Prodotto: Alacrity Audio Caterthuns 8
Produttore: Alacrity Audio - UK
Prezzi: 3499 Sterline in Quercia inglese, 3599 Sterline Acero e Palissandro, 3699 Sterline in Ebano.
(Conversione valuta)
Recensione: Nick Whetstone - TNT UK
Pubblicata: Novembre, 2013
Traduzione: Claudio Patelli
Visto che ero rimasto molto impressionato dai diffusori Caterthun della Alacrity Audio, ho prontamente accettato la sfida di ascoltare il nuovo modello "8", che è praticamente una versione più voluminosa, con un woofer da 8 pollici, invece che da 6 come nel modello più piccolo. Come era avvenuto nella precedente occasione, i diffusori sono arrivati sani e salvi, nuovamente protetti in contenitori rigidi di metallo, con l'unica differenza che questa volta gli involucri erano due (uno per ogni diffusore) e non contenuti entrambi nello stesso involucro. Ne ho capito il motivo appena l'addetto alle consegne mi ha passato il primo dal portello sul retro del suo furgoncino: sono pesanti. Dovendoli portare su per le scale fino alla mia stanza d'ascolto, sono stato molto grato del fatto che il peso fosse stato diviso per due. Gli involucri, come nella spedizione precedente, sono stati confezionati molto bene e hanno adempiuto perfettamente al compito di mantenere i diffusori sicuri durante il viaggio.
Estraendo gli "8" (come li ho amichevolmente chiamati) dai loro contenitori, posso dire che sembrano più o meno identici alle Caterthuns più piccole, eccetto che per le dimensioni. Sono rifiniti molto bene in quercia, con leggere venature (potete chiedere altre finiture), gli altoparlanti sono incassati e la finitura discreta li aiuterà a scomparire nella maggior parte delle stanze. Come i loro fratelli più piccoli, sono progettati per suonare abbastanza vicino alla parete posteriore, sempre con l'idea che produrranno un suono di qualità audiofila, comprese le basse frequenze, in situazioni dove il proprietario non può permettersi diffusori più grandi in mezzo alla stanza; i destinatari sono dunque gli audiofili con piccole stanze d'ascolto o con grandi stanze d'ascolto, ma con conviventi poco disponibili. Per questi diffusori ho usato gli stessi piedistalli che utilizzo per tutti i modelli da stand, alti circa 120 cm, e, secondo le precise istruzioni del progettista, ho collegato le casse all'amplificazione tramite bi-wiring. Mi era stato detto che erano state molto usate, per cui ero pronto all'ascolto, ma l'Alacrity sostiene che ci vogliono almeno 50 ore per rodare gli altoparlanti nuovi.
Specifiche Tecniche:
L'impianto utilizzato per il test consta di un computer su cui girano sia JPlay che Audiophile Linux, un DAC USB (hiFace DAC / Miniwatt n4/iFi iDAC) e diversi amplificatori, dai miei monoblocchi Gainclone ad amplificatori in classe T e A-B. Alacrity afferma che le "8" beneficiano del più alto fattore di smorzamento di un amplificatore a transistor, per cui non ho usato amplificatori a valvole per questa recensione.
Ho impiegato un'ora o poco più per abituarmi alle "8", dopo aver ascoltato per molto tempo il suono ben più familiare delle mie MS Pageants modificate. Subito dopo però sono stato in grado di godermi le "8" e accorgermi della loro superiorità rispetto alle Pageants. La differenza maggiore era l'estremo basso, non tanto perché fosse molto presente, ma perché l'attacco sulle note basse è di una precisione ferrea. L'unica volta che sono riuscito a turbare l'ambiente e causare un suono sgradevole è stato con la traccia "Dub Factor" dall'album "Back to mine" di Talvin Singh. Ma onestamente in una stanza di circa 3 metri per 3, quella traccia non suonerà mai a volumi sostenuti senza creare dei problemi. Tutto il resto ha suonato con un controllo che mi ha permesso di sentire alcune linee di basso allo stesso modo in cui si sentono i dettagli delle alte frequenze.
E nelle alte frequenze c'era lo stesso senso di controllo, proprio un vizio! Alacrity attribuisce al suo Acoustic Induction, un sistema brevettato di costruzione del cabinet, il merito non solo di produrre più bassi, ma anche di operare un maggior controllo su altoparlanti dall'escursione limitata. Posso comunque vedere gli altoparlanti muoversi, ma la qualità del suono mi dice che qualcosa di vero dev'esserci nell'affermazione. Chiaramente è stato effettuato un grosso lavoro nell'intonare gli altoparlanti per comportarsi così bene. Non una sola volta ho sentito qualche alta frequenza che mi desse la sensazione che si stesse raggiungendo il limite. Né mi è mai venuto in mente che qualcosa avrebbe potuto suonare un po' più brioso. E anche le frequenze medie non deludono, mi hanno dato un vivo senso di presenza alla musica, in particolare alle voci soliste, con una preferenza per le voci femminili, che, in una buona registrazione, davano veramente l'impressione che la cantante sia seduta o in piedi esattamente tra i due diffusori.
Il PRaT era perfetto e ha passato agevolmente il mio test (Paul Simon - Graceland). Quando suonavano, le "8" sono diventate invisibili e hanno sviluppato un largo palcoscenico sonoro, ampio e con un immagine viva e precisa. La chiarezza era stupefacente, per esempio, alcuni degli effetti sonori più oscuri sull'album di Roger Waters Amused to death, venivano alla luce come non mi era mai capitato prima. Le "8" sono trasparenti, ma non spietate, sono riuscito ad ascoltarle tutto il giorno senza alcuna sensazione di fatica. Se proprio devo trovare loro un difetto, è che con il posizionamento così vicino al muro posteriore la profondità della scena era meno pronunciata che con le mie Pegeants, che sistemo più scostate dal muro. Il palcoscenico non era comunque solo bidimensionale, aveva una profondità ben percepibile, come ho potuto constatare anche con la traccia test del disco Chesky Audiophile, ma era un po' limitata come lo sarebbe per ogni diffusore posizionato così vicino al muro posteriore. Ad essere onesti, mi sono accorto di questa limitazione solo al momento di dover stendere la recensione. Quando la musica è buona, e certamente lo è con le "8", la mia mente non si perde in simili considerazioni. Dovrei anche aggiungere, a proposito della profondità del palcoscenico, che il mio sistema principale usa dei diffusori "open baffle", che sono posizionati a circa un metro dal muro, per cui è probabile che io sia ipercritico su questo aspetto della qualità del suono!
Parlando del punto di ascolto, ho trovato che era largo "tre sedie" nella mia piccola stanza d'ascolto, a circa 2 metri e mezzo dai diffusori. Potrebbe essere più largo in una stanza più grande, dove gli ascoltatori potrebbero sedersi anche più lontano dalle casse. La presentazione degli "8" è un po' "in avanti", ma più che descriverla come "in faccia", direi che è piacevolmente coinvolgente. Non sono diffusori che suonano come se la musica dovesse rimanere di sottofondo e, a mio parere, così deve essere. Se volessi musica di sottofondo non penso proprio che mi preoccuperei della qualità dei diffusori.
I Caterthun 8 non sono certamente dei diffusori economici e, visto il loro costo, forse dovrei scrivere più a lungo delle loro qualità. Però, onestamente, cosa aggiungere al fatto che suonano deliziosamente? Così se una stanza piccola o altre restrizioni vi costringono a cercare un diffusore piccolo e non volete rinunciare alla qualità del suono e a una grande presentazione, le "8" devono essere se non in cima, almeno ai primi posti della vostra lista dei diffusori da ascoltare. Non sono certamente dei diffusori da libreria, quindi richiedono dei piedistalli robusti. Suonano in maniera fantastica con i piccoli Gainclones e gli amplificatori in classe T e mostrano veramente tutto ciò di cui sono capaci con un paio di altri amplificatori commerciali di fascia media. Sono decisamente dei diffusori adatti a qualsiasi livello: non deluderanno i possessori di amplificatori economici, nè lo faranno con amplificatori più esoterici. Con un'efficienza di 89db, non ho mai sentito che avessero bisogno di un controllo di volume, e quando mi è capitato, mi è bastato aggiungere uno stadio gain tra il DAC e l'amplificatore.
Ho sentito che le Caterthun stanno guadagnandosi un certo rispetto, tra quanti le hanno ascoltate, tra gli addetti ai lavori in Gran Bretagna; adesso occorre vedere se questa reputazione si tramuterà in vendite. L'unica obiezione che posso sollevare è che il tipo di audiofilo che può permettersele normalmente beneficia di stanze grandi e non sente particolarmente l'esigenza di diffusori piccoli. D'altro canto se colei a cui bisogna obbedire ha l'ultima parola, le "8" potrebbero trovare una formidabile alleata! Le "8" rendono bene anche in una stanza grande dove, posizionate vicino al muro, possono dare poco ingombro. Niente mi priverà dei mie "open baffle", ma se mi dovessi trovare costretto a ripiegare in una stanza più piccola, so quale diffusore mi salverà! Molto piacevoli e molto raccomandate.
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