Anni addietro, quando ero giovane, la Bowers&Wilkins era per me la principale marca
di diffusori. Il negozio di dischi all'angolo aveva delle grandi B&W appese ai muri.
Il fratello maggiore di un mio amico aveva un impianto composto da un piatto Lenco con
testina Shure V 15, amplificazione Quad 22/II e diffusori B&W DM4.
Un mio zio aveva, ed ha ancora, i piccoli DM5. Un altro negozio di dischi del centro che trattava più il rock aveva il maestoso sistema pentagonale DM3000. Un mio nipote ha i ricercati CM2, ed un
ulteriore mio zio ha avuto sia le Bose 901 che le B&W DM12 (un po' schizofrenico?).
Quelle DM 12, sia detto per inciso, erano le nonne degli attuali minidiffusori di qualità, o minimonitor, come li chiamano negli USA: piccoli ma graziosi, difficili da pilotare, pesanti come il piombo e con fantastiche finiture in vero legno.
Sigh, Sob! In coda a tutti loro sedevo io, che mi potevo permettere solo un misero compattone ITT.
Ma quando finalmente riuscii a mettere da parte un gruzzoletto sufficiente per un cambio, fui spedito ad una dimostrazione di un impianto formato da sorgente analogica Linn
LP-12/Ittok/Asaka, digitale Cambridge CD-2, ampli Cyrus One MkII (che acquistai), e diffusori B&W DM-100i: neutri, dinamici, aperti, musicali!
All'epoca queste cassettine, grazie al 25esimo anniversario della B&W ed alla relativa generosità, non costavano più di 120 Euro. La coppia.
In seguito persi ogni interesse nei confronti di questo marchio, che mi era parso inseguire troppo la moda, con le serie DM-XX0 e DM-5X0, politically-correct e "oh, come sono blande". Pensavo davvero che non avrebbero più suonato così bene...
Ad un certo punto esce fuori questo venditore che insiste per farmi ascoltare le nuove ammiraglie Nautilus 801. Per via della loro "dinamica sinora offerta solo dai modelli della Wilson" e, conoscendo i miei gusti, anche "del loro suono più musicale, più Britannico". Ero interessato? Come le ultime volte, pensavo di no, ma prontamente risposi di sì.
In primo luogo diciamo qualcosa a proposito di queste nuove arrivate in casa B&W. Piuttosto che un rimpiazzo dei leggendari monitor 801, che rimarranno in produzione ancora per un po', le Nautilus 801 andrebbero piuttosto viste come un capitolo meno caro
del modaiolo ed esclusivo progetto Nautilus. Come tale, le 801 si distinguono per la linea
di trasmissione a sfiato posteriore che accorda sia il tweeter a cupola metallica che il
midrange a cono. Queste linee di trasmissione convogliano la maggior parte della
radiazione posteriore degli altoparlanti lontano dalla loro sorgente, mostrando al
trasduttore un carico acustico quasi ideale. Qualche nota sul midrange: si tratta di un
altoparlante a cono davvero speciale, perchè fa praticamente a meno della solita sospensione rotonda.
Il perimetro del cono stesso è praticamente rigidamente accoppiato al cestello, e così il cono si comporta come se fosse la sua propria sospensione. Questa soluzione
può trovare luogo solo in un diffusore dove al mid non arriva nessun tipo di energia a basse frequenze.
Ed ora, il woofer. Si tratta di un groooosso cono (15") in un grooooosso volume con la struttura matrix. Inerte e pesante.
La parte inferiore del diffusore appare abbastanza familiare. Quella superiore, invece, è un clone del modello Nautilus originale: forme a goccia dai lisci contorni, eseguiti in
materiale fuso. Queste forme sono state scelte per ottenere una minima diffrazione del suono, ed una migliore immagine stereo ed una più alta neutralità.
E, per finire questa storia, la testa del mid è disaccoppiata dalla cassa del woofer tramite una guarnizione ad elastomero, e lo stesso tipo di disaccoppiamento la separa dalla testa del tweeter.
Una siffatta ricetta non ha nulla di rivoluzionario, mentre ciò che è interessante è che pare che la B&W sia la prima azienda ad implementarla sotto tutti i suoi aspetti. Comunque, ci induce un'attesa di un suono molto neutro, aperto e preciso...
La costruzione e le finiture sono esemplari: le 801 sicuramente hanno l'aspetto di un oggetto del loro prezzo. Ma c'è dell'altro: nonostante la mole ed il peso, questi diffusori si inseriscono molto bene in un soggiorno, anche se va detto che le più piccole 802, naturalmente, si inseriscono ancora meglio. è roba davvero bella, ed andate a vedervele di persona, perchè le foto che vi mostriamo non rendono proprio giustizia al loro aspetto.
Così abbiamo composto un impianto tutto Krell che ben si sposasse con questi colossi: lettore di CD KAV-300cd, preamplificatore solo linea KRC-2, e due giganteschi finali KAS-2 distesi sul pavimento. Inizia il rodaggio. Questa doveva essere una prova d'ascolto costosa!
L'inizio con "The Visit" di Loreena McKennitts rivela un suono potente e dinamico, con estrema apertura, ma anche con un alto eccessivo e fragile (Diavolo, vi siete accorti che pare che inizi sempre così i mie giudizi?). Nutro continui dubbi su
quest'album da molto tempo, e finalmente il monitor della B&W me li ha confermati. Ed è un peccato. Se solo il tecnico del suono avesse fatto meglio il suo lavoro...
Una registrazione col metodo SBM della Sony, i concerti per violoncello "Inspired by Bach" di Yo-Yo Ma, si è comportata molto meglio, mostrando lo strumento in assolo in
tutta la sua gloria, dai più profondi e sonori bassi ai ricchi armonici degli archi, ed i suoni emessi da Ma quando tocca qui e là il suo strumento. Letteralmente "qui"
e "là" nella visione sonora!
Bello da ascoltare è stato anche "Devil's Road" dei Walkabouts, specialmente il brano iniziale. Un contrasto di bassi tuoneggianti e di tamburi bassi, frasi vocali
emozionanti, fresche chitarre acustiche e scampananti chitarre elettriche, e a sottolineare il tutto, molto lontana, ma sublimemente dettagliata e naturale, una completa
sezione di archi al lavoro.
Proseguendo nell'ascolto di altri dischi pop e rock ho continuato ad avvertire come il limite stesse nella qualità delle registrazioni. Certi CD avevano un suono orribile, altri erano davvero corretti sotto il profilo tonale e dinamico, ma mi facevano avvertire che i dettagli più piccoli erano stati spazzati via, che mancava qualcosa. O, in altri termini: con una tale dinamica ed un suono così ampio in frequenza ci si aspettava che il dettaglio fosse allo stesso livello, ma non era così. Perchè? Tanto per cominciare perchè non era mai stato registrato!!!
Alla verifica con software migliore, fosse musica classica ben registrata o pezzi di etichette più audiofile, il dettaglio ed il bilanciamento comparivano, sempre: queste B&W sono monitor molto analitici, e non fanno altro che mostrarti ciò che c'è nel disco. Piuttosto spietatamente. Il che è bene in campo professionale.
E, comunque, non sono aggressive o acide. Il bilanciamento tonale è molto equilibrato, forse appena spostato un po' in alto, con un medio naturale totalmente privo della
brillantezza HiFi. In verità, mi sono parse molto vicine ad un altoparlante elettrostatico ideale, che suona come un grande Martin Logan, ma assolutamente privo della caratteristica colorazione *plasticosa* che accompagna i miei ricordi dei vari Sequel e Aerius.
Il basso era molto teso e rilassato, forse un po' troppo per i miei gusti, ben controllato e capace di scendere molto in profondità senza mostrare traccia di fine corsa o risonanze.
Ciò che mi ha stupito è stato che finora avevamo ascoltato a dei livelli per me insolitamente elevati. Però molte delle lucine dei finali Krell rimanevano spente: gli indicatori di corrente si muovevano appena percettibilmente ed il sistema di
polarizzazione Plateau rimaneva ai più bassi livelli di classe A. Poi mettemmo su "Pop" di Janis Ian. La manopola del volume salì. E lei era lì, nella stanza. E tutte le cose rimanevano belle come prima. E poi, poi mi sentii come colpito da un
martello. Un assolo di batteria. Ed i Krell sputavano fuoco blu dai loro led.
Queste casse suonano FORTE. E PROFONDE. E SENZA DISTORCERE. Allo stesso tempo. Non abbiamo spinto i Krell e le B&W ai loro limiti, perchè prima abbiamo raggiunto quelli della sala e delle nostre orecchie, e sicuramente quelli del buon gusto!
Un sistema di altoparlanti a me noto capace di simili prestazioni è il monitor attivo ATC SCM-100A. Ma non è così aperto e raffinato come le 801. Un altro martellatore è l'enorme sistema di altoparlanti a tromba Acapella con tweeter al plasma, ma suona così ampio da essere surreale. Invece, le Nautilus 801 mantengono le cose nella giusta proporzione, musicalmente parlando.
Oh, ed il suindicato disco di Janis Ian contiene degli effetti surround in Q-Sound. Io avevo già sentito il Q-Sound prima, ma mai era riuscito a piazzare immagini sonore proprio al mio fianco, e quasi dietro di me. O, almeno, non con tale accuratezza! Questo è un indice estremamente importante della risposta di questi diffusori e della loro linearità di fase, della loro assenza di colorazioni e di emissioni diffrattive del secondo ordine, e, naturalmente, dell'eccellente accoppiamento degli esemplari.
Poichè era fuori discussione l'ipotesi di riuscire a pilotare i groooossi wooooofer delle 801 con la summenzionata collezione di bottiglie di vetro, ci siamo spostati sulle 802. Questo diffusore copia l'801 nella sezione medi ed alti, ma è molto più piccolo e monta due woofer da 20 cm. L'efficienza è più bassa di alcuni db, ma il risultato finale è comunque un diffusore che è abbastanza più maneggevole. Ah, Il lettore di CD era il Naim 3.5.
Confermando la mia sensazione iniziale secondo la quale i modelli della serie Nautilus sono dei non-diffusori, trasparenti, il suono che ci ha salutato è stato l'antitesi di quello ottenuto con i Krell: caldo, rigoglioso, invitante. Ma ancora molto controllato, con un basso profondo meravigliosamente esteso, dinamico quanto basta per i miei gusti, e con una visione notevolmente *completa* della musica. E questo proveniva da un diffusore da 9.000 Euro e un ampli da 1.000 Euro. Tanto per i "terrapiatta" ancora sopravvissuti con il loro paradigma, o dogma, o chissà cos'altro, della "gerarchia della sorgente".
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