentatore esterno PS-1R ed il finale di potenza stereo HV 8.7, si è rivelato per nulla facile da recensire. E già che qualche vaga avvisaglia di quello che mi sarei dovuto attendere era implicita nell'avvertimento di Enrico, che sottolineava la necessità di un prolungato periodo di rodaggio (200 ore di uso effettivo!) per le proprie apparecchiature.
Gli apparecchi mi sono stati inviati in prova assieme alla raccomandazione di trattarli con il massimo riguardo, in quanto realizzati nella versione con il pannello frontale verniciato, e quindi piuttosto delicato rispetto alla produzione in alluminio anodizzato. Devo riconoscere che la verniciatura, di un colore blu micalizzato molto scuro, unita ed una veste estetica sobria e lineare, conferisce ai prodotti un'eleganza inconsueta. Non altrettanto si può dire dell'alimentatore esterno, non particolarmente bello e dotato di piccoli ed inadeguati piedini adesivi in gomma.
Tre grosse manopole, di identiche dimensioni, impreziosiscono, funzionalmente ed esteticamente, il frontale dell'SC-1. Al centro troneggia il potenziometro del volume, alla sua destra il selettore degli ingressi, ed alla sua sinistra (a destra per chi osserva) il selettore di REC OUT. La flessibilità funzionale mortifica, in un certo qualmodo, quella operativa, e manca l'ormai consueto controllo del volume motorizzato e telecomandabile. Questo perchè l'SC-1 è un apparecchio modulare, con la struttura di base costituita da un preamplificatore passivo (che ovviamente non necessita di alimentatore esterno), che ha la possibilità di essere sviluppata aggiungendo un modulo di preamplificazione linea attivo.
L'esemplare consegnatomi per la prova ne era dotato, ed ho potuto quindi provare entrambe le configurazioni. Per chi ne avesse necessità, è poi possibile completare la configurazione inserendo all'interno dell'apparecchio anche uno stadio phono. Una serie di opzioni piuttosto interessante, quindi, che consente di evolvere nel tempo il sistema secondo le proprie esigenze e disponibilità.
Queste le caratteristiche tecniche dichiarate per il preamplificatore:
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Il finale 8.7 HV deriva direttamente dal monofonico di casa Norma, l'8.7-MR. del quale conserva l'impostazione della sezione di amplificazione e di alimentazione stabilizzata degli stadi driver, ma se ne differenzia per la mancanza dell'alimentazione stabilizzata degli stadi finali, che ha lasciato spazio alla struttura stereofonica. La veste estetica è, se possibile, ancora più semplice e lineare di quanto non sia quella del preamplificatore, e presenta un solo minuscolo pulsante luminoso necessario per commutare l'apparecchio dalla funzione di "stand-by" a quella operativa. Già, perchè l'interruttore di alimentazione è collocato centralmente, a ridosso del pannello posteriore e proprio al di sotto della piccola maniglia che non serve per il trasporto, ma solo come protezione per le connessioni, in una delle posizioni funzionalmente più scomode che mi sia mai capitato di riscontrare.
Una volta agito sul pulsantino frontale, l'apparecchio necessita di diverse decine di secondi prima di commutarsi in modalità operativa, ma questo non costituisce un particolare problema. La fitta alettatura laterale risulta necessaria al fine di garantire l'ottimale smaltimento del calore generato, peraltro non trascurabile, ma ha il difetto di essere contraddistinta da spigoli piuttosto vivi.
Nel pannello posteriore, oltre al citato interruttore di alimentazione, troviamo la vaschetta IEC, una doppia coppia di ingressi (RCA e XLR), ed una doppia coppia di morsetti per i cavi di potenza, di aspetto (sono piuttosto plasticosi) ed utilizzo (difficoltoso il serraggio di grosse forcelle) poco consoni al costo dell'apparecchio.
Per l'8.7 HV la casa dichiara le seguenti caratteristiche tecniche:
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Gli apparecchi mi sono stati consegnati nuovi, e quindi non rodati. Non appena messi in funzione, sono rimasto tuttavia impressionato dalla bellezza, dalla liquidità e dal calore della gamma media, nonchè dall'incedere dinamico che veniva restituito con un coinvolgente senso del ritmo. Per contro, l'olografia espressa risultava sostanzialmente inesistente in termini di profondità e scansione dei piani. Il tempo di effettuare tali considerazioni, ed il suono delle apparecchiature era già mutato. Bene, avrei dovuto armarmi di pazienza ed attendere il tempo di rodaggio necessario (d'altra parte, ero stato avvisato).
Trascorrono le ore, i giorni, e l'apparecchio sembrava aver trovato un proprio equilibrio musicale. La gamma medioalta si era schiarita, e le voci avevano perso un po' della calda liquidità che tanto mi aveva colpito durante le primissime ore di funzionamento, guadagnando però in espressività e luminosità. L'immagine sembrava lievemente migliorata, ma ancora non la ritenevo soddisfacente, persistendo una sensazione di confusione che portava ad esecutori sovrapposti l'uno all'altro. L'uscita passiva migliorava un po' le cose in tal senso, a scapito però della ricchezza armonica, della pienezza e dell'incedere dinamico.
Nel tentativo di migliorare le cose, provo a trattare il sistema con il CD smagnetizzatore dei circuiti prodotto dalla Densen, il DeMagic, già recensito qualche tempo fa su queste stesse pagine. Lo utilizzo piuttosto regolarmente, ed in genere, l'effetto che si ottiene è un certo miglioramento della chiarezza e dell'ariosità, a sottolineare la lucidità e la trasparenza del suono. Beh, dopo il "trattamento" (che, lo ricordo, è esclusivamente una traccia di strano rumore della durata di 3 minuti) stentavo a riconoscere il suono degli apparecchi che avevo fino ad allora ascoltato. Il suono si era indurito, diventando più aggressivo e meno armonico, con la sensazione di una gamma medioalta davvero troppo in evidenza. Il curioso evento mi ha persuaso a sospendere le prove di ascolto (in termini di analisi critica) per qualche tempo, lasciando rodare ulteriormente gli apparecchi a suon di musica.
Dopo una decina di giorni torno ad effettuare prove di ascolto tentando di ripartire da zero, ricercando con cura meticolosa i migliori partner e la migliore disposizione all'interno del mio ambiente di ascolto. Le caratteristiche timbriche dei Norma sembrano trarre il massimo vantaggio dall'abbinamento con i Sigma Acoustics Ouverture, diffusori dal suono caldo ma accurato, recentemente recensiti su TNT Audio, connesse in biwiring utilizzando i cavi di potenza White Gold Sublimis. Per conseguire il miglior risultato timbrico, alla fine colloco i diffusori paralleli alla parete di fondo, senza alcuna angolazione verso il punto di ascolto, con il pannello frontale distanziato dalla stessa di circa 1,5 metri. Tale posizionamento mi consente di conseguire un altro importante risultato: l'immagine olografica riesce in qualche maniera a liberarsi, esprimendosi in modo sufficientemente arioso e, pur se dimensionalmente non propriamente sviluppata (in particolare in profondità), scompare il senso di confusione che la contraddistingueva in precedenza, dando modo all'ascoltatore di apprezzare una discreta scansione dei diversi piani.
Per il collegamento tra pre e finale utilizzo il cavo HiDiamond Signal+ Esoteric. Non è la prima volta che questo cavo si lascia preferire ad altri, in particolare con apparecchiature un po' "difficili". Proabilmente, oltre che al livello qualitativo ottimo, questo è dovuto anche alle sue caratteristiche elettriche, che evidentemente lo rendono un carico particolarmente semplice. Il sensibile apporto dello stesso, in termini di profondità della scena e dolcezza del suono, contribuiscono poi all'ottenimento del miglior risultato globale. Meccanica e convertitore North Star 192, infine, si dimostrano una sorgente più che adeguata allo scopo.
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Considerato che il risultato è il migliore che sia riuscito ad ottenere sino a quel momento, evito accuratamente di effettuare qualsiasi variazione, rifuggendo persino gli spostamenti delle apparecchiature dal tavolino portaelettroniche (in particolare dell'alimentatore del preamplificatore). Utilizzando la configurazione ed il posizionamento descritti, riscontro un suono di buona coerenza tonale, adeguatamente esteso in basso, con il medioalto non più invadente, con solo la sensazione di un estremo acuto un tantino dimesso, ed un conseguente senso di ariosità non elevatissimo.
L'ottima liquidità espressa si fa apprezzare nella riproduzione delle voci in particolare, che fluiscono levigate e prive di ogni traccia di granulosità. L'espressività delle inflessioni tonali viene resa con apprezzabile chiarezza, grazie anche alle buone doti di trasparenza del sistema, parametro nel quale il tittico di amplificazione Norma mostra una prestazione più contenuta solo al confine tra la gamma bassa e mediobassa.
La macro dinamica espressa si attesta su posizioni di ottimo livello, con una sensazione di energia davvero coinvolgente ed un notevole incedere, il che trasmette un senso del ritmo che rende giustizia a qualsiasi brano un minimo brioso. Sebbene i Norma prediligano le escursioni dinamiche più importanti, non ci si può certamente lamentare del loro modo di esprimere i micro contrasti che, supportati dalle doti di velocità del sistema, davvero molto buone, si stagliano con un buon livello di chiarezza ed intellegibilità all'interno dell'olografia riprodotta.
Al di la delle caratteristiche più puntuali, il suono del sistema di amplificazione Norma, una volta ottimizzato al meglio, è in grado di ricreare un'atmosfera piuttosto singolare, non facilmente descrivibile, che però cattura a volte più che l'attenzione l'emotività dell'ascoltatore. Nella sostanza, questa amplificazione riesce a preservare il contenuto armonico dei vari strumenti, restituendolo in un modo tutto particolare, in un contesto pervaso da una sorta di aura dorata che contribuisce alla piacevolezza della riproduzione.
L'ottenimento di una buona ricostruzione dell'immagine virtuale è stato un po' il mio assillo per tutto lo sviluppo della prova di ascolto. Larghezza ed altezza, dimensionalmente parlando, non hanno mai fatto gridare al miracolo, e tuttavia non hanno mai manifestato eccessive carenze, ma un senso di profondità appena pronunciato sono riuscito ad ottenerlo solo dopo parecchio tempo ed diversi tentativi di interfacciamento. In compenso, pur se di dimensioni contenute e con una sensazione di nero infrastrumentale non particolarmente marcata, l'olografia riprodotta è risultata piuttosto precisa, con ottime doti di stabilità e focalizzazione.
Per l'ennesima volta ho avuto a che fare con prodotti affetti da "standbymania". Interruttori di accensione collocati nelle posizioni più inaccessibili hanno fatto del loro meglio per complicarmi il "mestiere" di recensore. Vabbè, mi toccherà farci l'abitudine, considerato che si tratta di scelte tecniche sempre più frequenti...
I morsetti posteriori dei collegamento dei cavi di potenza del finale 8.7 HV sono piuttosto poveri di aspetto ed inadeguati a serrare in maniera ottimale terminazioni costituite da grosse forcelle. Un prodotto di tale costo dovrebbe adottarne di migliori.
Da migliorare il sistema di appoggio dell'alimentatore del preamplificatore, che utilizza quattro poverissimi pezzettini di gomma adesivi in luogo di ben più adatti piedini avvitati sul fondo dell'apparecchio.
Dal punto di vista musicale, pur mostrando interessanti potenzialità, a parere di chi scrive gli apparecchi si sono dimostrati eccessivamente sensibili rispetto ad interfacciamenti e situazioni di utilizzo. In ogni caso, avrei preferito una ricostruzione spaziale dimensionalmente più sviluppata, in particolare in profondità, ed una più sottolineata trasparenza in gamma bassa/mediobassa. Da tenere sotto controllo una certa "vivacità" in gamma medioalta.
Prodotti piuttosto particolari questi Norma. In genere, non mi ci vuole molto per comprendere il carattere degli apparecchi che recensisco e metterli nelle condizioni di esprimersi al meglio, ma in questo caso l'applicazione del processo è risultata piuttosto laboriosa, in particolare in funzione del suono delle apparecchiature che, nel tempo, si modificava in maniera piuttosto significativa. In effetti, il costruttore raccomanda un periodo di rodaggio di circa 200 ore: evidentemente ha le sue buone ragioni.
Le mie esperienze di ascolto, che potrebbero in parte differire se condotte in un diverso ambiente ed utilizzando altri interfacciamenti, sono quelle riportate. Suggerisco quindi di prestare grande cura nella selezione dei partner, che devono essere scelti in modo da non sottolineare la gamma medioalta, già protagonista (ad apparecchio rodato), e che dispongano della capacità di ricreare un'immagine virtuale ampia ed ariosa. Se avete intenzione di andare ad ascoltarli, assicuratevi che le apparecchiature abbiano sostenuto un periodo di funzionamento effettivo adeguatamente protratto, solo così potrete realmente rendervi conto delle loro caratteristiche musicali.
Relativamente a quanto emerso dalla prova, oltre a congratularci con la redazione per lo scrupolo e la competenza dimostrati, ci sentiamo di precisare quanto segue:
Innanzi tutto grazie a Stefano Monteferri per il tempo e lo scrupolo che ha dedicato alla prova dei prodotti. Quanto alle sue garbate "lamentele", possiamo rispondere:
La liquidità in gamma medio-alta, l'assenza di grana, l'espressività delle inflessioni tonali, la micro e macro dinamica, l'energia e l'incedere dinamico, la velocità, ma soprattutto quella sensazione di "AURA" ed il pathos emotivo che avvicinano l'ascoltatore all'evento reale con estrema naturalezza, sono stati ben colti da Stefano Monteferri e rappresentano solo un esempio di ciò che NORMA intende per riproduzione musicale e dell'emozione che un ascolto il più vicino possibile all'evento reale può offrire.
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