Prodotto: Embryo, diffusore a toree TQWT da 93 dB/w/m
Costruttore: The Sound of the Valve - Italia
Prezzo approx.: 1400 € la coppia (vendita diretta)
Recensore: Lucio Cadeddu
Recensito: Ottobre, 2003
Nel panorama dei nuovi costruttori HiFi italiani, la The Sound of the Valve di Stefano Zaini occupa un posto abbastanza particolare. Intanto si muove fuori dai canoni dell'HiFi più tradizionale, progettando e costruendo amplificatori a valvole di bassa potenza e diffusori largabanda piuttosto non convenzionali (ad esempio, il gigantesco dipolo "The Wall"), in secondo luogo non si limita ad assemblare con altoparlanti di chiara fama (i Lowther, ad esempio) ma coraggiosamente si fa costruire su richiesta tutta una serie di drivers "proprietari" marchiati ZS (che sta, indovinate un po', per Zaini Stefano).
Il diffusore in prova utilizza due drivers largabanda ZS 130-4-1 collegati in serie, caricati da un TQWT con sbocco anteriore ad altezza del pavimento. I drivers sono dei biconici in carta da 13 cm, dotati di magnete generoso, utilizzati qui nella versione a 4 ohm (ne esiste una anche ad 8 ohm). Per ottenere la classica impedenza a 8 ohm, i due drivers sono collegati in serie tra loro. L'unità frontale si trova ad altezza d'orecchio mentre la seconda irradia posteriormente angolata di 45 gradi. Questo dovrebbe consentire un certo incremento della sensibilità complessiva del diffusore (dichiarata 93 dB/w/m) e la creazione di una scena sonora più ampia e ben sviluppata in profondità.
La struttura del TQWT è ben visibile nello spaccato pubblicato qui alla vostra destra. Come è ovvio, visto il tipo di drivers utilizzati, non c'è presenza di crossover, pertanto il segnale passa "indenne" dall'amplificatore ai morsetti degli altoparlanti.
Per quanto riguarda i partners ideali, mi sono premurato - data la particolarità del prodotto - di chiedere dettagli al progettista il quale mi ha raccomandato l'uso di amplificatori a bassa potenza, possibilmente a valvole ed ancor meglio se di tipologia single-ended con tubi 300B.
Detto fatto, la gentilezza e la rapidità del distributore italiano di Opera Audio mi hanno consentito di disporre di ben due apparecchi adatti allo scopo (presto in prova su queste pagine): un muscoloso push-pull di valvole 6550, da 50 watt per canale e 30 kg di peso ed un altrettanto massiccio single ended con 300B da 9 watt per canale (modelli 8.8 Reference e J5000 Plus, rispettivamente).
Oltre a questi, ho utilizzato anche alcuni dei miei riferimenti a stato solido.
La mia personalissima opinione è che un prodotto HiFi equilibrato debba funzionare bene un po' con tutti i partners. è vero che la sinergia giochi un ruolo fondamentale ma non si può pensare che un diffusore dia il suo meglio solo con una tipologia MOLTO ristretta di amplificazione (SE di 300B). Stefano Zaini la pensa diversamente ed abbiamo avuto modo di scambiare-incrociare le nostre opinioni telematicamente in un vivace scambio di E-mails. Ognuno resta nelle sue posizioni, ma almeno ho eliminato la possibilità di fraintendimenti, utilizzando esattamente un amplificatore della tipologia raccomandata.
Queste sono alcune delle caratteristiche tecniche più rilevanti dell'Embryo:
Abbastanza spesso ho trovato i drivers largabanda piuttosto "strilloni" in gamma medio-alta e questo non sorprende, considerando che sono in pratica dei grandi midrange ai quali si chiede di fare da woofer e tweeter contemporaneamente...ma essi non dimenticano quasi mai la loro vera natura ;-)
Ho quasi sempre trovato la gamma bassa latitante (o gonfiata a dismisura da trombe posteriori assolutamente fuori senno) e piuttosto chiusi sulle altissime frequenze.
Le unità ZS-130 che equipaggiano questi Embryo invece suonano con una netta predilezione per la gamma medio-bassa, senza strillare sui medi, ma mantenendosi sempre un tantinello avari in gamma altissima (e non potrebbe essere altrimenti).
Il bilanciamento tonale è perciò tendente al caldo, con decisione, e persino la gamma media appare un po' arretrata rispetto al resto. Inoltre, direi che gli Embryo suonano un po' "inscatolati" e nasali.
La gamma bassa, merito o colpa del carico scelto, appare ben presente e molto estesa ma, purtroppo, è affetta da evidenti segni di "overhang" e di ritardo rispetto all'emissione principale, un problema piuttosto comune coi TQWT. La coerenza col resto dello spettro audio non è - pertanto - da manuale ed il basso più profondo appare, di tanto in tanto, come se fosse riprodotto da un (più lento) diffusore separato.
Abbinati all'amplificatore Opera 8.8R (il push pull di 6550) il bilanciamento tonale vira ancor più con decisione verso il medio basso, che appare vigoroso ed "importante", purtroppo a scapito del resto dello spettro audio. Su alcune incisioni l'effetto è piacevole ma sulla maggior parte di quelle che ho provato il risultato è senza dubbio eccessivo.
Le cose si riequilibrano un po' con il single ended di 300B, più lineare, pulito e meno gonfio. Tutto il suono appare più "teso" ed equilibrato. Purtroppo, come prevedevo e come avevo preannunciato al progettista, i 9 watt si sono presto rivelati insufficienti a star dietro alle richieste dinamiche della sorgente ed il clipping dell'amplificatore si è manifestato più di una volta, inducendo a più miti consigli (costringendomi cioè ad abbassare il volume). Stefano Zaini sostiene che le Embryo, anche con 1.5 watt, siano in grado di sonorizzare un salone di 60 mq. Ora, forse abbiamo un concetto diverso del termine "sonorizzare" e se parliamo di Musica da sottofondo per sorseggiare il tè con le amiche del circolo del bridge o coi compagni del circolo delle bocce possiamo pure essere d'accordo.
Purtroppo (o per fortuna) amo ascoltare la Musica a livelli realistici e questi, specie nei picchi, non possono essere raggiunti con soli 9 watt e 93 dB/w/m di sensibilità. Ci sono leggi fisiche che neppure la valvola più alla moda del momento può far finta di non conoscere.
Questo aspetto, comunque, rientra a pieno titolo nel paragrafetto "Dinamica" del quale tratterò tra un attimo.
Continuando l'analisi timbrica e comportamentale degli Embryo, direi che mostrano una spiccata preferenza a suonare "eufonici", piuttosto che trasparenti e dettagliati. è una scelta di vita, non necessariamente un difetto o un pregio. In qualche modo, incarnano un po' lo stereotipo del classico suono valvolare "old style": medio basso in evidenza, basso un po' gonfio e non controllatissimo, gamma medio-alta a calare con dolcezza. Inizialmente, specie se si è abituati ad impostazioni molto diverse, il risultato finale può apparire eccessivo ma in capo a due settimane di ascolti continuati il cervello prende atto della cosa e si adatta. Non si può dire che si tratti di una impostazione che causi fatica d'ascolto!
In gamma medio-alta, però, forse a causa di risonanze proprie del doppio cono, qualche volta è possibile avvertire un bel po' di distorsione, come ad esempio sugli acuti della voce di Giorgia in "E poi", versione live su CD Gold BMG-Ricordi (74321-903822, anno 1996).
Un confronto rapido con delle torri tradizionali mette subito in evidenza delle percussioni più nette ed in generale un suono più teso e vibrante, a favore del sistema tradizionale. La tanto acclamata superiore "coerenza" di un driver largabanda rispetto ad una coppia woofer + tweter appare quantomeno discutibile visto che:
Gli Embryo possono suonare forte, se richiesto, ma per fare ciò dimenticatevi il watt e mezzo. Ce ne vogliono almeno 25 di quelli buoni, se la stanza non è grande. Nel mio caso (lo ammetto, un po' patologico) i 50 watt del push-pull di 6550 si è mostrato appena sufficiente, avendolo portato al limite del clipping. Con i 9 watt delle 300B non c'è stata storia. Era sufficiente mettere una traccia dinamicamente impegnativa o ricca di basse frequenze per assaporare il clipping selvaggio del povero amplificatore. Chi l'ha detto che le valvole distorcono in modo dolce??? ;-) A sentire lo strazio delle 300B in crisi da mancanza di corrente c'era da mettersi a piangere.
Due brani su tutti: "Howling" e "Never an easy way..." (dei Morcheeba, album Who can you trust - China Records - 0630-14373-2). La fortissima richiesta energetica mandava in crisi l'amplificatore anche a basso volume (!!!).
Non a caso, proprio "Howling" è stato uno dei brani più entusiasmanti nel corso della prova delle Klipsch RF-3 da 98 dB/w/m pilotate non da un giocattolo da 9 watt ma da bestioni da 100 e passa watt, a stato solido.
Mi sento dunque di smentire, per l'ennesima volta, la curiosa consuetudine che vorrebbe un amplificatore da 1 watt sufficiente per la maggior parte degli ascolti. Se è vero, come è vero, che servono basse potenze "continue" nell'ascolto domestico, e che quindi la qualità del "primo" watt è essenziale, è altrettanto vero che i picchi richiedono molto di più e, o l'ampli possiede la riserva di potenza necessaria, oppure arriverete a mandarlo in crisi. Pe fare un paragone automobilistico: per tenere 100 km/h costanti bastano una ventina di cavalli ma per fare un sorpasso in piena sicurezza e tempi brevi ne possono occorrere anche 10 volte tanto.
Curiosamente, il suono rilassato e sornione degli Embryo sembra rivitalizzarsi proprio quando, udite udite, li si alimenta con delle buone amplificazioni a stato solido, veloci e dinamiche. Tutto diventa più teso ed "in tune", come si dice, pur se è ineludibile quel velo di lentezza (pigrizia?) che fa parte del DNA di questi diffusori.
Alzare il volume, poi, non serve a molto, si rischia di chiedere troppo ai drivers (già impegnati a fare i salti mortali per riprodurre tutta la gamma audio) facendo loro perdere ulteriore coerenza e generando confusione nella riproduzione. In qualche modo, sembrano preferire livelli d'ascolto piuttosto tranquilli e generi musicali sullo stesso tenore: jazz acustico leggero e Musica pop poco impegnativa. Sul versante classico, direi piccoli ensemble cameristici, non certo grandi orchestre sinfoniche.
Manca quasi del tutto la capacità di donare alla musica rock quella grinta e quel ritmo che è la vera essenza di questo genere musicale.
Con l'aiuto della seconda unità posteriore il soundstage creato dagli Embryo è piuttosto ampio e profondo e certamente la scelta controbilancia una tendenza del doppio cono a suonare un po' "avanti". Un attento posizionamento è d'obbligo, per l'equilibrio delle basse ed alte frequenze e per la costruzione dell'immagine sonora. I doppio-cono non amano essere ascoltati molto fuori asse, quindi l'angolazione della cassa verso il punto d'ascolto deve essere piccola. Questo almeno è quello che è venuto fuori dalle mie prove. Certo, si può scegliere un'angolazione maggiore ma l'energia percepita in gamma medio-alta cala drasticamente.
Questo diffusore non impressiona per precisione o trasparenza per cui i contorni degli strumenti e dei cantanti appaiono un po' incerti e fuori fuoco. Le voci, in particolare, diventano ogni tanto un po' più grandi (e scure) del dovuto.
Il parametro geometrico migliore risulta essere quello della larghezza del palcoscenico, veramente ben esteso al di là dello spazio fisico tra i due diffusori.
I tre "tacchi" in gomma morbida che sostengono gli Embryo hanno certamente un ruolo sia nell'equilibrio timbrico che, soprattutto, nella precisione e messa a fuoco dello stage. Sperimenterei con qualcosa di più rigido, magari anche punte.
Se amate ascoltare a basso volume Musica d'atmosfera, anche un piccolo amplificatore da pochi watt andrà benissimo, in fondo si tratta pur sempre di 93 dB/w/m. Se, come il sottoscritto, amate la Musica a livelli realistici, scegliete un amplificatore potente, a valvole se preferite, purchè abbia un po' di "muscoli".
Provate diverse posizioni in ambiente e, come detto, diversi piedini di sostegno. Non arrendetevi ai primi tentativi, questi diffusori richiedono un po' di tempo per poter dare il meglio. A meno che non vogliate perdervi del tutto i giusti tempi musicali, evitate amplificatori lenti e pigri. Più sono veloci e controllati, meglio è.
Costruzione e finitura.
Prima di tutto, ho qualcosa da dire sul nome scelto. Non ha alcuna importanza, ma è un sassolino che ho nella scarpa e mi devo levare ad ogni costo :-)
"Embryo" mi ricorda qualcosa di ancora non completamente sviluppato, qualcosa ancora, appunto, allo stato embrionale. Sarà che ci sono passato da non molto tempo, però il nome mi ha riportato subito alla mente filmati di ecografie ed immagini fetali, manine che si agitano nel liquido amniotico e tutto il resto.
1400 € per un diffusore in vendita diretta, basato su 4 drivers che costano al pubblico 90 € l'uno, privo di crossover e realizzato in MDF da 19 mm mi paiono un tantino eccessivi. Va benissimo metterci il costo del mobile TQWT (certo non banale) e la finitura esterna...però mi chiedo: se fossero distribuiti e venduti nei negozi tradizionali...quanto accidenti costerebbero? Facciamo almeno il doppio? Mi spiego meglio: dovrebbero confrontarsi con diffusori da 3000 € la coppia? La vedrei molto in salita.
Il costo elevato è dovuto ovviamente alla realizzazione artigianale in un basso numero di esemplari, questo è chiaro ma...mi pare sempre alto.
Le numerose finiture disponibili costano tutte lo stesso prezzo e questo è un bene, ma la finitura piano black dell'esemplare in prova presentava difetti piuttosto evidenti che anche l'occhio distratto della moglie mentre estraevo i diffusori dagli imballi ha potuto notare subito. Le donne, per queste cose, sono terribili.
Nel mio esemplare, lo "stacco" tra superficie laccata e frontale impiallacciato mostrava tutta l'artigianalità dell'esecuzione, nella peggiore accezione del termine. Il mio falegname di fiducia è un artigiano ma i mobili che mi sono fatto costruire su misura hanno un grado di finitura che le grandi Aziende del mobile possono solo sognare.
I morsetti d'ingresso sono di buona fattura, ben dimensionati ma scomodi da usare, non c'è abbastanza spazio per le dita (mia vecchia lamentela, lo so). Da nessuna parte nella cassa sono disponibili il nome del diffusore (c'è solo una targhetta dorata "The Sound of the Valve") e/o un minimo di caratteristiche elettriche o un numero di serie.
I TRE (dico 3, due anteriori ed uno posteriore) tacchi di gomma mordida rendono la cassa piuttosto instabile...basta la delicata manina di un bambino piccolo per farle ondeggiare vistosamente. Massima attenzione, dunque, nel caso ci fossero bambini o animali nei paraggi. Il rischio di farsi male è elevato.
Suono.
è chiaro che non si tratta di diffusori per tutti e certamente non sono adatti ai miei gusti, credo lo si sia capito al di là di ogni ragionevole dubbio. Tuttavia, riconosco che possano piacere (e molto) a determinate categorie di ascoltatori, per via del loro suono gentile e rilassato, caldo ed eufonico. Possono essere ascoltate per ore senza alcuna fatica, se il genere musicale è quello adatto. Con generi movimentati lo sbadiglio è però sempre in agguato.
Che non si tratti di prodotti "universali" era chiaro sin dal primo momento, quando Stefano Zaini mi raccomandò la tipologia esatta di amplificatore da abbinarci. Quindi: partners ideali ed impianto costruito intorno a loro sono un must. Per essere dei largabanda (spesso ingombranti) questi Embryo sono assolutamente user-friendly, si sposano bene con qualunque ambiente domestico e non causano problemi di convivenza particolari come potrebbe accadere invece con una tromba Hedlund :-)
Non li troverete presso negozi di HiFi ma solo in dimostrazione presso il costruttore o alle manifestazioni fieristiche.
Si tratta di un diffusore per audiofili maturi che sanno esattamente cosa stanno cercando.
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