Prodotto: Acuhorn Giovane85
Costruttore: Acuhorn - Polonia
Costo: 3.300 € (YMMV).
Recensore: Andy Norman - TNT UK
Pubblicato: Dicembre, 2013
Traduttore: Daniele Aspesi
La Acuhorn è atipica nel panorama dei piccoli costruttori di diffusori, perché progetta parte dei propri driver, oltre che il mobile. Si possono quindi permettere di controllare e di definire meglio gli aspetti innovativi del progetto, rispetto a dover semplicemente combinare mobili con driver esistenti. Il loro approccio, in questo caso, è di usare coni modificati dalla Tesla con magneti di loro progetto.
Nel 2009 TNT-Audio recensì i loro diffusori Nero 125, più grossi di quelli presi in esame qui. Le conclusioni erano state che le casse suonavano morbide ma dettagliate, mancando però di un po' di estensione e di dinamica nella grande stanza dove erano state testate. La recensione di oggi è di una nuova generazione di Acuhorn, le Giovane85, che fanno mostra di un driver "Superleggera", prendendo in prestito il termine dall'italiano. Le Giovane sono le più piccole di un range che include due modelli più grandi di diffusori. Quindi, visto che ho a disposizione solo stanze piccole e questi piccoli diffusori, vediamo cosa ne salta fuori.
Come ci si potrebbe aspettare da una ditta che si chiama "Acuhorn", questi sono diffusori a tromba (horn in inglese, appunto), un singolo driver full range in un cabinet aperto. A differenza del solito, il mobile ha una larga apertura sul retro, facendolo sembrare più tradizionale di quanto non succeda in genere con i diffusori a tromba. Sono piccole torri, fatte di un legno leggero e risonante, finite, in questo esemplare, con un'impiallacciatura in ciliegio, chiaro e satinato. Il livello di costruzione è molto buono, anche se abbastanza anonimo.
I mobili sono più piccoli di quanto mi aspettassi, avvicinandosi molto ai modelli più moderni di piccole torri, solo forse un pochino più larghe. Le dimensioni sono 86 cm d'altezza, 20 di larghezza e 30 di profondità. Il suono è sembrato non risentire troppo della posizione - hanno suonato bene contro il muro e un po' differenti (anche se non per forza meglio o peggio) a 50 cm da esso. Ho, come al solito, posizionato i diffusori sulla parete più lunga. Mi aspetto che ciò sia un bene per questo tipo di diffusori, visto che in genere tendono a esasperare le basse frequenze, che sono il loro punto debole, visto che sono a driver singolo. A volte capita che questa posizione porti a un eccessivo rimbombo, cosa che però non è successa in questo caso. Il posizionamento è sempre importante, anche se questi diffusori non sembrano particolarmente influenzati dalla disposizione.
Alla Acuhorn sono molto orgogliosi dei propri driver. Hanno intrapreso un percorso che li ha portati a ridurre la massa del driver in modo da renderlo più pronto nei transienti e, quindi, migliore nel rendere i dettagli della musica. Il loro sito mostra questa evoluzione, da un driver standard alla loro ultima versione, senza cestello sul retro e con la cornice dell'altoparlante integrata nel legno del mobile. L'integrazione nel mobile significa anche che non c'è nessuna giuntura visibile sul fronte - nessuna vite o bullone - il che contribuisce al loro look minimalista. Questi diffusori sono molto sensibili e sono quindi candidati ideali per amplificazioni a valvole o, all'estremo opposto, per moderni amplificatori a bassa potenza.
Sotto a questi diffusori non è possibile montare delle punte. Ciò significa che non c'è possibilità di regolare la stabilità né di penetrare i tappeti più spessi per avere un accoppiamento più solido con il pavimento sottostante. Questo può essere un problema per potenziali clienti con tappeti spessi o pavimenti non in piano, specialmente perché questi diffusori sono molto leggeri, quindi saranno di per loro meno stabili sulla superficie che li regge.
Non tutte le coppie di diffusori suscitano commenti spontanei d'approvazione da parte di mia moglie. Avevo appena tolto dalla scatola e installato le Giovane85 quando è entrata e ha detto che “sono piuttosto carine”. Considerata l'indifferenza con cui mia moglie accoglie ogni nuovo diffusore, penso che questi possano essere definiti un bel piccolo sistema. Il design è piacevolmente minimalistico, e le proporzioni ben bilanciate. La finitura è molto professionale, con tutte le giunture e i bordi ben fatti e con le giunzioni delle impiallacciature decenti anche se non spettacolari. C'è una serigrafia con il logo Acuhorn in argento sulla parte bassa del frontale e una con la scritta “superleggera” in piccoli caratteri rossi corsivi, allineati con la parte più larga del driver. Queste grafiche mi sono sembrate abbastanza economiche, essendo semplici serigrafie, ma sono abbastanza delicate da non essere notate comunque. Ci sono diverse impiallacciature disponibili. A questo prezzo, comunque, mi sarei aspettato legni più esotici o finiture più sofisticate, come lucidature a specchio o nero pianoforte.
I diffusori vengono forniti con coperture di protezione da installare sopra i driver. Queste sono, a differenza del resto della costruzione, brutte ed economiche, in plastica e carta, agganciate al fronte del mobile con un bordino in gomma. Non è un sistema terribilmente efficace (non terranno mai lontane dai delicati driver le ditine esploratrici di un bambino, visto che cadono facilmente) ed è inguardabile rispetto ai diffusori e ai mobili stessi. Non dobbiamo essere troppo duri con la Acuhorn, perché è difficile immaginare quale altro sistema avrebbero potuto trovare senza compromettere l'eleganza lineare del fronte. Bisognerebbe far conto che i diffusori non abbiano coperture e quindi di dover aspettare un po' (prima dell'acquisto - ndt) se si hanno bambini piccoli che gironzolano liberi attorno alle casse. Sono riuscito, nel corso degli anni, a riparare un paio di tweeter spinti all'interno (basta usare del nastro adesivo sul fronte e tirare - con molta attenzione), ma questi driver non sopravviverebbero al trattamento.
Ma facciamo un passo indietro e scopriamo un po' di più su queste scatole prima di passare al punto cruciale di come suonano.
Quando il mio collega recensore Mike Cox ha sentito che mi stavano arrivando questi diffusori, era curioso di sentire come potessero suonare con i suoi amplificatori SET e con il suo preamplificatore minimalistico. Così, tra tutti e due, avevamo un bel po' di elettroniche da dare in pasto alle Acuhorn. Per prima cosa, con un notebook come sorgente e il mio Marantz SA-KI Lite come DAC, abbiamo connesso il preamplificatore Audio Experience Balanced A1 di Mike e un paio di amplificatori SET autocostruiti basati sulle 300B. Abbiamo poi fatto una carrellata del materiale che ci saremmo aspettati suonare bene con questo sistema. Diana Krall ha suonato ricca e invitante, con abbondanza di dettaglio. Uso spesso la sua versione, dall'album Live in Paris, del classico di Joni Mitchell “Case of You”, come test per dettaglio e immagine. La traccia si apre con i suoni della sala, compresi i colpi di tosse del pubblico e si possono sentire i pedali del piano che si muovono e gli altri rumori d'ambiente all'avvio della musica. Con un sistema rivelatore, questi suoni sono resi in maniera convincente e la musica che segue, ovviamente, è magnifica. I piccoli Acuhorn mantengono le promesse dei piccoli SET. Con questo tipo di materiale e queste elettroniche non c'erano evidenti punti deboli. Ogni sistema a singolo altoparlante porta dei compromessi agli estremi di banda, ma non c'era nessuna mancanza evidente. I bassi non scuoteranno certamente le fondamenta - non sono diffusori da party - e, nonostante il contrabbasso fosse un pochino indietro, c'erano abbastanza bassi da sostenere il suono. Il sistema era sublime con Ella Fitzgerald e poi Norah Jones e tutti i soliti sospetti audiofili.
Abbiamo anche provato diversi preamplificatori e le Acuhorn trasmettevano ogni cambiamento più o meno come ce lo aspettavamo, nonostante non possa essere certo che siano totalmente trasparenti ai cambi. Di sicuro aggiungevano qualcosa del loro carattere. A volte sembrava essere un piacevole calore, altre una leggera colorazione. Per prima cosa abbiamo testato il tanto rispettato pre passivo della Music First Audio. Questo ha pulito un po' il suono rispetto alla ricchezza valvolare dell'Audio Experience, ma ha perso tanto in atmosfera quanto ha guadagnato in chiarezza. Abbiamo poi provato il piccolo preamplificatore digitale PGA2311 (spostandoci dall'ovviamente hi-end al digitale economico). Sorprendentemente il PGA2311 ha dato una versione decente della musica, senza farci accorgere dell'enorme passo indietro. Ciò può essere perché il PGA2311 è particolarmente di qualità, o può essere che i più sottili aspetti delle differenze non venissero trasmessi dai diffusori. Ad ogni modo, le casse hanno superato il mio “test Rickie Lee Jones”, in cui il sistema deve trasmettere gli schiocchi di dita di Chuck E's in Love nel proprio spazio acustico, rimanendo allo stesso tempo coerenti e coinvolgenti quel tanto che basta da indurvi a battere il piede a tempo. Abbiamo provato anche un po' di Alicia Keys per uno sguardo nuovo sulle voci femminili, ma gli strumenti e le registrazioni più moderni non hanno brillato quanto i suoni acustici tradizionali, dando segno di quella colorazione che avevo udito al primo ascolto, quando i diffusori erano nuovi di zecca, ma che poi era sparita durante il rodaggio.
I diffusori avevano un tono naturale e rilassato. I bassi erano presenti, ma non profondi o potenti abbastanza da sostenere musica più pesante e gli alti davano l'impressione di ammorbidirsi, restituendo una presentazione facile, ma non eccitante. Il tempo e l'immagine erano comunque molto buoni e c'era un sacco di dettaglio entro il range di frequenze offerto. Teoricamente, il costruttore parla di -6dB nel range da 40Hz a 20kHz, con una sensibilità di 96dB. Questi dati concordano con la nostra esperienza d'ascolto.
A questo punto ci siamo spostati su una traccia che Mike mi ha detto essere un buon test per la dinamica del sistema, la versione di Hotel California sull'album "Hell Freezes Over" degli Eagles. Si apre con un'introduzione di batteria forte, risonante, prima che entrino le chitarre. Siamo rimasti sorpresi dalla capacità dei diffusori nel restituire l'impatto del tamburo e il dettaglio della sua risonanza. Abbiamo anche fatto delle prove con dello swing-jazz ad alta risoluzione di Dick Hyman. E questo ci ha confermato le nostre impressioni sul grande senso del tempo che ci veniva proposto, nonostante mancasse un po' di tintinnio dalle tracce per percussioni. Dopo questi test con l'equipaggiamento di Mike, ho fatto suonare le casse con il mio Musical Fidelity A3.5, che dava un suono perfettamente godibile, pur mancando del coinvolgimento delle valvole. Da ultimo, hanno passato un po' di tempo con il mio impianto secondario, alimentate dapprima da un NuForce DDA-100, che ha dato un tono caldo e coinvolgente, non tanto diverso dalle valvole, e poi con un Audio4Soul Xtreme 16, tecnicamente abbastanza simile (al NuForce, ndt), un integrato con DAC (a breve la recensione) che è riuscito a tirar fuori tutta la chiarezza e la tridimensionalità di cui questi diffusori sono capaci.
Questi sono ottimi diffusori, ben progettati, assemblati professionalmente e ben rifiniti. Sono esattamente quello che ti aspetteresti da un paio di ottime piccole trombe, con leggermente meno colorazione e una performance ragionevole agli estremi dello spettro. Ma sono limitate sotto diversi punti di vista rispetto a progetti più tradizionali, rendendole così adatte soltanto ad ascoltatori con gusti molto ben definiti e con aspettative specifiche. Sono simili per molti versi alle Seas Exotic che Maarten Van Casteren si è costruito e che ha recensito lo scorso anno, ma queste ultime costavano decisamente meno, anche se richiedevano un po' di fai-da-te. Detto questo, per il prezzo delle Acuhorn, potreste pagare un buon falegname per farvi costruire le Seas Exotic e avanzare pure dei soldi. C'è un'ampia gamma di diffusori di alta qualità in questa fascia di prezzo e le Acuhorn, secondo me, non offrono abbastanza, in relazione al loro prezzo, o non suonano così eccezionalmente bene per spiccare sulla concorrenza. In fin dei conti sono delle scatole per dei driver singoli fatti con legno chiaro. Il prezzo richiesto dal produttore mi sembra esagerato.
Ricapitolando, l'immagine è molto buona, l'estensione in frequenza è un sacrificio necessario per via del progetto, ma i compromessi sembrano essere stati studiati bene. La dinamica è meglio di quanto mi aspettassi. Sono belle, ma la finitura è molto semplice e ci sono alcuni punti deboli, come le griglie e la mancanza di punte. Se avete una particolare passione per la musica acustica e state prendendo in considerazione dei diffusori ad alta sensibilità, questi potrebbero essere una scelta molto azzeccata.
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